Libri > Il diario del vampiro
Ricorda la storia  |      
Autore: Elen91    15/04/2012    19 recensioni
Elena, fra un singhiozzo e l'altro, le guance rigate da incontenibili lacrime di gioia, quasi senza rendersene conto, si ritrovò a cavalcioni su di lui, le ginocchia tremanti affondate nel morbido materasso.
Lo baciò sulla fronte, sulle palpebre, sulla punta del naso, sulle guance e, infine, sulla bocca.
La ragazza era talmente euforica, che non si chiese, neanche per un attimo, come avesse fatto a tornare.
« Adesso li senti i miei baci, tesoro? » domandò, la voce gioiosa, anche se leggermente incrinata dal pianto.
Elena fu scossa da un gelido e doloroso brivido, al ricordo di quando, pochi giorni prima, gli aveva posto la stessa domanda, mentre stringeva fra le braccia il corpo di Damon, freddo, insanguinato e quasi esanime.
In quei momenti, colmi d'angoscia ed orrore, di paura e morte, il vampiro, allo stremo delle forze, le aveva risposto, in un fievole sussurro telepatico, che non sentiva i suoi baci, perché ormai i suoi sensi erano talmente intorpiditi, che non percepiva più nulla, nemmeno il dolore. A quella risposta, Elena si era sentita morire, come se le avessero strappato l'anima dal corpo, trascinandola nelle tenebre più impenetrabili.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon Salvatore/Elena Gilbert
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Autrice: Elen91
Fandom: Il diario del vampiro.
Titolo: A heart whose love is innocent.
Timeline: Si svolge subito dopo la morte di Damon in “Midnight”, potete vederla come un alternativa a “The phantom”.
Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert.
Genere: Introspettivo, malinconico, romantico.
Rating: Arancione.
Avvertimenti: Lemon. One-shot.
Nda: Questa piccola shot è nata in pochi minuti dal mio volere un proseguimento diverso da quello di “The phantom”. Non ho letto il libro, ma conosco la trama, e mi ha delusa da matti. Insomma, dopo aver stretto Damon sul letto di morte e avergli detto che lo ama, e dopo che anche Stefan si è accorto che il loro amore è così forte da non competere con quello che Elena nutre per lui, la scema ritorna da Stefan? Dai, ma quanto poco credibile è? Soprattutto alla fine di “Midnight”, quando Elena pensa che non avrebbe mai permesso a nessuno di sminuire l'amore che nutre per Damon, ma subito dopo va a dormire con Stefan. Odiosa e piuttosto s*****a. Sì, per lo meno dieci volte di più rispetto a quella del telefilm, che almeno non lo sbaciucchia ogni due minuti e non lo chiama “tesoro”, e poi ritorna da Stefan, e si permette anche di fare la gelosa se Bonnie e Damon si baciano. Okay, tutto questo inutile sfogo serviva a spiegarvi il motivo per cui leggerete di una Elena che finalmente ha capito che, per lei, esiste Damon e solo Damon. Bene, ora mi eclisso, ringraziando chiunque metterà la storia fra le preferite o le ricordate, ma soprattutto chi recensirà, perché questa shot è frutto di un duro" lavoro", e ci sono stata molto, per scriverla, anche se, come ho detto, l'ispirazione è arrivata in pochissimi minuti. Quindi è importante, per me, che mi si dica la propria opinione, e perciò vi invito a recensire.




A heart whose love is innocent*



Elena, stesa sul letto, i capelli d'oro sparsi sul cuscino, a formare un ventaglio di seta, strinse fra le dita la morbida e delicata stoffa del lenzuolo, quasi a voler impedire a quell'insopportabile dolore che da giorni l'attanagliava, divorandole senza alcuna pietà l'anima e il cuore, di avere la meglio su di lei.
Damon.
Il suo Damon era morto, per salvare la vita a Bonnie, e lei era stata costretta a lasciarlo andare.
Le avevano praticamente strappato dalle braccia quel meraviglioso corpo esanime, e l'avevano trascinata via.
“ Ti amo, Elena ”, erano state le sue ultime parole, appena sussurrate, fra lacrime, dolore e sangue.
E proprio quando lei, finalmente, aveva smesso di essere una codarda, e gli aveva confessato di amarlo, lui l'aveva abbandonata, con l'unico desiderio di non essere dimenticato.
Quell'idiota! Come aveva potuto farlo? Perché non aveva lottato, per rimanerle accanto? Perché l'aveva privata del suo cuore, che era rimasto con lui, nel luogo in cui aveva abbandonato il suo corpo?
Avrebbe voluto urlare, fino a che non avesse più avuto voce per farlo. Avrebbe voluto farsi del male. Tutto, pur di soffocare l'indescrivibile, immenso dolore che attanagliava ogni fibra del suo essere in una morsa di ferro, e non accennava a volerla lasciar andare.
Stefan, quasi timoroso, avanzò qualche passo verso il letto, e si stese accanto a lei, stando ben attento a non toccarla. « Angelo, lo so che… »
Il suo cuore ebbe un tuffo, e parve volersi spezzare a metà.
Angelo. Damon la chiamava spesso così, e lei non voleva sentirsi chiamare allo stesso modo da Stefan. Le faceva troppo male.
Elena lo interruppe, sollevando un braccio, in un gesto stanco, quasi le costasse un enorme fatica « Non chiamarmi così, Stefan. E... Non ho voglia di parlarne. Lasciami sola. » disse, atona, nascondendo, da brava attrice qual'era, il tremito che minacciava di incrinare la voce limpida e cristallina.
Sapeva che Stefan voleva parlare di Damon, e lei non ne aveva la forza.
Quando sentì la porta della stanza richiudersi dietro il vampiro, si rannicchiò su un fianco, e diede sfogo a tutto il dolore e la rabbia che per giorni non avevano fatto altro che opprimerla, e dilaniarla, e ucciderla.
Damon, il suo nome riecheggiò mille e più volte nella sua mente, e lei sperava, pregava che questo avrebbe potuto ricondurlo da lei.
Ma, in fondo, Elena non era stupida, e sapeva che niente avrebbe potuto ridarle Damon.
Quanto vorrei che fossi qui con me. pensò, fra una lacrima e l'altra, raggomitolandosi sempre di più fra le lenzuola, come se quel gesto potesse impedirle di crollare.
Ma io sono sempre con te, mia principessa.
La voce di Damon, dolce e sensuale come velluto nero, rimbombò nella sua testa, facendole sgranare gli occhi.
Il cuore di Elena perse un paio di battiti, prima di iniziare a battere freneticamente, quasi volesse uscirle dal petto ansante.
Non poteva credere a ciò che era appena accaduto.
Aveva comunicato con Damon attraverso la telepatia. Le era già capitato milioni di volte, e conosceva perfettamente quella sensazione, quindi era certa di non essersi sbagliata. Ciò che non si spiegava, era il modo in cui era potuto avvenire. Damon era morto, lei lo aveva stretto a sé fino al suo ultimo respiro, fino all'ultimo battito del suo cuore. Come poteva comunicare con lei ora? Cosa stava succedendo?
Dopo un primo istante di smarrimento, Elena avvertì un dolce calore avvilupparle il petto, alla consapevolezza che il suo vampiro doveva per forza essere tornato in vita, perché altrimenti non avrebbero mai potuto comunicare con la telepatia. Un turbinio di emozioni contrastanti le ghermì cuore e anima, trascinandola in un mare di confusione. Si sentiva incredibilmente felice ed euforica, all'idea di non aver perso per sempre Damon, ma si sentiva al contempo triste e amareggiata, perché non era lì, accanto a lei, a stringerla fra le sue forti braccia e a riempirla di baci, come lei avrebbe voluto. La sensazione che prevaricava su tutte le altre era, però, un'intensa, indescrivibile preoccupazione per Damon. Non sapeva in che condizioni si trovasse, né tanto meno se in quel posto stesse al caldo e avesse di che nutrirsi. Se lo immaginava coperto di sangue e polvere, solo e inerme, e sentiva il cuore stringersi di paura e dolore.
Ancora una volta, il panico la sopraffece, e si ritrovò a singhiozzare, mentre crudeli lacrime salate scivolavano lungo le sue guance, senza alcun ritegno.
In un solo istante, si ritrovò a mandare a Damon una raffica di domande telepatiche, intrise d'angoscia.
Damon. Damon, sei tornato, vero? Dove sei? Posso raggiungerti?
La risposta di Damon arrivò quasi immediatamente. Non preoccuparti per me. Ti raggiungerò e ti spiegherò tutto, principessa. Ora smettila di piangere, e riposati. Troverò presto il modo per tornare da te.
La voce telepatica di Damon fu solo un flebile sussurro, che fece accapponare la pelle di Elena, per quant'era suonato roco, stanco e traboccante di sofferenza.
Damon, dimmi almeno come stai, ti prego. lo supplicò, fra le lacrime e le fitte che le stavano comprimendo il cuore, schiacciandolo sotto l'opera di affilati artigli, che pareva volessero ridurlo in minuscoli ed eterei frammenti di polvere.
Non ricevette alcuna risposta, così continuò ad implorarlo, senza sosta, finché, stremata dalla stanchezza e dal pianto, si lasciò cullare dal sonno.
Un leggero fruscio, accompagnato dall'abbassarsi del letto in una piccola conca, proprio accanto a lei, la ridestò bruscamente dai suoi sogni.
Nella penombra della stanza, illuminata a malapena da alcuni tenui raggi di luce lunare, Elena non riuscì a distinguere bene la figura sdraiata al suo fianco, le mani elegantemente appoggiate dietro la testa. Nonostante le sembrasse più muscolosa e compatta rispetto a quella di Stefan, dette per scontato che si trattasse di lui.
« Stefan, ti prego, vattene via. » mugugnò, la voce ancora impastata dal sonno.
Le dispiaceva trattarlo con una tale freddezza, ma si rifiutava di continuare a stare con lui, come se niente fosse, soprattutto ora che sapeva Damon era tornato in vita e che presto l'avrebbe raggiunta. Era consapevole di quanta sofferenza aveva provocato in entrambi i fratelli, con il suo comportamento incredibilmente egoista e, ora che era certa dei suoi sentimenti, non voleva più illudere Stefan.
A mano a mano che i suoi occhi si abituavano all'oscurità, Elena iniziò a cogliere alcuni dettagli di cui prima non si era resa conto. Le morbide ciocche di scuri capelli non erano ricce, come quelle di Stefan, ma lisce come la seta. I lineamenti eleganti e cesellati erano leggermente più marcati, rispetto a quelle del suo attuale ragazzo. Inoltre, quel corpo così snello e muscoloso, così dannatamente perfetto, era fasciato da una maglia nera, jeans dello stesso colore. I piedi coperti da stivali abbinati. Stefan non si sarebbe mai vestito così, e lei lo sapeva bene.
Come un fulmine a ciel sereno, la verità balenò nella mente di Elena, che capì all'istante che, chi le stava accanto, altri non era che Damon.
Il suo cuore perse un paio di battiti e, non appena udì la voce calda e sensuale di Damon arrivarle all'orecchio, come un vellutato soffio di vento, una sensazione di immensa gioia e calore s'irradiò in ogni fibra del suo essere. « No, principessa, fratello sbagliato. Io sono quello bello e sexy. »
Elena non poteva credere che fosse davvero lì, con lei.
Il cuore iniziò a martellarle nel petto, talmente frenetico che pareva volesse scoppiarle, a causa delle intense emozioni che la stavano travolgendo, trascinandola in un mare di sentimenti contrastanti, che le facevano venire voglia di urlare, per quant'erano intensi.
Non si era mai sentita più felice in vita sua, ma aveva anche paura. Tanta paura.
Paura di poterlo perdere di nuovo.
Paura che fosse solo un sogno, e che si sarebbe infranto, non appena lo avrebbe toccato, lasciandola, così, in completa balia di un dolore che non sarebbe mai riuscita a sopportare.
Gli occhi ormai traboccanti di lucciconi, sollevò le mai tremanti verso Damon. Le chiuse sul suo viso, a coppa, e con una dolcezza che avrebbe fatto sciogliere il più duro dei cuori, iniziò a tracciarne i contorni con la punta delle dita, come a volersi assicurare che fosse reale.
« Sei tu. Sei qui. Sei davvero qui. »
Elena, fra un singhiozzo e l'altro, le guance rigate da incontenibili lacrime di gioia, quasi senza rendersene conto, si ritrovò a cavalcioni su di lui, le ginocchia tremanti affondate nel morbido materasso.
Lo baciò sulla fronte, sulle palpebre, sulla punta del naso, sulle guance e, infine, sulla bocca.
La ragazza era talmente euforica, che non si chiese, neanche per un attimo, come avesse fatto a tornare.
« Adesso li senti i miei baci, tesoro? » domandò, la voce gioiosa, anche se leggermente incrinata dal pianto.
Elena fu scossa da un gelido e doloroso brivido, al ricordo di quando, pochi giorni prima, gli aveva posto la stessa domanda, mentre stringeva fra le braccia il corpo di Damon, freddo, insanguinato e quasi esanime.
In quei momenti, colmi d'angoscia ed orrore, di paura e morte, il vampiro, allo stremo delle forze, le aveva risposto, in un fievole sussurro telepatico, che non sentiva i suoi baci, perché ormai i suoi sensi erano talmente intorpiditi, che non percepiva più nulla, nemmeno il dolore. A quella risposta, Elena si era sentita morire, come se le avessero strappato l'anima dal corpo, trascinandola nelle tenebre più impenetrabili.
E ora che Damon rimaneva impassibile, i grandi occhi neri persi nel vuoto, l'espressione sui lineamenti delicati fredda e distaccata, il corpo rigido e contratto, Elena si sentiva esattamente come in quel momento, quando l'unica cosa che aveva desiderato, era seguirlo nella morte.
Il cuore di Elena si sgretolò in migliaia di minuscoli frammenti, e il respiro le si mozzò nel petto, mentre indugiava con lo sguardo sul volto di Damon, in cerca di una spiegazione per quel comportamento crudele.
Confusa, delusa e un po' risentita, si scostò da lui, anche se di poco, e incatenò i profondi occhi blu a quelli del vampiro.
« Perché non mi parli? Perché non mi stringi e non mi baci? » domandò, mentre un'altra ondata di salate lacrime, questa volta intrise della sofferenza che stava scuotendo ogni fibra del suo essere, iniziò a scivolarle lungo le guance vellutate.
In risposta, Damon posò le mani sull'esile vita della ragazza e, senza alcuna difficoltà, la sollevò.
Senza sapere nemmeno come ci era arrivata, Elena si ritrovò, pochi secondi dopo, seduta al lato opposto del letto. Damon, nel frattempo, si era alzato, senza proferire parola e, dandole le spalle, si era diretto verso la finestra, in modo da porre fra loro la giusta distanza.
« Mi hai lasciato andare. L'unica cosa che ti avevo chiesto, era di stringermi per un po', e di non dimenticarmi. E tu, invece, mi hai lasciato solo, a morire sotto quel maledetto albero. E, come se non bastasse, sono sicuro che subito dopo mi hai dimenticato, tornando da Stefan. »
La voce del vampiro squarciò, con la potenza di una frustata, l'opprimente silenzio, intriso di tristezza e rabbia, che si era creato nella stanza.
A quelle parole Elena, la Regina di ghiaccio, singhiozzò, lasciandosi andare al pianto più irrefrenabile e disperato della sua intera vita.
Da subito, si era sentita in colpa per aver lasciato il corpo esanime di Damon sotto quell'albero, e si era sentita orribile ed egoista. Aveva pianto ogni notte, a causa di quel gesto, pur sapendo che, in fondo, non era colpa sua.
Lei aveva stretto a sé il corpo di Damon per tutto il tempo che le era stato concesso, ma poi Stefan e Sage gliel'avevano strappato dalle braccia, senza alcuna pietà. Aveva lottato fino allo stremo per rimanere lì, con lui. Per seguirlo nella morte.
Aveva urlato, pianto, graffiato, scalciato, in preda allo shock e all'indescrivibile dolore che le opprimeva il petto, impedendole di respirare. Ma cosa poteva fare lei, una semplice umana, contro due vampiri che, per di più, la stavano influenzando, affinché si calmasse e dimenticasse ciò che era appena accaduto?
Nulla, ovviamente. Non aveva potuto fare nulla e, stremata, aveva lasciato che la trascinassero via da quel luogo di distruzione e morte. Da quel luogo che le aveva appena portato via l'amore della sua vita.
Per alcuni istanti, persa in quei ricordi, troppo dolorosi da poter sopportare, Elena era rimasta seduta sul letto, le gambe strette al petto, il viso ben nascosto fra le ginocchia, le dita immerse fra i setosi capelli d'oro.
Improvvisamente, però, si decise a reagire, mentre il bisogno pressante di far capire a Damon ciò che era successo in quell'orrenda giornata soffocava la sofferenza.
Un po' barcollante, si alzò da letto e, le gambe che a stento le permettevano di reggersi in piedi, si avvicinò a Damon. Gli circondò la vita con le esili braccia, e posò la guancia sulla sua schiena, in cerca di calore e conforto.
Il vampiro stava per voltarsi bruscamente, per allontanarla il più possibile, ma non ci riuscì, perché Elena gli mandò una raffica di immagini telepatiche, di ricordi, che lo costrinsero a bloccarsi, e a rimangiarsi tutto ciò che aveva detto.
Dapprima, si vide riverso a terra, con un ampio squarcio al centro esatto del petto, stretto fra le braccia di Elena. Ma, nella sua principessa, c'era qualcosa che non andava. Tremava come un foglia, e la sua pelle d'alabastro era mortalmente pallida. Per un istante, Damon non riuscì a comprenderne il motivo, ma poi vide la lucente lama di un coltello fra le sue dita, e un profondo taglio sulla gola, che, in quel momento, era posata sulle sue labbra.
E poi lo sentì. Era un flebile sussurro telepatico: Damon, ti prego. Io... t'imploro. Per favore. Fallo per me, ti prego, per la tua Elena. Bevi, ti prego. Possiamo farcela... insieme.
Non fece in tempo a domandarsi perché diamine non ricordasse quei momenti, che, in rapida successione, rivide i suoi ultimi istanti, fino a giungere a ciò che era successo dopo, quando il nulla più assoluto l'aveva avvolto.
Vide Elena aggrappata al suo corpo, ormai esanime, e Stefan e Sage che la strattonavano, tentando in ogni modo di allontanarla. La ragazza si dibatteva come una furia, scalciando, graffiando, tirando pugni all'aria, incurante della profonda ferita alla gola, che continuava a far colare enormi quantità di sangue sulla candida canottiera.
« Lasciatemi! Lasciatemi! Lasciatemi morire con lui! » urlava, la voce quasi isterica, incrinata da irrefrenabili singhiozzi.
Stefan e Sage continuarono a strattonala senza sosta, influenzandola per farla addormentare, in modo tale da poterle curare la ferita e farla riprendere dallo shock.
Infine, dopo estenuanti minuti di grida strazianti e strenua resistenza, Elena, priva di qualsiasi energia e sopraffatta dal dolore, si accasciò, ancora tremante, fra le possenti braccia di Sage.
Senza alcun preavviso, Damon si trovò di nuovo nella stanza di Elena.
Sconvolto, il cuore stretto per la tenerezza e il senso di colpa, il vampiro sbatté le palpebre un paio di volte, prima di posare le mani su quelle sottili e delicate di Elena.
Non poteva credere di essere stato così stupido da fraintendere l'intera situazione. Avrebbe dovuto sapere che la sua Principessa delle Tenebre non avrebbe mai potuto abbandonarlo così, soprattutto non dopo avergli confessato di amarlo.
E, per la prima volta in vita sua, si sentì incredibilmente idiota.
Damon si voltò verso Elena, con cautela, pronto a chiederle scusa. Certo, era insolito, davvero insolito, che Damon Salvatore, orgoglioso com'era, si abbassasse a domandare perdono, ma, in quel momento, sentiva l'urgente bisogno di doverlo fare. Aveva accusato il suo angelo di un gesto ignobile, che sapeva benissimo non avrebbe mai compiuto, e l'aveva ferito profondamente.
Non appena si voltò, Elena arretrò di un passo, i grandi occhi color zaffiro spalancati per l'angoscia e il timore, gli eleganti e dolci lineamenti del viso ridotti ad una maschera di pura sofferenza, il respiro ansante.
Damon colmò, con un'ampia falcata, la distanza fra che lo divideva dalla ragazza, e la strinse a sé, con fare dolce e al contempo possessivo, sfiorandole con delicatezza la schiena e le punte dei capelli, ben consapevole di come quel gesto riuscisse a tranquillizzarla.
« Scusami, principessa. » sussurrò, vicino al suo orecchio, e poi lo ripeté, più e più volte, fino a quando il corpo di Elena smise di tremare, e il suo respiro si regolarizzò.
La ragazza serrò, quasi d'istinto, le dita sulla stoffa leggera della maglietta, come se quel gesto potesse racchiudere tutto il suo bisogno d'amore e tenerezza.
Dopo averle posato un bacio fra i capelli, Damon le strinse le mani fra le sue e, con dolcezza, la guidò verso il letto.
Si stese e, senza osare parlare, per paura di dire qualcosa di sbagliato, che avrebbe potuto distruggerla, fece accoccolare la ragazza contro il suo petto. Elena affondò il viso fra il torace e l'incavo del collo, inspirando il profumo dolce e deciso della sua acqua di colonia**, che, come ogni volta, sapeva farla sentire protetta e amata.
La ragazza, che aveva trattenuto dentro di sé il dolore per infinite, orribili e vuote giornate, ora non riusciva a smettere di piangere e singhiozzare come una bambina, nel tentativo di dare un adeguato sfogo alla sofferenza e all'angoscia che l'avevano schiacciata in una gelida morsa di ferro.
Damon la cullava, le accarezzava i capelli, baciando, di tanto in tanto, le morbide onde dorate, per rassicurarla e farla stare meglio.
Dopo un tempo che ad entrambi parve infinito, i singhiozzi di Elena, a poco a poco, si affievolirono, fino a cessare del tutto.
Le guance ancora rigate da crudeli solchi vermigli, sollevò il volto verso il vampiro, per incrociare il suo sguardo.
Ora che aveva dato sfogo a tutto il suo dolore, e che Damon sembrava aver compreso la situazione, sentiva il bisogno di capire come fosse ritornato in vita, ma soprattutto come aveva fatto, in così poco tempo, a tornare da lei.
« Damon, tesoro... » gracchiò, la voce ancora arrochita dal pianto « Come... Come fai ad essere qui? »
« Non so esattamente come sia potuto succedere, ma credo che siano state le tue lacrime, insieme a quelle di Bonnie a farmi ritornare indietro. Suppongo per le proprietà che possiedono le lacrime delle vergini. » iniziò e, dopo aver sospirato leggermente, nell'asciugarle le lacrime dalle gote, continuò « Sage mi ha trovato e, dopo avermi fatto bere un po' di Black Magic e avermi dato una ripulita, mi ha fatto prendere “l'ascensore dimensionale”. Ed eccomi qui. » concluse, rivolgendole un sorriso dolce e traboccante di tenerezza.
Nonostante Elena avesse avvertito un pizzico di gelosia, nell'apprendere che anche Bonnie era implicata nel salvataggio di Damon, non poteva che essere immensamente felice del suo ritorno, e sentiva di dover essere grata all'amica, anche se, magari, avrebbe potuto portarle via il suo amore.
Il vampiro, che aveva colto i timori di Elena, sorrise, ironico e divertito, e scosse la testa « Non devi essere gelosa, angelo mio. È ovvio che io tenga a Bonnie, e che le sarò sempre grato, ma te l'ho detto anche prima di morire: c'è stata una sola donna che ho amato veramente in vita mia, e sei tu. Ti amo, principessa. »
A quelle parole, il cuore di Elena perse un paio di battiti, e s'inondò di calore e amore. Ora si sentiva davvero felice, e ogni timore era scomparso. Si era sciolto, come neve al sole.
Rivolse a Damon il sorriso radioso e allegro che lui aveva sempre amato, e si puntellò sul gomito, per potersi avvicinare al suo volto. Si sporse un po', e posò le labbra piene su quelle morbide e calde del vampiro.
A poco a poco, il bacio s'intensificò, e le loro lingue s'intrecciarono, in una danza di fuoco, facendo mescolare il loro sapori.
Elena immerse le dita fra le morbide ciocche corvine, per attirarlo ancora di più a sé e, inebriata dalla fragranza intensa della sua pelle, sentì ogni briciola di razionalità abbandonarla e, lasciandosi guidare dall'istinto e dal desiderio, senza interrompere il bacio, si mise a cavalcioni su di lui.
Completamente accecata dalla passione, e assuefatta alla presenza di Damon, si era quasi dimenticata di dover respirare, quando il vampiro le prese dolcemente il volto fra le mani, e la scostò un po', per permetterle di prendere una boccata d'aria.
Quando Elena si accorse che la morbida sottoveste si era sollevata fino al ventre, e sentì l'eccitazione di Damon premere contro la pelle vellutata e morbida della coscia, sentì le gote andare in fiamme per l'imbarazzo.
Non aveva mai avuto un contatto così intimo con qualcuno, nemmeno con Stefan, e sapere che ora lo stava avendo con Damon la metteva in soggezione, ma la elettrizzava al contempo.
Il vampiro le sorrise, e le sfiorò le guance, come a volerla rassicurare « Non essere imbrazzata, principessa. Sei splendida. » soffiò, posando le mani sugli esili fianchi della ragazza, iniziando a sfilare, con lentezza esasperante, la sottoveste.
Quando rimase davanti a lui in biancheria intima, l'imbarazzo prevaricò sull'eccitazione che aveva avvertito fino a pochi secondi prima e la costrinse ad incrociare le braccia sopra il petto, per coprire al meglio le curve dei seni.
Con una dolcezza che non immaginava potesse avere, il vampiro fece sdraiare Elena sotto di sé e, dopo aver baciato ogni millimetro del suo viso, la guardò negli occhi, con una tale intensità che pareva potesse leggerle nei recessi più reconditi della sua anima.
« Se non sei sicura, mi fermo. È la prima volta, per te, e non voglio che tu te ne penta, angelo. » sussurrò, la voce bassa e roca come nero velluto.
Nonostante avesse un po' di paura, più che altro a causa della sua inesperienza, che temeva potesse lasciarlo insoddisfatto, Elena si fidava ciecamente di Damon, e sapeva che non le avrebbe mai fatto del male. Inoltre, sentiva ogni cellula presente nel suo corpo bruciare e scalpitare, per l'ardente bisogno di sentirsi parte di lui, anima e corpo.
Voleva che il suo vampiro capisse quanto intensamente lo desiderasse. Quanto intensamente lo amasse.
« Non ho paura, Damon. Voglio fare l'amore con te. » replicò, determinata, mentre gli rivolgeva un dolce sorriso traboccante d'amore.
« Non ti farò male. Te lo prometto. » assicurò Damon, posandole un bacio sulla fronte.
Le mani del vampiro le accarezzarono le guance, scendendo poi sul collo e, infine, sui seni, ancora coperti dal pizzo del reggiseno. Le sue mani esperte si spostarono sulla schiena e, con un unico, rapido movimento, lo sganciò, lanciandolo ai piedi del letto.
Iniziò a posare lievi carezze sul seno, approfondendo, di tanto in tanto, i tocchi, mentre la ragazza gemeva leggermente e, con mani tremanti, gli sfilava la maglietta.
A poco a poco, le dita di Damon si fecero strada lungo il corpo di Elena, lasciando scie bollenti su ogni centimetro di pelle che incontravano al loro passaggio.
Elena sentiva il desiderio crescere e divampare dentro di lei, come un ardente ed inestinguibile fuoco, ad ogni dolce tocco del vampiro.
Quando le dita di Damon arrivarono al ventre, indugiando sull'elastico delle mutandine, evidentemente per darle tempo di fermarlo, Elena fremette, in un misto di desiderio ed imbarazzo.
Damon le accarezzò la guancia col dorso della mano libera e, quando la ragazza la strinse nella sua, capì che quel gesto equivaleva ad un cenno d'assenso. Fece scivolare, lentamente, il piccolo indumento di pizzo che lo separava dal vivo contatto con Elena.
Quando Damon scese , nel punto più inaccessibile e sensibile della ragazza, Elena ansimò, e arpionò le sue spalle con le dita, nel tentativo di soffocare il bruciore, misto ad un inaspettato piacere, che aveva iniziato a pervaderle il bassoventre.
Nonostante i tocchi di Damon fossero dolci e delicati come la seta, infatti, non appena il vampiro aveva tuffato le dita dentro di lei, muovendole con esasperante lentezza, un'inevitabile scossa di dolore l'aveva colpita, però, era scomparsa quasi subito, lasciando il posto, a poco a poco, ad un indescrivibile piacere.
Elena mosse il bacino contro quello di Damon, come se potesse farle sentire più forte il fuoco che scaturiva dentro di lei ad ogni minimo movimento delle sue dita, che disperdevano intense scosse di piacere in ogni dove.
Gemette, ed inarcò la schiena, mentre le sue mani scendevano sui fianchi del vampiro, per sfilargli pantaloni e boxer, che, a velocità sorprendente, finirono a terra.
L'eccitazione e il piacere aumentavano in egual misura, a mano a mano che i tocchi di Damon divenivano più profondi.
Elena sentiva ogni singolo centimetro della pelle ardere e, ad ogni esperto contatto con le sue dita, avvertiva il bisogno di chiederne di più, come se non ne avesse mai abbastanza.
« Damon... » ansimò, sentendo ardenti fiamme di piacere, sempre più vivide, lambirle le membra ed annebbiarle la mente, impedendole di pensare a qualsiasi altra cosa che non fosse la sensazione di totale appagamento che la stava pervadendo.
Quando sentì che stava per arrivare all'apice, il vampiro sfilò le dita, ed Elena si sentì vuota, fredda e insoddisfatta.
« Ti voglio, Damon. » soffiò sulle sue labbra, con fare sensuale.
Le labbra del vampiro catturarono le sue in un bacio traboccante di desiderio, ma soprattutto di puro, incondizionato amore.
La bocca di Elena si dischiuse, permettendogli di approfondire quel contatto, mentre le sue mani si posavano sulle sue ginocchia, per farle divaricare le gambe e le loro fragranze si univano, mescolandosi in una unica, dolce essenza che sapeva di passione ed amore.
Lo sentì entrare in lei, delicatamente, e il suo corpo parve andare a fuoco, ancora una volta in preda ad un forte bruciore, che si mescolava al piacere, sensazioni che s'intensificavano a mano a mano che il vampiro affondava più profondamene in lei.
« Ti faccio male, principessa? Vuoi che mi fermi? » domandò Damon, il respiro reso affannoso dal piacere, mentre infrangeva la purezza di Elena.
Elena scosse la testa, e gemette, affondando le unghie nella carne delle sue spalle, spingendo insieme a lui, per sentirlo di più dentro di sé, come se volesse che quel fuoco arrivasse perfino a divorarle l'anima, pur di farla sentire completamente sua.
Strinse le ginocchia attorno alla sua vita, mentre gli affondi, dapprima lenti, divenivano più rapidi e profondi.
Damon s'immergette in lei ancora più a fondo, ed arrivarono entrambi al culmine.
Rimasero così, occhi negli occhi, fronte contro fronte, bocca contro bocca, fino a quando i respiri si regolarizzarono, e i battiti dei loro cuori si acquietarono, poi, Damon si stese, e fece accoccolare Elena contro il suo petto.
«Ti amo, Damon. » sussurrò la ragazza, accarezzandogli una guancia.
Il vampiro racchiuse la mano di Elena nella sua, accarezzandola dolcemente con la punta delle dita « Ti amo anch'io, angelo mio. Per sempre. »
La ragazza gli sorrise, radiosa come non mai. Per la prima volta in vita sua si sentiva completa e felice, amata come non mai, e si sentiva finalmente una donna. La donna di Damon. E così sarebbe stato per sempre.



*Citazione di Lord Byron.


**In uno dei libri è specificato che il profumo di Damon è una colonia, quindi mi è sembrato giusto inserirlo anche qui :)

  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il diario del vampiro / Vai alla pagina dell'autore: Elen91