Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: Selene6    12/04/2012    5 recensioni
"Quando questa scritta leggerete, sigillato da tempo io sarò stato, ma se ancora credete che il mio regno durare dovrà, pronunciare poche parole vi basterà. La vostra voce alta dovrà essere: Il Ritorno è arrivato, e io sarò liberato."
Ironia della sorte: una delle mie abitudini è parlare a voce alta quando leggo
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Siete mai stati in una foresta con alberi e arbusti tanto fitti da non riuscire a vedere né il cielo sopra la testa né la terr

Siete mai stati in una foresta con alberi e arbusti tanto fitti da non riuscire a vedere né il cielo sopra la testa né la terra sotto i piedi? Spero per voi di no.

Stavo camminando da ore, ma era già tanto se avessi percorso un paio di chilometri.

Grondavo di sudore, ero piena di graffi su tutto il corpo e sapevo di non poter andare avanti così ancora per molto. Con solo un coltello in mano continuavo ad avanzare, tagliando tutto quello che mi si parava davanti. Quella che un tempo mi era sembrata una meraviglia della natura era diventata un incubo.

Nonostante tutto non mi fermavo, non potevo farlo, se mi fossi riposata anche solo un attimo la voglia di tornare indietro avrebbe superato la mia determinazione e questo non doveva accadere.

Quando capii che non sarei più riuscita ad andare avanti, di fronte a me, tanto lontana da confondersi con la natura, vidi una luce. Non poteva essere altro se non un villaggio o almeno qualcuno con una lanterna. Ripresi a tagliare rami con più forza e velocità di prima per riuscire a raggiungere quella luce.

Più mi avvicinavo e più capivo che non era un villaggio e nemmeno una lanterna, ma qualcosa doveva pur essere, magari non quello che mi aspettavo, ma comunque meglio di rimanere in quella impenetrabile foresta.

Fu solo quando mi trovai a pochi passi dal quel bagliore che scoprii essere prodotto dal riflesso della luce della luna su uno specchio.

Mi gettai sull’erba davanti allo specchio cercando di non farmi prendere dalla disperazione, non appena ritrovai il mio autocontrollo mi domandai che ci facesse uno specchio nel bel mezzo di una foresta, in particolare una impenetrabile come quella.

Posai lo sguardo sulla cornice dello specchio e vi notai delle scritte, erano incise nel legno spesso, ma si riconoscevano lo stesso. La luna non illuminava molto e mi ci volle del tempo per riuscire a leggere tutta la scritta, ma quando ci riuscii ne risultò:

Quando questa scritta leggerete, sigillato da tempo io sarò stato, ma se ancora credete che il mio regno durare dovrà, pronunciare poche parole vi basterà. La vostra voce alta dovrà essere: Il Ritorno è arrivato, e io sarò liberato.

Ironia della sorte: una delle mie abitudini è parlare a voce alta quando leggo.

La scritta che avevo appena letto s’illuminò e si riempì di una strana sostanza bianca tanto luminosa da accecarmi. Mi coprii gli occhi con il braccio.

La luce iniziò a raggrupparsi sulla cima della cornice ed io potei riaprire gli occhi, un istante dopo si formò una colonna di luce che attraversò il cielo illuminando la notte.

Per quei pochi istanti mi sentii pervasa d’energia, non c’era più stanchezza o dolore in me, solo esaltazione.

Poi la luce ritornò nella cornice e sparì.

Non feci nemmeno in tempo a realizzare quello che era accaduto, che lo specchio e la cornice s’incenerirono e per terra non rimase che cenere argentata. Tutto questo era accaduto in pochi secondi e quando finì, l’energia che mi aveva pervaso per quei pochi attimi mi abbandonò ed io caddi in ginocchio, tutta la stanchezza fisica e mentale tornò come se un masso mi fosse precipitato addosso.

Cercai di rimanere lucida e sveglia, ma la spossatezza vinse la sfida ed io mi addormentai a pochi passi da quello che restava dello specchio.

 

 

 

 

Era una sera come tante, l’aria gelida della notte iniziava a scacciare il caldo quasi soffocante del giorno. Il sole era già calato, luna e stelle avevano già preso il suo posto da tempo.

La foresta era immobile come ogni notte, si sentivano solo i grilli e qualche altro verso di animale. Oltre la foresta si estendeva una distesa azzurra che sembrava continuare nel cielo, l’orizzonte quasi non si distingueva tanto parevano uguali cielo e mare.

Quella notte era compito mio sorvegliare la foresta aspettando… una qualunque cosa diversa dal solito.

Mi misi  a sedere tranquillo sullo sperone, da lì potevo avere una visuale molto più ampia di tutto l’orizzonte.

Erano passati sei anni da quando, solamente diciottenne, ero stato inserito nella Ricerca. Ero sempre stato un fanatico di tutto ciò che era misterioso e irrisolto, ma, dopo sei anni passati ad osservare uno specchio senza capire assolutamente nulla, anche il mio spirito di ricercatore si era praticamente spento.

Per mia enorme fortuna quella notte era il mio turno di guardia e fui solo io a vedere ciò che avvenne: durò pochi istanti, ma non me lo sarei mai dimenticato.

All’inizio fu solo un bagliore in lontananza, pensai al riflesso della luna, ma subito dopo quel bagliore crebbe a dismisura riempiendo di luce tutt’intorno, mi alzai dalla sedia pronto a correre ad avvertire gli altri, ma quando si formò una colonna di luce che illuminò a giorno tutta la foresta fino ad arrivare al mare, rimasi attonito a bocca aperta. Dopo pochi attimi la luce si spense.

Alcuni dei miei compagni si erano svegliati e vennero da me a chiedere cos’era successo, non avevano visto niente, ma una strana forza li aveva risvegliati.

Pensavo di dire tutto, ma qualcosa mi spinse a tacere, sentivo di dover tenere tutto segreto: –Ragazzi, non è successo niente stanotte, semplicemente sono caduto dalla sedia, ma non ho avvertito nessuna forza misteriosa.–

Non erano molto convinti della mia versione, ma dopo un po’ d’insistenza cedettero, anche se non ero mai stato bravo a mentire.

Per quella notte passò senza ulteriori  novità, ma la mattina seguente mi alzai presto e mi misi in cammino: dovevo scoprire cos’era accaduto.

Mi feci strada tra le piante con fatica, quella foresta era un labirinto se non conoscevi già la strada, ma in sei anni potevo dite di averla imparata.

La prima cosa anormale che trovai  fu un secondo sentiero senza rami o arbusti ad intralciare il passaggio. Noi della Ricerca ne avevamo solo uno. Il nuovo era rozzo e impreciso, doveva essere stato creato con una spada corta o forse un pugnale. Toccando e osservando i rami tagliati capii che la creazione del passaggio non risaliva a più di un giorno o forse due.

Continuando per la mia strada mi ritrovai nel punto in cui per anni s’era trovato lo specchio.

Avevo dedicato un quarto della mia vita a studiare ed esaminare uno specchio ovale, la sua cornice e le sue incisioni incomprensibili a tutti coloro della Ricerca: sei anni a cercare di decifrare quelle scritte misteriose ed una notte per vederle sparire.

Mi sentii morire, avevo sprecato tutto quel tempo a cercare di risolvere il mistero ed ora me lo vedevo davanti letteralmente ridotto in cenere. La mia mente da studioso cercò la causa di tutto e la trovò in una figura per terra. Esaminandola più attentamente notai che era una ragazzina di poco più di quindici anni. Non era morta e nemmeno svenuta, ma stava semplicemente dormendo.

La scossi un po’, ma non dava nessun segno di vita così la presi in braccio e la portai nel mio alloggio di fianco alla Base della Ricerca, la appoggiai sul letto ed attesi che si svegliasse.

 

 

 

 

Non appena aprii gli occhi sentii un acuto mal di testa , poi tutti i ricordi tornarono: la foresta, lo specchio, la scritta, la luce ed infine il buio. Spostando lo sguardo capii due cose. Primo: non ero più nella foresta. Secondo: non avevo idea di dove fossi.

Ancora confusa cercai di alzarmi, mi ci vollero numerosi tentativi, e la mia testa li sottolineò dolorosamente, ma ci riuscii. Una volta in piedi mi diressi verso la porta, la casa era interamente di legno chiaro, non era molto ampia, ma vedendo le scale capii che dovevano esserci più piani. Non rimasi molto ad osservare, mi diressi subito verso la porta, ma quando stavo per aprirla qualcuno da fuori mi precedette e per un soffio non mi arrivò la porta in faccia. La figura che oltrepassò la porta era un uomo piuttosto alto dai capelli bruni piuttosto spettinati, occhiali grandi appoggiati al naso e libri in mano: pareva il tipico topo di biblioteca. L’uomo mi guardò e sorrise mezzo esasperato: –Finalmente ti sei svegliata, sono le quattro.–

Lo fissai un attimo sconcertata, stavo per rispondergli quando lui, prevedendo la mia domanda disse: –Io sono Adrian e tu mi devi un po’ di spiegazioni, ma prima mangiamo, penso che le spiegazioni occuperanno parecchio tempo.–

Anche se ero confusa e un po’ intontita sentivo benissimo di stare morendo di fame, quindi accettai ben volentieri il cibo che Adrian mi aveva offerto.

Fu solo a pasto concluso che lui iniziò a raccontarmi del suo lavoro, della Ricerca, un progetto creato secoli prima da qualcuno di cui non possedevano documentazione, del motivo per cui era nata, cioè per risolvere il mistero dello specchio, o almeno era ciò che si credeva dato che nemmeno su questo punto c’era documentazione, poi mi raccontò di quello che aveva visto e sentito quella notte. Si interruppe solo, quando finita la storia, mi chiese: –Mi spiegheresti come hai fatto a ridurre in cenere lo specchio? Sei stata tu a creare la luce?–

Avevo ascoltato attentamente il suo racconto e risposi alla sua domanda raccontandogli la mia versione di quello che era accaduto la notte prima.

Mentre parlavo notai i suoi occhi illuminarsi e non appena finii il racconto lui esclamò, al colmo della felicità: –Allora avevo ragione io! Ho sempre avuto ragione io!–

Vedendo il mio sguardo dubbioso rispose raggiante: –Una leggenda del Vecchio Mondo racconta che un tempo il figlio dell’Imperatore, il principe Chail, assassinò il padre perchè stufo di aspettare la morte naturale di quest’ultimo. In meno di una cinque anni Chail diventò un tiranno temuto in tutto il regno. Dei sacerdoti cercarono di contrastarlo, ma egli aveva assorbito un  grande potere dal padre prima di ucciderlo e il suo primo consigliere era uno dei maghi più potenti del regno. Questo mago aveva allevato Chail da giovane alla cattiveria e all’odio. I sacerdoti riuscirono a far tornare l’Imperatore alla ragione, ma contro il mago non avevano speranza, così lo imprigionarono in uno specchio. Si dice che prima di sparire il mago riuscì a lasciare un modo per tornare a vivere scritto sulla cornice dello specchio nel quale venne rinchiuso. Se questo è vero allora tu probabilmente l’hai liberato.–

Ero immobilizzata dal terrore, se la storia era vera allora avevo liberato uno dei maghi più potenti della storia. Se la leggenda corrispondeva alla verità allora quel mago avrebbe provocato danni irreparabili a tutto il regno, ed era solo colpa mia.

Ma c’erano altri motivi per i quali ero tanto colpita.

Come mai le parole: “Vecchio Mondo”, “mago”, “Imperatore”, “sacerdoti” e “imprigionare in uno specchio” mi sembravano tanto normali? O meglio come mai mi stupivo tanto del fatto che mi sembravano normali?

Ero confusa. Cercai di ricordare il mio passato, la mia infanzia, i quindici anni passati della mia vita come erano trascorsi?

Non riuscivo a ricordare, avevo la mente confusa, iniziavo a vedere tutto svanire, ma prima di cadere nell’oscurità sentii che Adrian stava parlando, ma riuscii a capire solo poche parole: –…per riuscirci….occorrerà che….un erede…. un altro mondo…. sogno.–

Aprendo gli occhi il soffitto di camera mia mi si parò davanti. Mi guardai intorno per accertarmi dell’autenticità della stanza in cui mi trovavo: non c’erano dubbi, era camera mia. Quel sogno…

Era tanto reale quanto ero certa che fosse solo un sogno.

“Sogno”, la stessa parola che aveva pronunciato Adrian prima che io svenissi.

Una coincidenza? Certo che sì, perché mi facevo tutte quelle domande, era insensato!

Scossi la testa e scesi a fare colazione, come ogni lunedì mattina.

 

Questa storia l’ho scritta quando ero alle medie come compito per le vacanze estive, l’ho rivista e corretta e ho pensato di pubblicarla.

AVVISO: questa storia era prima dell’autore Ekiyo che ero io. Ho cambiato il mio profilo da Ekiyo a Selene96.

Baci,

Selene96

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Selene6