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Autore: Gipsiusy    15/04/2012    2 recensioni
Lo sapeva,era stato sciocco,infantile e inutile annunciarsi così,ma non aveva altre soluzioni. Gli mancava troppo e a meno che non volesse semplicemente piombargli in casa non aveva alternative.
[...]
Chiuse la conversazione. Aprì la porta,dove qualche scansafatiche aveva affisso il disegno di omino sotto il battente con la fronte sanguinante. Ghignò e fece i diciassette scalini quasi correndo. Arrivò su e si prese due secondi per osservare prima di entrare. Arrivò alla conclusione che aveva immaginato in precedenza con un piccolo senso di fastidio: John non abitava più lì.
[...]
-John che cosa??tutto questo tempo..e tu ti fai vivo quando?il giorno del mio compleanno..fantastico Sherlock..davvero..- mentre parlava si stava avvicinando sempre di più alla finestra. Dannazione! Gli afferrò la giacca tirandolo a se,appena un attimo prima che attorno a loro si scatenasse l’inferno.

Il suo ritorno.
Immediato seguito di SPEECHLESS con vari riferimenti a "l'avventura della casa vuota" di Sir Arthur Conan Doyle.
Buona lettura!
Genere: Fluff, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'With you...'
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piccola nota: su Wiki la data di nascita di Watson è il sette agosto. Siccome i tempi combaciavano e casualmente è anche il giorno del mio compleanno ho deciso di lasciarla. :) non odiatemi!


“Happy b-day. SH.”
Lo sapeva,era stato sciocco,infantile e inutile annunciarsi così,ma non aveva altre soluzioni. Gli mancava troppo e a meno che non volesse semplicemente piombargli in casa non aveva alternative.
Dalla casa vuota dove si trovava l’appartamento di Baker street era in perfetta visuale,le luci accese,le tende sollevate..vedeva ogni movimento. Vide John impallidire alla lettura del messaggio,lo vide traballare e sedersi,lo vide camminare sotto e sopra nell’appartamento,lo vide prendere il mano il cellulare per decidere chi chiamare:Lestrade o Mycroft?
Avrebbe optato per quest’ultimo,sicuramente. Voleva far riconoscere il numero senza scatenare un putiferio. Peccato,se avesse chiamato Lestrade avrebbe risolto prima.
Aveva ben in mente la conversazione che sarebbe avvenuta da lì a poco:
“pronto,Mycroft? Mi è arrivato un messaggio..strano. E’ firmato come di solito firmava Sherlock. Chi sarebbe tanto idiota da firmarsi così”
Pausa. Mycroft avrebbe risposto qualcosa di generico. Glielo doveva.
“d’accordo,aspetto”
Pausa
  Pausa
    Pausa
Sherlock sorrise nell’ombra. Aveva scelto la strada difficile,e avrebbe trovato la risposta ovvia. Tanto ovvia da non saperla vedere.
“Sei sicuro?Sei assolutamente sicuro?”
Oh,d’accordo,si stava divertendo. Ma solo un po’..
“prova a inserire S H E R”
Pausa
“Come non funziona??? Era quella la password..”
Ok,era arrivato il suo momento.
“D’accordo..si si fammi sapere..ok ok..e..Mycroft? E’ possibile..ok ok ho capito..si si ci sentiamo..” e mise giù. Si sedette alla sua poltrona,con mani intrecciate sotto il mento e il corpo leggermente proteso in avanti.
Sherlock scese in strada e prese il telefono. Era un normale cellulare con una scheda nuova –quello vecchio con scheda annessa ce l’aveva Scotland Yard o qualcosa del genere-,dove scorse la rubrica fino a individuare il numero di John. Lo conosceva a memoria,ma preferì fare con calma. Fece partire la chiamata.
Uno squillo,due – John non era sicuro di voler rispondere- tre,quattro,- la tentazione era forte..-cinque,sei- avrebbe atteso fino all’ultimo-sette,otto –ma alla fine avrebbe risposto. “Hallo?”
-Pronto,John?-
“chi sei?”
- Sherlock -
“e io dovrei crederti?”
-perché non dovresti?-
“Sherlock è morto. L’ho visto. E’ così”
-se ti dicessi che ti sbagli?-
“non ti credo”
-vuoi la password del cellulare?-
“come fai a sapere che..”
-Mi sembra ovvio,no?-
“dimmela”
-5  6 4 6 –  O  H  N
Silenzio. Dall’altra parte avrebbe quasi creduto che fosse caduta la linea,ma sentiva il respiro irregolare dall’altro capo.
-John?-
“Sali.” Chiuse la conversazione. Aprì la porta,dove qualche scansafatiche aveva affisso il disegno di omino sotto il battente con la fronte sanguinante. Ghignò e fece i diciassette scalini quasi correndo. Arrivò su e si prese due secondi per osservare prima di entrare. Arrivò alla conclusione che aveva immaginato in precedenza con un piccolo senso di fastidio: John non abitava più lì.
Ergo il suo profumo,come tutto di lui,era sparito,rimpiazzato da polvere,vecchio e chiuso.
Entrò con una smorfia sul viso,constatando che almeno le sue cose erano rimaste lì. Negli scatoloni,certo,ma almeno c’erano.
 John si alzò e lo osservò a lungo,girandogli intorno.
“No Rush” si impose Sherlock,e cercò di essere il più rilassato possibile. Tuttavia non era mai stato pienamente capace di controllarsi,al ché  dopo pochi minuti esclamò:
-non è che se mi giri attorno cambio aspetto..-
Lì per lì si pentì di averlo detto,ma col senno di poi si rese conto che era stato un modo come un altro per rompere la tensione fatta di ghiaccio attorno a loro. John si ritirò e rizzò le spalle,osservandolo.
-e dovrei fidarmi così?-
-ovviamente non mi aspetto che tu lo faccia,ma ho diverse argomentazioni a mio favore. Cose non scopribili con una telecamera o spiandoti..
Ad esempio,posso parlare di quando da piccolo cadesti da un albero,tagliandoti il ginocchio di lungo e lasciando una cicatrice diversa da quelle di guerra.
Posso dire che al college lavoravi,prima di scoprire la carriera militare e pagarti così gli studi di medicina.
Posso anche parlarti di come,una sera di quasi sei mesi addietro,tornasti a casa stanco e stressato,e io ti feci un massaggio per farti rilassare..- abbasso percettibilmente il tono di voce,rendendolo più caldo e suadente. Gli occhi perlustravano il volto e il corpo del medico di fronte a lui,osservandolo attentamente.
-Posso dire di come facemmo l’amore..dopo..-
John ebbe un brivido a quelle parole,inconfessabile. Non poteva credere a uno che si spacciava per Sherlock così,su due piedi, eppure..
Si ricordò una frase che gli disse Mycroft e,successivamente,anche Molly,sebbene non con gli stessi termini:
SPES ULTIMA DEA” che se non ricordava male significava che la speranza è l’ultima a morire. Lì per l’ aveva deciso di non farci troppo caso,ma alla fine,forse era questo che intendevano.
Un momento,loro sapevano tutto e a lui non avevano detto nulla?
Sarebbe stato meglio per l’uomo di fronte a lui non essere chi diceva di essere,perché in quel caso la sua collera sarebbe stata riversata tutta su di lui,e non era roba da poco.
-Perché?- chiese dopo un po’. Sherlock aveva osservato la mutevoli espressioni sul volto dell’altro,che passavano dall’imbarazzo, all’incredulità e infine alla collera. Ora sembrava più controllato.
-Eravate in pericolo.-
-chi?-
-I killer-
- Moriarty?-
- ovvio.-
-e tutto questo tempo..perché sei rimasto lontano..senza farmi sapere nulla?-
- Tutti dovevano credere che fossi morto. Se la persona più vicina a me non lo avesse creduto sarebbe stato inutile..-
-perché proprio oggi?-
-mi mancavi. Ieri è finito il termine di due dei tre killer rimasti. Uno è “scomparso”,e casualmente è quello che se ne sarebbe dovuto andare più tardi..-
-Ti mancavo?? Io…tu hai idea di quello che ho passato per colpa tua?- Oh,ora era di nuovo arrabbiato. Aveva superato lo shock,almeno.
-Era necessario!- replicò il detective.
-mi stai davvero dicendo che non c’era il più remoto modo di farmi sapere assolutamente nulla? E Molly?e Mycroft?-  Mentre John parlava,Sherlock aveva notato un luccichio dalla finestra dove si era appostato il pomeriggio prima,ad attendere l’arrivo del dottore.
-John..-tentò di prendergli il braccio ma lui si ritrasse.
-John che cosa??tutto questo tempo..e tu ti fai vivo quando?il giorno del mio compleanno..fantastico Sherlock..davvero..- mentre parlava si stava avvicinando sempre di più alla finestra. Dannazione! Gli afferrò la giacca tirandolo a se,appena un attimo prima che attorno a loro si scatenasse l’inferno.
 La finestra esplose e sentì,dolorosamente,delle schegge di vetro conficcarsi nella sua schiena. Lottò con se stesso per tenere fuori la sofferenza e ci riuscì. Riaprì gli occhi e pote’ assicurarsi che almeno John stesse bene. Il dottore in quel momento lo guardava tra il preoccupato e lo shockato.
-Sherlock..che cosa..?-
-non ti preoccupare..e’ solo…Moran..-
-chi??ma che cosa…?- poi notò le ferite del compagno. Una pericolosissima sul collo,un’altra in corrispondenza del cuore e una,il vetro non era neppure caduto,sul fianco. John lo prese tra le braccia e lo girò,per guardarlo in volto.
-non…preoccuparti..Lestrade è nei paraggi..-infatti pochi attimi dopo arrivò l’ispettore che quasi urlò per quello spettacolo.
-ci metto un attimo…non succederà niente..il tempo che porto fuori John..quante cazzate può dire un uomo..DONOVAN! CHIAMATE L’AMBULANZA!DITELE DI MUOVERSI!- l’ispettore si avvicinò a John,che ormai guardava il detective senza realmente vederlo..lui sapeva tutto eppure..
Il moro guardava John senza realmente vederlo. Sentiva le sue braccia e quasi sorrise,pensando che non sarebbe stato male,alla fine,morire così,stretto a John..
-Sherlock..non puoi farmi di nuovo questo..- la voce di John era rotta da un pianto senza lacrime,di quelli che ti lasciano semplicemente senza fiato.
No,non poteva andarsene! Per John,non poteva lasciarlo di nuovo! Raccolse le energie residue e riaprì gli occhi che non si rese neppure conto di aver chiuso,e vide che erano in ambulanza.
John era accanto a lui,avevano rimosso il pezzo di vetro dal fianco e si dirigevano spediti verso l’ospedale.
-Va..tutto bene..John..- cercò di dirgli. Il biondo sorrise e annuì.
-certo,va tutto bene..-
 
 
Some times later
 
Sherlock era seduto in un letto bianco,in una stanza bianca e fuori dalla finestra il cielo era bianco. Anche il camice che indossava era bianco,le tende erano bianche,forse anche lui era bianco,se non fosse stato per i capelli. Sarebbe impazzito se fosse rimasto lì ancora a lungo.
John era andato a prendere un caffè,ma lui sapeva la verità. Aveva semplicemente bisogno di realizzare il tutto,pienamente comprensibile.
Lestrade era passato a dire che avevano catturato Moran e che Mycroft era passato mentre lui era ancora incosciente a vedere come stava. La sua espressione tradiva che c’era qualcosa di più con il fratello,ma avrebbe avuto modo di approfittarne,in futuro.
In quel momento l’unica cosa che gli premeva era quella che stava attraversando la porta della sua camera,con un passo nervoso e ,ovviamente,senza caffè.
-Sei già sveglio?-
-Ovvio,è già un miracolo che abbia dormito durante l’operazione. Il mio corpo è ABITUATO alla droga.. e comunque ho i punti che tirano da morire. Nessun organo compromesso eppure sono bloccato qui. E’ frustrante!-    
-devono tenerti in osservazione,lo sai..-il dottore si avvicinò al letto,con uno sguardo determinato.
- John..-
-no,aspetta. Devo prima dirti una cosa..- fece un respiro profondo,poi disse: -Ti amo Sherlock. Avrei dovuto dirtelo tempo fa,ma vuoi per codardia,vuoi per altro,non lo feci. E tu sei morto,e l’unica cosa a cui pensavo che non avrei mai potuto dirtelo.
Oggi sei tornato e stavi di nuovo morendo,tra le mie braccia,e ancora non te l’avevo detto. So che per te non ha molta importanza eppure..-
-anche io. -  Aveva pensato di farlo parlare,ma a quel punto si vide costretto a interromperlo.
-cosa?-
-Ti amo anche io. E sbagli,comprendo appieno cosa hai provato. Per questo non potevo..non posso permettermi di metterti in pericolo. Tu mi sei stato accanto per tanto tempo e sai i rischi che si corrono,e più di una volta sono arrivato al punto di pensare che non sarei mai dovuto tornare,per il tuo bene. Ma l’uomo è un essere prevalentemente egoista..-
John annuì,comprendendo. Sherlock allungò il braccio,tirando i punti e lasciandosi sfuggire un piccolo gemito,e gli prese la mano. John la strinse e il detective ne approfittò per tiralo a sé. Fece spazio sul letto per farlo sedere accanto a lui. Lo abbracciò,respirando il suo profumo.
-mi sei mancato..-
-anche tu..-
-solitamente avrei evitato trappole del genere. Solo gli idioti ci cascano,eppure non posso non ammettere di essere..come si dice..-
-felice?-
-possibile.-
Silenzio. Silenzio intimo,sicuro,loro.
- Sherlock?-
-mmh?-
-quella cosa che hai fatto per 2 volte di fila..-
-cosa?rischiare la vita per salvare la tua?-
-esatto,non andava bene. Non osare farlo mai più.-
-non posso promettertelo.-
-Dovrai. Non accetto obiezioni.-
-e da quando comandi tu?-
-dal momento in cui un certo genio si è buttato dal tetto di un ospedale..-
-John,sai perfettamente che qualsiasi cosa tu possa dire io andrò avanti come dico io..-
- No! Non posso permettertelo!-
-Andiamo,John! Credi che sarei a posto se sapessi che avevo la possibilità di salvarti e non l’ho fatto?-
-e tu pensi che sarei…qualcosa, se tu dovessi andartene di nuovo? Quanti traumi può sopportare un uomo prima di soccombere..- chinò il capo,come se un macigno invisibile si fosse posizionato sulle sue spalle.
-Cosa intendi?-
Il dottore non rispose,continuando ad osservare le loro mani intrecciate. Una bianca e forte,una più scura e inverosimilmente più fragile.
Sherlock lo costrinse ad alzare il volto per guardarlo negli occhi.
-Spiegati.-
- cosa c’è da spiegare? Ero un uomo solo e triste,reduce da una guerra inutile insieme ad altri uomini soli e tristi come me. Poi una mattina un vecchio compagno di scuola ti ha presentato a me e da quel momento non ho avuto un attimo per pensare “non sto bene”. Poi ti sei buttato da quel maledetto tetto e a poco  a poco quel poco di vita che vivevo fluiva via con il tuo sangue. Sono andato avanti,mi sono fatto forza perché sapevo,avevo la speranza in me. Ora che sei tornato capisco che non era vana,ma se un giorno morissi per davvero,senza lasciarmi un barlume di speranza,senza lasciarmi nulla..bhé,direi che la tragedia ha un finale più che scontato,no?- fece un sorriso triste. Sherlock posò la fronte su quella del compagno,senza parlare,guardandolo solamente. Bastavano gli occhi a spiegare tutto quello che voleva dire,tutta la forza, la tristezza,la fiducia..l’amore che John cercava tanto quanto aveva cercato gli occhi stessi. Quegli occhi così misteriosi,fuggevoli,che erano capaci di farti vedere l’intero universo o di lasciarti fuori del tutto.
-A questo punto..-disse Sherlock dopo un po’ –direi che la soluzione è scontata..-
-ovvero?-
-non devo più lasciarti. E tu non devi lasciare me,ovvio..affare fatto?-
-affare fatto..- Sherlock avvicinò il viso a quello del dottore e lo baciò,dapprima dolcemente,poi divenendo sempre più passionale. Affondò le mani nei capelli del moro,respirandone il profumo invitante misto a quello dell’ospedale. Ora stava bene. Davvero.
 
-No,Sherlock..il dottore ha detto che non devi muoverti dal letto.-
-ma io mi annoio..portami almeno il cellulare..-
-riposo ASSOLUTO.- sottolineò la parola. Sapeva che sarebbe giunto quel momento. Sherlock Holmes non poteva starsene tranquillo a letto.
-almeno il cellulare..ti prego!!- gli fece il suo migliore sguardo da cagnolino bastonato. John distolse lo sguardo,facendosi i complimenti per aver dimenticato sia il suo che il cellulare del compagno a casa.
-ora devo andare..torno domani mattina..devo sistemare un po’ di cose..-
-aspetta aspetta..tu mi stai lasciando solo,annoiato e per di più per tutta la notte??- il moro spalancò gli occhi per la sorpresa. Sul volto del dottore si dipinse un sorriso che sembrava piu’ un ghigno.
-oh..non sarai da solo..- dalla porta entrarono Anderson e Donovan.
-si sono offerti di badare che tu non scappi quando io non ci sono..- Anderson guardava un punto imprecisato fuori dalla finestra,mentre Donovan lo guardava fisso.
-ciao strambo- lo salutò.
Sherlock la ignorò. –John capisco che tu mi odi ma questo e’ troppo! Ti prego tutti ma non loro!!-
John gli accarezzò i capelli come si fa con un bambino. – stai tranquillo e dormi,domani arriverà in fretta e loro non ci saranno più..-
-Uffa. Sei malvagio.-
-tutto solo per il tuo bene..- avvicinò la fronte a quella dell’altro,sorridendo.
-Buonanotte,Sherlock..- gli diede un bacio leggero sulle labbra e si allontanò,sentendo l’altro lamentarsi.
-me la pagherai,John Watson!- gli urlò mentre usciva.
 
Uscì dall’ospedale e guardò il cielo. Era quasi mezzanotte,mai aveva passato un compleanno come quello. Alzò gli occhi cercando di individuare quelle 3-4 costellazioni che conosceva,trovando immediatamente Orione e l’orsa minore. Le altre erano un mistero ma non gli importava. Una piccola luce fendette il cielo. Sorrise. Non aveva bisogno di nulla. Aveva lui.


I'M COME BACK!!!

come Sherlock,anche io sono tornata..è da un po' che non scrivo..
questa era praticamente pronta..mi mancavano giusto il finale e due battute qua e là...
che dire?
vi è piaciuta? lo spero tanto!!
Sherlock mi odia tanto tanto tanto..ormai è un abitudine XD
non può assolutamente prendersela con John,eh!
uh uh...nella prossima storia spiegherò un po' di cose non molto chiare..ad esempio:perché John era in Baker street se non ci abita più?
e come faceva Moran a sapere che Sherlock sarebbe stato lì?
Anderson uscirà vivo da tutto questo?
questo e altri interrogativi verranno svelati prossimamente!!
Un saluto alla mia Sherlock e alla sua amica-mia-nemica Melanie..
un bacio a tutti e..
Jim dillo tu,su..
J:STAYIN ALIVE!!

ah,dimenticavo,questa è l'immagine che Sherlock trova sul battente..
è troppo geniale per non metterla!


   
 
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