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Autore: _Fy    15/04/2012    1 recensioni
Sara è una ragazza allegra e solare eppure così insicura e timida. Come ogni adolescente si troverà ad affrontare le problematiche della sua età. Frequenta il terzo anno di scuola superiore ed è sempre in compagnia della sua migliore amica storica, Liliana. Tra qualche gioia e qualche dolore tipico dei suoi 16 anni, Sara affronterà mille avventure e finalmente conoscerà l'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutte, mi chiamo Federica e vorrei proporvi questa storia! Spero sia gradita!^^ Inoltre, mi farebbe piacere leggere anche qualche vostro parere! Detto questo, buna lettura.

Ancora una volta era riusciata ad arrivare tardi. Correva tra i corridoi deserti della sua scuola; una mano stratta al petto stringeva tra sè un libro sgualcito e un quaderno degli appunti. Alcune ciocche dei capelli lasciati sciolti le coprivano la visuale finendole davanti agli occhi, altre invece le si erano posate sulle labbra dischiuse. Una volta raggiunta la sua meta si fermò di colpo, portò la mano libera sul petto come a voler fermare il ritmo incessante del suo cuore, il respiro le era diventato pesante mentre uno strato di rossore le imporporava le guance; con la mano scansò le ciocche ramate di capelli che le si erano appiccicate al viso e inghiottì quanta più aria possibile per riuscire a regolare il respiro poi, come per darsi coraggio, sospirò profondamente e bussò alla porta della sua classe

- Avanti!

La voce del professore era a mala pena udibile, coperto dallo spesso strato di legno che costituiva la porta, eppure non le era sfuggito il tono spazientito che aveva assunto; immaginò che l'interruzione non fosse stata di suo gradimento. Ancora una volta sospirò, tentando di raccimulare tutto il suo coraggio poi, con mano tremula, abbassò la maniglia e la porta si aprii mostrando venti paia di occhi che la fissavano incuriositi. A testa bassa mormorò qualche scusante, poi si affrettò a raggiungere il suo posto, la frangia le impediva la visuale e si ritrovò ad inciampare nei suoi stessi piedi procurando l'ilarità di tutti i suoi compagni. Riversò gli occhi al cielo e cercando di allontanare da sè il pensiero di quell'ennessima figuraccia, raggiunse il suo posto per davvero. Il professore Loconte, insegnate di diritto, dopo averla guardata male senza emettere alcun suono, riprese la sua lezione.

- Quindi stavamo dicendo che la proprietà può anche essere espropiata per motivi di interesse generale a condizione che...

Si ritrovò a perdere il filo della spiegazione non appena una pallina di carta venne a contatto con la sua testa; alzò lo sguardo cercando di capire chi fosse l'artefice di quella che lei amava definire, una bambinata e Intercettò il volto della sua migliore amica che le sorrideva e le indicava il minuscolo pezzo di carta che poco prima l'aveva colpita. Si affrettò ad aprirlo e a leggere quello che si trovava al suo interno.

 

-Ancora in ritardo! Sei un caso disperato... Bella caduta prima XD-

Liliana, sapeva essere dolce quanto irritante. Eppure le voleva bene così com'era, senza sotterfugi, senza se e senza ma. Ricordava ancora il giorno in cui l'aveva incontrata e di come, a prima vista, le fosse apparsa così antipatica. Quel giorno, primo giorno delle scuole elementari, entrabe si guardavano attorno spaesate, lei, quella che ben presto sarebbe diventata la sua amica per l'eternità, era rimasta seduta al suo posto con lo sguardo basso, torturandosi le dita per l'imbarazzo. Ben presto si rese conto del suo sguardo e i loro occhi si incontrarono, cioccolato e menta. Ricordava bene di come avesse poi abbassato lo sguardo con un sorriso di scherno dipinto sulle labbra sottili. Ricordava bene come ne fosse rimasta infastidita.

 

-Non mettere il dito nella piaga Lily u.u-

Cercando di non essere beccata dal professore, lanciò in maniera alquanto goffa, quel pezzetto di carta richiuso in malo modo. Rimase ad osservare la sua amica mentre leggeva con minuziosa attenzione quelle poche righe notando ogni lieve spostamento della sua pelle, ogni tentativo vano nella speranza di non lasciarsi andare a delle risate, probabilmente dovuta al ricordo della sua magra figura.E si lasciò ancora sopraffare dai dolci ricordi della sua infanzia. Ricordava la sua Lily, in piede davanti al suo banco; non l'aveva ancora notata, troppo presa a rigirarsi la penna tra le mani. Si era schiarita la voce per attirare la sua attenzione poi, non avendo ottenuto alcun risultato, aveva esordito con un "ciao" emesso con voce alquanto spazientita. Ricordava di aver guardato, quella bambina davanti a lei, per minuti che parvero ore, di essersi soffermata sul suo sorriso sincero, sugli occhi verdi così grandi ed espressivi e quella treccia scomposta che le ricadeva da un lato. Quello, probabilmente, fu l'inizio di tutto, l'inizio di una grande amicizia che aveva vinto ostacoli di ogni tipo.

 

-Lo sai che amo prenderti in giro, non ti arrabbiare :P Piuttosto, le hai sapute le novità?-

 

Con movimenti rapidi e veloci, Liliana, era riuscita a passarle nuovamente il messaggio; lei invece, nel tentativo di afferrare al volo il biglietto, aveva creato un terribile frastuono con il banco guadagnandosi, ancora una volta, un'occhiataccia da parte del professore. Sorrise, scusandosi con lo sguardo senza utilizzare le parole, poi, dopo essersi assicurata di non essere più sotto lo sguardo severo del professore, si accince ad aprire il foglietto e a leggerne il contenuto.

 

-Novità?? Solite voci di corridoio immagino! Sai che queste dicerie mi stuzzicano la curiosità, sei perfida!-

Liliana sorrise divertita di fronte al modo di fare della sua migliore amica; spesso le aveva ricordato che prima o poi, quella sua caratteristica, l'avrebbe ficcata in qualche guaio.

 

-Si vocifera che, chissà quando e chissà da dove, debba venire un nuovo studente cacciato dal suo vecchio istituto...Saretta cara, spero proprio sia un tipo carino :P-

Sara piegò le sue labbra carnose in una sua tipica smorfia mentre, spazientita, faceva ciondolare la sua chioma a destra e a manca.

 

-Pensi sempre ad una cosa tu, assurdo. La classica romanticona in cerca del principe azzurro delle fiabe.... Orami è fuori moda, usciresti mai con un tipo in calzamaglia? Mia nonna risulterebbe più virile!-

Liliana trattenne a stento le risa; non che ci fosse poi molto da ridere su ciò che l'amica aveva scritto ma quano meno ci aveva visto dell'impegno.

Il suono della campanella segnò l'inizio della pausa pranzo; Sara si ritrovò a sospirare sollevata. Liliana, nel frattempo, le si era avvicinata sorridendo << Allora, cara la mia sbadata, immagino tu abbia avuto una giornata movimentata>> gli occhi le si erano accesi di ilarità mentre le sue labbra tremavano per l'evidente difficoltà a trattenersi dal ridere.

- Come sei simpatica questa mattina, un vero zuccherino! Bando alle ciance, cosa facciamo questo pomeriggio?

Sara iniziò a raccogliere le sue cose dal banco.

- Mmmh, potremmo studiare insieme?

Continuò poi.

Liliana la guardò scettica facendo schioccare la lingua sul palato.

- Scherzi, vero? Finirebbe come l'ultima volta! Che ne dici di fare shopping? Infondo non ci andiamo da molto ed ho giusto bisogno di qualche maglietta nuova.

Sara finse di pensarci su, infondo l'idea di girovagare tra i negozi non le dispiaceva affatto, tanto più che si trovavano nel periodo natalizio; avrebbe potuto osservare le lucine colorate appese in città, magari si sarebbe fatta sera e la magia natalizia si sarebbe fatta più evidente; sorrise entusiasta.

- Ok, mi hai convinta.

Si guardarono complici ed insieme attraversarono il lungo corridoio dell'istituto.

- Oh, è arrivata già mia madre.

Osservò Sara non appena uscite da scuola.

- Non posso aspettare con te questa volta, ci vediamo oggi pomeriggio, va bene?

Liliana annuì sorridente.

- Tranquilla, ci vediamo oggi

Si sporse e stampò un piccolo bacio sulla guancia paffuta della sua migliore amica che sorrise.

- Va bene, ciao!

La salutò con la mano e si voltò correndo verso sua madre che, spazientita, aveva già iniziato a suonare il clacson. Sua madre era una donna molto buona, forse fin troppo. Aveva divorziato da suo padre quando lei aveva ancora pochi anni di vita, da allora si era presa cura di lei da sola; quando ci pensava le veniva sempre un magone all'altezza della gola e gli occhi le si facevano lucidi. Suo padre invece, non lo vedeva spesso, era partito per lavoro tempo addietro e aveva fatto ritorno solo nei periodi di festa. Cosa provasse nei suoi confronti non lo sapeva, lo amava e lo odiava probabilmente.

- Come è andata la tua giornata?

Sospirò al ricordo di quella lunga e imbarazzante mattinata.

- Poteva andare peggio credo.

Sua madre, Caterina, sorrise distogliendo per un attimo gli occhi dalla strada, poi scese il silenzio.

Una volta tornata a casa e aver pranzato, si stese sul letto esausta e lasciò che le sue emozioni le scivolassero addosso. Chiuse gli occhi respirando profondamente, quasi come se stesse dormendo mentre il vuoto si affacciava nella sua testa. Poi scivolò nell'oblio.

Si sveglio un'ora più tardi e con suo sommo orrore, dopo aver controllato l'ora dalla piccola sveglia posta sulla cassettiera accanto al suo letto, si scoprì in ritardo. Scese velocemente dal letto, uscì dalla sua stanza e corse nel piccolo bagnetto situato accanto alla sua camera, si spogliò di tutta fretta e girò le manopole della doccia infilandosi al suo interno senza neppure aver controllato la temperatura.

- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!

Gridò con tutto il fiato che aveva; l'acqua era decisamente congelata. Un'ora più tardi era pronta; controllò la sua immagine allo specchio. Davanti a lei c'era una ragazza dai capelli lunghi e ramati, la frangia forse un po' troppo lunga, le scendeva sugli occhi nocciola dal taglio a mandorla, il naso era dritto e all'insù, le labbra carnose il tutto incorniciato da un volto a forma di cuore. Non era molto alta, non superava il metro e sessantacinque ma quantomeno era fisicamente proporzionata; sorrise soddisfatta, afferrò la borsetta lasciata sulla sedia della scrivania e corse fino allo porta di casa << Io vado>> non attese risposta e chiuse la porta dietro di sè.

- Cosa ne pensi di questa?

Liliana le presentò sotto al naso l'ennesima maglietta.

- Mi piace, è carina! Ma non trovi che quel rosso acceso sia quanto meno esagerato?

Liliana osservò perplessa la maglia che stringeva tra le mani.

- Naaah

Esordì poi, facendole una linguaccia.

Sara si ritrovò ad osservare la sua migliore amica, probabilmente nulla di quello che poteva indossare le sarebbe stato male; Liliana era una ragazza davvero molto bella, i capelli castani, lunghi fino alle spalle, le scendevano ad onde, gli occhi erano grandi e verdi, il naso era dritto e proporzionato, le labbra sottili ed il viso era ovale. Era molto alta e slanciata; molto più di quanto lo fosse lei.

-Perchè non provi questo vestito?

Si riscosse dai suoi pensieri e guardò il vestito che la sua migliore amica le stava porgendo; ne rimase disgustata.

- Quello?! Scherzi, vero? E' orrendo ahahaha i vestiti a fiori non gli indossa più nemmeno mia nonna

Risero, come solo due vere amiche potevano fare.

-Scherzavo, magari però potresti prendere quello!

Sara rimase incantata dal vestito che le aveva indicato Liliana; un vestito corto fino alle ginocchia, color glicine, il suo colore preferito.

-Magari possiamo abbinarci qualche accessorio viola.

Continuò poi

- E' meraviglioso

Mormorò Sara avvicinandosi e toccandone il tessuto morbido.

-Allora? Cosa stai aspettando?! Provalo!

Liliana afferrò il vestito e con poca delicatezza la spinse nel camerino; non petava più tirarsi indietro, tanto valeva provarselo.

Si guardava allo specchio poco convinta, con le mani cercava di appiattire le pieghe della gonna.

- Allora hai finito?

Dietro la tendina, Liliana attendeva l'amica spazientita muovendo un piede ritmicamente sul pavimento.

- Si, ora esco!

Sospirò profondamente per poi dare le spalle allo specchio e scostare la tendina del camerino; il piede dell'amica, alla sua vista, aveva smesso di agitarsi e il sul suo volto si era dipinto un sorriso radioso

-Sei stupenda!

Quasi non lo urlò.

- Dici?

Sara non ne era molto convinta.

-Assolutamente

Asserì lei e Sara si ritovò ad arrossire.

- E' stata una buona idea prendere questa cioccolata calda, te lo concedo

Avevano appena terminato di fare compere; alla fine Liliana aveva convinto l'amica ad acquistare quel vestito che tanto l'aveva colpita << Se mi dessi ascolto più spesso>> Sara le rispose con una linguaccia poi riprese a bera la sua cioccolata.

- Secondo te come sarà questo nuovo fantomatico ragazzo? Dicono abbia qualcosa di strano. E' stato cacciato dal suo vecchio istituto, si vocifera abbia ricattato un professore.

Sara si ritrovò ad arcuare un sopracciglio scettica.

- Ma finiscila, sono solo chiacchiere di qualche sciocco. E tu ci caschi con tutte le scarpe

Liliana sorseggiò la sua cioccolata.

- Vedremo

Esordì tranquilla.

-Uhm

Mormorò lei prima di imitare la sua amica. Liliana la fissò per un tempo che parve lunghissimo, poi iniziò a ridere.

-Cos'hai da ridere?

Tentò di emettere un suono ma le risa erano davvero troppe e non riusciva proprio a parlare.

-Allora?!

 Sara iniziava seriamente ad innervosisrsi; Liliana tentò di darsi un contegno riacquistando la sua serietà.

- Sei completamente sporca, dimmi un po' come hai fatto a macchiarti anche il naso?

Scoppiò nuovamente a ridere ma stavolta si unì a lei anche Sara.

Il giorno dopo a scuola era arrivata stranamente in orario; quella mattina le voci di corridoio erano notevolmente aumentate così tanto da arrivare persino a lei; gli studenti si ammassavano nelle classi eccitati fino a quando il professore, con la sua entrata in aula, non mise un po' d'ordine.

-Ragazzi, seduti!

Si schiarì la voce per poi continuare.

-Come credo sappiata, oggi a scuola è arrivato un nuovo studente, il suo nome è Matteo Padovano e rimarrà con noi per i prossimi 2 anni

Liliana si girò verso Sara facendole l'occhiolino al quale lei risposi con un'alzata di spalle; il rumore della porta la riscosse ed i suoi occhi si incatenarono alla figura che man mano stava avanzando nella classe, nell'aula infatti, era appena entrato un ragazzo abbastanza alto e slanciato, i capelli castano dorati svolazzavano ad ogni suo passo, le mani erano riparate all'interno delle tasche dei jeans, i suoi occhi però, le erano ancora preclusi.

- Bene, lui è Matteo, fatelo ambientare e siate cordiali

Aveva terminato così il professor Loconte ma Sara sembrava non averci fatto caso; un paio di occhi color ghiaccio l'avevano distolta, un paio di occhi che ora la stavano fissando.

   
 
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