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Autore: nals    14/04/2012    6 recensioni
James/Sirius
E ridi e il pavimento punge, ma non è freddo – il freddo è dentro.
Perché lui va via, ma torna sempre.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'A whisper in your ear? '
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All I need.

 
 
 
 
 
 
Soffi una boccata di fumo e cicchi a terra. La nuvoletta acre si mescola al nero delle tenebre in pochi attimi. Vorresti essere in grado di sparire tanto velocemente, ma sfortunatamente – o meno – il tuo didietro è gonfio di carne e basta. Piace abbastanza, per quello che ne sai.
Vorresti metterti in piedi, liberarti da quel groviglio di stoffa e lamentarti del pavimento gelido. E lo faresti. Lo faresti, sì. Se solo quello stupido marmo scuro fosse più freddo ed insopportabile del vuoto che senti dentro.
“Sirius.”
Zitto. Vorresti dirgli. Sta’ zitto. E’ bello lasciarsi soffocare dal silenzio. Zitto, James. Dannazione.
“Sir. Io…”
“Va’ a casa.”
Sussurri, alzandoti. Ti scosti il lenzuolo di dosso, usi i piedi ed imprechi. Fili in bagno e il suo sguardo riesci a sentirlo bruciare dappertutto. Ti scivola  addosso, ti scava dentro e ruba. Ruba qualsiasi altra cosa ti sia rimasta lì, sotto strati e strati di pelle. Dubiti che ci sia davvero qualcos’altro ormai. Lui si è già preso tutto.
“Va’ a casa.”
“Che cazzo stai dicendo?”
Zitto, James.
“Lily ti aspetta.”
“Lily mi aspetta?!”
 “Sì.”
“Va’ all’inferno.”
E ridi e il pavimento punge, ma non è freddo – il freddo è dentro.
Perché lui va via, ma torna sempre. E vorresti che i tuoi “torna a casa” bastino. Lo vorresti, sì. A tenerlo lontano.
Cazzate, pelle, Whisky, odore, mani, labbra, calore, sguardo, casa, amore, lui. Lontani. Lontano.
Ma James torna. Torna sempre. O sei tu a cercarlo. Perché lo cerchi, Sirius. Lo cerchi nei tuoi “Salutami Lils” e lo trovi nei suoi “Non stasera. Sto con te.”
E vorresti che i tuoi “no” battessero il sentiero giusto. Che per una volta scorressero sulla lingua, fino ai denti e poi fuori. A squarciargli il cuore.
Vorresti che lui riuscisse a leggerli negli occhi, i tuoi “no” e che smettesse di farteli ingoiare con un sorriso. Labbra su labbra, la lingua a cercare la tua e il suo sguardo bastardo a chiederti non andare, a chiederti addosso. Sono qui, amami, resta. Amami.
I tuoi “no” finiscono in fondo allo stomaco, si perdono assieme alle tue dita tra i suoi capelli, al calore dalla sua pelle, nei vostri gemiti strozzati e tutta quella necessità che si consuma in incontenibile desiderio. Vuoi lui, lui vuole te. E sarebbe così normale, se la vita si riducesse a questo. Vuoi lui e lui vuole te. Ma c’è Lily e c’è James che ama Lily, James che ha sposato Lily, James che ama Lily, James che sta per avere un figlio da Lily, James che ride con Lily, James che ama Li…te.  Te lo ripete in continuazione. Sempre. Ogni volta che fate l’amore. Te lo scrive sulla pelle con le labbra, te lo urla in testa con un sospiro.
E tu puoi leggerglielo negli occhi il suo amore a metà, e nel battito del cuore a mille, e in quei discorsi senza senso che ti sussurra sul collo poco prima di una risata e un morso e un bacio.
E tu li senti i suoi “ti amo” tutte le volte. Ma non hai il coraggio di rispondergli. Lo fai dopo. Quando respirare normalmente ti fa fatica, quando lui ti rotola affianco. Tu glielo dici il tuo “ti amo” e lui ti stringe. La disperazione e qualche gocce d’acqua nascosta oltre le ciglia scure. Poi non parli più. Stai zitto ad abbuffarti di silenzio e verità celate, di battiti troppo forti per essere cancellati, troppo sbagliati per essere ascoltati.
E lui ti stringe.
E’ il suo “lo so”. E’ il suo “grazie”. E’ il suo tormento.
Ti amo. Ti amo. Ti amo.
Vorresti ripeterglielo all’infinito, vorresti che non facesse così male. Non puoi. Non puoi, Sir.
“Sirius.”
“Mi fa schifo il mio nome e tu continui a ripeterlo. Sei un fottuto idiota. Prendi le tue cose e va a casa. Ogni sera è la stessa storia. Non dire niente, mi basta. Prendi le tue fottute cose e sparisci. E fa’ l’amore con lei. Dille di amarla, perché l’ami. Ma va' via James.”
Avrebbe potuto essere un urlo. Ma è solo un sussurro. Niente di più, niente di meno. E taglia. Taglierebbe, anzi. Perché non serve, non con James. James che invece ti stringe, che ti morde le labbra e vince ancora.
I suoi “no” fanno quello che dovrebbero fare i tuoi. Ti sta dicendo “no” adesso, mentre ti si spinge addosso e vi guida verso il letto, tra i cuscini. Ti sta dicendo “No, idiota. Sono qua. Rimango qua. Parla quanto ti pare. Io non me ne vado.”
E ci sono le sue mani dappertutto, lui addosso, lui dentro. E le labbra e le lacrime. Vuoi lui e lui vuole te.
Ti sta dicendo ancora “no” James. “No. Perché ti voglio.” E “No. Perché ti amo.”
Ti ama, sì. Tu lo ami. E tra un po’ ritorneranno i suoi “Sirius” e i tuoi “no” a raschiarti la gola. E poi ti addormenterai o farai finta. Quello è l’unico modo perché lui vada via. Quello è l’unico modo.
Perché alla fine andrà via per davvero e poi ritornerà. E tornerà il tuo amore per lui. Quello che hai preteso di trasformare in disprezzo. E tornerà il suo amore per te, quello che vorresti possa bastare ma che non basterà.
Lui vuole te. Tu vuoi lui. Pregare che sia abbastanza vale quanto fingere di dormire, Sirius.
Ed è tutto giusto. Ed è tutto sbagliato.
Giusto e sbagliato.
Chiudi gli occhi, nascondendo il coglione-innamorato tra le lenzuola. Lo arrotoli in tutto quel bianco e lo tieni chiuso dentro. La porta cigola e il suo “scusa” è già andato perso assieme al vuoto che ti scoppia dentro.
E’ tutto giusto. Giusto e sbagliato.
Come il freddo, come il vuoto e il bianco, quello che ti scoppia dentro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note di fondo:
Totalmente ispirata ad “All I need” dei Radiohead.
 
   
 
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