Libri > Twilight
Ricorda la storia  |       
Autore: Cloe J    15/04/2012    13 recensioni
Dal primo capitolo:
Lei si tolse gli occhiali, si passò la mano tra i lunghi capelli castani e si sedette, la luce che entrava prepotentemente dalla finestra le illuminò uno sguardo magnetico marrone, profondo caldo, cioccolato fuso. Mi rapì, la fissai, con il rischio di sembrare veramente sfacciato:
< Che altro sai di me, oltre che sono un insopportabile scocciatore, un peso, a volte anche un pazzo e evidente anche dopo una fugace occhiata … un malato … - lo dissi sottovoce.
< Ti osservavo prima, mentre parlavi con Jasper, sotto gli occhiali … - rise – sei molto bello!
< Niente mezzi termini! A dispetto di quest’aspetto così mite!
Devo dire che anche tu non sei male, anche tu mi piaci Bella – risi.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





 

COME WHAT MAY

Never knew I could feel like this 
Like I've never seen the sky before 
I want to vanish inside your kiss 
Every day I'm loving you more and more 
Listen to my heart, can you hear it sings 
Telling me to give you everything 
Seasons may change, winter to spring 
But I love you until the end of time 
Come what may 
Come what may 
I will love you until my dying day 

Suddenly the world seems such a perfect place 
Suddenly it moves with such a perfect grace 
Suddenly my life doesn't seem such a waste 
It all revolves around you 
And there's no mountain too high 
No river too wide 
Sing out this song I'll be there by your side 
Storm clouds may gather 
And stars may collide 
But I love you until the end of time 
Oh, come what may, come what may 
I will love you, I will love you 
Suddenly the world seems such a perfect place 

QUALUNQUE COSA  ACCADA

Non avrei mai immaginato di potermi sentire cosi 
come se non avessi mai visto il cielo prima d'ora 
voglio scomparire in un tuo bacio 
Ogni giorno ti amo sempre di più 
Ascolta il mio cuore, 
puoi sentire che sta cantando 
mi sta dicendo di darti tutto 
le stagioni possono cambiare, 
dall'inverno alla primavera 
Ma io ti amerò fino alla fine dei giorni 
Qualunque cosa accada
Qualunque cosa accada

Ti amerò finché morirò 
Improvvisamente il mondo sembra un posto perfetto 
Improvvisamente si muove con una grazia perfetta 
Improvvisamente la mia vita 
non sembra cosi sprecata, tutto ruota attorno a te 
non ci sono montagne troppo alte 
Non ci sono fiumi troppo selvaggi 
Cantando questa canzone mi sento li al tuo fianco 
Nuvole di tempesta possono coprire Il cielo 
e le stelle possono entrare in collisione 
ma io ti amerò fino alla fine del tempo 
Qualunque cosa accada
Qualunque cosa accada
Io ti amerò finché morirò 
Oh, qualunque cosa succeda, qualunque cosa succeda 
Ti amerò, ti amerò 

Improvvisamente il mondo sembra un posto perfetto 
Qualunque cosa accada 
Qualunque cosa accada
Io ti amerò finché morirò.

Dal film “Moulin Rouge”



http://www.youtube.com/watch?v=bVOoUTLl0dc&feature=related


Quando l’amore travolge… puoi solo allungare le braccia, mostrare il petto, aprire un sorriso e…  lasciarti andare!




CAPITOLO 1

 

Elettricità al primo sguardo

 

<< Perché anche stavolta non vuoi ascoltarmi e sai che lo dico per te… ti prego sii ragionevole, abbi un po’ di buonsenso!>>
<< Stai diventando insopportabile, non ti reggo più, lasciami in pace!>>
<< E’ certo per te, sono solo una noia, non cerchi mai una soluzione alternativa, che ti possa rendere tutto più facile… comincio a pensare che non t’importa proprio niente degli altri… forse t’interessa solo tenere tutti qui incatenati alla tua corte!... oh no! Scusami Edward non volevo dirlo!>>
<< Oh brava finalmente! Non occorre che tu aggiunga altro, puoi andartene adesso!>>
<< Devi credermi non volevo...>>
<< Forse non hai sentito! Voglio che tu sparisca! Vattene!>>
Ricadde sui cuscini tossendo, la ragazza stava per avvicinarsi a lui per aiutarlo, ma lui la respinse gridando:
<< Non toccarmi! Va via! Subito!>>
<< Edward io…>>
Si strinse le mani al petto e chiudendo gli occhi, disse piano:
<< Esci e chiudi la porta.>>
Angela lo fissò ancora un attimo e obbedì.                            
Raggiunse rapidamente la casa di Jasper Withlock, entrò e si diresse nella sua stanza, aprì senza bussare, ma si bloccò sulla porta.
<< Angela!>>, disse Jasper, << vieni entra.>>
<< Scusa non volevo disturbare, non sapevo che avessi ospiti.>>
<< Vieni pure ti presento Bella Swan, viene da New York, suo padre è stato trasferito qui da poco, sarà collega del mio.>>
<< Ciao!>>
<< Piacere Angela. >>
<< Ma non dovevi restare tutto il pomeriggio da Edward?>>, chiese Jasper.
<< Mi ha sbattuto fuori di casa!>>
<< Cosa!>>
<< Ho cercato di farlo ragionare… convincerlo per la questione dell’assistente all’università, ma ho detto una parola di troppo… ha cominciato a blaterare che cerco sempre di decidere per lui, penso sempre che lui non sia in grado di fare autonomamente… ha avuto proprio una reazione esagerata… allora sono davvero scoppiata e ho detto una cosa che non pensavo veramente… non potrei mai pensarla.>>
< Angela… >>
<< Gli ho detto che gli piace tenerci tutti incatenati alla sua corte!>>
<< Dai … Angela ma come ti è saltata in mente di dire una cosa del genere!>>
<< Ho parlato d’istinto, senza pensare, ero solo arrabbiata con lui.>>
<< Hai cercato di scusarti?>>
<< Sì ma t’immagini la sua reazione, non mi ha voluto dare ascolto, mi ha sbattuto fuori dalla sua stanza!>>
<< Angela sei stata un disastro! Tra l’altro non è da te!>>
<< Lo so ma non volevo!>>
<< Ma se è tutto frutto di una risposta avventata… >>, intervenne Bella, << lasciatelo sbollire e poi chiarite subito!>>
<< Non è così semplice >>, disse Jasper, <>
<< Insomma potrete anche cercare di farlo ragionare … non mi sembra sia proprio una cosa irreparabile, potrebbe passarci sopra!>>
<< Edward… vista la sua situazione è fin troppo tollerante. >> aggiunse Jasper.
<< Non capisco… >>
<< Edward è malato. >>, cominciò la ragazza intristendo lo sguardo. << Ha una rara malattia che colpisce i muscoli e un problema alla colonna vertebrale,  non riesce a camminare, se non per brevissimi periodi, è spesso stanco, senza forza, passa molto tempo a letto e soffre di crisi respiratorie.
Lo conosciamo da tanti anni e siamo legati a lui da un affetto profondo, lo comprendiamo e gli stiamo vicini, lo aiutiamo e lo assistiamo nello studio, siamo il suo punto di riferimento, non so proprio cosa mi è passato per la testa poco fa!                                     
Dopo l’ennesima discussione sulla necessità che chieda un assistente che lo accompagni in facoltà, mi ha fatto saltare i nervi.
Perché non capisce che da solo farebbe troppa fatica! Gli spostamenti da un’aula all’altra, assolvere alle richieste di segreteria, prendere i testi, richiedono troppe energie che dovrebbe invece conservare per seguire le lezioni e per studiare.
Avere qualcuno che si occupa di questo, potrebbe rendere tutto più facile, ma lui proprio non l’accetta.>>
<< E’ una malattia incurabile?>>
<< So che esiste un’operazione che potrebbe risolvere almeno in parte i suoi problemi, ma so anche che è molto rischiosa … so che i suoi genitori si sono sempre opposti.>>
<< Vi dispiacerebbe portarmi da lui?>> chiese Bella.
Angela e Jasper si guardarono imbarazzati.
<< Dai non mi mangerà mica!>>, disse ancora Bella sorridendo. << Al massimo sbatterà fuori anche me, penso che nessuno dei due volesse questo scontro, se possiamo ricucire adesso questo strappo … proviamoci!>>
<< Ascolta Jasper >>, disse Angela, << vai solo tu solo con Bella, forse sarà meno arrabbiato se non mi vedrà, ma magari potrai parlargli.>>
<< Ok, andiamo.>>, concluse Jasper.
<< Ricorda che stasera siamo in piscina da Liam, Bella verrai potremo presentarti agli altri?>>
<< Va bene.>>
Fecero strada verso casa di Edward.
<< Ma abita proprio di fronte casa mia!>>, disse Bella.
<< Sì, dalla finestra della sua stanza si vede il tuo giardino.>>
Arrivarono alla villa e furono accompagnati direttamente nella stanza di Edward. Jasper bussò e timidamente aprì la porta.
Entrarono e Edward si sollevò dai cuscini, guardò Jasper e quindi la ragazza che lo accompagnava.
Jasper rincuorato da quell’interesse, si avvicinò e disse:
<< Ciao Edward, volevo presentarti una mia amica appena arrivata in città, Isabella Swan… >>
<< Bella piacere… >>,  disse prontamente la ragazza.
<< Bella lui è Edward Cullen.>>
<< Piacere!>>, rispose con voce bassa.
<< Viene da New York, frequenterà con noi l’università, mio padre e il suo sono colleghi, abita proprio qui sopra casa tua… era a casa mia quando è arrivata Angela… >>, disse Jasper imbarazzato.
<< Immagino vi sia bastato poco per farmi tornare ad essere argomento di conversazione!>>, disse.
<< Bella è voluta venire a conoscerti… ha tanto insistito… ehm… io avrei preferito avvertirti … non disturbarti!>>
<< Sei ridicolo!>>, disse Edward con tono sarcastico. << Di la verità, avevi paura che vi avrei aggredito! Ah!>>
<< Sai che Angela non intendeva offenderti, ti vuole bene e vuole solo aiutarti!>>, rispose Jasper.
<< Si certo aiutarmi! Umiliarmi forse!>>
<< Dai ragazzi non vorrete litigare!>>, interruppe Bella. << Davvero volevo semplicemente conoscerti, hai suscitato la mia curiosità!>>  
<< Sai che ti dico Jasper non prendertela>>, disse Edward sorridendo, << potresti sparire e lasciarmi solo con Bella… se lei ne ha voglia, potrebbe passare un po’ di tempo nell’antro del mostro! Soddisfare, come dire, la sua curiosità! La trovo molto più interessante di te!>>
Jasper si mise a ridere, gli diede una pacca e poi lo abbracciò, poi mise una mano sulla spalla di Bella e disse:
<< Buona fortuna!>> e poi sottovoce. << Grazie!>>
Jasper uscì, lei si tolse gli occhiali, si aggiustò i capelli e si sedette vicino al letto.
 
 
EDWARD
 
Quando vidi entrare Jasper ero pronto a investirlo con un fiume d’improperi, ma bastò una sola un’occhiata a quella figura esile che lo accompagnava per farmi rilassare; mi tirai su e rivolsi un pensiero cattivo a Jasper.
Stupido avrebbe potuto anche dirmi che non era solo! Sarei potuto sembrare forse meno malato! Ma forse se mi avesse avvertito del suo arrivo, non lo avrei neanche fatto entrare.
Ero troppo arrabbiato con Angela e di riflesso con tutti gli altri, odiavo essere motivo di dibattito, io e la mia difficoltosa frequenza universitaria.
Ma in fondo sapevo che mi volevano bene… che erano preoccupati per me!
La verità era che non accettavo di essere considerato un disabile… uno da aiutare… da sostenere sempre.
Lei si tolse gli occhiali, si passò la mano tra i lunghi capelli castani e si sedette, la luce che entrava prepotentemente dalla finestra, le illuminò uno sguardo magnetico marrone, profondo caldo, cioccolato fuso.
Mi rapì, la fissai, con il rischio di sembrare veramente sfacciato:
<< Che altro sai di me, oltre che sono un insopportabile scocciatore, un peso, a volte anche un pazzo e al primo sguardo… un malato… >>, lo dissi sottovoce.
<< Ti osservavo prima, mentre parlavi con Jasper, sotto gli occhiali…>>, rise. << Sei molto bello!>>
<< Sfacciata! Non usi mezzi termini tu!All’apparenza hai un aspetto così mite! Devo dire che anche tu non sei male, anche tu mi piaci Bella. >>, risi.
Mi rilassai un po’, iniziammo a parlare, la sua famiglia, l’università, il trasferimento, passò un’ora allora le dissi:
<< Hai da fare?  Potresti accompagnarmi a casa di Angela, improvvisamente sento il bisogno di scusarmi, troveremo tutti gli altri, potrei presentarteli?>>
<< Dai per scontato che siano tutti insieme, conosci bene le loro reazioni?>>
<< Conosco ogni aspetto di Angela, ogni atteggiamento, ci frequentiamo da bambini, in quest’istante si starà torturando le mani, stressatissima, penserà che sarebbe stato più saggio accompagnarti e quindi vorrà essere certa che sei sopravvissuta! E avrà chiamato a raccolta anche gli altri per darle sostegno morale! E in questo preciso momento li starà tartassando di domande! Ah! Ah!>> , risi di gusto.
<< Dici di conoscerla così bene, ma oggi non hai capito che è solo preoccupata per te e che vuole solo aiutarti.
<< Touchè! Sono più stanco del solito e quindi meno tollerante… tutto qui, sono scattato, senza pensare, ma anche lei non ci è andata tanto leggera!>>
<< Vero!>>
<< Andiamo?>>
<< Perché no!>>
<< Per favore prima guarda dentro quello spogliatoio, troverai un oggetto molto utile.>>
Mi guardò interdetta.
<< … La mia sedia, puoi prenderla, oggi sono troppo debole, più del solito, riesco a stare in piedi e fare solo qualche passo.>>
Venne fuori dallo spogliatoio con la sedia, io camminai lentamente verso di lei cercando di essere più disinvolto possibile e mi sedetti, lei si chinò su di me e la fragranza meravigliosa della sua pelle, mi colpì di viso.
Fece per alzarsi, mi venne istintivo trattenerla, mi avvicinai al suo collo e inspirai profondamente, esclamai:
<< Pazzo! Sono un pazzo! Ti prego scusami… ma è stato irresistibile!>>
Rise, guardandomi:
<< Non scusarti è stato piacevole… almeno posso sapere cosa ne pensi del mio profumo?>>
<< Non è un profumo, sei tu, emani una meravigliosa essenza!>>
<< Wow! Non ho mai sentito parlare della mia pelle in questo modo, imbarazzante! Andiamo o rischio di fare pensieri che non si fanno al primo incontro!>>
<< Bella, ci conosciamo da mezz’ora e dici cose che farebbero arrossire chiunque.>>
<< Credo che tu sappia quanto tu sia attraente.>>
<< Adesso sei tu la pazza!  La parola “attrazione” e me nella stessa frase, mi suonano strani.>>
<< Sbagli.>>
<< Se lo dici tu che sei una donna, mi toccherà rifletterci!>>
Lei si rimise gli occhiali, mi aprì la porta e lasciò che la precedessi, le fui grato, odiavo chi cercava di darmi una mano non richiesta.
Mia madre ci venne incontro, con uno sguardo misto tra la curiosità e il compiacimento.
<< Mamma un’amica di Jasper, Bella Swan, mia madre Esme Cullen.>>
<< Piacere dove stai andando?>>
<< Da Angela.>>
<< Dopo gli urli di stamani, ti sei reso conto di aver preso una cantonata.>>
<< Come fai a sapere sempre tutto.>>, rise.
<< Ho i miei informatori caro! Vai e fai ammenda, sai quanto ti vuol bene quella ragazza, ti sopporta da sempre, non si merita di essere trattata così male.>>
<< Già qualcun altro mi ha fatto una predica, ma me la sono proprio meritata!
Andiamo si sta facendo tardi. Tornerò dopo cena non aspettatemi … ah mamma, ascolta per favore prova a informarti con la segreteria didattica della facoltà per i documenti necessari per ottenere un assistente.>>, lo dissi quasi soffiando via le parole.
<< Hai ripensato a questa soluzione?>>
<< Non credo di aver molta altra scelta.>>
 
L’abitazione di Angela era poco distante dalla mia, entrammo, sotto il gazebo, come avevo previsto, c’erano tutti i miei amici riuniti.
<< Che bella compagnia!>>, dissi avvicinandomi, mentre tutti strabuzzavano gli occhi. << Forza gridate al miracolo! Il tiranno è arrivato!>>, continuai facendo ad Angela l’occhiolino. << Vieni qui, mio grillo parlante … mia unica coscienza abbracciami!>>
Angela mi corse incontro, mi strinse il collo e mi baciò.
<< Scusami tesoro!>>, le dissi.<< Avevi ragione non dovevo essere così str….!>>, le dissi.
<< No! Sono io che dovrei scusarmi… ho dato fiato senza considerare quanto cattiva fosse la cosa che stavo dicendo, perdonami!>>
<< Basta così! Tutto passato! Mi sono sentito meglio e ho deciso di deliziarvi con la mia presenza.  Allora togliamoci subito questo dente… convinto o scosso, se così si può dire, dalla mia Angela, amica barra coscienza!>>, lei fece uno sguardo colpevole, la strinsi per i fianchi e continuai.<o chiesto a mia madre di informarsi sulle procedure per ottenere un assistente per rendermi l’impegno della frequenza più agevole, se così si può dire.>>
Poggiai la fronte sulla spalla di Angela, stanco come se avessi scalato una montagna:
<< Contenta Angela?>>, dissi ancora.
<< Tesoro sono sicura che non te ne pentirai.>>
<< Bene!>>, disse Jasper, << Bella ti presento Alice, Ben, Emmett, Mike e Jessica.>>
<< Bella Swan per tutti!>>, rispose sorridendo, poi posò lo sguardo su di me e disse,
<< Scusatemi adesso ma si è fatto tardi, devo proprio tornare a casa.>>
<< Vieni più tardi da me in piscina?>>, chiese Emmett.
<< Grazie per l’invito, ma domani dovrò alzarmi presto ho da fare tante commissioni, immaginate che cosa sia stato trasferirsi da New York a Santa Monica, quindi per stasera passo, sarà per un’altra volta.
E’ stato un vero piacere conoscervi… ciao Edward, tornerai con Jasper a casa no?>>
<< Si certo non preoccuparti ciao!>>, risposi un po’ spiazzato.
E si diresse verso il cancello con passo spedito.
<< Ah Bella!>>, gridò Jasper, << se vuoi fare un salto all’università domani, fammelo sapere, io ho un appuntamento in segreteria.>>
<< Ok grazie, ne approfitterò volentieri, a domani!>>, e salutò tutti con un cenno della mano.
La vidi allontanarsi e non  riuscivo a toglierle lo sguardo da dosso, pensavo sarebbe rimasta ancora un po’, magari avrei potuto continuare a studiare ogni suoi movimento, sempre così misurato, ascoltare la sua voce ferma ma soave, lasciarmi andare ancora dentro quegli occhi scuri, poter sentire ancora il suo profumo.                                           
Pensai che qualcosa poteva averla infastidita, non credo proprio fosse una facile all’imbarazzo per delle nuove conoscenze. Angela si alzò dalle mie gambe ed entrò in casa.
Tornai a pensare a lei. Mi piaceva e chissà se io gli ero veramente piaciuto o era stata solo una frase di cortesia, in fondo perché mai avrebbe dovuto avere interesse per me, nelle mie condizioni.
Stavo farneticando, provare attrazione per me… per me, non era possibile. Lei era troppo sveglia, bella e desiderabile… Desiderabile strano ma era quello che lei aveva detto a me… assurdo!
Mi spostai di qualche metro dal gazebo continuando a fissare il punto da dove lei era sparita, Jasper si avvicinò e si sedette sul muretto:
<< Com’è andata? E’ una ragazza fantastica, vero?>>
<< Si molto!>>, risposi.
<< Ti piace vero?>>, disse. <>
<< Non dire stupidaggini! Non ci penso nemmeno a tentare un approccio, non ho niente da offrirle e non credo proprio che possa essere interessata a iniziare una relazione con uno come me.>>
<< Che cazz…! Non c’è niente che non va in te! Provaci, cosa può succederti al massimo risponderà “No grazie!”>>, si mise a ridere.
<< Ma dai perché mai dovrei farmi avanti… >>, abbassai la testa e spinsi via la sedia verso casa di Angela.
 
 
BELLA
 
Che flash! Un bel gruppo di amici… situazioni interessanti!
Anche abbastanza strani.                                                                                                                                      
Pensavo che New York e i miei stravaganti amici, con le loro dinamiche pazzesche fossero unici, ma qui si rasentava la follia!
Era un gruppo compatto, modello “Uno per tutti e tutti per uno”  o meglio tutti per Edward! Era lui il fulcro di quel contesto, lui, per com’era, così dolce e anche così scostante, così estroverso e ma anche sulla difensiva.
E poi come non notare quanto è bello! Quegli occhi verdi sono magnetici, passavano dall’essere infuocati, a sciogliersi in qualcosa di avvolgente e poi ho dovuto reprimere con tutte le  mie forze, il desiderio di passare le mie mani tra i suoi riccioli ramati.
Già quello che mi era sfuggito dalla bocca a casa sua, era sufficiente per fargli pensare che fossi proprio eccessiva.
E poi non potevo negare a me stessa di essermi davvero seccata di vedere quel filo che lo legava a Angela.
Gelosia? Che assurdità! Possibile che fossi davvero gelosa, forse avrei voluto esserci io al suo posto?
Tutto troppo in fretta, non va bene Swan!
Oggi mi aveva travolto un caleidoscopio di sensazioni, tutte positive, ma so bene che non posso e non voglio lasciarmi investire da nulla, in questo momento.
Non sono ancora pronta, devo riuscire a controllare tutto ciò che mi circonda, non posso rischiare di trovarmi in difficoltà, di fare stupidaggini, di lasciarmi andare!
Ma soprattutto devo assolutamente dominare quest’attrazione che mi spinge con irruenza verso Edward Cullen.
 
*****
 
L’indomani Jasper si presentò alla villa degli Swan di buon mattino, Bella in ritardo cronico, uscì dalla porta posteriore attraversando il giardino, gli occhi inconsciamente si diressero verso la villa dei Cullen, ebbe l’impressione che una figura si intravedesse vicino alle tende, soffermò lo sguardo qualche secondo e poi fuggì via al suono di un clacson.
<< Scusami… scusami Jasper! Sono imperdonabile!>>,  disse entrando nell’auto.
<< Non preoccuparti Bella, ci sono abituato, mia sorella Jane è in perenne ritardo, non mi sconvolgo più!>>
Partirono direzione di Ucla, in Hilgard Avenue, il campus distava appena qualche miglio da Santa Monica, in un quarto d’ora si poteva essere a lezione, certo traffico permettendo.                                       
Bella esordì:
<< Sai stanotte ho ripensato un po’ alla faccenda della frequenza universitaria di Edward.>>
<< E allora?>>
<< Non pensi che potrebbe frequentare con noi, tante persone si spostano sulla sedia a rotelle, senza alcuna difficoltà, inoltre lui anche per poco riesce anche a camminare, potremmo pensarci noi a lui, senza fargli sentire il peso di un assistente.>>
<< Non è così semplice, io sono iscritto in scienze politiche, Angela e Ben in Economia, Mike in Archeologia, Alice in teatro e cinematografia, Emmett in Geologia, troppo difficile conciliare i nostri spostamenti con quelli di Edward.>>
<< Io penso invece che potremo tentare, si sentirebbe più a suo agio con noi, circondato dagli amici sempre pronti a pensare a lui, piuttosto che un estraneo, anche l’inserimento in un ambiente tanto grande e diverso potrebbe essere più semplice.>>
<< OK esaminiamo la logistica delle facoltà, vediamo se è una cosa fattibile prima di parlarne con lui, non vorrei deluderlo, se fosse difficile da realizzare.>>
<< Bene! Son d’accordo!>>
<< Ti ha preso vero?>>
Abbassò lo sguardo e sorrise:
<< Si vede così tanto?>>, rise.
<< Ieri sei fuggita, come mai?>>
<< Amo controllare le situazioni e ieri tutto mi stava sfuggendo o forse travolgendo! Ah!>>
<< Lui è eccezionale davvero… eccezionale! Però stai attenta a come ti muovi, non voglio che soffra… non se lo merita!>>, disse Jasper con tono serio.
 
 
BELLA
 
Dopo aver parlato con le impiegate della segreteria didattica, mappa in mano cominciammo la nostra ricognizione.
Trovammo gli edifici della divisione di Scienze della Vita, erano in una zona abbastanza centrale del campus un po’ verso il lato est, guardai la mappa e poi i cartelli delle indicazioni, Geologia addirittura di fronte e con grande gioia mi accorsi che l’edifico della Divisone Umanistica, sede della maggior parte dei miei corsi, era abbastanza vicino ai dipartimenti di scienze.
<< Posso farcela!>> , gridai allegra.
<< Dopo un anno di questa vita sarai pronta per la maratona di New York!>>
<< Vedremo!>>
Pensai a Edward e al suo viso, quando gli avrei dato la notizia, vederlo sorridere era davvero uno spettacolo, ti faceva praticamente sciogliere e volevo essere io oggi a vincere quel premio.
 
 
EDWARD
 
Che stupido! Mi ero avvicinato alla finestra, pensavo di vederla?
Ed eccola apparire correndo come una forsennata per il giardino, mentre infilava una scarpa e metteva la sua tracolla sulla spalla.
Una visione mattutina… frutto forse della mia notte insonne… no! Era proprio lei! Ecco girarsi verso la mia finestra … che vergogna non vorrai farti scoprire a spiarla, Idiota!
Da dietro vidi il suo sguardo indugiare qualche secondo sulla mia finestra e poi il suono di un clacson e una corsa a perdifiato verso il cancello.
Aveva preso l’impegno con Jasper per il tour di UCLA e nonostante fosse il miglior amico e praticamente dipendente da Alice, provai una certa gelosia e anche indivia.
Come mi sarebbe piaciuto essere io stamattina l’autista di Bella e avrei voluto condurla in giro per il campus, conversando sulle nostre scelte, frutto di interessi diametralmente opposti: io  rigoroso, scientifico, razionale e  lei emotiva,espressiva, sognatrice!
E invece sono sempre qui tra quattro mura, le solite quattro mura, strette adesso più che mai come una prigione, solo.
Mia madre, indaffarata in non so quale attività, così da stordirsi un po’ dal dispiacere di aver assistito alla mia ennesima notte di fatica… fatica anche a solo respirare.
Mio padre affettuoso Carlisle, ma anche lui preso dal ritmo di un’esistenza vissuta per alleviare il peso di abbandoni e dolore.
<< Posso entrare? >>
La voce mi fece trasalire:
<< Bella!>> , mi girai di scatto.
Era lì davanti a me con un sorriso stampato sul volto, davvero travolgente.
<< Entra pure.>>
 
 
BELLA
 
Il sorriso mi si spense sulle labbra, quando vidi il suo viso pallido. Lasciai scivolare la tracolla per terra e mi avvicinai al letto.
<< Stai male?>>, chiesi. << Cosa ti è accaduto?>>
<< Non preoccuparti niente più del solito… scherzo… niente di grave!>>
<< Sei molto pallido, sembri tanto stanco … torno più tardi, così potrai riposare.>>
<< No davvero Bella resta!>> , mi prese una mano e senza staccarmi da lui avvicinai una sedia al letto.
<< E’ tutta la mattina che sono solo, vorrei la tua compagnia, parlare un po’. Dopo la crisi di questa notte, mia madre è andata ad alleggerirsi la mente… come le dico sempre… e io mi sono annoiato a morte.>>
<< Cos’hai avuto?>>
<< Una crisi di asma… respiratoria… chiamala come vuoi, è durata qualche ora, ma dopo è dura riuscire a riprendere sonno.>>
<< Perché non hai recuperato stamattina, potevi dormire.>>
<< Pensieri… pensieri mi attanagliavano! >>, si mise a ridere.
Aggrottai le sopracciglia e gli chiesi:
<< I pensieri che non trovano sfogo non sono salubri!>> , risi anch’io.<< Parlamene, vediamo se riesco ad esorcizzarli.>>
<< La causa sei tu.>>, disse.<< Ieri sera sei praticamente fuggita, stamattina sei uscita con uno dei ragazzi più belle di Santa Monica… pensieri Bella!>>
<< Ho delle giustificazioni inattaccabili per il mio comportamento, ieri sera era davvero troppo tardi, è già una settimana che vivo in una stanza stracolma di roba da riordinare, tonnellate d’indumenti sparsi dappertutto e poi i libri, i miei amici peluche, compagni di un’infanzia newyorkese, i miei cd e i dvd e addirittura il mio portatile sono ancora rinchiusi in enormi scatoloni.>>
<< Come potrei non capire le esigenze legate a poveri peluche, rinchiusi al buio di uno scatolone!>>, scoppiò a ridere.
<< Non c’è niente da ridere, è un vero caos.
Riguardo a stamattina, tengo subito a precisare che Jasper è proprio un gran figo!>>
<< Bella sei senza ritegno!>>
<< … Ma anche se non fosse fidanzato, non me lo filerei per niente…>>
<< Ridicola non è possibile!>>
<< Non è il mio tipo! Mi dispiace… ma ti prego non dirgli queste cose! E’ un amico!>>
<< Troppo divertente, adesso sei ricattabile!>>
<< Non credo proprio che tu possa mettermi in imbarazzo dinanzi a Jasper per queste mie considerazioni… già dovresti aver chiaro che sono un osso duro!>>, lo guardai intensamente strizzando gli occhi.<< Ergo andiamo al sodo mio caro Edward… stamattina io e il tuo miglior amico abbiamo lavorato per te.>>
Si tirò ancor più su, appoggiandosi meglio ai cuscini.
Lo facevo stare sulle spine, era divertente, ma poi lo vidi diventare troppo serio e allora mi decisi a parlare.
<< Stanotte io ho pensato a te!>>
Rise.
 << Non ci credo.>>
<< Davvero! Ho avuto un’idea per agevolare la tua frequenza universitaria e farti sentire a tuo agio, cosa ne diresti che invece di farti affiancare da un assistente, ci pensassimo noi a te, provvederemmo noi a quelle esigenze, per così dire burocratiche, saresti più libero di fare ciò che vuoi, potresti cercarci, quando ne avresti bisogno, senza obblighi e senza una guardia del corpo sempre lì alle tue calcagna!>>
<< Ma cosa dici!>>
<< Abbiamo fatto una ricognizione accurata degli edifici che dovrai frequentare per i tuoi corsi e…. Ta da!>>, gli presentai la mappa del campus con gli edifici in cui frequentavamo tutti evidenziati con colori diversi.<< Spostati uomo di poca fede! >>
Mi sedetti sul letto con la mappa distesa sopra le ginocchia.
<< Jasper frequenterà qui, qui Mike e Angela, Ben in questa parte e qui in questo edificio, io naturalmente sono il rosa della tua vita!>>, scoppiai a ridere.<< Qui chiaramente troviamo l’edificio di Lettere e Filosofia, è abbastanza vicino e proprio davanti al tuo dipartimento, c’è Geologia ed Emmett!>>
 
EDWARD
 
Non riuscivo a parlare, guardavo la mappa, studiavo gli spostamenti, la sua voce mi rimbombava nel cervello. Quando aveva potuto partorito quest’idea così stramba!
<< Non è organizzabile!>>
<< E’ perché?>>, disse sollevando un sopracciglio con aria seccata.
<< Che cosa pensate di fare? La spola tra i vostri dipartimenti e il mio, per ogni mia necessità?>>
<< Edward io penso che una volta preso il ritmo delle lezioni, conosciuto aule e laboratori, riuscirai a muoverti agevolmente anche da solo.>>, abbassò il tono quasi si vergognasse e continuò. << In fondo ne ho visti altri ragazzi sulla sedia a rotelle, all’università.>>
Non sapevo se essere spaventato dall’enormità della cosa, lusingato dal tempo e dalle energie che Bella aveva impiegato per organizzarmi questo piano o se era giusto lasciarmi prendere dall’entusiasmo e farmi trascinare completamente in questo progetto.  Mi mancò l’aria, cominciai a tossire e poi boccheggiare.
Bella si volse verso di me spaventata:
<< Che succede Edward, cos’hai?>>
Mi voltai verso il capezzale del letto, lei si scostò rapida, presi dal cassetto un farmaco, lo spruzzai più volte in gola e respirai piano, cercando di concentrarmi.
Dopo qualche istante, mi sentii meglio, Bella restava immobile dinanzi a me, attonita.
<< Mi dispiace se ho fatto o detto qualcosa che ti ha fatto star male. Non volevo!>>
<< Tu non centri nulla, ogni tanto le emozioni troppo forti mi fanno andare in tilt il respiro … devo confessare che questo progetto mi ha dato una tale scarica di adrenalina che è stato difficile controllarmi.
Grazie Bella! Sei un fiume in piena, mi fai credere che tutto sia facile e realizzabile, come se fosse normale e non sai quanto ho bisogno di normalità.>>
<< Dobbiamo però essere cauti, riflettiamoci bene, potremmo provare per qualche settimana, vedere come va, non voglio metterti in difficoltà, mettere a rischio la tua salute, non potrei perdonarmelo.>>
Si avvicinò, i suoi occhi incatenati ai miei, sentivo il suo profumo, volevo godere di questa sensazione, della sua vicinanza, stavo bene quando la sentivo vicina.
<< Abbiamo ancora un mese prima che inizino le lezioni.>>, dissi deciso. <>, sorrisi.
Mi fissava, non capivo:
<< Perché mi guardi così?>>, le chiesi.
<< Ho ottenuto quello che volevo!>>, disse << E’ questo il mio premio!>>
<< Di che parli!>>
<< Stamattina mi sono ripromessa che ti avrei visto sorridere, sorridere solo per me e che questo sarebbe stato un premio, per il mio folle progetto! Ci sono riuscita. Sei favoloso quando sorridi!>>
Abbassai lo sguardo e avvampai, mai una ragazza mi aveva fatto sentire così, spiazzato, confuso, emozionato.
Lei era lì a portata di bacio, con la sua sfacciata bellezza.
<< Arrossito!  Sei anche arrossito!>>, trillò.
Mi scossi dal mio stato di trance, l’incantesimo era stato rotto … mi aveva preso in giro!
<< Sei assurda!>> , le dissi.
<< Che meraviglia! Sono riuscita a farti imbarazzare con una sola parola!>>
<< Smettila stupida!>>
<< Bene ma adesso devo proprio andare almeno! Il mio armadio mi aspetta. Parlerai ai tuoi genitori?
<< Si a pranzo.>>
<< Mi farai sapere?>>
<< Farò di più, se vuoi, vengo da te oggi pomeriggio e ti aiuto a liberare i prigionieri … I peluche!>>
<< Si certo ti aspetto, fammi  uno squillo quando ha deciso, ti verrò incontro.>>
Si sporse verso di me e mi depose un bacio leggero sulle labbra, rimasi totalmente interdetto, poi corse via, lasciando un’inconfondibile scia di profumo nella mia stanza e su di me e un dolce sapore sulle mie labbra.
Con un tale incentivo ero pronto ad affrontare l’ennesima prova di forza con i miei genitori, ma avrei dato qualsiasi cosa per sentire la sua presenza, accanto a me, la sua forza e decisione, allora sì che non avrei temuto di vacillare! Ma non c’era e se la rivolevo presto vicino, dovevo darmi da fare!

 

 

Ciao a tutti!!! Ho ripostato il primo capitolo ( non è un prologo e proprio il primo capitolo) con degli accorgimenti tecnici che mi sono stati suggeriti  e qualche ritocco, spero che in tanti la  leggiate e possibilmente recensite o commentata o contattatemi ... ho bisogno di conferme! Pprossimo capitolo venerdì o sabato!
Se qualcuno potesse darmi indicazioni o mi aiutasse a fare una copertina bella come molte di quelle che ho visto ve ne sarei tanto grata!
Grazie tante!
Cloe J.
  
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Cloe J