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Autore: hurrem    14/04/2012    5 recensioni
Cosa è successo prima, durante e dopo l'arrivo di Bra? Nella mia storia ho immaginato una serie di vicende che coprono quest'arco di tempo. Da sempre accanita fan del pairing Bulma/Vegeta ho deciso di raccontare dal punto di vista di entrambi un particolare momento della loro vita che si colloca dopo la sconfitta di Majin Bu e che vede il sayan e la terrestre alle prese con dubbi, imprevisti e ricerca della felicità anche in tempo di pace. Spero vivamente di essere rimasta IC e vi prego... recensite! Il progetto è diviso in una quindicina di capitoli (non so quanto ci vorrà a inserirli tutti) ed ognuno di essi ha il titolo di una canzone che richiama la trama. Il rating è rosso ma le scene di sesso esplicito sono alquanto ridotte. Aggiornamento: ho diminuito il rating, non credo che serva il rosso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salveeee...

questa è la prima fanfic che pubblico, nonostante sia rimasta per anni chiusa in formato cartaceo nei  meandri della mia libreria. Quindi necessita di un processo di revisione alquanto accurato. Spero di ricevere molte recensioni (sia positive che negative eh, non fatemi mancare nulla).

Questo primo capitolo porta il nome di una canzone che mi piace molto (ok scopro subito le mie carte: in realtà le canzoni che non mi piacciono sono poche!!) di cui esistono infinite cover ma conosciuta ai più come facente parte della colonna sonora del film "Il matrimonio del mio migliore amico". A questo proposito, la canzone in sé può non avere a che fare con l'argomento trattato nel capitolo ma il titolo dovrebbe rispecchiarne i sentimenti ivi presenti.

Spero che la mia storia vi piaccia!

 

 

 

CAP. 1  -  WISHIN’ AND HOPIN’

 

Era la prima giornata davvero calda dall’inizio della primavera. Se non fosse già passato un anno (cosa che faticava a credere) avrebbe potuto facilmente immaginarsi impegnato negli allenamenti precedenti al Torneo in cui aveva ucciso tutti quegli esseri umani. Anche allora si era allenato spesso all’aperto, visto che per Trunks la camera gravitazionale risultava troppo impegnativa se utilizzata a lungo. E proprio quello scansafatiche di suo figlio l’aveva pregato di allenarsi insieme in giardino per godersi la bella giornata, salvo poi piantarlo in asso all’arrivo del moccioso di Kakaroth. Mentre spronava il suo fisico scultoreo a migliorarsi sempre di più sentiva gli schiamazzi dei due bambini che facevano gare di tuffi nella piscina che il padre di Bulma aveva fatto installare quell’inverno. Per quale motivo si ostinava a permettere che Trunks frequentasse il figlio di Kakaroth? Quel moccioso era ancora più fannullone di lui, se possibile. Avrebbe dovuto dire a quello stupido del suo rivale di provvedere… Quanto a Trunks aveva poche speranze ormai. Bulma l’aveva talmente contaminato col suo sangue di pigra terrestre e coccolato e viziato fin dalla nascita che c’era da meravigliarsi che non andasse in giro vestito da femmina. Dopo i fatti di Majin Bu persino lui era stato più indulgente; questo perché Trunks aveva imparato da quella diabolica volpe di sua madre quali tasti premere per ottenere la sua approvazione.

“Vegeta, lo sai che tra poco compirò 40 anni, vero?”

Ecco, se avesse contato il numero di seccanti interruzioni dall’inizio dell’allenamento ora probabilmente si sarebbe aggirato intorno al centinaio. Sì, perché oltre ad essere stato scaricato da suo figlio ad allenarsi in uno stupido giardino, sotto uno stupido albero, aveva dovuto sorbirsi le osservazioni sgradite di Bulma che aveva deciso di piazzarsi proprio lì accanto con sdraio e rivista, vaneggiando a proposito di  “posto soleggiato” e “direzione del vento”.

“Ti ho fatto una domanda Vegeta!”

Il sayan sbuffò frustrato. Dannata donna!

“E allora?” le disse con il suo miglior tono sprezzante, sperando che lei capisse che non era proprio disposto a perdere tempo in sciocche chiacchiere.

“E allora pensavo che dovresti farmi un regalo, per cui ho scritto su questo foglietto cosa mi piacerebbe ricevere.” disse lei sventolando un cartoncino ripiegato, con la sua tipica espressione “prova a dirmi di no”.

“Tsk. Ridicolo.” si limitò a mormorare Vegeta, rialzandosi dal suo esercizio e dirigendosi verso il tavolino accanto a lei per raggiungere la sua bottiglia d’acqua ghiacciata.

“Oh andiamo, Vegeta! È un traguardo importante per una donna, non lo sai? Tutte le mie amiche hanno fatto una grande festa. Io ti chiedo solo un regalino…”

Vegeta finì di scolarsi la bottiglia guardandola di sottecchi. In quei dieci anni aveva imparato a conoscerla troppo bene per non intuire che tramava qualcosa. Perché chiedergli un regalo che avrebbe potuto benissimo comprarsi da sola?

“Non ho intenzione di comprarti un regalo per i 40 anni che non dimostri!” rispose con indifferenza, tornando sotto l’albero per una sessione di flessioni.

Bulma non aggiunse nulla e Vegeta cercò di trattenere invano un sorriso compiaciuto. Decisamente anche lui sapeva quali carte giocare per ottenere quello che voleva.

 

 

 

 

 

Bulma rimase un attimo interdetta. Che faccia tosta! Rifiutarsi di accontentarla facendole un complimento rappresentava decisamente una nuova frontiera nella strafottenza di Vegeta. Decisamente non poteva sentirsi arrabbiata con lui dopo che le aveva detto (a modo suo ovviamente) che sembrava più giovane. Oltretutto i complimenti di Vegeta erano così rari, spesso relegati alle quattro mura della loro camera da letto, da non poter essere ignorati.

Forse non era la giornata buona per dirglielo. In fondo aveva tenuto il broncio tutto il pomeriggio perché Trunks aveva preferito giocare con Goten (chi era il bambino di nove anni tra i due???), non sembrava il momento giusto per proporglielo.

Dannazione! Perché non poteva metterlo di fronte al fatto compiuto? Quello era decisamente più nel suo stile e lui l’amava così, un po’ pazza e testarda, incline a fare le cose di testa sua. Lui avrebbe borbottato un po’ sul come si era permessa di non chiedere il suo benestare, giusto perché da bravo principe dei sayan considerava sprecata una giornata senza ribadire l’orgoglio della sua razza e la sua autorità su tutto ciò che lo circondava. Poi, se lei fosse stata in una giornata “no” avrebbero litigato e fatto pace con il sesso, altrimenti con un paio di moine avrebbe risolto tutto e alla fine Vegeta sarebbe stato contento.  

Si scacciò una mosca dalla gamba e tornò ad osservarsi attentamente come faceva poco prima di interrompere Vegeta. Le sembrava che il suo corpo stesse iniziando a tradirla. Ogni giorno scopriva qualche nuova, piccola imperfezione e questo la mandava fuori di testa. Addirittura se si fermava a pensarci troppo a lungo cominciava ad accusare i sintomi tipici dell’ansia.

 Aveva paura di invecchiare, ma tutte le sue forze non sarebbero bastate a fermare il tempo. Quel fortunato di Vegeta invece sembrava non cambiare mai! Ancora le donne se lo mangiavano con gli occhi quando portava Trunks al parco o la accompagnava a fare shopping. Bhe… anche lei era ancora oggetto di attenzioni ma per un uomo era diverso, no? Una donna si scomodava a guardare un uomo solo se questo assomigliava a qualche celebrità e quel farabutto di Vegeta aveva il fascino perfettamente intatto di dieci anni prima.

In quel momento Trunks arrivò correndo e grondante d’acqua, chiamandola a gran voce.

“Ehi, mamma! Io e Goten vogliamo la merenda, ce la vieni a preparare?”

“Sì, ma asciugati o ti prenderai un raffreddore. Anche tu Goten.” disse rivolta al bambino che li aveva raggiunti.

“Mamma, io voglio un baozi!disse Trunks litigandosi con Goten l’unico asciugamano disponibile.

“Oh, sì! Anche io Bulma, ti prego!”

“Va bene, va bene! Andiamo dentro, bambini.” disse, strofinando amorevolmente i capelli impregnati dall’odore del cloro delle due piccole pesti.

Prima di andarsene rivolse un ultimo sguardo a Vegeta. Non dava segni di voler smettere tanto presto, ma lei non poteva più aspettare.

“ Ehi, tesoro! La mia richiesta è ancora qui se ti interessa!”

Vegeta le rispose con il solito “Tsk!”

Fece in modo che dal punto in cui si trovava Vegeta fosse ben visibile il cartoncino, infilato tra le pagine della rivista, e si diresse verso casa. Non avrebbe resistito, curioso com’era.

 

 

   
 
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