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Autore: iam_theinsecure    15/04/2012    1 recensioni
Ciao a tutti, mi chiamo Annalisa e faccio parte della grande famiglia delle Directioners da ben troppo poco tempo.
Cinque ragazzi magnifici dalle voci magnetiche e da brividi: sono riuscita ad entrarmi in testa, poi nel cuore per finirmi nell'anima.
Beh.. questa FF è il frutto dei giganteschi filmoni che mi faccio quando non ho niente da fare (amo scrivere ciò che è nella mia testa) quindi.. spero di farvi sognare solo leggendo e che a qualcuno piaccia come scrivo: sono traguardi importanti per me.
Un bacione.. :*
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era domenica.
Anne ne era sicura, nonostante quella settimana avesse perso completamente la cognizione del tempo.
L’odore amaro del cafè che le inzuppava le lenzuola, la maglietta rossa che le doveva arrivare a malapena sotto il sedere, fino ad arrivarle tra i capelli spettinatissimi.
Il sole che filtrava da dietro le tende nocciola picchiava sulle palpebre che resistevano a fatica all’istinto di aprirsi.
«Sta ancora dormendo… sul divano »
Una voce.
Non una qualsiasi, però.
Era la sua.
Quel timbro leggermente rauco, come di qualcuno che sta per perdere la voce: amava la sua voce al mattino.
Le provocava brividi leggeri che le solleticavano il corpo, lungo ogni suo centimetro, dagli estremi delle sue dita alle braccia, fino alla schiena.
Ancora ad occhi chiusi poteva immaginare benissimo ogni movimento di quelle labbra così buone, succose come pesche d’estate.
Un’ombra a donare pace alle sue palpebre che ormai stavano per soccombere alla luminosità dei raggi.
Poi un bacio, sulla fronte, e i suoi occhi si aprirono improvvisamente lasciando che la sua mente venisse investita dalla più bella immagine di sempre, lasciando che il cuore accelerasse provocandole una serie di singhiozzi imprevedibili.
«Buon-giorno »
Il primo singhiozzo a troncare a metà quella parola.
«Singhiozzo di prima mattina? »
Le braccia di Harry ad avvolgerla, lei ancora fra le coperte impregnate di cafè.
«Mi pass-erà, ne sono sicura »
«Vieni a fare colazione, su »e ancora avvolta nelle coperte si era trovata all’improvviso fra le sue braccia.
Lui che la portava in cucina, come lo sposo accompagna in braccio la sua sposa, fino ad oltrepassare la soglia della loro futura casa, le braccia di Anne aggrappate al suo collo morbido e profumato, il suo naso a provocargli un leggero solletico e poi un secondo bacio, sulla fronte.
«Buongiorno splendore »
Distaccatasi controvoglia dal corpo di Harry, aveva trovato quattro paia di braccia a darle il buongiorno.
«Ho parlato con Sophie, poco fa’ »cominciò Zayn.
«Ah… e che ha detto? »
Era strano.
Sophie aveva parlato con Zayn e non aveva chiesto di lei. Nemmeno un misero messaggio.
Strano.
«Solite cose… le manchiamo, entrambi tantissimo. Ha anche chiesto di voi, ragazzi »
«Ah si?? »dissero all’unisono Liam e Niall.
«Le ho detto che stiamo tutti bene e che finalmente stiamo un po’ più tranquilli e che abbiamo un po’ più di tempo per stare rilassati adesso »aveva concluso il pakistano.
«Nient’altro? »
«Ovviamente ha chiesto di parlare con te, ma ho preferito non ti svegliassero »rispose Harry, versandole del cafè caldo nella tazza che ormai, da una settimana, era diventata sua.
«Ok… »
Le mancava… nessuno poteva affermare il contrario. Ma possibile fosse di colpo diventata gelosa del suo rapporto con Zayn, che stava diventando sempre più speciale e saldo?
A volte nascevano strane paranoie in lei: non riusciva più ad ascoltare le sue confidenze come faceva prima e questo la rendeva irrequieta ogni volta che si fermava a pensare alla loro amicizia.
Ma erano cose normali… sarebbe tutto passato, in fretta.
«Su! Finisci in fretta… abbiamo da fare »disse Harry.
«Da fare?? Cosa?? »
«Ah. Ah. Curiosona! Non te lo dirò. È una sorpresa »
Le tolse la tazza ancora piena a metà dalle mani, la riprese in braccio e la portò fino al bagno, al piano superiore.
«Sistemati… non c’è bisogno che ti dica di farti bella. Lo sei sempre, anche adesso »
La baciò dolcemente.
Ancora il sapore di cafè a intromettersi fra le loro labbra, l’amaro di esso a donare a quel bacio lo stesso retrogusto che quella bevanda ti lascia dopo averne assaporato un sorso.
Chiuse la porta e poi rimase sola, davanti allo specchio.
Era vero: era bellissima, anche con quel trucco sbaffato che aveva lasciato un leggero alone nero sulle occhiaie violacee, anche con quei capelli spettinatissimi.
Quella mattina si era sentita bellissima davanti alla sua immagine mattutina riflessa nello specchio.
Cosa alquanto singolare, ma davvero tanto, tanto piacevole.
Riusciva a vedersi con occhi diversi quando era con lui, riusciva a guardarsi attraverso i suoi occhi verdi e vedere quanto quelle sue tenere imperfezioni la rendessero bellissima.  
 
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«Dove andiamo? »
Lei, curiosissima, era attaccata al suo braccio, bendata.
«Siamo a Londra no? Perché non portarti a fare un giro per la tua città preferita? »
Le tolse la benda e la lasciò, stupita, davanti all’enorme autobus rosso.
Gli autobus inglesi non erano come quelli italiani, grigi e dai sedili rotti e rovinati dalle scolaresche che li imbrattava con pennarelli e con incisioni. Gli autobus inglesi erano unici, i più belli al mondo, per Anne.
Rosso e alto a due piani, quello superiore privo di tetto lasciava che i turisti vedessero al meglio le meraviglie lontane dalla strada di quella meravigliosa città.
Questo autobus però, aveva qualcosa di insolito: niente rosso sulle fiancate, ma una grossa insegna: “ One Direction ”, la scritta nera era stata scritta su uno sfondo rosso, bianco e blu, la bandiera inglese.
«Wao »
«Beh… che fai? Entri o resti lì? »
Le porse la mano a cui lei si aggrappò per salire.
L’autobus, all’interno, era completamente vuoto, tutto per loro.
L’autista era uno di quelli che guidavano il loro pullman: doveva chiamarsi Bobby,aveva sentito.
Ancora mano nella mano, salirono la ripida rampa di scale fatta in metallo che li aveva portati al piano superiore.
Anne aveva sempre desiderato poter salire su un autobus, ma chissà per quale motivo tutte le 3 volte che era stata a Londra non lo aveva mai fatto.
Harry sapeva quanto le avrebbe fatto piacere farlo e aveva semplicemente fatto una telefonata e organizzato un piccolo tour per la città.
Una piccola cabina collegava il piano superiore alla cabina dell’autista; ad Harry basto spingere un pulsante per dare il via al tour panoramico.
 
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Anne non aveva fatto altro che rimanere a bocca aperta per tutto il tempo e ripetere, banalmente, sempre gli stessi “ wao ” e “ ma è bellissimo! ”, aggiungendo a volte anche qualche “ amo Londra ”.
Harry si era limitato a sorridere come un ebete e a fissarla incantato.
Lei non aveva fatto altro che tenere lo sguardo per aria pronta a memorizzare ogni cosa. Lui non aveva smesso di fissarla nemmeno per un secondo, nemmeno quando gli diceva di guardare qualcosa che lui poteva benissimo vedere tutti i giorni.
Non  erano mancate le fans urlanti, come immaginate, ad averli visti su quell’autobus, ma lui non se n’era curato: non era preoccupato lo vedessero con Anne, nonostante le avesse viste bloccarsi nell’intravedere una seconda persona su quell’autobus, nonostante avesse visto nei loro volti lo sconcerto nel vedere che insieme a lui non c’erano i soliti quattro ragazzi, ma una ragazza.
A questo punto non gli interessava se le fans o i media sapessero che stava con Anne, non avrebbe mai dovuto essere un segreto e adesso che probabilmente in giro stava già girando la voce, Harry non era assolutamente disposto a smentirla, anzi.
Questo era un grande passo per la loro relazione: probabilmente sarebbe successo qualcosa di importante appena la voce non sarebbe stata smentita da nessuno e questo fu l’unico pensiero che tormentò Harry per tutto il ritorno, fino alla sera prima di addormentarsi accanto ad Anne che, ignara, non aveva la minima idea di ciò che gli passasse per la testa.
Aveva capito c’era qualcosa che lo assillava, che lo distraeva, ma sapeva benissimo anche che ciò che serviva ad Harry era pensarci un po’ su. Il tempo sistema sempre tutto: avrebbe anche aiutato Harry ad affrontare quel suo pensiero.
  
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