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Autore: Gringoire97    13/04/2012    1 recensioni
E se Quasimodo non fosse così buono? E se Frollo mentisse per espiare le sue colpe? Una versione alternativa del famoso romanzo di Hugo che tenta di unire il serio al divertente con uno strano matrimonio...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1° Capitolo

Fughe e idee

 

 

 

Il poeta Gringoire si aggirava furtivo per i campi intorno Notre-Dame con la sua piccola dolce amica. Lei, fedele e amorevole, Lei che aveva occhi solo per lui, non come la Esmeralda che aveva invece occhi solo per lo stolto cavaliere Phoebus. Nel mentre della sua fuga con la capretta Djali, Gringoire si imbattè in una sagoma nera, smunta, vestita di una lunga tonaca nera. Solo gli occhi erano visibili, ed erano accesi come un fuoco ardente, si intravedeva uno di quei desideri brucianti e impossibili che logorano l'anima. Quando quell'ombra informe fu vicina Gringoire capì chi era: L'arcidiacono di Josas Claude Frollo. Si preparò ad una riverenza e all'inizio di un dialogo su “questo ucciderà quello” o su processi o su tutto e invece l'arcidiacono non si fermò, talmente il suo pensiero era incentrato su altro che non notò il poeta. Gringoire dimenticò in fretta l'episodio ora che aveva per se la capretta Djali. Claude Frollo intanto proseguiva sventando per poco gli ostacoli che un bosco può offrire quando d'un tratto si fermò, si accasciò a terra e pianse. Sembravano lacrime di sangue tanto pareva che quell'uomo soffrisse. Poi come animato da una forza soprannaturale il prete si alzò e invertendo il suo cammino tornò sui suoi passi. Quando raggiunse la porta di Parigi la attraversò con un unico obiettivo e si diresse alla piazza della Greve. Forse era ancora in tempo per salvarla. Lei, che tanto lo sconvolgeva. È necessario notare che la Tour Rolande nascosta aveva una piccola fessura fra i pannelli che la costituivano che poteva essere forzata e costituire un varco. Frollo si diresse di filato lì e scavò quel varco. I gendarmi facevano pressione sulle inferriate dell'unica finestrella, l'unica fonte di luce di quel luogo di reclusione,e combattevano contro una donna animata anche lei da una forza innaturale. Frollo si rese conto di tutto questo e quella fede in Dio che sempre lo aveva animato tornò a farsi sentire in lui, riflettè velocemente e percorse con lo sguardo l'angusta stanza. Un fagotto giaceva a terra. Nero come la pece Frollo si diresse verso di esso lo prese fra le braccia e lo portò al di fuori del varco. Proprio in quel momento la donna cedette la presa e si lasciò come morire poco distante dal punto dove si trovava Frollo. Egli prese anche lei con la forza conferitagli dall'amore. Raggiunse la cattedrale e una figura illuminata da una candela gli venne incontro. Il corpo stremato di Frollo cedette dopo aver adagiato a terra le due donne svenute. Quell'inquietante figura era lo storpio Quasimodo. Esso con la sua forza preparò un alloggio temporaneo e tornò dal suo padrone.

-Come state?- Disse debolmente.

Non gli giunse alcuna risposta. Il prete aveva di vivo solo un bagliore in fondo agli occhi. Quasimodo lo raccolse e lo curò. La febbre ardeva dentro quel corpo quasi morto.

-Dove sono quelle donne?- Un leggero movimento delle labbra indicò a Quasimodo che il prete era vivo, solo troppo stremato. Purtroppo il campanaro era sordo e quindi non sentì. Un ultimo vigore nel corpo del prete si agitò e si fece porgere carta e penna:

Mio caro Quasimodo,

Dio ha voluto sottoporti ad una grande prova, quella della deformità. L'hai superata e ora ha ciò che hai sempre voluto. La zingara è qui. La passione che brucia in me, l'ardore, il desiderio sta per essere estinto da una forza troppo grande, Dio mi sta chiamando a se. Io ho portato a termine il mio compito, ho fatto ciò che potevo per me, per te e per mio fratello Jehan. Io mi sono costruito una corazza fragile che mi ha tenuto confinato fuori dal mondo, muoi per essermi innamorato, muoio per non avere avuto mai forza. Quasimodo, non fare il mio errore, tu puoi essere migliore, salva due anime e scappa lontano da qui. Sulla collina alle spalle di Parigi troverai una casa quasi diroccata, rimani lì e poi fuggi lontano appena le due donne saranno in grado di farlo. Solo tu puoi trattarle con devozione e amore. Jehan lascialo andare non sono riuscito a renderlo umano come invece sei tu. Tu puoi.”

Porse la pergamena a Quasimodo che impiegò qualche tempo a leggerla tutta e quando finì e si voltò per rendersi devoto ancora una volta a quella che era sembrata un'anima arcigna e senza cuore, dura e ostile, chiusa nella scienza e nell'alchimia che pure l'aveva salvato, vide che la piuma era caduta dalle mani dell'arcidiacono che ormai giaceva inerme sulla sua branda. Quasimodo con l'agilità di un lupo corse nella stanza delle donne, le prese con se e scappò verso la casa diroccata indicatagli dall'arcidiacono con la consapevolezza che egli non l'avrebbe mai abbandonato. Gringoire intanto procedeva proprio in quella direzione e quando vide sfrecciare un'altra figura nel bosco si fermò incuriosito chiedendosi il perchè di tutto quel movimento. Riconobbe la figura deforme di Quasimodo e si chiese perchè nessuno lo salutasse. Nonostante questo continuò imperterrito sotto gli occhi amorevoli della sua capretta Djali verso luoghi sconosciuti anche a lui. Quest'ultimo continuava la sua corsa verso la salvezza quando una delle due donne aprì gli occhi. Quei grandi occhi verdi accecarono Quasimodo trasferendogli un sentimento sconosciuto e bruciante, il pensiero incosciamente volò a Frollo e all'ultimo suo sguardo pervaso dal dolore. Depose allora a terra la donna, che spaventata si ritrasse.

-Vi salverò- Disse deciso con la sua voce roca Quasimodo. Colei che aveva aperto gli occhi era Esmeralda. Si volse alla sua destra, poi alla sua sinistra con circospezione sino a quando non notò la figura scarna e pallida di una donna stesa accanto a lei. Questo la rassicurò e prese ad accarezzare quell'ombra.

-Mamma, mamma- Sussurava. E poi, di getto: - Che volete voi?- rivolta a Quasimodo

Dopo aver interpretato ciò che voleva dire la fanciulla, Quasimodo rispose:

-Non lontano da qui c'è un luogo che vi salverà temporaneamente, poi fuggiremo insime tutti. Non dovete avere paura. Sono sincero e vi amo, lo sapete.-

Ripresero il cammino verso quella dimora che si stagliava in lontananza come un castello distrutto dalle intemperie e piegato su se stesso. Un animale ferito piegato su se stesso. Gringoire era giunto nei meandri più profondi del bosco senza rendersene conto e pensando al futuro radioso che lo aspettava appena avesse trovato una dimora stabile per lui e per la sua capretta. Giunse però in una piccola cappella, abitata da un solo uomo. Era grande, sembrava molto potente. Gli balenò allora un'idea. Si sarebbe sposato. Sì, l'avrebbe fatto. 

  
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