Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: Ronnie Devour    13/04/2012    3 recensioni
La protagonista della Fan Fiction ha sicuramente un passato da cui cerca sempre di scappare, inutilmente. Ha inseguito il suo sogno di diventare una modella, fino a raggiungerlo, poi si è fidanzata con un ragazzo che la picchia e la violenta quasi tutti i giorni. Chi sarà questo ragazzo che ha portato la protagonista a diventare anoressica? Lei incontrerà Jared, che diventerà un suo grande amico. Sboccerà l'amore tra loro, oppure ci saranno ulteriori intoppi che la porteranno a rimanere chiusa nella ''gabbia'' che è casa sua, assieme al fidanzato? Ma non è tutto; la protagonista conoscerà un altro ragazzo, italiano, che perderà completamente la testa per lei e farà di tutto per cercare di farla star bene. Jared sarà d'accordo dell'amicizia tra lei e questo ragazzo italiano?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Apro gli occhi, e mi accorgo di aver dormito sul pavimento, sempre rannicchiata nel solito fottuto angolo.
Socchiudo gli occhi e guardo verso il letto matrimoniale che si trova al centro della stanza. Lui, fortunatamente, non c'è.
Mi alzo e raccolgo i vestiti che avevo il giorno prima, poi entro nel bagno e chiudo la porta. Naturalmente in questa casa del cazzo, non c'è una chiave. Lui le ha fatte sparire tutte per evitare che io mi nasconda in qualche stanza.
Lascio i vestiti sul bordo del lavandino, poi entro nella doccia.
Da bagnati, i miei capelli arrivano fino al sedere. Sono quasi fiera di questa cosa; ho sempre amato i capelli lunghi che si spettinano quando c'è vento. Ogni singolo soffio di vento si infila tra un capello e l'altro, e questa è una cosa che amo. Mi fa pensare ad un concetto di libertà. La libertà che io non posso permettermi di avere.
Tra una catena di pensieri e l'altra, mi ricordo della faccia interessata dell'uomo che la sera prima, era nella fila davanti a vedere la nostra sfilata. Una cosa che mi ha colpito di lui, è stato il fatto che nonostante fossimo al chiuso, indossava un paio di occhiali da sole. A volte la gente è strana, anche se per casi come quello non c'è certo da meravigliarsi..
Trascorro circa mezz'ora tra una goccia d'acqua fresca e l'altra, poi decido di uscire dalla doccia.
Tampono i capelli con un asciugamano, poi mi infilo i vestiti, vado a mettermi le scarpe ed esco da casa.
Prendo la solita via che porta al locale di ieri sera, pettinandomi i capelli con le mani, per permettere ai raggi del sole di scaldarli e di asciugarli.
In questo momento, anche se è quasi ora di pranzo, ci sono altre ragazze che stanno sfilando. Fanno parte di un'altra compagnia, ma un paio di ragazze sono delle mie conoscenti. Facevano parte del gruppo di amici con cui di solito uscivo nei giorni estivi, ma ormai sono tre anni che non vedo più la maggior parte di quelle persone, a parte, appunto, queste due ragazze che fanno il mio stesso lavoro.
Ripenso alle lontane sere d'estate che trascorrevo sulla spiaggia con i miei amici. La maggior parte delle volte erano ubriachi, mentre io era quella che di solito, né beveva né fumava. Amavo la vita, perché rovinarmela per delle sciocchezze?
Per me, adesso è una tortura. Mi sento come un leone in gabbia.
Cerco di pensare a qualcos'altro, ma ormai i miei occhi sono colmi di lacrime. Cerco di farle tornare indietro, ma cominciano a rigarmi il viso.
Svolto l'angolo, trovandomi davanti al locale.
Mi asciugo le guance, ed entro. Come sempre mi guardo intorno, poi penso che sarebbe stato meglio se fossi rimasta a casa; lui è seduto ad un tavolino con un'altra persona.
Sussulto, tappandomi la bocca con le mani. Il mio movimento improvviso attira la sua attenzione, facendolo voltare verso di me. Aggrotta le sopracciglia, poi dice qualcosa alla persona che siede davanti a lui, e si alza.
A passo svelto, mi viene incontro, facendomi arretrare di qualche passo. Faccio per uscire dal locale, ma riesce a prendermi per un braccio e avvicinarmi a sé.
“Che cazzo ci fai qui?” mi dice a denti stretti.
Io abbasso lo sguardo, cercando di liberare il mio braccio, ma lui stringe sempre di più e comincia a strattonarmi piano, per non farsi notare dalle poche persone che ci stanno intorno.
“C'è qualche problema?” qualcuno si è intromesso tra noi.
Lui alza gli occhi al cielo, facendo una smorfia, poi mi lascia il braccio e si volta verso la persona che ha parlato.
“No, nessun problema, stai tranquillo. Stavo solo dicendo alla mia ragazza di avvertirmi quando esce da casa. Questa mattina mi ha fatto prendere un colpo quando non l'ho vista in camera”.
Mi stanno montando le lacrime dalla rabbia. Come può una persona essere così cattiva?
“Tesoro, vorrei presentarti l'ospite principale della nostra sfilata. Ieri era proprio in prima fila” quando mi parla in modo così dolce, quasi gli credo.
“Piacere, sono Jared Leto” allunga una mano verso di me.
Spalanco gli occhi, incredula. Lui è il cantante di quella che era la Band preferita di mia sorella.
Allungo una mano tremante verso la sua, e la stringo piano.
Mi sorride, facendomi arrossire.
Lui, lo stronzo, mette un braccio dietro alle mie spalle e si rivolge alla persona che mi si è appena presentata: “Stiamo insieme da tre anni ormai. La amo da morire” e così dicendo, mi da un bacio sulla testa. Io sono rigida.
Il cantante muove la testa in modo da far scrocchiare il collo, poi comincia a parlare: “Amico, dovrei parlarti di una cosa. Magari un consiglio per la sfilata. Andiamo a fare due passi?” ha lo sguardo rivolto altrove.
“Certo Jared, tutto quello che vuoi. Un minuto soltanto, devo dire una cosa alla mia ragazza. Ti dispiacerebbe lasciarci soli?” il suo braccio è sempre dietro alle mie spalle.
“Vedi di sbrigarti, non ho tempo da perdere” così dicendo, si volta, come per andarsene, ma poi si gira di nuovo verso di noi – verso di me – alzando una mano e dicendo: “Io posso farlo, non preoccuparti”.
Lo guardo, cercando di capire a cosa si riferisse, ma poi lo stronzo mi si piazza davanti, spingendomi verso il muro.
“Torna a casa, immediatamente. Sarò lì tra un paio d'ore. Se non ci sarai sai come andrà a finire, intesi?”
Abbasso la testa e annuisco velocemente, poi mi libero dalla sue braccia e comincio a correre verso l'uscita.

Prima che girassi l'angolo, vengo afferrata per un braccio. Adesso mi ucciderà.
Fa in modo che la mia schiena sia a contatto con il suo petto, e mi porta nel retro del locale.
Ho gli occhi chiusi; non voglio osare aprirli per vedere la rabbia e la cattiveria fatte persona.
“Non ti farò del male” una voce calda e tranquilla mi fa aprire gli occhi di colpo.
Riesco a percepire il respiro caldo della persona che mi sta dietro. Mi volto, ed il verde dei miei occhi si confonde con l'azzurro cielo che sono i suoi, creando un miscuglio di colori perfetto.
“Cosa è successo al tuo viso?” così dicendo, alza una mano verso di me.
Io chiudo gli occhi e mi irrigidisco di nuovo, per paura di essere picchiata.
Subito abbassa la mano e sospira.
“Dov'è andata? Con quei tacchi da puttana non può essere molto lontana” un'altra voce si sta avvicinando. È lui, lo stronzo.
Comincio a tremare.
L'uomo che mi ha portata sul retro del locale, si mette davanti a me, come per proteggermi. Io sono di bassa statura, mentre lui è un uomo alto, quindi riesce a coprirmi completamente.
Sento i passi dello stronzo, sulla ghiaia: si sta avvicinando.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Ronnie Devour