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Autore: roxy_xyz    15/04/2012    8 recensioni
“Harry!” Questa volta aveva dovuto alzare la voce per fermare l’amico. “Dobbiamo braccarlo, stanarlo e farlo marcire in una gabbia ad Azkaban!”
“Hai scoperto qualcosa su uno degli ex Mangiamorte che sta uccidendo i Maghinò?”
“Ma no! Parlo del mio spasimante!”

[Questa storia partecipa all'iniziativa Birthday-A del gruppo Facebook "Cercando chi dà la roba alla Rowling". Buon compleanno, sophie85]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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La Seven e roxy_xyz production presents:
In “Happy Birthday, Sophie85”

*
Hermione Granger e il mistero dello spasimante segreto






“Signorina Granger?”
Un uomo con un cappellino giallo la stava guardando con in mano un mazzo di cinquantuno rose rosse. Ormai non c’era più bisogno di domandare, si conoscevano anche sin troppo bene, dato che solo in quel mese era la decima volta che si recava nel suo ufficio.
Tutti i colleghi non facevano altre che parlare di lei e del suo ammiratore segreto, il quale non faceva altro che mandarle fiori su fiori. Ne aveva così tanti che avrebbe potuto aprire lei stessa un negozio e rivenderli. Questa era la prima volta che, però, sceglieva dei fiori normali, quasi banali, mentre le altre volte era stata costretta a chiedere il nome e a cercare su internet maggiori informazioni.
Era sempre un fiore poco conosciuto.
E c’era sempre un significato dietro.
Chi mai poteva avere una cotta così forte per lei?
Da quando aveva iniziato a lavorare al Ministero aveva messo da parte ogni frivolo desiderio per concentrarsi esclusivamente sulla sua carriera, perché non voleva che gli altri la conoscessero solo per le avventure che aveva vissuto quando aveva 17 anni, ma anche e soprattutto per la bravura acquisita ora, come Auror. Non era più quella ragazzina inesperta, ma un soldato, o almeno era quello che lei credeva, dato che la maggior parte delle volte si trovava seduta nel suo ufficio e non a lottare contro Maghi Oscuri o in missioni sotto copertura. La realtà, a volte, poteva essere molto deludente.
“C’è un bigliettino, Marc?”
“Ovviamente no. Ormai dovrebbe aver capito di chi si tratta” chiese, curioso come sempre.
“Ci vediamo domani allora, perché non ne ho la più pallida idea!” Ed era vero, perché nessuno le credeva? Come poteva capire chi le inviava dei fiori se non si firmava e non lasciava un qualche segnale per farsi riconoscere? Basta! Era stanca di quella situazione e avrebbe provveduto a risolvere il mistero. Con le buone, ma soprattutto con le cattive maniere.
Si alzò così velocemente da far ribaltare la sedia. “Ho deciso!” E uscì dal suo ufficio come una furia, mentre il fattorino rimaneva senza parole e con in mano ancora le rose rosse.
Nessuno osò fermare la sua marcia, perché non stava camminando in modo naturale nel corridoio, ma con il suo passo deciso e anche un po’ pesante, come se andasse ad arrestare qualcuno.
Finalmente giunta a destinazione si fermò per bussare alla porta e, senza aspettare la risposta, entrò. Furibonda e con mille idee pericolose in testa.
“Harry!”
“Oh, prego Hermione, entra pure…”
“Tu sei il migliore,” aveva continuato.
“Dipende… beh, sì, se si tratta di rischiare la pelle, incontrare maniaci, prendere cantonate con le donne. Il premio va a me, hai ragione.”
“Harry!” Questa volta aveva dovuto alzare la voce per fermare l’amico. “Dobbiamo braccarlo, stanarlo e farlo marcire in una gabbia ad Azkaban!”
“Hai scoperto qualcosa su uno degli ex Mangiamorte che sta uccidendo i Maghinò?”
“Ma no! Parlo del mio spasimante!”


Erano fermi, davanti all’entrata principale del Ministero, da più di un’ora. Seguendo le idee folli della ragazza, si erano vestiti alla Babbana per non destare sospetti e avevano dovuto inventare mille scuse a lavoro.
Mentre osservava passare le persone, Harry Potter cominciava a pentirsi di aver accettato di aiutare l’amica.
“Mi ricordi perché siamo qua, Hermione?”
Si era girata di scatto. “A quest’ora, Marc dovrebbe essere qui.”
“Si chiama così lo spasimante?”
“Eh?” L’aveva guardato senza capire. “No, è il fattorino.”
“E mi spieghi perché stiamo spiando il fattorino?”
Aveva roteato gli occhi prima di replicare. “Per vedere se è pulito come sembra o se, invece, ci porta dal suo complice… Guarda, eccolo! Andiamo.”
“Dove?”
“Ma sei davvero il mio superiore?”
Anziché risponderle, le aveva uscito la lingua e aveva cominciato a seguirla.
Quando videro che Marc si dirigeva dalla parte opposta all’ufficio di Hermione, intuirono che qualcosa non quadrava.
“Ma dove va?” aveva domandato una Hermione sempre più confusa.
“Non sei mica l’unica donna Auror!”
E infatti osservarono il fattorino consegnare un mazzo di fiori a Rachel, l’ultima arrivata al Dipartimento che aveva attirato sin dal primo giorno le attenzioni di gran parte dei maghi.
“Magari quello di ieri era l’ultima consegna per te… forse, ha capito che tu non ne vuoi sapere e che non ha speranze… forse…”
“O forse qualcuno mi ha sempre preso in giro. Chi mai potrebbe amarmi, dopotutto?”
“Non dire stupidaggini…” Senza potersi fermare, aveva allungato una mano per accarezzarle i riccioli, sistemandone uno dietro l’orecchio.
“È meglio che torni a casa” aveva detto, senza guardarlo in viso, vergognandosi di quello che aveva fatto per tutto il giorno.
“No, invece!”
“No?”
“Ti vuoi arrendere così facilmente? Vuoi dargliela vinta?”
“Ma..”
“Nessun ma, sono un tuo superiore!” Lo sguardo di Harry era quasi furente, come se volesse darle un po’ di fiducia, coraggio. “Procediamo con ordine: hai esaminato gli indizi?”
“Indizi?”
“Le prove, no? I fiori!”
Anziché rispondergli, l’aveva abbracciato. “Vai a casa, Harry.”



Si era gettata sul divano con poco grazia, facendo scappare Grattastinchi che le aveva rivolto uno sguardo arrabbiato.
“Anche tu non mi ami…”
Abbracciato il cuscino, aveva acceso la televisione e cominciato a guardare un film terribilmente romantico. Perché quando si è depressi, si sentiva l’esigenza di farsi del male piangendo lacrime su lacrime con film che non facevano altro che presentare la propria storia con un bel finale, mentre inesorabilmente si pensava alla propria storia dove non c’era nessun happy ending?
Arrivata alla visione del secondo film, il suo umore era ormai arrivato sotto le suole delle scarpe. A salvarla fu proprio Grattastinchi che, affamato, cercò di farle capire che era l’ora della pappa; salito sul tavolo aveva rovesciato il vaso con le rose rosse per terra, frantumandolo in mille pezzi.
“Cattivo Grattastinchi!”
Esasperata anche con il suo gatto, si era messa a carponi cercando di pulire il disastro causato: le rose, le bellissime rose, erano sparpagliate per terra in mezzo a piccoli pezzi di vetro che avevano graffiato i petali.
Graffiata, umiliata, era così che si sentiva.
Non si stupì di sentire qualcosa di salato sulle sue labbra; era tutto il giorno che aveva cercato di trattenerle. Perché c’era Harry e non voleva che lui la considerasse una bambina, una di quelle stupide ragazzine che lei non intendeva essere e che cercava in tutti i modi di non assomigliare. Piangeva e aveva voglia di Harry. Perché solo lui la conosceva come era veramente.
Piangeva perché voleva essere una stupida ragazzina.
Piangeva, seduta per terra in cucina. Sola.
Un miagolio alla porta le segnalò che c’era qualcuno dietro: Grattastinchi guardava l’uscio, muovendo la coda felice.
“Hermione?” La voce di Harry arrivò prima del tocco sul campanello. E lei si alzò, come se avesse preso la scossa, aprendo l’uscio di casa velocemente, perché aveva bisogno del suo migliore amico o semplicemente di Harry.
Di fronte a lei c’era un mazzo di fiori, semplici fiori di campo e un timido sorriso.
“Harry?”
“Ciao, Hermione.” Sembrava quasi impacciato, mentre le rivolgeva uno sguardo che sembrava dirle tante, troppe parole taciute.
“Perché mi hai portato dei fiori?”
“Be’, non posso mica chiamare sempre Marc, non ora che sta uscendo con Rachel! Sai, abbiamo creato una coppia, anzi l’ho creata.”
“Non capisco.”
“Posso decidere io la gabbia dove marcire?”

E se il nostro happy ending fosse migliore di quello dei film?
E se fosse proprio di fronte a noi?


   
 
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