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Autore: The Glass Girl    13/04/2012    2 recensioni
Il Nicholas di questa storia è un Nicholas che con i Jonas Brothers non ha niente a che fare( a parte il cognome). Credo che ormai di storie con questo titolo (o con un titolo simile) ce ne siamo centinaia, ma io volevo provare lo stesso a scrivere una storia, che ho in mente da tanto tempo, con questo titolo che, a mio parere, è perfetto.
Non voglio anticiparvi niente ... se siete curiosi ... leggete! ;)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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*Il Giardino di Rose.*

 

 

 


Prologo.

Aspettò lì fino a che anche l’ultimo petalo rosso non cadde.
Era leggero, volò quasi nell’aria e si adagiò lievemente atterra con un fruscio impercettibile.
Ma per qualche motivo, lei lo sentì pesante: lo vide atterrare in velocità, quasi come se ci fosse stato qualcosa di estremamente pesante sopra.
Lo sentì schiantarsi rumorosamente.
Strizzò le palpebre.
Aveva i muscoli tesi, la mascella serrata e gli occhi che tentavano di trattenere le lacrime pungenti.
Le faceva così male … le faceva così dannatamente male che non era in grado di pensare ad altro.
Si chiese, spontaneamente, come sarebbe andata a finire.
Che cosa avrebbe fatto adesso?
Era sola, completamente e totalmente sola.
E, adesso, non aveva nemmeno più il suo giardino.
Il suo giardino rigoglioso, ricco di rose, margherite, tulipani, tutti i fiori che preferiva.
Il giardino che sua madre aveva curato con tanto amore … l’unico ricordo che le rimaneva di lei.
L’unica cosa concreta che ancora aveva di lei, adesso stava morendo.
Una lacrima arrivò infine a solcarle la guancia e fu in grado di farle dannatamente male.
-Perché fai così male?-disse fra sé asciugandosi gli occhi.
Alla fine anche l’ultima rosa era appassita, anche l’ultimo fiore era sparito, morto.
Tutto era morto in quel giardino e lei non aveva più niente.
Allungò l’indice di poco, arrivando a sfiorare il gambo di quella rosa; si soffermò su una spina appuntita, premendo su di essa il polpastrello.
La spina scura si tinse del suo sangue rosso come il fuoco.
Non sentì niente, il dolore era già troppo.
Dolore che andava ad accumularsi ad altro dolore, male che arrivava a scontrarsi con altro male e lacrime su lacrime.
Sangue rosso come i petali di una rosa, sangue denso come i suoi pensieri.
Adesso non capiva più niente.
Aveva perso tutto, ma perché aveva perso tutto?
Perché adesso si ritrovava da sola in quel giardino, accanto a quel fiore ormai appassito.
Seduta atterra, con qualche goccia di sangue sull’indice, le lacrime negli occhi e un peso opprimente sul petto.
Come poteva pensare di poter vivere senza tutto ciò che le era caro?
Come poteva pensare di andare avanti senza quel giardino?
Il suo dito era fermo su quella spina e premeva, per far uscire sangue.
Il taglio si faceva sempre più profondo e largo, mano a mano che lei muoveva il suo polpastrello rosa su quella spina verde.
Non faceva male, non poteva più fare male.
Tolse il dito dalla spina e, mentre le gocce di sangue le scendevano lungo la mano e poi lungo il polso, lei piangeva e pensava che, in fondo, quel taglio, tutto quel sangue, non le facevano male, ma vedere quel fiore morire … quello era un dolore insostenibile.
Infine, per alleviare la sofferenza che ormai le appesantiva il petto, si appoggiò sulla terra fredda, in quella desolazione, accanto allo stelo di quella rosa.
Senza accorgersene, mentre piangeva e il sangue continuava a sgorgare copioso dalla punta del suo dito, si addormentò, in balìa di quel male che stava divampando, come un incendio pericoloso, dentro di lei.






-Angolo Autrice.

Ehi, ciao a tutti. Dunque questo sarebbe il prologo di una storia che ho in mente di continuare ... come ho già fatto in passato, vi chiedo di lasciarmi qualche recensione.
Se vedo che il prologo viene apprezzato a sufficienza continuo, altrimenti cestino tutto quanto.
Beh, tocca a voi, adesso, leggete in tanti e fatemi sapere, aspetterò panzientemente di sentire che cosa ne pensate :)
A presto,
Laura.
  
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