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Autore: Jules_    15/04/2012    3 recensioni
Cent'ani dopo, l'uomo non ha ancora capito.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo: RMS Titanic
100 anni, ma l'uomo non ha imparato niente




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La sera tra il 14 e il 15 Aprile 1912 è stato un chiaro esempio di errori umani.
Un esempio del "mai dire mai", la constatazione che, infondo, anche l'impossibile puo' accadere.
Ma cos'è che ci fa credere che qualcosa sia impossibile? L'uomo.
E l'uomo è una fonte certa? No.
In quella notte priva di luna e con una coperta di stelle abbiamo avuto la conferma che nulla è piu' forte di Madre Natura, men che meno l'uomo.
Millecinquecentoventitrè pagarono per l'arroganza e per la sfacciataggine di pochi, i quali si credevano così potenti da essere indistruttibili.
Mi dispiace, ma il mare vince sempre.
E il mare cancella tutto, come ha cancellato i nomi delle vittime di terza, seconda e prima classe. Chi sta a guardare in che ponte eri quando ti trovi in acqua sapendo che l'ultima cosa che vedrai è l'Innaffondabile inghiottita dalle acque?
Questa sera vorrei tanto che non pensiate alle scene di Cameron ma che deste un occhio alla vicenda, prova inconfutabile che errare è umano. Rendersene conto, però, è da coraggiosi.
Vorrei che almeno qualche pensiero vada al Capitano Smith, lasciatosi affondare assieme alla sua nave, da vero uomo di mare; all'Orchestra, che cullò la discesa della nave suonando fino alla fine; a tutte le persone di terza classe bloccate infondo ai corridoi.
Tutto quello che abbiamo, di quella "prova di forza", sono solo relitti, rimasti a testimonianza di tutto questo anche dopo anni.
La stupidità umana, poi, ci ha spinto a credere che sarebbe stata l'ultima volta.
Peccato che negli ultimi 100 anni abbiamo altri esempi di come l'uomo si sia fatto fregare dalla propria arroganza e voglia di sfida.
Dovremmo imparare dai nostri errori, e credevamo di averlo fatto, dopo 100 anni.
Mi auguro di gran cuore che, prima o poi, l'Uomo riesca a capirlo.

« Nella zona di cui parlo, fin dove riuscivo a vedere, salivano al cielo le grida più atroci mai udite da uomo mortale, se non da chi sopravvisse a quella terribile tragedia. I gemiti e i lamenti dei feriti, le urla di chi era in preda al terrore e lo spaventoso boccheggiare di chi annegava, nessuno di noi lo dimenticherà più fino al giorno della sua morte. »
  
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