18. Astinenza
«Sono
tornata!» dico, mentre metto
piede nel piccolo
ingresso che separa la porta dal salotto.
«Ciao, amore!» Il saluto di Liam mi arriva
soffocato dai
suoni della televisione. Strano che non spenga tutto per venirmi a
salutare, di
solito lo fa. Appena giro l’angolo capisco perché.
«Ciao, Zayn!» saluto. Sono davvero entusiasta, mi
fa
piacere
che Liam non sia rimasto da solo tutto il pomeriggio. Gli do un bacio
sulla
guancia, prima di sedermi sulle ginocchia del mio ragazzo e baciarlo
sulle
labbra.
«Mi fai perdere la corsa!» si lamenta, mentre Zayn
scoppia
a
ridere.
«Grazie, Ash!» mi dice e taglia il traguardo con la
macchinina guidata da Luigi.
«Sì, grazie, Ash. Mi devi una partita a Super
Mario
Kart»
brontola Liam.
«Oh, su, quante storie. Non siamo fortunati al gioco, ma
siamo fortunati in altro. Hai ancora intenzione di
lamentarti?»
gli dico,
strofinando la punta del mio naso sul suo.
«No, assolutamente» dice, poi alza il viso e mi
bacia.
«Me ne andrei volentieri per lasciarvi soli, ma visto che
per voi non fa nessuna differenza aspetto la cena. Ormai
l’abbiamo ordinata!»
L’“ahi” urlato da Zayn mi fa capire che
Liam deve
avergli
tirato contro qualcosa. Deve avere una gran bella mira, se senza
vederlo l’ha
colpito. Oppure molta fortuna.
* * *
Stiamo
rassettando la cucina, Zayn se
n’è andato da poco e
io e Liam abbiamo deciso di mettere in ordine prima di andare a dormire.
«Come mai avevate già ordinato la
pizza?» chiedo,
mentre gli
passo un piatto per farglielo asciugare.
«Non sapevo a che ora saresti rientrata e non volevo
disturbarti
mentre eri con Harry. Avevate un sacco di cose di cui
parlare» mi
dice.
«Sai che non avresti disturbato.»
«Ok, non volevo che pensassi che ti stessi
controllando.»
«Sei sempre così paranoico?» Mi volto
verso di lui
con
l’ultimo piatto pulito in mano. Sgocciolo sul pavimento, ma
non
mi interessa.
«Solo se si tratta di te.» Mi sfila il piatto dalle
mani,
lo
asciuga con cura e lo ripone. Poi mi stringe tra le sue braccia.
«Non posso
credere che tra otto giorni non ti avrò più qui a
rimproverarmi di essere
paranoico.»
«Continuerò a rimproverarti a distanza»
ribatto, ma
lo
stringo forte anche io.
Le sue labbra iniziano ad accarezzare la pelle della mia
spalla, risalgono verso il collo, seguono la linea della mandibola e si
fermano
sulla mia bocca. «Ti amo» mi dice, prima di
baciarmi.
Sono talmente impegnata a stringermi al suo collo e a tenere
la mia bocca salda sulla sua che a stento mi rendo conto che mi ha
sollevata da
terra e mi sta portando da qualche altra parte. In camera. Sul letto.
Sorrido quando sento il materasso cedere sotto il peso del
mio corpo prima e del suo subito dopo.
«Non dobbiamo fare niente, se non ti va. Lo sai» mi
dice,
ma
so perfettamente che i tempi sono maturi. Lo amo. Mi ama. Me
l’ha
dimostrato in
mille modi, l’ultimo dei quali oggi pomeriggio. Sorrido.
«Chi ti dice che non mi va?» lo sfido e ritorno a
baciarlo.
Tutto quello che succede dopo è una storia vecchia quanto il mondo. I vestiti volano via, i nostri respiri si confondono, il sudore scivola sulla sua schiena e bagna i miei polpastrelli. I nostri corpi diventano uno solo.
«Ashley…»
mi chiama, con il
respiro ancora affannato e il
petto che fa su e giù come dopo un chilometro di corsa.
«Non lo dire. Piuttosto dimmi che mi ami e che sei felice.
Perché io ti amo e sono felice.»
Se non l’avessi fermato mi avrebbe chiesto scusa o qualcosa
del genere e allora sì che mi avrebbe fatto davvero male.
Sarei
stata costretta
a rovinare il romanticismo del momento spiegandogli un po’ di
fisiologia. Che è
normale per una ragazza non essere completamente soddisfatta dal suo
primo
rapporto. Ma che il suo ragazzo deve pesare molto bene le parole e che
chiedere
scusa non è proprio una mossa intelligente.
«Ti amo. E sono felice. E non te lo dico perché mi
hai
chiesto di dirtelo. Te lo dico perché è la
verità.» Mi stringe a sé. Inizio a
disegnargli cerchi sulla pancia.
«Sei troppo muscoloso, per essere solo un cantante.»
«Mi preferiresti meno atletico?»
«No, sei perfetto così. Forse troppo, ecco. Magari
con un
paio di cubetti in meno ci sarebbero meno ragazzine a fare la fila
dietro la
porta» borbotto.
«Sei gelosa?»
«Un po’» rispondo.
«Solo un po’?» mi chiede mentre mi
stringe più
forte.
«E va bene, un bel po’. Sei cattivo»
sbuffo.
«E perché sarei cattivo?» mi chiede,
trattenendo a
stento
una risata. Non posso fare a meno di sorridere anche io.
«Perché mi hai fatto dire che sono gelosa delle
tue
fan» mi
lamento con la vocina da bimba.
«Ti amo» mi risponde lui e mi dà un
bacio sulla
testa.
«Ti amo anch’io, testone» gli rispondo,
poi mi
accoccolo sul
suo petto e mi addormento.
* * *
«Ritorna
a letto» mugolo quando,
stiracchiandomi, non trovo
il corpo di Liam.
«Non posso, devo lavorare, stamattina» mi dice,
però
si
siede vicino alle mie gambe e mi dà un bacio.
«Rimani a
letto ancora un po’,
Ash. Riposati. Più tardi se vuoi puoi venire in studio.
Cioè, vieni, i ragazzi
ci terrebbero molto.»
«Va bene.» Mi giro su un fianco e abbraccio il
cuscino. Mi
rendo conto di non averlo neanche salutato decentemente solo quando
sento il
suo peso lasciare il materasso. «Liam?» lo richiamo.
«Dimmi.»
«Ti amo.»
«Non sai quanto ti amo io» mi risponde lui. Non lo
guardo,
ma sento dalla sua voce che è felice, come sono felice io,
d’altra parte.
Con il sorriso sulle labbra, torno a dormire.
* * *
È
brutto non trovare Liam dall’altra
parte del letto per la
seconda volta in una mattinata. Cerco il suo profumo sul suo cuscino,
poi mi
faccio forza ad alzarmi. Infilo della biancheria pulita e la sua felpa.
A piedi
scalzi raggiungo la cucina e mi preparo la colazione. Un paio di fette
biscottate con la marmellata basteranno, è quasi ora di
pranzo!
Mi faccio una doccia veloce e mi vesto altrettanto
velocemente, non vedo l’ora di raggiungere lo studio. Liam mi
manca tantissimo
e cerco di trattenere i miei piedi dal mettersi a correre, una volta
che scendo
dal taxi.
Trovo i ragazzi in sala relax, tutti presi in una
discussione della quale non cerco neanche di capire il senso:
riguarderà
sicuramente qualche videogioco.
Mi fiondo su Liam e lo bacio. «Mi sei mancato» gli
dico.
«Qualcuno deve raccontarci qualcosa o sbaglio?»
Niall
è un
idiota. Gli voglio bene, eh, ma è un idiota.
«Non sono affari vostri» risponde Liam, mentre io
arrossisco
dalla punta dei piedi alla punta dei capelli.
Zayn si alza in piedi ed esce dallo studio.
«Che ha?» chiedo agli altri.
«Niente, deve fare quello distaccato. In realtà si
sta
trattenendo dal saltare al collo di Liam e dirgli che è
stra-felice per lui.»
«‘Fanculo, Louis!» urla una voce fuori
campo.
«Ti amo anche io, Zayn!»
Scoppio a ridere. Sono felice e questi cinque sono dei
buffoni. Beh, almeno quattro dei cinque. Il quinto se ne sta in
silenzio.
Sorride, ma in silenzio.
«Allora, perché avete voluto che fossi qui,
oggi?»
chiedo,
per distogliere l’attenzione da me e Liam.
«Non possiamo ancora dirtelo, stiamo aspettando
Simon» mi
risponde Niall.
«Se c’è lui di mezzo inizio a tremare. A
proposito
di ansia,
dov’è zia Sam?»
«Sono qui, Ash. E non sto in ansia, visto che so
già di
cosa
vuole parlare Simon. Per una volta sono a piena conoscenza dei suoi
piani,
forse so più di quanto non sappiano i ragazzi, dato che
l’ho aiutato nella
programmazione.»
«Di cosa?» chiedo, tutto questo parlare non fa che
mettermi
curiosità.
«Intanto di una grandiosa festa di addio e di
compleanno»
esclama una voce ben nota.
«Mi avete organizzato una festa di addio?»
È
emozionante
sapere che si sono affezionati a me così tanto da
organizzarmi
una festa di
addio.
«Che sarà la stessa sera del mio
compleanno?» Liam
invece
non mi pare troppo entusiasta della cosa.
«Non potevamo fare altrimenti, Liam, sai che avremmo evitato
se fosse stato possibile» gli risponde zia Sam, poi lascia
continuare Simon.
«Non solo. A questa magnifica festa, alla quale
interverranno moltissimi pezzi grossi del mondo della musica
–
Liam, non fare
quella faccia, so che avresti preferito trascorrere il compleanno a
Wolverhampton – comunque, a questa magnifica festa suonerete
per
la prima volta
uno dei pezzi del nuovo disco. Uno dei pezzi scritti da voi. Il primo
singolo
tratto dal nuovo album.»
Ancora non capisco il nesso tra le cose che ci sta dicendo e
la mia presenza qui, e il fatto che tutti gli occhi dei presenti siano
puntati
su di me non aiuta.
«Perché mi guardate?»
«Perché sarai tu a scegliere la canzone che
canteremo
quella
sera, Ash.» Harry mi fissa. I suoi occhi hanno
un’intensità particolare, oggi.
O forse sono solo io che ci faccio più attenzione.
«Ma…»
«Niente ma. È il regalo che io e i ragazzi
vogliamo farti
per essere stata con noi, averci sopportati e aiutati in questi due
mesi» mi
dice Liam e mi stringe più forte. Non sapeva della festa, ma
che
mi avessero chiamata qui per farmi scegliere il primo pezzo da lanciare
sì.
«Non solo, ma abbiamo già le date del tour
americano del
prossimo anno e, dopo un’estenuante contrattazione con la
Julliard, che ci ha
fatto firmare un contratto in cui ci impegniamo a farti seguire le
lezioni
almeno in videoconferenza, possiamo annunciarvi ufficialmente che se
vorrai sarai una dei musicisti ufficiali del tour dei One
Direction.» Guardo zia Sam con uno
sguardo pieno di sorpresa. Innanzitutto per quel ‘se
vorrai’, e poi
perché immagino che l’idea delle lezioni in
videoconferenza sia stata sua per
mettermi in condizione di superare gli esami nonostante viaggi con i
ragazzi. E
anche perché mi deve volere un gran bene, per fare in modo
che
io possa stare
con Liam tutto il tempo del tour. «Ovviamente, e questo ci
tengo
a
sottolinearlo, in tour vigerà la regola dell’anno
scorso.»
«Cioè?» chiedo, io in tour con loro non
ci
sono mai stata.
Scoppiano tutti a ridere. «Astinenza.»
***
Ehm... scusatemi per l'ultima pessima battuta (che dà anche il titolo al capitolo), me la porto dietro da quando ho letto che secondo il loro entourage questi cinque dovrebbero restare casti e puri durante il tour. Vabbè, parlando d'altro... che ci scrivo oggi nelle note?
La canzone del capitolo è Everytime We Touch di Cascada, una canzone che io adoro e che spero possa piacere anche a voi.
Vi volevo dire che sul mio blog (a lungo trascurato, ma che ora ho ricominciato ad aggiornare), posterò di tanto in tanto qualche 'spoiler' dai capitoli. Spesso le idee per i capitoli mi vengono nel bel mezzo del nulla, e molte volte mi vengono in mente interi dialoghi senza alcuna collocazione logica... è questo che qualche volta vi darò la possibilità di leggere, stralci di conversazione che si collocano non si sa bene dove o quando, ma che ritroverete prima o poi nei capitoli.
In più a breve pubblicherò un elenco di extra che scriverò subito dopo il capitolo 19, con la loro collocazione precisa. Ovviamente per i prossimi extra vale lo stesso discorso del #1: alla pubblicazione sarà l'ultimo capitolo, alla pubblicazione del capitolo successivo verrà spostato dopo il capitolo a cui fa riferimento.
Perciò, ecco, magari passate, qualche volta, se volete qualche novità :)
Ovviamente ringrazio le sei ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, riempiendomi di complimenti: Alex Spunk, Love5Carrots, Mistina, SheisBen, PiccolaEl, Marti__ Grazie davvero, ragazze, spero di non aver spoilerato troppo con le risposte alle recensioni ^^.
Un doveroso grazie va anche a tutti i lettori silenziosi e a tutte quelle persone che hanno inserito la storia tra le seguite-preferite-ricordate.
Al
prossimo capitolo
-K-