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Autore: xgiuls    13/04/2012    16 recensioni
«O sei distratta da qualcuno oppure sei una che pensa troppo.» disse all'improvviso il ragazzo di fronte a me.
Sbarrai gli occhi mentre il mio cuore fece un triplo salto mortale. Stava parlando con me?
«C-ce l'hai con me?» balbettai incrociando di nuovo quegli occhi trasparenti.
«No, con il mio amico immaginario.» disse per poi sorridermi divertito «È seduto proprio accanto a te.» indicò il sedile di fianco al mio.
Sorrisi mordendomi le labbra, oltre ad essere bello era pure spiritoso.
«Comunque entrambe le cose.» risposi alla sua considerazione di prima facendo un piccolo cenno con la testa.
«Lo sospettavo.» bisbigliò facendomi l'occhiolino.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Ti vuoi muovere?» domandai scocciata alla ragazza dai capelli corvini seduta sulla panchina, intenta a legarsi il laccio delle sue converse.

«Guarda che sei nata in nove mesi, quindi puoi benissimo aspettare un minuto.» rispose lei alzandosi per poi farmi una linguaccia.

Megan era così, aveva sempre la risposta pronta e soprattutto doveva avere l'ultima parola su tutto. Se no non era contenta.

«No, non posso aspettare un minuto, se no rischio di perdere il treno Meg.» dissi lanciandole un'occhiata non appena mi si affiancò, cercando di stare dietro al mio passo svelto.

Non potevo permettermi di perdere quel treno, non me lo sarei mai perdonato.

«Cazzo! Sembra che tu debba partire per Hogwarts.» esclamò con il fiato corto Megan, scuotendo leggermente la testa.

Smorzai il sorriso che si stava creando sul mio volto distorcendo le labbra, non le avrei dato quella soddisfazione. Non in quell'occasione. Ero troppo agitata per lasciarmi andare in una delle mie solite risate contagiose.

«Piantala di dire cagate e allunga il passo.» le ordinai con tono divertito.

«Sì ma, se me lo dicevi prima mi portavo dietro il polmone d'acciaio.» disse raggiungendomi facendo il passo più lungo della gamba.

Se non fossi stata in ritardo per l'avvenimento che avrebbe cambiato la mia vita per sempre, mi sarei fermata a farle il solletico. Quello era l'unico modo che conoscevo per farla stare zitta.

Dopo qualche minuto dall'ultimo scambio di battutine, arrivammo finalmente alla stazione. Corsi immediatamente al binario, accertandomi che quel treno non fosse già passato. Feci un respiro di sollievo non appena lessi che sarebbe arrivato con due minuti di ritardo.

«Ti ammazzerei, giuro.» sibilò tra i denti Meg, fulminandomi con gli occhi.

«Ti voglio bene anche io.» dissi per poi abbracciarla di scatto mentre lei rimase immobile.

Eravamo molto diverse io e Megan. Lei era la solita stronza anaffettiva, testarda, determinata e la forte della situazione mentre io ero completamente l'opposto. Ero la ragazza dolce, comprensiva, ottimista e fragile, quella che cercava di vedere il buono in ogni persona. Alcune volte mi chiedevo come facessimo ad essere così legate.

L'avviso vocale della stazione che annunciava l'arrivo del treno mi fece tornare al presente, facendomi sciogliere l'abbraccio dalla mia amica. Iniziai a tremare leggermente, mentre il cuore sbatteva violentemente contro il mio petto.

«Respira. Stai calma, andrà tutto bene.» sussurrò Megan cingendomi le spalle, costringendomi a guardarla nei suoi bellissimi occhi verdastri.

Seguii il suo consiglio, cercando di calmarmi facendo respiri profondi.

«Okay, ora salgo.» dissi più a me stessa che alla ragazza che avevo davanti a me.

«Brava.» mi disse facendomi un sorriso «E cerca di farcela 'sta volta.».

Le feci l'occhiolino, dopo di che salii sul treno, andandomi a sedere al solito posto. Amavo stare accanto al finestrino, potevo osservare il paesaggio cambiare da una fermata all'altra. Chiusi gli occhi respirando profondamente, dovevo calmarmi o di lì a poco mi sarebbe venuto un infarto.

Il treno rallentò, per poi fermarsi completamente in modo da far scendere o salire le persone. Mi chinai per prendere il libro all'interno della borsa attorcigliata ai miei piedi, dopo di che allungai il collo verso le porte, sperando di vederlo salire insieme alla folla. Niente. Di lui nemmeno l'ombra. Abbassai lo sguardo delusa, aprendo per inerzia il libro che avevo recuperato pochi istanti prima. 

Mi sentivo una stupida e mi odiavo. Sì, mi odiavo per aver aspettato così tanto. Un po' mi stava anche bene, almeno forse, sta volta, avrei imparato la lezione. 

Le porte erano sul punto di chiudersi, quando ad un tratto sentii qualcuno imprecare in mezzo ad esse. Alzai lo sguardo e con grande gioia, vidi ciò che stavo aspettando. Sorrisi istintivamente ritornando a far finta di leggere il mio libro, esattamente come facevo ogni giorno. Con la coda dell'occhio vidi il ragazzo venire nella mia direzione, finchè non si sedette proprio difronte a me. Indossava una maglia scura, forse nera, e un paio di jeans rivoltati fino alle caviglie. Ai piedi un paio di Toms dello stesso colore della maglietta e in testa, il solito cappellino di lana che lasciava fuoriuscire alcuni ciuffi dei suoi stupendi capelli color castano ramato.

Ci si poteva innamorare di un autentico sconosciuto? Per di più senza averci neanche scambiato una parola? Era possibile una cosa del genere? Forse stavo esagerando, come al mio solito. O forse no. A volte mi domandavo in quali condizioni io avessi fatto le scelte migliori, considerando che in quel momento mi mancava persino il coraggio di parlargli.

Sembravo una ragazzina di quindici anni che pedinava la sua prima cotta. Anche se tecnicamente non lo stavo proprio pedinando, facevo solo in modo di riuscire a vederlo ogni giorno. Per mesi ero andata avanti a prendere lo stesso treno su cui l'avevo incontrato la prima volta. Lo prendevo alla stessa ora, ogni santo giorno e tutto questo pur di vederlo, anche se per pochi minuti. 

Ancora mi ricordavo la prima volta in cui incrociai i suoi occhi. Rimasi a fissarli per non so quanti secondi, mi attraevano più della forza di gravità. In un primo momento potevano sembrare verdi, ma più li osservavo e più sembravano trasparenti. Erano una cosa spettacolare quegli occhi, i più belli che io abbia mai visto in tutti i miei ventun'anni di vita. Forse erano proprio quelli che mi avevano fatto scattare qualcosa dentro, quel meccanismo che non era mai partito con nessuno e che ormai era arrugginito.

«O sei distratta da qualcuno oppure sei una che pensa troppo.» disse all'improvviso il ragazzo di fronte a me.

Sbarrai gli occhi mentre il mio cuore fece un triplo salto mortale. Stava parlando con me? 

«C-ce l'hai con me?» balbettai incrociando di nuovo quegli occhi trasparenti.

«No, con il mio amico immaginario.» disse per poi sorridermi divertito «È seduto proprio accanto a te.» indicò il sedile di fianco al mio.

Sorrisi mordendomi le labbra, oltre ad essere bello era pure spiritoso.

«Comunque entrambe le cose.» risposi alla sua considerazione di prima facendo un piccolo cenno con la testa.

«Lo sospettavo.» bisbigliò facendomi l'occhiolino.

Dire che stavo morendo era poco. Dentro di me, quel meccanismo stava andando letteralmente in cortocircuito. 

«Perché te ne sei uscito con quell'affermazione?» chiesi curiosa, ancora incredula di aver iniziato una conversazione con lui.

«Perché è da una settimana che leggi la stessa pagina, 468 giusto?» domandò lanciando un'occhiata al libro che tenevo sulle gambe.

In quel momento mi resi improvvisamente conto di non saper fingere come credevo, quasi come fosse una rivelazione.  

«C-come f..?» balbettai un'altra volta senza neanche finire la domanda.

Sorrise accennando un filo di imbarazzo.

«È da settimane che ti osservo.» si limitò a dire inclinando la testa senza smettere di osservarmi «Comunque io sono Louis.» disse sporgendomi la mano.

«Rachel.» mi presentai stringendogliela.

Al contatto con la sua pelle, un brivido mi trapassò da parte a parte. Avrei dato qualsiasi cosa per sapere se anche a lui fosse successa la stessa cosa toccando la mia mano. Qualsiasi cosa. Invece se ne stava lì, di fronte a me, con quello sguardo glaciale che riusciva a mettere in imbarazzo persino la persona più sicura di questo mondo. Mi sentivo divampare. Arrossivano anche le guance del mio stomaco, del fegato, del pancreas e del cuore di fronte a lui.

Da quel momento in poi iniziammo a parlare senza mai fermarci un attimo. Mi odiavo per essere stata preceduta da lui nel cominciare la nostra conversazione, avrei voluto superare la mia paura ma alla fine mi andava bene anche così. Il problema è che io aspetto troppo. Io aspetto anche chi non dovrei aspettare.

«A che fermata scendi?» domandò Louis guardando fuori dal finestrino.

«Rotherham, perchè?» gli chiesi di rimando io guardandolo confusa.

«Mi dispiace dirtelo, ma abbiamo appena superato la fermata.» disse divertito spostando il suo sguardo da fuori a me.

«Merda!» urlai un po' troppo forte tanto da far girare le poche persone presenti «E tu dove scendi?».

«Doncaster.» rispose passandosi la lingua sulle labbra, cosa che mi fece andare letteralmente su di giri.

«Ma è la fermata prima della mia.» ricordai facendogli intuire che anche lui aveva perso la sua fermata.

«Lo so.» disse per poi scoppiare a ridere trascinando anche me, insieme a lui.

C'era qualcosa di straordinario nella sua risata, non sapevo esattamente cosa. L'unica cosa che sapevo, era che mi contagiava da morire.

«Quindi ora che si fa?» chiesi senza smettere di ridere.

«O scendiamo alla prossima e andiamo a fare un giro, oppure arriviamo al capolinea e torniamo indietro.» disse gesticolando con le dita.

Tornai seria, perdendomi un'altra volta in quello sguardo limpido.

«Io voto per scendere alla prossima e farci un giro.» dissi aspettando con ansia il suo verdetto.

«Ottima scelta.» commentò sorridendomi.

Come da decisione, scendemmo alla fermata successiva. Non avevo idea di dove fossimo, probabilmente ci trovavamo nei pressi di Sheffield ma la cosa mi interessava relativamente, finchè stavo con Louis mi andava bene qualsiasi posto. 

Stavamo camminando quando ad un tratto sentii il suo braccio scivolare intorno al mio fianco. In quel momento smisi momentaneamente di respirare, sentii il mio cuore fermarsi dalla troppa felicità. Io non sapevo esattamente cosa mi avesse fatto quel ragazzo, ma in qualche modo aveva cambiato il mio tutto. Era incredibile la sensazione che provavo standogli vicino, mi sentivo completa. Il che era strano dato che lo conoscevo solo da due ore.

Avevo sempre sentito parlare di colpi di fulmini e di anime gemelle, ma non mi ero mai soffermata a riflettere realmente sulla solo esistenza. Pensavo fossero leggende o robe del genere. Megan mi aveva detto che certe anime si riconoscono così, al primo sguardo. Non c'è bisogno di nulla, loro si capiscono. Sembrano legate da un filo invisibile che le attira e le fa avvicinare sempre più, fino a farle quasi bruciare. Si scontrano ed è un attimo. Si intrecciano e diventano un incastro perfetto. Ed era proprio questo, quello che era capitato a me e a Louis. Lo percepivo standogli accanto, era una sensazione indescrivibile.

Mai avrei immaginato di trovare sul quel treno la mia metà mancante. Eppure la vita che volevo era tutta lì. In quegli occhi, in quelle mani e in quelle braccia che mi facevano da casa e mi salvavano dal mondo.

NOTE:
okay, premetto che non è stato facile scrivere questa OS perchè louis (per quanto lo possa amare) non è il mio preferito tra i cinque, ma ho voluto provarci lo stesso mettendomi nei panni di una mia carissima amica che è praticamente persa per lui.. vorrei che mi diceste realmente cosa ne pensate, per me è importante saperlo. spero che la storia, per quanto breve, vi piaccia e soprattutto spero che apprezziate il mio "sforzo" nel cercare di scrivere qualcosa di decente che non riguardasse zayn (il mio preferito ahah). quindiiiii, care ragazze perse per louis tomlinson, vorrei un vostro parere al riguardo.. se vi va recensite e fatemi sapere :)

ps: mara, non piangere ti prego ahahahah ti voglio bene pirletti <3

  
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