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Autore: Swaggie    13/04/2012    2 recensioni
Eunhae-
Eunhyuk un bel giorno trova qualcuno che riesce a farlo sentire finalmente bene. Ma è piccolo, non capisce ancora.
Il bambino che ha di fronte sentendo dei rumori si volta ad occhi sgranati.
Hyukjae pensa che siano davvero belli, anche se sono rossi e gonfi.
"...E-ehy." Perchè balbetta? Non sa che dirgli e non sa perchè il cuore gli batte così forte all'improvviso.
Ha paura di sentirsi male e porta una mano al petto. (...) Si ritrova a sedere anche lui ma ora è intenerito. Gli circonda le spalle con un braccio poggiando la testa sulla sua spalla. "Come...ti chiami?" Domanda.
Il piccoletto lo guarda. "Donghae." (...) "Devo andare. E' il mio papà." gli dice triste. "Ci...ci rivediamo?"
Hyuk rimane sorpreso da quelle parole.
"Sì." Gli viene d'istinto rispondere.
"Domani ritorna qui."
Annuisce.
Stavolta è lui a dargli un bacetto casto sulla guancia destra.
Donghae.
Chissà perchè solo quel nome lo fa stare bene.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Donghae, Eunhyuk
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Hyukjae è un piccolo bambino un po' impacciato. 
A vederlo fa tenerezza con le sue guanciotte paffute e il suo dolce sorriso. 
E' ubbidiente, ma anche terribile. 
Non riesce a stare un attimo fermo. 
Salta da una parte all'altra, corre di qua, corre di là. 
Ma be', è piccolo. Ed è risaputo che i bimbi amano giocare e fare confusione. 
Ora è in camera sua. 
La stanza dalle pareti beige gli sembra sempre enorme. 
Quel posto con un pizzico di fantasia è diventata una giungla, un pianeta inesplorato, un circuito di macchine d'ultima tecnologia. 
Ora però è una stazione, e lui tranquillo muove il suo trenino blu, bianco e nero ridendo e ripetendo "Ciuf, ciuuuf!" 
Si alza e fa scorrere le ruote del treno sulle mura. 
Fa l'intero giro dell'ambiente, per poi stendersi sul letto. 
Fa urtare quel veicolo alla spalliera e dice con voce allarmata "Oooh, incidente, incidente!" Fingendo un incendio. 
Cambia di proposito voce, cercando di rendera più rauca. "Si pregano i visitatori...di andare giù." Mima il capitano che cerca di salvare la situazione. 
"Scendiaaamo." 
Con le dita grassocce crea i passeggeri. 
Una volta fatti scendere tutti, getta il treno sul cuscino urlando "Craaaash!" 
In quel momento sua mamma entra e sorride sulla porta. 
Lui ride. "Ciao, mammaaa!" 
"Ciao piccolo." 
"Guadda, sono vivi." 
Scende un po' a fatica dal grande letto, afferra il giocattolo e lo porta alla mamma. "E'...senza niente." 
La mamma lo guarda divertita. "E' vuoto Hyukkie. Si dice 'è vuoto' " 
Il piccolo ripete attentamente le due parole e la mamma felice gli scompiglia i capelli. 
"Ti va di andare al parco?" 
"Parco?" Chiede inclinando la testa. 
"Uno qui vicino. Vuoi?" 
Il bimbo batte le mani. 
 
E così si ritrova in macchina con i genitori. 
La sorella è con un'amichetta, saranno solo loro 3. 
Per tutto il viaggio tiene le mani incollate al finestrino del suo lato e fissa il paesaggio che scorre. 
Vorrebbe che si fermasse, per poter vedere meglio, ma anche lui sa che non può così ride dei suoi pensieri. 
Appena parcheggiano si fionda fuori, ma il padre lo raggiunge subito. 
Gli stringe con forza e tenerezza la manina e Hyukjae dice "Papi, ti voglio bene." 
"Anche io figliolo." Risponde l'altro dopo avergli lasciato un bacetto sulla guancia. 
La madre si unisce a loro e il piccolo prende anche la sua di mano. 
Poi si fa forza, e salta tenendo le gambe in aria. 
I genitori lo fanno volare e lui ride sereno. 
Si lascia tornare al suolo solo quando vede le giostre. 
Mentre i genitori prendono posto su una panchina libera, Hyukkie si unisce agli altri bambini. 
Sale sullo scivolo e scende contento. 
Il padre gli scatta qualche foto, la madre lo saluta con la mano. 
Hyukjae si sente bene, spensierato. 
Sale anche sull'altalena e comincia a parlare con due ragazzi ed una bimba. 
Gli chiedono di giocare a palla, e accetta di buon grado. 
Scende dal cavalluccio a molla, si allontana di pochissimo e comincia la partita. 
I suoi lo incitano, e lui nota che stanno parlando con altre persone intanto. 
Sta vincendo lui, saltella. 
"Stai perdendo!" Fa la linguaccia alla ragazza che mette il broncio e torna dai suoi che cercano di rincuorarla. 
Alza gli occhi al cielo. 
La palla finisce dietro un cespuglio. 
Corre in quella direzione per riprenderla. 
"Hyukjae!" La voce del padre lo fa fermare e voltare. "Dove vai?" domanda alzandosi. 
"La palla!" Fa cenno dietro i cespugli e ricomincia a correre. 
Il padre riprende posto e lui supera la siepe. 
Si china verso la palla, ma qualcosa attira la sua attenzione. 
E' qualcosa che viene da lì vicino. 
Sembra un pianto. 
Prende la palla sotto braccio, e nel farlo si taglia il dito per un rametto parecchio appuntito. "Ahi!" 
Si porta il dito sotto gli occhi. Osserva la goccia di sangue che comincia a fuoriuscire e l'asciuga strofinando il dito sulla maglia nera e bianca. 
Decide di scoprire cos'è quel suono, quel lamento. 
S'incammina spedito e tranquillo e si diverte nell'ascoltare le foglie autunnali che scricchiolano sotto le sue scarpette blu. 
La palla gli sfugge e quando la riprende finalmente vede. 
A piangere è un bambino che gli da le spalle. 
Si stropiccia freneticamente gli occhi con le mani. 
Hyukjae nel vederlo si sente male per lui. Perchè piange? Perchè è solo? 
Ingoia la saliva che sente in bocca e si avvicina. 
Il bambino che ha di fronte sentendo dei rumori si volta ad occhi sgranati. 
Hyukjae pensa che siano davvero belli, anche se sono rossi e gonfi. 
"...E-ehy." Perchè balbetta? Non sa che dirgli e non sa perchè il cuore gli batte così forte all'improvviso. 
Ha paura di sentirsi male e porta una mano al petto. 
Quello che piange tira su col naso rumorosamente e Hyukkie gli si avvicina. 
La palla rotola indietro, ma poco importa. 
Ora sente che deve far sorridere quel piccoletto. 
Gli poggia una mano in testa. "Non piangere." Gli dice sicuro. 
Ma quello non lo ascolta, anzi fa peggio. 
Si getta in avanti all'improvviso stringendo fra le braccia esili le gambine di Hyuk. 
Per poco non gli fa perdere l'equilibrio. 
Si ritrova a sedere anche lui ma ora è intenerito. Gli circonda le spalle con un braccio poggiando la testa sulla sua spalla. 
L'altro sembra sentirsi consolato e lo stringe tirandogli la maglia. 
Finalmente smette di singhiozzare e si mette a fissare il vuoto che ha davanti. 
Hyuk gli agita una mano davanti per farlo riprendere. 
L'altro sorride fra sè e gli stampa un bacio sulla guancia sorprendendolo. 
Hyukjae si tocca la parte ancora umida e sente una specie di sollettico in quel punto, forse è arrossito. 
'E' divertente arrossire.' pensa allora. 'Voglio arrossire ancora.' 
"Come...ti chiami?" Domanda. 
Il piccoletto lo guarda. "Donghae." la sua vocetta è rotta per il pianto, eppure lui sembra più rilassato. 
"Posso aiutarti?" 
Solo ora nota che poco distante c'è una bicicletta. 
Sembra essersi rotta, magari per quello si dispera. 
"Eunhyuk!" Una voce in lontananza lo richiama. 
Si volta deluso. 
Quando riguarda il bambino gli dice triste "Devo andare. E' il mio papà." 
Quello annuisce e lui si tira sù. 
"Ci...ci rivediamo?" 
Hyuk rimane sorpreso da quelle parole. 
"Sì." Gli viene d'istinto rispondere. 
"Domani ritorna qui." 
Annuisce. 
Stavolta e lui a dargli un bacetto casto sulla guancia destra. 
"Ciao! E ...e non piangere più!" 
Dice allontanandosi. 
L'altro ride, e quel suono riempe le orecchie del dolce Hyukkie. 
Donghae. 
Chissà perchè solo quel nome lo fa stare bene. 
   
 
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