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Autore: Mahiv    12/04/2012    7 recensioni
Percepì l'euforia di Howl direttamente sulle sue labbra, assaggiò i suoi sorrisi radiosi ed esultanti, saggiandone il sapore speziato.
*
Poggiò la fronte sulla sua, tenendo gli occhi chiusi con un'espressione beata, mormorando, rivolto più a se stesso che a lei
«Sì. Puoi essere solo tu.»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Howl, Sophie | Coppie: Howl/Sophie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yes, Must Be You
«Sophiee!» Il castello tremò.
Si sentirono diversi sbuffi nella sala del focolare, di divertimento, di muta supplica, e di falsa indifferenza.
Rispettivamente Calcifer, Michael, e...
«Sophieeeeeee!!» Appunto.
Questa volta la ragazza e la sedia su cui era seduta quasi caddero, e lei dovette reggersi al tavolo dove Michael si stava esercitando con vari incantesimi.
Quest'ultimo la guardò implorante. «Non puoi proprio andare a vedere cosa vuole? Di questo passo si sgolerà!»
Sophie assunse un'espressione severa, inadatta ai suoi lineamenti nuovamente giovanili.
«Non ci vedo niente di male in questo, ad essere sincera.»
Calcifer ridacchiò, producendo un buffo scoppiettio violaceo, e la ragazza si ritrovò ad essere fissata da entrambi.
«Sophieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!»
Esasperata, sbattè sgraziatamente l'abito che stava tentando di rammendare, e borbottò «Va bene! Va bene! Ma non prendete le sue parti se dovesse finire male!»
Detto questo salì al piano superiore battendo rabbiosamente i piedi su ogni scalino, e si fermò sulla soglia che solitamente per lei era "Zona proibita, vecchia ficcanaso.
E cerca di convivere con questo fatto e non scassinare serrature, cardini, o quant'altro."
Girò il pomello ricoperto di polvere -non le faceva pulire quella stanza nemmeno dall'esterno!- scacciando quel fastidioso ricordo.
La luce nell'ambiente era soffusa e debole, e non appena Sophie mise piede in quella semi-oscurità venne travolta dai vari aromi floreali e speziati che caratterizzavano il mago.
Lui, che la stava aspettando, non le diede nemmeno il tempo di individuare la sua figura raggomitolata, che cominciò a parlare con un tono lamentoso e apparentemente ferito.
«Oh, dolce Sophie! Dolce, crudele Sophie!! Sei venuta, infine! Cosa c'era di così importante da fare di sotto da oscurare il mio bisogno d'affetto?»
La ragazza sollevò le bionde sopracciglia, esibendosi in una perfetta espressione di scetticismo, prima di rispondere in modo incolore.
«Rammendare.»
Un gemito di disperazione provenì da sotto il cumulo di coperte dove giaceva Howl.
«Crudele donna! Come puoi non rimanere intaccata dalla profonda sofferenza cui sono costretto?»
Sophie sospirò, ormai certa di dover sorbire i lamentosi sproloqui del gallese.
«E che cosa, di grazia, ti costringerebbe alla sofferenza, Howl?»
Lui si sollevò a sedere di scatto, ancora ricoperto dai logori piumoni.
«Ma la malattia, Sophie! Nessuno vorrà più stare in mia compagnia a causa di quest'orrendo miasma che mi consuma!»
La giovane si arrischiò ad avanzare in quella penombra, e si sedette su una seggiola alquanto malmessa, al capezzale di Howl.
Lo cercò fra quei cumuli di stoffa con lo sguardo, per poi riconoscere la sua testa bionda che spuntava fra di esse.
«Howl...» Cominciò lei, con voce comprensiva, di chi si accinge a misurarsi con la testardaggine di un bambino.
«"L'orrendo miasma che ti consuma", è un banalissimo raffreddore. E, considerando il fascino che -con i tuoi trucchi- proponi, dubito che una qualsivoglia donna -giovane, anziana, o maritata che sia- possa disdegnare la tua compagnia. »
A queste parole il mago si voltò verso di lei, e nel suo sguardo cristallino si accese una luce maliziosa.
«Perciò Howl, invece di importunare la tua domestica, ti consiglio di far visita a qualsiasi sia la ragazza che in questo periodo ha l'onore di ricevere le tue attenzioni.»
Sophie, soddisfatta di essere riuscita a tenere un breve discorso senza venire interrotta -come era solito succedere durante le svariate crisi del mago- fece per alzarsi.
«Ah Sophie, se solo vedessi i modi crudeli con cui accompagna i suoi rifiuti!» Sospirò, sembrando quasi serio.
«Temo di non avere speranze con lei, piccola ficcanaso...»
La sua voce divenne un sussurro malinconico.
Sophie ebbe l'impressione che fosse privo di quell'eccentrica teatralità di cui solitamente erano pregni i piagnistei di Howl, e per un momento si preoccupò, tornando a sedere.
Lui invece continuò a parlare, circondandosi le gambe con le braccia con fare infantile, e con lo sguardo perso davanti a sè.
«E' buffo, non trovi, come io abbia avuto ogni donna che valesse un mio capriccio, e come io non possa valere nulla per la sola che io abbia mai...»
Il mago serrò gli occhi e deglutì, sembrando davvero addolorato, per poi stendersi nuovamente sul materasso, col volto rivolto verso la finestra, dando le spalle alla ragazza.
«Ho cambiato idea. Torna pure di sotto, Sophie.»
Lei rimase interdetta per qualche momento. Vedere Howl in quello stato l'aveva spaventata, le era sembrato quasi fragile, e non era quello l'aggettivo che solitamente accostava al mago, ma piuttosto filibustiere, borioso, egocentrico, svicolone, teatrale, o immaturo.
Possibile che quella stessa persona ora tenesse realmente a qualcuno?
Posò lo sguardo su quella massa informe che ricopriva Howl e, intenerita, decise di rimanere e rassicurarlo.
«Howl?»
Da sotto la catasta di coperte uscì un mugolio infastidito.
«Howl, voltati, per favore.»
Dopo un sospiro seccato il mago fece come richiesto, trovandosi di fronte il viso grazioso e incorniciato di capelli biondo-rame della ragazza.
Se possibile quella vista lo fece rabbuiare più di prima.
Sophie si sporse dalla seggiola consunta e poggiò la mano sulla fronte di Howl, che rabbrividì vistosamente al contatto.
«Temo che un po' tu avessi ragione prima, sembra che tu abbia la febbre.» Mormorò la ragazza sorridendo obliquamente per scusarsi.
Fece scivolare la mano dalla fronte alla guancia accaldata del mago, seguita dal suo sguardo attento.
«Come definiresti il colore dei tuoi capelli?» Mormorò Howl, con ancora addosso quell'aria abbattuta.
«Direi che sono del colore dell'oro rosso.» Rispose sorridente Sophie, ricordando quando, settimane prima, aevano avuto la stessa conversazione.
Howl ridacchiò brevemente, ricordando quella strana giornata come lei, e chiuse gli occhi, riacquistando un po' del suo buonumore quando la ragazza prese ad accarezzargli il volto con la mano che ancora poggiava sulla sua guancia.
«Se, inpiegabilmente, ciò che ti lega a questa ragazza dovesse essere un sentimento sincero, Howl...» Lo prese ingiro lei, guadagnandosi un mugugno di disapprovazione da parte del gallese.
«Lei non avrebbe alcun motivo per respingerti.»
Lui aprì di scatto gli occhi.
Il suo sguardo era inizialmente indeciso, ma poi riprese la solita luce baldanzosa che lo caratterizzava e, mentre Sophie pensava di esser felice di averlo tranquillizzato, Howl raggiunse la mano che lo accarezzava e la strinse nella sua, per poi tirarsi su a sedere, sempre tenendo le loro mani unite, mantenendo un'espressione concentrata e assorta.
Sophie ebbe l'impressione che si sarebbe dissolto da un momento all'altro, in uno sbuffo di fumo, per andare a conquistare la sua -presunta- innamorata, come lei gli aveva implicitamente e stupidamente suggerito.
E all'idea che mentre lei ancora teneva la mano dove prima c'era la sua guancia, lui potesse già essere chissà dove con il suo -ipotizzato- primo amore, si pentì di esser stata così convincente nelle sue rassicurazioni.
Non fece a tempo, però, a intimargli di non uscire per via della febbre, che Howl si sporse verso di lei fermandosi ad un soffio dalle sue labbra, tenendo lo sguardo puntato si di esse.
Lei sbarrò gli occhi, intimorita dall'improvvisa vicinanza, non riuscendo a proferir parola.
Le mancò un battito quando, con estrema lentezza, Howl incatenò lo sguardo al suo , con quella scintilla maliziosa di poco prima che gli danzava negli occhi, un attimo prima di chiuderli, e far combaciare i loro volti.
Sophie sussultò appena sentì le sue labbra che si muovevano sulle proprie, portando con loro un penetrante aroma di giacinti che la stordì.
Cercò, con il battito a mille, di scostare il mago da sè, premendo debolmente con la mano libera sulla sua spalla.
Lo sentì sorridere, chiaro segno che non si sarebbe spostato, e lei, spazientita, lo morse.
«Ah!» Il mago mugolò di dolore e sorpresa, allontanandosi di scatto per poi guardare scioccato la ragazza davanti a sè.
«Howell!» Lui gemette infastidito alzando gli occhi al cielo, al sentire il suo nome per intero sbraitato con tanta malagrazia.
«Che cosa ti ha preso!?»
Sophie teneva Howl a distanza con una mano -dato che l'altra era ancora tenuta stretta dal mago- con un lieve rossore sulle guance.
Lui sogghignò e si avvicinò ulteriormente a lei, vincendo il suo assai debole e poco convinto tentativo di allontanarlo, fino a sfiorare con le labbra la pelle appena sotto l'orecchio della ragazza, che fu percorsa da un brivido che fece allargare il sorriso del mago.
«Suvvia, piccola ficcanaso. Non hai alcun motivo per respingerimi
Dopodichè la sua risata cristallina risuonò nella stanza e lui riprese possesso delle labbra inesperte della giovane, portando un braccio a circondarle la vita e attirandola a sè.
Sophie, ancora stordita dalle parole del gallese, ci mise qualche secondo a realizzare la situazione.
Era fra le braccia di Howl, che la baciava lentamente con quel suo gigno un po' addolcito ancora sulle labbra, attendendo che lei rispondesse al bacio, e c'era la possibilità che l'amasse.
Si chiese subito se quello fosse il suo solito modo di far cadere le donne ai suoi piedi, e per un attimo si sentì smarrita.
Stette infinitamente meglio, però, quando mandò all'aria la ragione e cominciò a contribuire -seppur timidamente- al bacio.
Percepì l'euforia di Howl direttamente sulle sue labbra, assaggiò i suoi sorrisi radiosi ed esultanti, saggiandone il sapore speziato.
Howl l'attirò verso il letto, per poi farsi ricadere pesantemente sul materasso, con lei fra le braccia.
Non bastò ad interrompere il bacio.
Il mago si portò sulla ragazza, facendo attenzione a non pesarle addosso, puntando un gomito al lato del suo viso per sorreggersi.
Per un attimo rimasero immobili, se non per il muoversi convulso dei loro toraci che si sfioravano in cerca d'aria, e Howl aprì gli occhi.
Carezzò con la lingua il labbro inferiore della ragazza, che come lui aveva la bocca schiusa, prima di baciarla nuovamente, con urgenza.
Questa volta le loro lingue si scontrarono, accompagnate da un gemito del mago.
Compievano movimenti dettati dal bisogno, con nessuna premeditazione, come invece capitava di fare ad Howl con le sue conquiste.
Lui mugolò e la strinse la ragazza maggiormente a sè, sententendola affondare le dita nei suoi capelli, prima di interrompere -suo malgrado- quel bacio che lo aveva sconvolto come niente prima di allora, con le nuove sensazioni che gli aveva portato dentro.
Ansimarono entrambi, recuperando i respiri che avevano rifiutato appena poco prima ,preferendo concentrarsi sul battito impazzito dei loro cuori che rimbombava fra le loro labbra.
Howl, ancora col fiato corto, depositò leggeri baci all'angolo delle labbra delle ragazza, non smettendo mai di sorridere, raggiante.
Poggiò la fronte sulla sua, tenendo gli occhi chiusi con un'espressione beata, mormorando, rivolto più a se stesso che a lei
«Sì. Puoi essere solo tu.»

***
NdA
Eccomi qui con questo -abbastanza fallito- esperimento.
Volevo vedere se riuscivo a produrre qualcosa di decente in terza persona,
(cosa che non mi è mai riuscita, e pare che la cosa continuerà ad essere così)
ma temo che sia venuto fuori uno scempio. D:
Premetto che adoro sia il film che i libri del caro Howl, e ho cercato di renderla
verosimile per entrambi, tentando con tutte le forze di non cadere nell'OOC,
sappiatemi dire se ho fallito miseramente o no xD
Nel caso recensiate, sappiate che mangerò un biscotto anche per voi :)


Addio :D




   
 
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