Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Sailor Saturn    14/04/2012    5 recensioni
In quel clima di stress generale era impossibile studiare in Sala Comune dove, ogni cinque minuti, uno studente aveva una crisi isterica. Per questo motivo, Hermione decise di prendere i libri e recarsi nel Parco del Castello, nel suo nascondiglio segreto. Nessuno, nemmeno i suoi migliori amici, erano a conoscenza di quel posto. Si trattava di una piccolissima radura situata all'interno della Foresta Proibita, poco distante dalla capanna di Hagrid. Hermione aveva scoperto quel posto meraviglioso l'anno prima e, da subito, era diventato il suo posto preferito: in quella radura poteva esercitarsi con gli incantesimi, ripetere le lezioni quanto voleva... Poteva semplicemente rilassarsi.
Questa storia ha partecipato allo "Zodiac Word Contest" di Kalie_Yume88, classificandosi quarta.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

QUEL GIORNO D'APRILE NACQUE L'AMORE

 

Era in corso il terzo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e, quell'anno, le vacanze di Pasqua risultarono tutto fuorché rilassanti. I professori avevano riempito gli studenti di compiti, in previsione degli esami che si sarebbero tenuti da lì a qualche mese. In ogni angolo del Castello si vedevano ragazzi con i libri aperti che ripetevano formule di Trasfigurazione, ingredienti di Pozioni, date delle Battaglie dei Goblin.

Tre studenti, in particolare, erano sommersi di lavoro: Harry Potter si divideva tra i compiti, le lezioni con il Professor Lupin per imparare a creare un Patronus e gli allenamenti di Quiddich; Hermione Granger era la studentessa più impegnata dell'intero Castello, dato che seguiva praticamente ogni corso, eccetto Divinazione; Ronald Weasley, per concludere, divideva il suo tempo tra i compiti e la lettura di enormi volumi che potevano risultare utili ad Hagrid per la sentenza di appello di Fierobecco.

In quel clima di stress generale era impossibile studiare in Sala Comune dove, ogni cinque minuti, uno studente aveva una crisi isterica. Per questo motivo, Hermione decise di prendere i libri e recarsi nel Parco del Castello, nel suo nascondiglio segreto. Nessuno, nemmeno i suoi migliori amici, erano a conoscenza di quel posto. Si trattava di una piccolissima radura situata all'interno della Foresta Proibita, poco distante dalla capanna di Hagrid. Hermione aveva scoperto quel posto meraviglioso l'anno prima e, da subito, era diventato il suo posto preferito: in quella radura poteva esercitarsi con gli incantesimi, ripetere le lezioni quanto voleva... Poteva semplicemente rilassarsi.

Con passo svelto, una pesantissima tracolla sulle spalle e altri tre libri stretti tra le braccia, Hermione raggiunse la radura. Con sua enorme sorpresa, però, si accorse che c'era già qualcuno. Rallentando il passo e, cercando di fare meno rumore possibile, la ragazza si nascose dietro un albero per poter osservare senza essere vista chi conosceva quel posto meraviglioso oltre a lei.

Un ragazzo era rivolto con le spalle al tronco di un albero, un grosso libro poggiato sulle gambe intrecciate e altri tre tomi sparsi vicino a lui. I gomiti poggiati alle ginocchia, le mani strette a pugno e il viso- poggiato sulle mani- chinato verso il libro, impedivano ad Hermione di vedere i tratti di quel ragazzo. Eppure la giovane Grifondoro era certa di conoscerlo... Ne era certa e non perché lui portava al collo una sciarpa di Grifondoro e aveva in testa un cappello che era sicura di avere già visto... Era sicura di conoscerlo perché, quando si era nascosta dietro quell'albero per osservare il ragazzo, il suo cuore aveva fatto una piccola capriola.

Hermione Granger era una ragazza decisamente razionale, forse troppo in determinate situazioni. C'era una persona, però, che riusciva a farle perdere il suo fantomatico autocontrollo e non sempre in senso positivo! Questa persona la faceva arrabbiare perché le chiedeva sempre aiuto con i compiti, nonostante non avesse nessun tipo di problema che non fosse la pigrizia. Le faceva saltare i nervi parlando solo ed esclusivamente di quello stupido sport che si praticava su manici di scopa. La innervosiva terribilmente perché non trattava bene il suo adorato Grattastinchi.

Eppure, nonostante tutto questo, quella persona era anche l'unica che riuscisse a farla ridere quando era in totale crisi per gli esami. Quella persona era stata uno dei sui primi migliori amici e l'aveva accettata nonostante all'inizio la ritenesse una piccola saccente.

Hermione, ormai, conosceva quella persona a memoria: conosceva i suoi gusti, i suoi comportamenti, il suo umore... Fu per questo che, quando il ragazzo nella radura cominciò a muovere il piede destro a ritmo di una musica inesistente, Hermione non ebbe più dubbi.

Uscendo dal suo nascondiglio improvvisato, la ragazza disse “Ron...”.

Il ragazzo alzò la testa di scatto, spaventato. Quando vide chi c'era nella radura le sue orecchie diventarono rosse e lui rispose “Hermione! Miseriaccia mi hai spaventato! Cosa ci fai qui?”.

La ragazza inarcò le sopracciglia, guardando scettica il ragazzo “Non si vede?” chiese con voce quasi scocciata, indicando con il capo i libri che teneva in mano.

Ron diventò ancora più rosso e balbettò “S-sì sì, scusa...”.

Hermione sorrise e, con un certo imbarazzo, si andò a sedere vicino al ragazzo che, per farle spazio, aveva allungato le gambe davanti a sé.

“Come conosci questo posto?” chiese la ragazza, dopo essersi sistemata.

Prima di rispondere, Ron rabbrividì un po' “Sai l'anno scorso con la storia del Basilisco e tutto il resto... Io e Harry siamo stati nella Foresta a parlare con i ragni, ricordi? Ecco, è stato in quel periodo”

“Sei stato molto coraggioso, quella volta” sussurrò Hermione.

Le orecchie di Ron raggiunsero una tonalità di rosso preoccupante, ma rispose comunque “Grazie... Tu invece come lo hai scoperto?” chiese il ragazzo.

“Bé, l'ho scoperto anche io l'anno scorso quando sono stata da Hagrid per avere notizie dei suoi galli” spiegò Hermione.

Nessuno dei due chiese all'altro perché non avesse rivelato l'esistenza della radura agli amici per il semplice motivo che la ragione era la stessa per entrambi: volevano avere un posto solo per loro, un posto speciale... Per qualche motivo, però, né Ron né Hermione erano dispiaciuti di dover condividere quel piccolo segreto.

Per parecchio tempo, nessuno dei due parlò più. Entrambi in imbarazzo, senza saperne il motivo, i due ragazzi tenevano ostinatamente la testa china sui libri che avevano sulle ginocchia, evitando di guardarsi anche solo per sbaglio. Probabilmente quella situazione di stallo sarebbe andata avanti per molto se non si fosse alzata una tiepida brezza tipicamente primaverile. Il leggero venticello fresco fece rabbrividire Hermione che, maledicendosi mentalmente per non aver portato una sciarpa, cercò in tutti i modi di tirare in alto il colletto della camicia per ripararsi. La ragazza era talmente concentrata nella sua operazione che, in un primo momento, non si accorse di Ron che le porgeva la sua sciarpa.

Volgendo il viso nella direzione del ragazzo, Hermione sorrise timida: il volto di Ron era talmente rosso da fare invidia ai suoi capelli e mentre porgeva la sciarpa alla ragazza con la mano destra, il viso era rivolto al libro che teneva sulle ginocchia, impedendo così alla ragazza di scorgere il luccichio che attraversò gli occhi del giovane quando la sua mano fu sfiorata da quella della Grifondoro, mentre questa prendeva la sciarpa.

“Grazie” disse Hermione, dopo essersi avvolta la sciarpa intorno al collo.

“Figurati” rispose Ron.

Cercando di non farsi notare dal ragazzo, Hermione annusò la sciarpa. L'indumento aveva un profumo buonissimo che la ragazza non seppe definire: era un profumo dolce ma al tempo stesso coinvolgente. Un profumo forte senza risultare sgradevole... Era il profumo del suo Ron. Hermione quasi sobbalzò quando riuscì a registrare il pensiero che aveva appena formulato. Aveva pensato a Ron come “suo”. La ragazza era talmente sconvolta che non si accorse di Ron che la chiamava, fino a che il ragazzo non le toccò gentilmente la spalla “Hermione ti senti bene? Sei tutta rossa”

“Certo che sto bene Ron! Che domande fai?” sbottò stizzita Hermione.

Ron, piccato, si tirò indietro “Scusa tanto se pensavo non stessi bene e ti servisse una mano!”.

Arrabbiato, il ragazzo fece per alzarsi e andare via.

“Scusami”.

Ron si fermò, senza voltarsi nella direzione di Hermione. Ci era rimasto male, miseriaccia! D'accordo, non era un esperto in fatto di ragazze ma non gli sembrava di aver fatto niente di male a chiederle se si sentiva bene. Rabbuiandosi un pochino, Ron pensò che non gli piaceva per niente litigare con Hermione... Insomma, era la sua migliore amica! “ Non è solo per questo che non ti piace litigare con lei” sussurrò una vocina nella sua testa.

Ron non fece in tempo a riflettere sul pensiero appena formulato che Hermione riprese a parlare “Insomma sono in ansia per gli esami e Fierobecco, Harry e la storia di Black...” la ragazza parlava a macchinetta, senza fermarsi. Ron sorrise guardandola: il viso praticamente affondato nella sua sciarpa, le mani che tormentavano il bordo della gonna e gli occhi che vagavano in ogni direzione per non incrociare il suo sguardo.

“Ho capito, tranquilla” sorrise Ron, rimettendosi comodo “E poi sono abituato ai tuoi sbalzi di umore” continuò ridacchiando.

“Vorresti dire che sono matta, Ronald Weasley?” sussurrò Hermione stringendo gli occhi.

“N-no ma che hai capito!” esclamò il ragazzo.

Hermione lo guardò sospettosa ancora per qualche attimo per poi ritornare a guardare il suo libro. Ron rilasciò piano il respiro che aveva trattenuto. No, decisamente parlare con Hermione non era il suo forte. Osservandola di sottecchi, Ron dovette ammettere che, quando non sbraitava o faceva la saccente, Hermione poteva essere carina. Mentre era ancora intento a guardarla, la ragazza voltò lo sguardo nella sua direzione. Ron sbarrò gli occhi, temendo di essere sgridato di nuovo. Hermione, però, non fece niente del genere: guardò il libro che Ron aveva sulle ginocchia e poi gli chiese “Vuoi una mano?”.

Il ragazzo la fissò stranito per qualche attimo, tanto che la ragazza continuò “Santo cielo Ronald non fare quella faccia! Io ho quasi finito il mio secondo ripasso e, al momento, il processo di Fierobecco è la nostra priorità!”

“Secondo ripasso?! ” si chiese Ron stranito. Lui non aveva neanche completato lo studio generale! Guardandosi bene dal dirlo ad alta voce, però, il ragazzo accettò di buon grado l'aiuto che Hermione gli offriva, sentendosi incredibilmente felice di poter passare ancora del tempo da solo con lei.

I due rimasero in quella radura per molto tempo, consultando manuali, prendendo appunti, chiacchierando tranquillamente. Hermione non riusciva a spiegarsi il motivo ma stare con Ron la rendeva felice... Non semplicemente felice ma felice, felice, felice. Quel ragazzo con i capelli rossi che si sentiva tanto spaventato all'idea di non rendere orgogliosa la sua famiglia, la faceva sentire speciale. Quando era con Ron, Hermione non aveva paura di mostrarsi per quello che era veramente: una ragazzina amante dello studio, un po' saccente e, sopratutto, tanto spaventata dall'idea di rimanere sola. Certo, Hermione stava bene anche con Harry ma con Ron era diverso, era speciale. Ron era Ron e, con lui vicino, il cuore di Hermione faceva qualche bum-bum in più.

Quel pomeriggio nacque qualcosa di speciale tra quei due ragazzi, qualcosa nascosto nei loro cuori da tempo e che sarebbe venuto alla luce solo anni dopo. Quel pomeriggio di aprile sbocciò l'amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco il giudizio riportato al Contest:

 

QUARTA CLASSIFICATA: QUEL GIORNO D’APRILE NACQUE L’AMORE – SAILOR SATURN 
CRITERI DI VALUTAZIONE: 
Grammatica: 9/10 Buon uso di punteggiatura e grammatica, nessun errore particolare. aggiungo che mi piace molto come organizzi i periodi. 
Caratterizzazione dei personaggi: 7/10 c’è qualcosa di non precisato che non mi sconfinfera in Hermione e Ron, per questo ti ho tolto un punto e mezzo a testa. Loro sono molto bellicosi, all’inizio quasi non avevano questa confidenza da stare lì, senza Harry, a studiare. Ron specialmente è troppo calmo, a prescindere dalla sua ilarità, assente, non mi sembra molto coerente con il comportamento nei confronti della ragazza. 
Originalità: 10/10 mi è piaciuto il fatto che comunque sia l’INIZIO di un amore, non l’amore bello e fatto, insomma l’inizio di un interesse al di fuori dell’amicizia tra i due. Ho davvero apprezzato questa cosa. 
Utilizzo parole t: 8/10 buon utilizzo delle parole. 
Gradimento personale: 4.5/5 a parte la caratterizzazione, ho apprezzato che non fosse totalmente incentrata sulla scena della fine dell’amicizia. Una cosa che pian piano si sta costruendo insomma 
Utilizzo Pacchetto Speciale: 4/10 sinceramente sono delusa dal fatto che sia solo nominato il pacchetto, non ti do il minimo solo perché specifichi che è ambientata durante le vacanze di Pasqua, ma non è il tema portante della storia. 
Romanticismo: 5/5 scene tenere tra i due *_* romantiche per il livello di rapporto in cui si trovavano. 
Totale:47.5/60 

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sailor Saturn