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Autore: Edian    13/04/2012    3 recensioni
Quando, poche ore dopo, le guardie entrarono per procedere ai funerali reali, trovarono che i due cadaveri avevano le dita intrecciate, e quando cercarono di staccarle, non vi fu modo.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A KISS THAT CAN'T RENEW.
dedicata a Sui per avermi portata in zona Muse,
...e per essere il mio Edmund,
e per essere meravigliosa com'è.

Pairing: Casmund/Edian/Caspian x Edmund

Ambientazione: Fine terzo film

Autore: Edian

Avvertenze: Slash (malexmale), One-shot, Angst, What if.

Note d'Autore: Non scrivevo da tre mesi. Poi Suicidal_Love mi fa sentire 'Unintended' dei Muse e YouTube mi suggerisce 'Sing for Absolution'. All'improvviso eccola lì, l'idea. Potevo quasi odorare le grandi stanze della reggia di Telmar... e ho scritto. Un Caspian abbastanza OOC, devo ammetterlo, ma è una What If. Quindi siate clementi... grazie. Un bacio, Edian,




Il re di Narnia chiuse le palpebre piano ed esalò un solo sospiro di fronte alla luce lunare che trapelava dalla grande vetrata che dominava la sala del trono nella reggia montuosa di Telmar.
Strani suoni gli invadevano l'orecchio, echi di voci e di rumori che non erano lì con lui in quel momento, ma che avevano parecchio a che fare con il motivo per cui era lì.
Si girò mordendosi un labbro, facendo sì che i suoi capelli di una lunghezza media produssero un soffio d'aria sul collo. Tutte le volte che faceva così, di solito Edmund si soffermava a guardare quello scorcio di collo e il lobo di Caspian, che adorava mordere.
Ma ora Re Edmund era vestito dei suoi abiti migliori, indossava la corona ed era sdraiato a occhi chiusi sulla bara reale. Non un solo respiro lo animava, il suo petto era fermo, e non avrebbe fatto un solo movimento che avrebbe potuto increspare il telo azzurro dai bordi dorati che giaceva sotto di lui.
Quando non sarebbe più stato lì, sarebbe stato perché sei tra i più nobili e fedeli lord di Narnia lo avrebbero posto nella bara e l'avrebbero portato all'Altare di Pietra per i funerali. Dopo, il suo corpo sarebbe stato messo su una barca e fatto bruciare mentre sarebbe andato al largo nel mare che si appoggiava al golfo di Cair Paravel.
Cair Paravel.
Gli occhi di re Caspian si allargarono dopo essere stati posati sul corpo del suo amico, di suo fratello... del suo amante. Si avvicinò e gli passò le dita fra i capelli.
"Mi dispiace.. non sai quanto mi dispiace..." strinse le labbra trattenendo un piccolo singhiozzo, anche se una lacrima fece capolino dall'occhio destro, ed era strano, dato che era proprio la mano destra che stava accarezzando i capelli di Edmund.
Deglutì e sospirò di nuovo, cercando di riacquistare la dignità regale che gli spettava per diritto, e decise che smettere di stargli di fronte lo avrebbe aiutato. Si girò di spalle al cadavere e tornò davanti alla finestra su un lato della sala.
"Tu volevi tornare da Peter!" disse, quasi come fosse ancora una scoperta della quale non si capacitava piuttosto che un dato di fatto accertato.
"Dopo tutto quello che ci siamo detti... dopo aver combattuto fianco a fianco e dopo aver fatto l'amore sotto la luna, tu volevi tornare da lui!"
Si leccò le labbra in un repentino gesto, in un repentino tic nervoso che lo aiutò a conservare il controllo. Si schiarì la voce e alzò lo sguardo verso l'alto mentre le mani sudavano strette intorno all'elsa della spada del Re di un tempo, la spada del Re Magnifico, del Flagello dei Lupi; tamburellò le dita piano su quell'oro e continuò.
"Capisci... mi ci hai costretto. Non pensare che io non ne abbia sofferto, lo sai che ti amavo. Che.. ti amo!"
Si girò di nuovo verso il cadavere e ci si riavvicinò a passi veloci. Ci girò intorno ricordando la sua voce, ricordando com'era ogni parte del suo corpo sotto quei vestiti e ricordando il suo sapore. Passò una mano sulla sua gamba, o meglio, sul velluto che la ricopriva.
"Ma era l'unica soluzione possibile. Andare in punta di piedi di notte nella tua camera. Avresti sentire dovuto il silenzio che c'era sul veliero, quella notte. Ne vento, ne onde.. solo quel piccolo mormorare delle assi di legno... e nessuno in giro."
Le parole che diceva le stava rivivendo in un eco dentro la sua cassa toracica, un eco che faceva male, quasi le parole volessero uscire da là dentro e sbattessero contro lo sterno.
"Sono entrato e tu hai continuato a dormire come se niente fosse. Dormivi sempre della grossa..."
Caspian con un dito accarezzò le labbra ormai pallide del Re Giusto.
"Ti ho girato e ti ho premuto sui cuscini, premendoti sul collo" il Re si chinò a sussurrare nelle orecchie del morto, orecchie che non potevano sentire. "e sentendo ogni tuo ansito soffocato... ti ho tenuto così... e so che ti sei svegliato... lo so, Edmund, ma vedi? Ti ho fatto soffrire il meno che potevo."
I passi si allontanarono di nuovo dalla bara al centro della sala, scivolando sul parquet lucido, fino al trono rosso e dorato. Appena fu lì si slegò la cintura che legava il fodero della spada alla sua vita e la poggiò delicatamente sul velluto.
"Era la soluzione migliore. E ora" sfoderò la spada con la grazia e l'equilibrio che gli avevano insegnato e la brandì, mettendola in verticale davanti al suo viso. Ci si stava specchiando e vedeva due grandi occhi neri persi in un mondo che non riconoscevano più perché era un mondo senza di lui.
"Pagherò il prezzo della mia colpa ad Aslan. E nessuno ci dividerà mai più, mio Edmund!" si girò e di nuovo coprì la distanza che lo separava dal cadavere con grandi falcate.
Senza esitare, senza lasciarsi prendere la mano dai brividi, dalle paure, e dai pensieri posò un casto bacio sulle labbra che una volta erano calde e che amavano mordere.
Le voci che sentiva in testa scoppiarono di nuovo e il pianto ne conseguì immediatamente. Il viso divenne una maschera di muscoli contratti e di una pioggia salata inarrestabile. I singhiozzi si liberarono dal petto squarciando le ferite aperte e al dolore venne dato il permesso di fare breccia nella gola, con un urlo da bestia ferita, da amante tradito.
"Tu eri il mio amore... mi ci hai costretto!" urlò e d'improvviso il rimorso divenne rabbia.
"Non mi avresti mai amato come amavi lui... non saresti mai restato!" Caspian si lasciò cadere per terra e strattonò i fini paramenti di velluto, lasciandosi cadere addosso l'amante morto.
Lo strinse forte mentre era scosso dal pianto e gli bisbigliò nelle orecchie.
"Ma adesso mi vedrai nella terra di Aslan ogni giorno per l'eternità. Finché lui non arriverà, io e te staremo insieme. Niente" strinse i denti cercando di fermare il tremolio nella voce "ci potrà mai separare. Niente!"
Buttò via il corpo dai corti capelli neri e dalla pelle gelida e si rialzò in piedi. Brandì la spada in aria e se la puntò contro l'addome.
"Per lo sfavillante bosco dell'Ovest" le sue labbra si curvarono all'ingiù in una smorfia mentre il petto tremava e il cuore finiva di sgretolarsi a poco a poco tra la paura e il dolore.
Dalla finestra il cielo cominciava ad illuminarsi e a tingersi di rosa mentre l'ultima alba che avrebbe mai visto gli illuminava il viso.
Prese fiato e cercò di lasciar andare via i pensieri sul dolore. Chiuse un attimo gli occhi e deglutì le ultime lacrime.
"Addio, Re Edmund il Giusto!" e lasciò che la lama di acciaio strappasse l'intelaiatura della sua veste elegante e penetrasse tra le fibre dei suoi muscoli, sempre più in giù, senza urlare, sentendosi bagnare a poco a poco dal suo sangue più nero.
Nella testa si lasciò affogare dai ricordi di un ponte di legno e un vento freddo, di un armadio e di molti ansiti, suoi e di Edmund. Si lasciò andare alle notti sulle spiagge e a quelle in cui tratteneva il piacere dietro le tende.
Poi anche i ricordi si affievolirono, e cadde a terra, gorgogliando le ultime parole in un 'ti amo' bagnato di saliva e disperazione. Finalmente poi chiuse gli occhi, e li chiuse per sempre.
Il sole stava sorgendo e si faceva più caldo quasi volesse cercare di riscaldare i due corpi.

Quando, poche ore dopo, le guardie entrarono per procedere ai funerali reali, trovarono che i due cadaveri avevano le dita intrecciate, e quando cercarono di staccarle, non vi fu modo. 
   
 
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