L’allegro e stonato punk rock invadeva l’abitacolo, mentre il ragazzo teneva il tempo con le dita sui jeans ultraskinny di lei. L’evidente attrazione era forse leggermente mascherata dalla strana complicità creatasi, come se fossero due amici di vecchia data. 

“Basta, non mi va di tornare a casa. Dormiamo qui?”

Lei lo guardò sorridente, alzando le spalle.

“In macchina? Ok.”

Con esagerata teatralità allungò le gambe, appoggiò la testa al sedile, e chiuse gli occhi. Sentì la mano di lui appoggiarsi sulla sua gamba con la giusta combinazione di dolcezza e fermezza.

Aprì gli occhi, il ragazzo stava facendo roteare piano la testa, come per sgranchirsi.

“Ricordati che mi devi un massaggio..”

Lei si sporse verso di lui, fino ad essere davvero vicina.

“Ah sì?”

Sorriso. Sorriso.

“Sì..”

Le labbra di Peyton erano morbide: Lucas le catturò piano tra le sue, delicatamente. Percepì la sua mano spostarsi sotto il giubbetto di pelle, prima sul petto, poi sul collo.

Il baciò proseguì in crescendo di movimenti, sospiri, eccitazione. Con un colpo secco il ragazzo abbassò il sedile, e in un unico gesto la attirò a sé.

Lei lo guardò, mai visti occhi azzurri così azzurri, passò una mano tra i suoi capelli biondi e gli concesse nuovamente le sue labbra. Lingue che si incontravano per la prima volta, esplorazione reciproca, gioco segreto.

Altre automobili passavano sulla strada, illuminando di tanto in tanto i volti dei due, completamente assorbiti dalla situazione. 

La ragazza sorrise maliziosa, staccandosi:

“Quindi.. Siamo amici?” Sottolineò quella parola, mordendosi le labbra subito dopo.

Lui, che la stava stringendo forte tra le braccia, la allontanò di colpo, spingendola sul sedile.

“Stronza!”

Lei rise, ma la sua risata finì soffocata nella bocca di lui. Le mani di Lucas percorsero i suoi fianchi, soffermandosi sulla pancia, poi fino in alto fino alle spalle delicate. Abbassò le spalline della maglia, scoprendole, percorrendo con tocchi leggeri la pelle bianca, provocando in lei un tacito brivido di approvazione.

Le piccole dita di lei si insinuarono tra i jeans slavati e la maglietta scura, scoprendo con piacere i muscoli appena accennati – ma percepibili – degli addominali. Concentrandosi con la lingua sul lobo di lui, prese a giocherellare intorno all’elastico dei suoi boxer. Sentì il respiro di Lucas velocizzarsi, finché le sue braccia non la allontanarono nuovamente.

Sguardo interrogativo di lei.

“Basta, devo andare. Così non vado a casa più.”

Peyton rise ancora, forte.

“Sigaretta e poi ti saluto.”

Gli sorrise accondiscendente e divertita.

“Oook.”

L’aria serale era fresca e pungente: stringendosi nei giubbotti di pelle i due ragazzi si scrutavano, allegri.

Il ragazzo osservò le gambe lunghe di Peyton, le sue scarpe di tela. 

“Ci sentiamo domani?”

“Ovvio.”

Con semplicità si diedero un ultimo bacio, senza la malinconica ansia che caratterizza gli ultimi baci degli innamorati. 

Lui risalì in macchina, illuminandola con i fari mentre rientrava in casa.