Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Francibella    15/04/2012    8 recensioni
E Ginny non lo sa quanto ha ragione e torto allo stesso momento. Non lo sa e non lo può sapere. Non saranno gli ultimi abbracci rubati. Non saranno gli ultimi sfioramenti apparentemente casuali. Ginny non lo sa. Nemmeno Ron lo sa.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


A Stella  Del Sud,  Calypso Pomì e Sophie. 
Scusate se non sono riuscita a farne una ciascuna.
Buon compleanno   - in ritardo -  a tutte e tre.

 


Ron e Ginny non sanno


 


-         Sai, Ginny, io voglio che le persone mi dicano sempre la verità. Anche se dovesse fare male.
-         E tu dici sempre la verità, Hermione?
-         Sempre. Non mento mai. Sono piena di difetti, ma non mento. Soprattutto non alle persone a cui tengo.

Ron Weasley era abbattuto. Demoralizzato. Depresso. Aveva appena preso l’ennesimo e irrecuperabile votaccio. Quella D in trasfigurazione si aggiungeva alla D in Incantesimi del giorno prima e alla T in Pozioni dell’inizio della settimana.  No, non era decisamente un buon periodo. Sinceramente, poi, proprio non comprendeva come Hermione avesse potuto rifiutare la sua richiesta di fargli copiare il tema di Difesa Contro le Arti Oscure. Così aveva dovuto scriverlo da solo, sperando di essere veloce e  poter studiare Trasfigurazione. Ovviamente, nulla era andato secondo i piani. Gli ci erano volute un paio di ora buone per scrivere il tema – e non era venuto nulla di particolarmente sensazionale – quindi il tempo rimasto per studiare Trasfigurazione era decisamente poco. Troppo poco. Così poco che alla fine Ron aveva ritenuto che non ne valesse nemmeno la pena. E la McGranitt gli aveva dato D. In più né Harry né Hermione parevano essere da qualche parte. La parte irrazionale di Ron, quella gelosa e possessiva, si irritò subito. Vero, lui e Hermione avevano deciso di andare con calma, senza fretta, nel loro rapporto. Ma che lei si imboscasse con il loro migliore amico non era proprio corretto. Per fortuna, in quel momento Ginny raggiunse Ron sul divano della Sala Comune.
«Dove sono Harry e Hermione?»
«Ciao anche a te, fratellino. Io tutto bene, grazie, tu?»
«Ginny, sii seria. Dove sono Harry e Hermione?»
Ginny scosse la testa e decise di rispondere al fratello, perché ignorarlo sarebbe stato molto peggio. «Non lo so.»
«E non ti interessa? Insomma… Harry è il tuo ragazzo!»
«Harry non è il mio ragazzo.»
«Ok, tu sei terribilmente innamorata di lui, ma Harry è troppo preso dal sentirsi colpevole per tutto quello che è successo per rendersi conto di amarti davvero. La sappiamo tutti questa storia, ora, per favore, puoi dirmi dove sono?»
«Non lo so. E questa cosa che hai detto... tu come fai a…»
«Hermione. Me l’ha detto lei. E non so come faccia a saperlo lei. Non ti interessa che Harry – il ragazzo di cui sei innamorata – sia imboscato da qualche parte con una ragazza?»
«Non è Romilda Vane. È Hermione. Mi fido di lei. E dovresti farlo anche tu.»
Detto questo, Ginny si immerse nella lettura del tomo di Aritmanzia, chiaro segno che la conversazione era ormai chiusa. Un’ora dopo, Harry e Hermione varcarono il ritratto della Signora Grassa. Ridevano serenamente. Harry portava la borsa di Hermione, che si copriva la bocca con le mani, per nascondere il sorriso, convinta che fosse ancora brutta e zannuta.
«Ah, siete qui.»
«Dove credevi che fossimo?» Il tono di Hermione era tagliente, aggressivo. Della risata di poco prima nemmeno l’ombra.
«Io… Oh beh cosa dovrei pensare?» Ron era rosso di imbarazzo, Hermione rossa di rabbia e Harry continuava ad alternare lo sguardo tra i due, visibilmente confuso.
«Non lo so, Ron, cosa dovresti pensare. Magari a studiare per rimediare i pessimi voti che stai prendendo?» Entrambi assunsero una tonalità maggiore di rosso. Ron sempre più imbarazzato, Hermione sempre più arrabbiata. «Credi che aver combattuto per salvare il mondo ti dia il diritto di essere ignorante?» Ormai Ron balbettava e Harry distinse chiaramente un paio di lacrime che riempivano gli occhi della sua migliore amica. Avrebbe voluto intervenire, avrebbe voluto dire a Ron che stavano soltanto cercando di organizzargli qualcosa di carino per il suo compleanno. Avrebbe voluto dire che tra lui e Hermione non c’era nulla. Ma non ce la fece. Nessuna parola uscì dalla sua bocca. Si limitò ad abbassare lo sguardo. «Questa discussione finisce qui. Harry, grazie di tutto. Ron.» In un attimo, Hermione era scomparsa su per le scale. Harry avrebbe voluto sgridare Ron, avrebbe voluto dirgli che così non avrebbero mai fatto un passo avanti, ma non lo fece. L’amico, dal canto suo, pareva indeciso se urlare anche contro Harry o se lasciar perdere. Alla fine, dopo un’estenuante lotta, il suo cervello scelse la seconda ipotesi e si limitò a risedersi di fianco a Ginny. Rincuorato, Harry si diresse verso l’amico.
«Le passerà, vedrai che le passerà.»
«Ha ragione lei. Sono uno stupido.» Dopo essersi preso la testa tra le mani, Ron si alzò e corse verso la propria camera. Harry, ancora frastornato, prese il suo posto.
«Stavate organizzando quella cosa per il suo compleanno?»
«Già.»
«Perché Hermione non gliel’ha detto?»
«Beh, avrebbe rovinato la sorpresa.»
«Non è vero.» Quello di Ginny fu solo un sussurro, detto così a bassa voce che Harry pensò di esserselo immaginato. «Scusa, Harry, devo andare.» In un attimo, anche Ginny era scomparsa. Harry, rimasto ormai solo, si incamminò verso la sua stanza; mentre saliva le scale, gli parve si sentire un sussulto, ma si convinse che fosse frutto della sua fantasia e salì le scale. A pochi metri di distanza, Ginny era seduta sugli scalini, con la schiena appoggiata al muro e il viso inondato di lacrime. Ora che l’aveva visto non poteva farci nulla. Invidiava suo fratello, che era così ingenuo da non accorgersene, ma lei l’aveva visto. Lì, sotto i suoi occhi. Lo sguardo colpevole di Harry. La rabbia da difesa di Hermione. Non stavano soltanto organizzando la festa di compleanno per Ron. Hermione non mentiva mai, Ginny lo sapeva bene. E al di là di quello che le parole avessero detto, il suo sguardo diceva tutt’altro. Lo sguardo di Hermione era il riflesso del pomeriggio passato. Ci si poteva leggere ogni cosa.
Hermione seduta sul divano. Harry appoggiato alle sue gambe. Ufficialmente, decidono gli invitati per la festa di compleanno di Ron. In realtà, si beano di quel contatto appena accennato, che li riporta alla stretta convivenza dell’anno prima.
Hermione appende un paio di festoni, ma non se ne accorge e uno le sta cadendo in testa. Harry, da dietro, lo prende. La schiena di lei, contro il petto di lui. I loro respiri così vicini.
Hermione guarda la sala, soddisfatta del lavoro svolto. Harry dietro di lei fa lo stesso e poi l’abbraccia. Così senza motivo, solo perché le vuole bene, solo perché è la sua Hermione.
Hermione si dirige a passo svelto verso la Sala Comune. Harry le chiede se Ron si arrabbierà. Lei si ferma all’improvviso. Ron. Quel pensiero che era sempre stato presente per il tutto pomeriggio – dopotutto era la sua festa – ma a cui non aveva mai prestato attenzione. Ron. Harry. Ron. Harry. Harry. Harry. È Harry il suo pomeriggio.
Stanno per varcare la soglia del ritratto. Hermione scivola, è confusa. Harry la prende tra le braccia. Arrossiscono. Ridono. Sono Harry e Hermione. Di Ron nemmeno un ricordo.
Poi la scenata di Ron. Il silenzio di Ginny. Le urla di Hermione. L’imbarazzo di Harry.
Tutto in una Sala Comune.
Ognuno nella propria camera.
La rabbia di Hermione di fianco alla tristezza di Ginny.
«Hermione, com’è andata l’organizzazione della festa?»
«Bene. Saresti dovuta venire anche tu.» Ma Ginny scuote la testa. Entrambe sanno che non è vero. Nessuno avrebbe voluto che Ginny fosse lì, nemmeno lei stessa. Preferisce non vedere quell’intesa, quella complicità. Non vuole più soffrire, Ginny.
No, Hermione, non sarei dovuta venire. Nonostante tutto, siamo amiche, questi sono gli ultimi momenti che avete per voi. Perché lo sappiamo tutti e quattro, alla fine non vi sceglierete. Lui sceglierà me e tu sceglierai Ron. Così deve essere. Goditi questi ultimi momenti insieme.
E Ginny non lo sa quanto ha ragione e torto allo stesso momento. Non lo sa e non lo può sapere. Sì, Hermione sposerà Ron e Harry sposerà lei. Ma non sono gli ultimi momenti di Harry e Hermione. Non sarà l’ultimo compleanno di Ron organizzato da loro due. Non saranno gli ultimi abbracci rubati. Non saranno gli ultimi sfioramenti apparentemente casuali. Ginny non lo sa. Nemmeno Ron lo sa. Non sanno quanto sia forte il sentimento tra Harry e Hermione. Non sanno che va oltre l’amore. Molto oltre. Non sanno che Harry e Hermione sono armonia pura, sono equilibrio. Sono un qualcosa di raro e prezioso. Troppo bello per essere compreso e accettato. Non sanno che questo è il loro destino. E la cosa peggiore, è che non mentono, perché Hermione non mente mai. Quando Ron dirà a Hermione ti amo e lei risponderà anch’io, non mentirà. Hermione amerà davvero Ron. E così Harry amerà Ginny. Solo, il filo che collega Harry e Hermione non si spezzerà. Non basteranno gli anni, non basteranno i chilometri di distanza, non basteranno i rispettivi matrimoni. Harry ha bisogno di Hermione. Hermione ha bisogno di Harry. Harry ha Hermione. Hermione ha Harry. Per sempre.
                                                                       ****
«Auguri, Hugo!» Il piccolo Weasley è troppo impegnato a mangiare la torta per rispondere a sua zia.
«Hugo, ringrazia zia Ginny.» Il tono di Hermione è perentorio, come al solito. Una testolina rossa si muove sotto i chili di panna montata e scuote una manina.
«Prego, tesoro.» La voce di Ginny è allegra, squillante. È bella, come lei.
«I tuoi uomini?»
«James ha chiuso Albus nello sgabuzzino. Harry è rimasto a sedare la rivolta.»
«Ora Al sta bene?» Rose si intromette immediatamente. Nessuno può torcere un capello al suo Al!
«Sì, Rose non ti preoccupare.» Gli occhi castani di Rose si rilassano, è chiaramente sollevata. E Ginny non può non riconoscere quello sguardo. Quell’espressione. L’ha vista così tante volte. Era sempre sul viso di una ragazza. Era sempre per un Potter dagli occhi verdi, l’ha visto pochissimo tempo prima. Lui si chiamava Harry Potter e lei era Hermione Granger. Ora lui ha sposato Ginny. Lei è diventata Hermione Weasley. Eppure, quello sguardo continua a comparire ogni tanto sul volto di Hermione, continua a preoccuparsi per lui, perché Harry è parte di lei.





_____________________________________________________________________________________________________


Sì, finisce qui. Sì, è tremendamente banale e scontata. Sì, avevo voglia di pubblicare qualcosa. No, non voglia, bisogno. Solo per dire: "Hey, sono ancora qui. Sommersa da compiti e amicizie che vanno dove vogliono, io ci sono ancora. Anche se non scrivo e non respiro più, sono qui." Quindi, mi dispiace, accontentatevi della fiera della banalità Auror. Ecco, avrei dovuto chiamarla così. Beh, pace. 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Francibella