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Autore: Kiarachu    13/04/2012    4 recensioni
AU: e se Megamind, Minion e Wayne fossero fuggiti dai loro pianeti, per trovarsi a Londra nell'epoca Vittoriana?
Genere: Azione, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sul pianeta blu c’era la calma, anche se gli edifici stavano crollando e monitor giganti dichiaravano “PANICO!”
La gente era agitata dentro, ma fuori era calma. Erano tutti riuniti nella piazza principale della capitale.
In mezzo alla piazza c’era un razzo dell’ultima generazione. Vicino ad esso c’era una coppia ben vestita, con in braccio il loro bimbo.
 
Avevano una tuta aderente di colore bianco, con delle righe azzurre fluorescenti poco sopra la vita,  ed  un colletto alto che accentuava molto bene i loro colli snelli e la grande testa.
Il bimbo indossava una tutina blu con una saetta blu scuro stampata sul petto.
Gli altri abitanti avevano tute simili, solo di colori diversi da bianco, perché la coppia erano il re e la regina del pianeta, e stavano salvando il loro figlio.
 
Avevano unanimemente deciso di salvare il bimbo dal buco nero, non solo perché era il principe del pianeta, ma anche perché al momento era l’unico bimbo presente sul mondo.
Sapevano già da poco meno di un anno che il pianeta stava per essere risucchiato dal buco nero e i regnanti, sapendo di star aspettando un bimbo, avevano indetto una riunione per decidere se salvare o meno il futuro principe da quel destino avverso.
 
Avevano anche deciso di mandare con lui un membro dell’altra popolazione intelligente presente sul pianeta: gli Ittison, dei pesci molto intelligenti che abitavano quel mondo.
Erano legati, da generazioni, con la famiglia reale, ed ogni membro di quella famiglia aveva un Ittison come sottoposto.
Per i prescelti veniva costruito un corpo robotico con una boccia di un materiale vetroso speciale, e molto resistente, sopra le spalle, riempita d’acqua per ospitare il pesce.
 
La creatura veniva inoltre dotata di un impianto cibernetico, collegato direttamente al loro cervello, per controllare il corpo robotico.
Vicino al razzo, quindi, c’era un esemplare di questa specie nella sua tenuta robotica.
Era una tenuta cosiddetta “da combattimento”, costruita in quel modo per difendere il principe quando avrebbe raggiunto il pianeta designato: la Terra.
 
Negli anni il popolo di Aosei aveva mandato diverse sonde dotate di ipervelocità e di una tecnologia che permetteva l’arrivo delle informazioni in maniera istantanea e in diretta, anche se erano a grande distanza dal pianeta,  in varie parti della galassia per studiare vari corpi celesti, per vedere se c’era una possibilità di vita sostenibile per gli Aoseiani, o altre creature intelligenti.
 
Avevano trovato diverse terre con caratteristiche simili al loro pianeta, ma avevano tutti qualche problema, come animali altamente feroci ed indomabili o piante intelligenti che avrebbero messo a repentaglio la vita del popolo dalla pelle blu.
Era vero che erano molto intelligenti e che avrebbero potuto costruire delle macchine o armi in grado di difendersi da quelle forme di vita, ma erano anche un popolo pacifico, che faceva uso della violenza solo quando necessario.
Era anche il motivo per cui, in quel momento, su Aosei c’era solo il principe come bimbo, perché erano anche attenti al controllo delle nascite e sull’intero pianeta non c’era mai stato un bambino indesiderato.
 
Tra i vari pianeti che avevano trovato, la Terra era l’unico dove potevano mandare il bambino.
Anche se sapevano che erano tecnologicamente retrogradi rispetto a loro, ma era l’unico pianeta con una forma di vita intelligente e con caratteristiche chimico/fisiche pressoché identiche ad Aosei.
Sapevano, però, che gli umani tendevano a vedere come un pericolo le cose a loro sconosciute ed era per quello che avevano costruito la tuta robotica per l’ittioide in quella maniera.
 
L’avevano fatta pure assomigliare ad una creatura terrestre chiamata “gorilla”, per essere più minaccioso, e l’avevano dotata di una tecnologia facilmente riparabile anche con pezzi recuperati su quel pianeta.
I due regnanti si avvicinarono al pesce e la regina parlò “Meen-yawn, ti affidiamo Eiyuu, nostro figlio e principe. Siamo sicuri che lo proteggerai bene e che gli insegnerai tutto quello che c’è da imparare. Dentro al razzo troverai tutte le istruzioni necessarie per la cura e l’istruzione di Eiyuu. Buon viaggio e buona fortuna.”, finì consegnando il bimbo nelle mani robotiche del pescioide.
 
Poi si fece avanti il padre, che teneva in mano un oggetto molto simile ad un ciuccio “Ecco, Eiyuu caro, questo è il tuo binkey, è un infinita fonte di energia e sono sicuro che, quando sarai più grande, riuscirai a fare cose straordinarie con quest’oggetto. Troverai altre informazioni nella nave. Auguro buona fortuna anche a te e noi ci rivedremo quando arriverà il tempo del Grande Viaggio. Addio,” finì guardando dolcemente e tristemente il suo unico figlio, dandogli il “ciuccio”.
 
Il bimbo aveva solo otto giorni di vita, ma capiva perfettamente quello che i suoi genitori gli avevano detto, per via del grande cervello che il suo popolo aveva.
Non sapeva ancora parlare, ma capiva molto bene, e guardò il padre e la madre con uno sguardo corrucciato, allungando le braccia cicciotelle verso di loro.
I due genitori gli sorrisero e poi lo presero in braccio per stringerlo a loro un ultima volta, prima di ridarlo a Meen-yawn.
 
L’ Ittison quindi salì sull’astronave e salutò i suoi genitori, che erano al fianco dei due regnanti, e tutto il popolo di Aosei “Farò del mio meglio per proteggere il principe. E noi ci si vedrà quando arriverà il tempo del Grande Viaggio. Addio a tutti. Mi mancherete,” disse piangendo, e con questo la porta dell’astronave si chiuse.
 
Mancavano pochi minuti prima che il pianeta blu fosse risucchiato dal buco nero, così mise il bimbo in un seggiolino preparato apposta per lui. Lo legò ben bene con le cinture di sicurezza e sorrise al bimbo, che stava succhiando il binkey “Molto bene, Signore. Tra poco partiremo. Sarà un viaggio lungo e spero che non ci siano problemi. Ma è meglio stare allegri. Anche se non c’è molto da rallegrarsi. Ora andrò ai comandi per la partenza, poi inserirò il pilota automatico e verrò di nuovo da lei. Si prepari per la partenza.”
 
Detto questo il pesce nella tuta robotica andò sul ponte di comando e si sedette sulla poltrona davanti al pannello di controllo, allacciandosi le cinture. Premette qualche bottone e i motori alimentati da un distruttore di particelle cominciarono a riscaldarsi.
Dopo qualche secondo furono alla massima potenza e il pescioide premette un altro bottone contrassegnato con la parola “accensione”.
L’astronave tremò, il pesce accese un monitor che faceva vedere la gente riunita nella piazza.
Tutti salutavano con il gesto di addio e buona fortuna, mano destra sul cuore, mano sinistra appoggiata sul fianco destro.
Il pesce sorrise tristemente, bloccò la cloche, e fece lo stesso gesto, sapendo che lo potevano vedere dai monitor giganti posti nella piazza.
 
Poi la nave si alzò silenziosamente in cielo, e raggiunse molto velocemente la stratosfera ed infine lo spazio. La trasmissione dell’immagine finì e Meen-yawn potette vedere il pianeta venir risucchiato lentamente dal buco nero.
L’astronave era stata costruita con materiali e con una forma tale da evitare di essere risucchiata pure lei nel buco nero.
L’Ittison aspettò di essere molto lontano dalla forza gravitazionale del vortice e poi inserì il pilota automatico. Avevano inserito le coordinate della Terra e ci sarebbero arrivati dopo un viaggio di dieci anni.
 
Era vero che erano tecnologicamente avanzati e che avrebbero potuto costruire una nave ad ipervelocità, ma avevano considerato che fosse meglio che il principe imparasse le tradizioni terrestri, grazie alle sonde mandate su quel pianeta, e che fosse comunque grande per riuscire anche a difendersi da solo.
 
Sull’astronave c’erano diverse stanze con cibo disidratato, sufficiente per quegli anni ed anche per qualche anno di più (erano molto previdenti e avevano pensato all’eventualità di qualche problema tecnico o altro), armi da usare quando sarebbe atterrato sulla Terra – solo per difesa – e un laboratorio con computer collegati alle sonde che trasmettevano immagini e dati in tempo reale, oltre che un enciclopedia sulle tradizioni di Aosei e sui dati della Terra recuperati già dalle sonde.
 
Siccome i regnanti erano pure degli scienziati famosi, avevano messo diversi utensili e macchine che creavano materiali per Eiyuu nel laboratorio, per dargli modo di inventare vari oggetti in quei dieci anni di “reclusione forzata”.
Meen-yawn andò nella sala dove c’era il suo pupillo “Bene, Signore, siamo partiti. Sarà un lungo viaggio e spero che non ci siano problemi. Penso che terrò un diario per segnare vari eventi importanti, da riguardare per avere idee o semplicemente ricordare. Se a lei va bene, ovviamente.”
Il bimbo, capendo tutto annuì e sorrise, allungando le braccia per essere preso in braccio dal pescioide.
 
L’Ittison sorrise a tutti denti e slacciò le cinture, prendendo in braccio il neonato “Adesso abbiamo solo l’un l’altro per confortarci e proteggerci. Io cercherò di far bene il mio lavoro. Spero che i terrestri ci accettino, altrimenti è un bel guaio.”
Poi si accigliò perché sentì un allarme provenire dal pannello di comando, ed andò li col principe ancora in braccio.
 
Tutti e due guardarono un radar che lampeggiava in rosso, facendo vedere un oggetto molto grande che li seguiva a breve distanza.
Guardando la traiettoria dell’oggetto, si accorsero che proveniva da Kinsei, il pianeta dorato vicino al loro, e Meen-yawn premette un bottone che accendeva una telecamera posta sulla nave.
 
Videro che era un astronave molto simile alla loro, solo dorata, che gli stava dietro “Mmmh…questo non va bene. Non avevamo ricevuto la notizia che anche i regnanti di Kinsei avrebbero salvato quel viziato del loro principe. E adesso so anche chi è stato a rubare i progetti di costruzione della navetta. Perché quei nerboruti senza cervello non sono capaci di chiedere con educazione. Voglio dire…siamo gemellati – o meglio eravamo gemellati – col loro pianeta da un decennio. Potevano chiedere se gli davamo una mano per salvare il loro principe. Mah, forse è nella loro natura. È vero che da anni erano in buoni rapporti con noi, ma per secoli sono stati solo dei saccheggiatori che usavano a loro vantaggio i poteri straordinari che la natura ha fatto loro avere. È proprio vero che le vecchie abitudini son dure a morire…beh speriamo che non ci disturbino troppo.”
 
La nave dorata li superò, rischiando di colpirli con un ala, e il pescioide ingrandì con la telecamera uno degli oblò dell’astronave, perché aveva notato che qualcuno stava guardando da li. Andò all’oblò della sua astronave, e vide che c’era un robot con in braccio il principe del pianeta dorato.
Eiyuu appoggiò le manine sull’oblò e poi spalancò gli occhi, vedendo che il viziato principe gli faceva la linguaccia e dal robot usciva una specie di casco con due biberon, da dove lui aveva cominciato a succhiare il latte.
 
Pesce e alieno s accigliarono e rientrarono nella nave “Oh, quel bimbo viziato! È incredibile! Ha fatto la linguaccia a lei, Signore. Probabilmente, con quel cervellino che si ritrova, non si rende conto del gesto!”, disse l’ittioide al suo protetto.
Il neonato mise una manina sul vetro della boccia, sorridendo al pesce, e scosse la testa, come per dire “Non preoccuparti, fa lo stesso.”
 
L’Ittison sorrise a sua volta e mise il bimbo di nuovo nel “lettino”, dove poi si addormentò succhiando il binkey.
Il pesce alterò alcuni parametri sui comandi della nave, dicendole di stare attenta all’altra nave e evitarla il più possibile. Non voleva essere distrutto per colpa di quel popolo senza cervello.
Poi segnò sul diario questo avvenimento, per ricordarlo.            
 
 
 
        
  
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