Ricevuta la chiamata, Liam corse in ospedale. Salì al piano neurologia dove vide Louis. Gli scosse le spalle e iniziò a gridare.
"Dov'è?" 
"Liam, amico, abbiamo avuto un incidente...l'automobilista era ubriaco..."
"DOVE CAVOLO È, LOUIS!"
"Nell'ultima stanza del corridoio" disse a testa bassa non riuscendo a sostenere lo sguardo del ragazzo.
Liam corse verso la stanza, stava per entrare ma un medico lo bloccò.
"Ragazzo, mi spiace, non la potete vedere dobbiamo fare anche alcune analisi e verifiche"
"Ma che cos'ha?! Può dirle che sono qui...?"
"Non lo sa? È in coma..."
"I-i-in coma?" stava per scoppiare a piangere ma la rabbia prese il sopravvento.
Ritornò furioso da Louis
"Chi guidava?!?!"
"Liam..."
"non farmelo ripetere"
"Io." disse infine mentre una lacrima gli solcava il viso.
Liam stava quasi per picchiarlo ma vide i suoi occhi, senza luce, senza emozioni, anzi ce n'era una sola, la tristezza.
"ma...come..."
"te l'ho detto l'altro automobilista era ubriaco" 
Liam non conteneva più la rabbia.
"Dobbiamo cercare di rimanere calmi, Liam"
"Rimanere calmi?!? LA MIA FIDANZATA È IN COMA!"
"ERA ANCHE MIA SORELLA, LO CAPISCI? CI STO MALE QUANTO TE! Ora l'unica cosa che possiamo fare è rimanere calmi"
Qualcuno tossì per farsi notare, entrambi si girarono verso il medico.
"Ragazzi se volete entrare ora è possibile, prima i familiari uno per volta. Parleremo delle condizioni mediche della signorina Tomlinson ai vostri genitori"
"Liam io entro, chiama i miei"
Louis entrò in quella stanza troppo bianca che non rispecchiava sua sorella. Lei era vivace, solare. Era la ragazza che alzava la musica a palla alle feste. L'unica 'musica' nella stanza era il bip bip di quella macchina infernale.
Si avvicinò lentamente a sua sorella. Era pallida e immobile come una bambola di porcellana. Osservò i graffi sul braccio causati dai vetri rotti della macchina. Anche lui aveva dei graffi, ma la ferita più grave che aveva era alla testa ma era già stato curato. Continuò a guardare le sue braccia e si soffermò sull'unica cosa luccicante in quell'atmosfera così vuota, il braccialetto d'argento con scritto 'Charly'. Era stato lui a regalarglielo, per il suo ottavo compleanno. 
"Ciao" disse a bassa voce, aspettando invano una risposta che non arrivò "Sono Louis" aveva la voce spezzata "ti servirebbe un po' di fondotinta sai? Ahah" provò a scherzare tra le lacrime "non fare caso alle lacrime che ti bagnano, sono ancora il tuo fratellone che scherza sempre. Non sono triste...perchè non c'è da essere tristi, vero? Perchè tu non mi abbamdomerai, vero? Non puoi farlo, devi badare a me anche se sono il fratello maggiore! Sai che non sono molto bravo con le parole, quindi vado e mando Liam. Ti voglio bene Charlotte, tanto."
Uscì dalla stanza e fece entrare Liam.
"Ehy, ciao piccola" posò delicatamente le sue labbra su quelle di Charlotte, gli sembrava troppo fragile. Piangeva anche lui "sei bellissima lo sai? Anche cn questi fili, questi tubi, sei bellissima. Vorrei stringerti forte per farti sentire che ci sono, ma ho paura di romperti. Sai i-io lo so... Ma questi bip non sono un po' alti?" tremava "scusa se mi distraggo è che... Oddio Charly ce la devi fare! Lo so che sei forte! Anche se ora sembri fragile, so che puoi farcela" le accarezzava dolcemente i capelli "non saprei come fare senza di te, sei il mio tutto" Bip, bip quei suoni perforavano la mente di Liam "Io ti amo, ti amo più di ogni altra cosa io..." bip...bip...
"Liam..." la voce era un soffio, Liam incontrò gli stanchi occhi verdi della ragazza
"Dimmi amore mio, piccola mia"
"Ti amo..."
Un ultimo bip lungo e monotono zittì entrambi.