Buon salve!
Bella la vita da semidei, eh? Peccato che io sia un dio, MUOHOHOH!
Papà, ti prego, evita queste entrate. Mi piacevi più nel libro con Zeus, ora no.
Comunque, dovrei essere a letto da precisamente un minuto, ma non ho potuto fare a meno di mettermi a scrivere questa OneShot che mi ronza in testa da un bel po’, aspettavo solo il libro in italiano, per prendervi le parole.
Riporto un momento, ahimè, Annake –o Lukabeth-, in cui Luke è in fin di vita (e andiamoo! ).
Beh, ditemi che ne pensate!
Scappo, che mia madre già sta urlando, e poi domani chi si sveglia?
Ma a noi cosa importa?
Zitto, papà!
Bah! Vendo un Poseidone all’asta, seppiatelo!
Oh, buona notte!




Luke mi guardò. –Tu lo sapevi. Ti ho quasi ucciso, ma tu lo sapevi..
Era vero. Lo sapevo. Ma non volevo ascoltare altro. Stava morendo, non doveva sforzarsi.
Non potevo continuare a vederlo così, morire di fronte ai miei occhi, quasi per mia mano. Per un attimo, pensai cosa sarebbe successo se non mi fosse venuta l’idea di usare quel mio coltello, quello che mi aveva regalato lui, in quel modo. Magari lui adesso non sarebbe stato in quello stato, magari avrebbe continuato a vivere e ci sarebbe stata una soluzione.
No, la profezia era chiara. L’anima dell’eroe, l’orrida lama strapperà. Il Fato aveva già deciso, e l’Oracolo aveva dato voce a quel che era la sua volontà.
Lui era l’eroe. Il MIO eroe.
Non vedevo più altri, oltre che lui.
Il tempo sembrava essersi fermato, per noi.
Mi fermai a contemplarne la cicatrice, il volto rigato dal sudore, il viso pallido, gli occhi lucenti: il MIO Luke, era lì, di fronte a me, e solo ora sembravo accorgermene.
- Shh. – mi tremava la voce. – Alla fine sei stato un eroe, Luke. Andrai nell’Elisio.- Ne ero convinta, doveva essere così. Era stato un eroe. Neppure Ade poteva contestare ciò.
Doveva essere così.
Lui scosse la testa debolmente –Penso..la rinascita. Ci proverò tre volte. L’isola dei Beati.-
Tirai su col naso, oh, come rivedevo il mio amato Luke in quelle parole.
Il ragazzo innocente, non il servo di Crono.
Il ragazzo determinato, pronto ad andare fino in fondo in ogni cosa.
Il ragazzo giusto, non il traditore.
Il figlio di Hermes, mio fratello, non il nostro nemico.
D’istinto, tirai su col naso. Era evidente che la vita lo stava abbandonando.
- Hai sempre preteso troppo da te stesso. –
Sollevò la mano ustionata, e io gli toccai la punta delle dita.
- Mi.. – lui tossì e le sue labbra luccicarono di rosso. – Mi amavi? –
Mi asciugai le lacrime. Lo amavo? Fino a poco tempo prima credevo che fosse così: nonostante il tradimento, Crono, tutto, continuavo imperterrita a fidarmi di lui. Poi un giorno, nel labirinto, mi ero accorta che il mio non era amore come viene inteso nei grandi registri, ma un amore fraterno, di una semplice amicizia legata da legami di sangue.
Fratello. Era mio fratello. Nulla più. Era qualcun altro quello che amavo.
- C’è stato un tempo in cui pensavo..bè, pensavo..- mi girai, per metabolizzare il fatto che Percy fosse ancora lì. Fino a pochi momenti prima l’avevo totalmente ignorato, ora lo sentivo come preso in parte, nonostante per il mio orgoglio non lo dicevo mai apertamente. Trattenni un sorriso, e solenne continuai a parlare.
- Eri come un fratello, per me, Luke. – mormorai, con le parole più sincere che potessero uscire in quel momento dalla mia bocca. – Ma non ti amavo.-