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Autore: Claire Piece    15/04/2012    4 recensioni
Nell’oscurità della mia camera non me ne ero accorta, ma erano di un colore diverso da quello che avevo visto ore prima.
Ora era un vero colore, naturale.
Erano iridi rosse.
Fui capace di non spaventarmene e improvvisamente capii che nel fondo del pozzo non ci avrei trovato elementi naturali comuni, ma ci avrei trovato del sangue.
Lo vidi spostarsi lento, parlò ancora vicino e mormorando “ Ti spaventano vero?”
“No…” bisbigliai “Li trovo orrendamente pieni di verità.”
Mi riaccostai per cercare un nuovo bacio ma lui sorridendo sghembo si allontanò appena e sussurrò “ In parte hai colto nel segno. Ma tu non puoi minimamente immaginare quante verità vedano.” Mi fissò per molto, serio.
I capelli corvini e la maglia altrettanto nera, fecero risaltare come una luce quel cremisi dei suoi occhi. Li vidi iniettarsi di sangue mentre mi guardava, sembrò volermi divorare, ma forse non è questa la sensazione più giusta per dire cosa provasse e cosa volesse realmente fare in quel momento Beyond .
Continuò a fissarmi e io non abbassai lo sguardo, non avrei mai perso nemmeno un attimo di quegli occhi.
Tornò poi a parlare piano e con sofferenza tentava di trattenere un impulso irrefrenabile che lo voleva spingere a fare qualcosa, ma non capivo bene cosa. Disse sotto voce solo poche parole prima di andarsene “Povera cappuccetto rosso è finita dritta, dritta nella bocca del lupo.”

Nella vita di una ragazza senza problemi, se non quelli della sua età, appare un'improvvisa ombra che oscurerà il sole che rendeva la sua vita serena e con una positiva monotonia.
L'apparizione di un misterioso personaggio le farà cambiare idea.
Salve a tutti.
Questa è diciamo una fan fiction sperimentale.
Vorrei divertirmi ad approfondire il personaggio di Beyond Birthday e ci proverò scrivendo questa storia.
Da subito ringrazio chi leggerà e spero sia di vostro gradimento.
Genere: Dark, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beyond Birthday, L, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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                                        Cappuccetto Rosso



                                Lui mi ha mangiato il cuore
                                Mi ha mangiato il cuore
                               (Mi sbalordisci)
                               Guardalo
                               Guardami
                              Quel ragazzo è cattivo
                              E onestamente
                             E’ un lupo travestito
                            Ma non riesco a smettere di fissare quegli occhi malvagi.{...}
                            Lui si è leccato le labbra
                           
                          Mi ha detto“Ragazza, sembri piuttosto buona da mangiare”
                          Mi ha messo le braccia intorno
                         Ho detto “Ragazzo, adesso toglimi le zampe di dosso”{…}
                         
                         Mi ha mangiato il cuore e poi mi ha mangiato il cervello.


                                                                  (Traduzione cit. Lady Gaga “Monster”)





Ritornare in cucina fu la cosa più difficile di questo mondo. Sarei rimasta sulla soglia della porta tutta la sera e tutto il giorno seguente, forse anche i giorni a venire se il buon senso e la logica non mi avessero suggerito di staccarmi di lì perché lui non sarebbe ricomparso con un battito di ciglia.
Entrai in cucina cercando di apparire normale e tranquilla. Mi sedetti iniziando poi a giocare con la forchetta e con gli ultimi frammenti di crostata mescolati a marmellata rimasti nel mio piatto.
“Che strano…” La mamma si portò la mano al mento in un gesto riflessivo “Devo aver detto qualcosa di sbagliato per averlo fatto scappare così.” Alzò i suoi occhi azzurri cobalto su di me cercando una ragione sensata a quello che aveva visto pur non avendo attribuito chissà quale gravità a quell’episodio.
Io non lo conoscevo. Era un completo estraneo per me, ma finsi di conoscerlo e sminuii la cosa. “Ma no, mamma. Tranquilla. L’hai visto. Beyond è un ragazzo singolare. Quando ricorda i suoi impegni fa sempre così, te lo assicuro.”
Fu una colossale bugia, non sapevo minimamente cosa potesse passare nella mente di un tizio del genere, tanto meno cosa lo avesse innervosito.
“Beh! Se lo dici tu tesoro mi sento un po’ più sollevata. Credevo davvero di aver detto qualcosa fuori posto...Ma come l'hai conosciuto?” La mamma mi chiese dubbiosa.
Non ci pensai molto risposi immediata "L'ho conosciuto per caso quando era a casa del signor Morrison. E poi ha lavorato anche per la signora Rosemary..."
La mamma annuì e rimase evidentemente soddisfatta della mia risposta. Il signor Morrison e la signora Rosemary erano una garanzia.
Mia madre si alzò e iniziò a sparecchiare.
Mentre il rumore delle stoviglie raccolte da mia madre faceva da sottofondo, mi ritrovai a fissare la crostata ormai incompleta, non era più intera, aveva perso una parte di sé. Mi sentivo come quel dolce, iniziai a sentirmici nel momento stesso in cui lui aveva lasciato la mia casa. Com’era possibile che mi sentissi così per una persona che nemmeno conoscevo? Poi ricordai che il suo brusco cambio d’umore, l’ultimo, quello più esagerato, lo ebbe quando iniziammo a parlare del mio nome. Pensai immediata -E se non potesse sopportarmi per via del mio nome? Forse gli ricordo qualcuno o qualcosa.-
Iniziai a sentirmi improvvisamente in colpa, senza alcun motivo, sentivo che lui era scappato via per un torto che io avevo commesso inconsciamente, ma che comunque sentivo di non aver compiuto.
Venni colta da una violenta tristezza.
Arrendevole presi il mio piatto, la forchetta, il bicchiere e li portai al lavandino dalla mamma che era già intenta a insaponare le stoviglie.
Lei si voltò a guardarmi, la flebile luce del piano cottura mi illuminò leggermente. Dovevo avere un'espressione desolata, perché la mamma sorrise in maniera dolce, poi sbuffò su una bionda ciocca di capelli finitale davanti agli occhi per spostarla e mi disse “Ti piace. Vero?”
“Oh! Non cominciare con le confessioni madre-figlia. Lo sai che non mi piacciono! Figurati poi quando non sono io a essere quella che ha bisogno di parlarne….” Dissi abbassando gli occhi e iniziando a ridacchiare.
E’ mia consuetudine quando vengo posta sotto pressione o vengo scoperta, iniziare a sorridere come un’idiota “E se vuoi proprio saperlo. Sì. Mi piace. Ora stop! Non avrai altre informazioni a riguardo.” Continuai a ridere.
“Ok! Ok! Cercherò di non preoccuparmi...” Mia madre rise mentre era ancora indaffarata “ Spero solo non sia un pazzo serial killer. Guarda! Adesso inizio pure a prendermi in giro da sola!” Finì con tono ironico e la sua espressione sorridente si trasformò in una fragorosa risata, talmente forte che iniziò a farsi uscire le lacrime.
“Io direi che dopo questa posso andare a dormire.” Dissi esasperata e sorridente, incrociando le braccia al petto.
Raggiunsi il primo gradino delle scale e la sentii urlarmi “Ah! Tesoro! Prima che tu salga. Mi ha chiamato papà, ha detto che domani ha la giornata libera. Ha anche detto di richiamarlo, per fargli sapere bene cosa volete fare!”
Io ormai ero arrivata al piano notte e urlai anch’io la mia risposta “ Ok! Adesso lo chiamo! Buona notte!”
Mi avviai poi in camera ancora sorridendo, mi chiusi la porta dietro facendo dondolare e tintinnare i ninnoli e le collanine che ci tenevo appesi insieme alla mia borsa.
Iniziai a torturare con le dita una castana ciocca dei miei capelli, nel frattempo mi misi alla ricerca del mio cellulare nascosto in qualche meandro della mia camera. Io odio quegli oggetti infernali, hanno il potere di farmi saltare il sistema nervoso al solo squillare. Così era ed è mia consuetudine nasconderli o soffocarli in un qualche posto dove avrei smesso di sentirli.
Mentre ero immersa nella ricerca, ricomparvero quasi in maniera fluida nella mia testa, le immagini dei suoi occhi.
Gli occhi di Beyond.
Occhi che non esistono.
Ombre.
C’erano le ombre dentro. Era come affacciarsi su un pozzo per vederne il fondo.
La curiosità è molta, il sapere cosa ci sia nelle sue profondità. Acque putride o cristalline? Oppure più semplicemente terra arida e asciutta? In ogni caso dalla superficie non è facile distinguere cosa ci sia, perché si vede solo il buio, l’oscurità, la non fine. E fa paura, talmente paura che si è portati a rinunciare, a non voler vedere cosa nasconda il fondale.
Ma quella sera fui tentata più volte a volermi buttare in quel pozzo, dovevo vedere cosa ci fosse.
Lo volevo!
Saltò fuori finalmente il mio cellulare sepolto sotto le mie lenzuola azzurrine, mi sedetti in maniera pesante sul letto e chiamai mio padre.
<< Pronto Leonor! >> Esplose dall’altra parte la voce contenta di mio padre.
“Ciao Papà!” Iniziai a sorridere e mi mordicchiai l’unghia del pollice. In quel micro istante pensai a quanto amassi i miei genitori sebbene non fossero sempre insieme e avessero dei caratteri così infantili. Ma loro mi piacciono così.
<< La mamma ti ha detto che domani sono libero? Potremo andare dove vuoi. >>
“Sì, me lo ha detto. Ma a dirti la verità…” Mentre parlavo con un gesto rilassato e abitudinario, mi alzai, andai alla finestra che si trova davanti al mio letto e scostai la tendina.
Rimasi di sasso per la seconda volta in quella serata.
Lui!
Era sotto nel mio giardino, mi fissava strafottente, poggiato al tronco dell’albero che era sottostante la mia finestra. Poi mutò di nuovo in volto e divenne pungente, si portò il dito indice davanti alla bocca facendo segno di fare silenzio poi iniziò ad arrampicarsi sull’arbusto.
Non sapevo che fare se non sgranare gli occhi e rimanere muta.
Ero al telefono con mio padre e un tipo strano con assurdi sbalzi d’umore a livello psichiatrico, stava salendo in camera mia arrampicandosi su un albero e per di più mi aveva intimato di stare zitta.
Ero nella confusione più assoluta, ma cercai di parlare “Ah…fammi pensare papà..” balbettai cercando di apparire indecisa e non sconvolta come in verità ero.
Beyond con movimenti sciolti, come quelli di un gatto, raggiunse il ramo che ricadeva sul mio balconcino. Poggiò i piedi sul pavimento del balcone senza fare il minimo rumore. Picchiettò con le nocche della mano sul vetro della finestra.
Iniziai ad avere una leggera iperventilazione, ma mi controllai.
Gli aprii e lui entrò agile, veloce come quando era uscito di casa un’ora prima.
Tolse le scarpe da tennis logore rimanendo scalzo, alla fine dei larghi jeans spuntavano solo le dita dei piedi.
Camminò lentamente guardandosi attorno, curioso, sembrò voler imprimere ogni particolare che osservava della mia stanza. Poi arrivò alla porta e la chiuse a chiave!
Iniziai a preoccuparmi davvero, la mia espressione da meravigliata divenne impensierita e molto più seria. Ma nonostante un tipo del genere mi fosse entrato in camera con la prospettiva che avrebbe potuto farmi qualsiasi cosa, nonostante sapessi che dall’altra parte del telefono ci fosse non solo mio padre, ma anche un poliziotto, io non gridai aiuto, non tentai di scappare. Rimanevo lì, attratta, in preda all’incoscienza.
Poi lui mi si riavvicinò e parlò talmente piano da sfiorare l’inudibile, vidi solo il muoversi delle labbra “Inventa una scusa e riaggancia.”
Sospirai, cercai di calmarmi e parlai “Ah, ecco papà. Domani avrei già un impegno con Jesse e…andremo in piscina. Quindi…Mi dispiace papà.” Articolai le parole incespicando di nuovo.
Ero davvero dispiaciuta, il giorno dopo sarei voluta andare veramente in giro con papà.
Ma se non ci fossi arrivata al giorno seguente? Meglio lasciare a mio padre il ricordo di me tranquilla e della sua vita da teenager spensierata e senza macchia alcuna.
Beyond iniziò a sogghignare divertito e mi si avvicinava sempre di più.
<< Ok, tesoro. Sarà per la prossima volta. Però tieniti libera venerdì prossimo. Ok? >> Mio padre era altrettanto dispiaciuto e mi sentii una vipera per avergli mentito.
“Sì. Sarò liberissima” dissi – Lo spero.- pensai.
<< Allora buona notte e alla prossima settimana. Ti voglio bene piccola mia. >>
“Sì. Anch’io ti voglio bene papà.” Dissi quasi senza fiato perché Beyond mi si era ulteriormente avvicinato. Potevo sentirlo respirarmi sulla fronte.
Sentii riattaccare dall’altro capo della comunicazione e chiusi lo sportelletto del mio cellulare.
Non avevo il coraggio di alzare gli occhi e guardare. Pensare che fino a un attimo prima avrei voluto sprofondare in quel pozzo. Vigliacca! O forse emozionata?
“Sei proprio una bugiarda Leonor.” Disse Beyond con tono piatto ma divertito.
Alzai di scatto la testa aggrottando le sopracciglia e mi difesi dicendo “Ma sei tu che mi hai detto di inventare una scusa!”
Beyond trattenne una risata che se fosse esplosa sarebbe risultata rumorosa e mia madre era di sotto convinta che la figlia fosse sola e che stesse andando a dormire.
“Sei molto divertente Leonor. Davvero. Ti entra in camera un perfetto sconosciuto e tu fai quello che ti dice. Perdonami ma tu non sei molto normale.”
“Se è per questo neanche tu.” Dissi sarcastica e facendomi contagiare dalle sue risate zittite.
“Ah, beh! Lo hai notato?” Continuò ridendo, poi smise di colpo, come se gli fosse stata tolta la spina che generava quell’energia esilarante e proseguì “Goditeli questi momenti perché io non sono sempre così.” Godermeli? Avrei dovuto trarre gioia e piacere dal quel suo essere altalenante e incostante? Non poteva essere concepibile una cosa come quella. Eppure la desideravo, mi sembrò quasi impossibile per me in quel momento pensare di rinunciarci.
Presa dallo scambio di battute non mi ricordai che fosse così vicino, capii a scoppio ritardato che mi stava annusando come fa un animale. Si mosse con la testa sui miei capelli, lento scese lungo il mio viso. Si fermò sulle labbra, mi respirò vicino, ma non fece nulla, adorava quella sospensione e anche io. Poi scivolò sul collo e sentii il suo naso sfiorarmi l’orecchio. Inalò violentemente e si scostò brusco.
Iniziò a camminare di nuovo per la mia stanza fino a che non si sedette, in maniera scomposta, sulla cassapanca attaccata alle mie tre finestre.
Ripresi a respirare, mi sembrò di essere rimasta in apnea per un tempo infinito.
Mi mossi al centro della stanza, ma mantenni le distanze da lui come si mantengono con una belva feroce.
Ebbi il coraggio di fare quella domanda che da quando era entrato in casa mia mi assillava senza sosta e che cacciavo via per la paura. La paura della verità, la paura che lui nascondesse qualcosa di sbagliato, qualcosa da non sapere.
Lo guardai seria e sentivo la mia voce poco stabile. “ Che cosa vuoi da me?”
“Ecco! Adesso sei normale.” Disse pungente e sfoggiando il suo sadico sorriso.
“Parlo sul serio non scherzare.” Dissi ostile.
Lui assottigliò lo sguardo e divenne torvo, mi inquietò. Se quello sguardo avesse potuto schiacciarmi al muro ci sarebbe riuscito di sicuro.“Voglio quello che Lui non potrà mai avere. Voglio quello che Lui sostiene essere un intralcio ai propri obiettivi. Sarò migliore di Lui ma avrò molto di più. Avrò quel pezzo mancante che Lui si preclude.”
“Ma…ma di che parli?” Quella sua affermazione mi spaventò non poco. Parlava di qualcuno, ma non capivo di chi, perché non mi lasciò intendere chi fosse, non menzionò nessun nome al di fuori di quel ‘Lui’ e per di più me ne parlava con quell’espressione tremenda in volto.
Mi voltai, guardai la porta.
Se fossi stata veloce, probabilmente ce l’avrai fatta a sbloccare la serratura, a correre di sotto, avvertire la mamma e scappare fuori.
Beyond interruppe le mie pianificazioni di fuga anticipandomi “ Non ci provare nemmeno. Altrimenti dovrò farti fare la fine del tizio di una settimana fa. E vorrei proprio risparmiartelo perché mi piaci viva.” La sua voce mi stava minacciando che mi avrebbe ucciso e io riuscii solo a percepire il suo suono suadente e sensuale.
Mi voltai con un'espressione intimidita e inerme allo stesso tempo. Parlai con un filo di voce “Sei stato tu.”
Le immagini dell’omicidio mi ritornarono in mente e sentii un senso di nausea prendermi lo stomaco. Ricordai il taglio alla gola che avevo visto sul collo del maniaco. Lui gliel’aveva tagliata, senza incertezze, senza esitazioni.
Immaginai perfino la scena che si consumò dietro le mie spalle. Beyond che afferrava da dietro quella persona, poi con un movimento fluido gli squarciava la gola con un coltello, come quello che avevo in cucina e con cui la mamma aveva tagliato la crostata ore prima. Riuscii perfino a immaginare il fiotto di sangue sgorgare dalla gola del pazzo maniaco.
Ero impietrita.
Dire che Beyond fosse pericoloso era un eufemismo.
Non sapevo più cosa fare, cosa pensare. Mi sentivo in trappola, eppure fui capace di preoccuparmi per lui.“Ma la polizia ti sta cercando…e mio padre, ah…” Non riuscivo a parlare ero attonita e terrorizzata. Mio padre stava dando la caccia al ragazzo che stavo iniziando ad amare in maniera inspiegabile e soprattutto il ragazzo di cui mi stavo innamorando era davvero un pazzo assassino.
Ad un tratto le parole scherzose della mamma di poche ore prima non mi parvero più tanto divertenti. Con l’inizio di quei pensieri ebbe ufficialmente fine la mia normalità. “Non ti preoccupare. Non mi cattureranno delle persone così comuni….” Disse quasi disgustato e proseguì “ I miei piani sono altri e non un comune omicidio. Oltre tutto il tizio mi stava rovinando la piazza prima del tempo.”
Mi stava parlando di cose senza apparente senso e di omicidi come se niente fosse, come se fossero stati argomenti di normali conversazioni.
Io rimanevo incredula, immobile, con i pugni stretti e guardandomi tutt’intorno come se non riconoscessi di essere nella mia camera ma in un posto sconosciuto. Sorprendente come insieme ai sentimenti ragionevoli, giusti come la paura e l’orrore, riuscivano a prevalere delle emozioni insane e anormali come l’attrazione e l’amore per lui.
Provavo un forte senso d’attrattiva, ero totalmente persa per lui, non avrei mai voluto che abbandonasse la mia stanza. Gli avrei perfino dato rifugio e aiuto sempre, non importava cosa fosse.
Realizzai con riluttante chiarezza che io lo amavo.
Beyond lento si alzò dalla cassapanca e venne verso di me, mi girò intorno e mi si fermò davanti.
Se mi avesse toccato avrei dato totalmente, definitivamente spazio alla mia parte irrazionale e folle. Si abbassò leggermente per portare il suo viso davanti al mio, aveva le mani congiunte dietro la schiena in modo infantile. Le sue labbra si avvicinarono alle mie, percepii il leggero tocco delle sue, morbide e calde. Si mossero leggere ed io gli risposi. I suoi occhi erano aperti e guardavano nei miei.
Nell’oscurità della mia camera non me ne ero accorta, ma erano di un colore diverso da quello che avevo visto ore prima.
Ora era un vero colore, naturale. Erano iridi rosse.
Fui capace di non spaventarmene e improvvisamente capii che nel fondo del pozzo non ci avrei trovato elementi naturali comuni, ma ci avrei trovato del sangue.
Lo vidi spostarsi lento, parlò ancora vicino e mormorando “ Ti spaventano vero?”
“No…” bisbigliai “Li trovo orrendamente pieni di verità.”
Mi riaccostai per cercare un nuovo bacio ma lui sorridendo sghembo si allontanò appena e sussurrò “ In parte hai colto nel segno. Ma tu non puoi minimamente immaginare quante verità vedano.”
Mi fissò per molto, serio. I capelli corvini e la maglia altrettanto nera, fecero risaltare come una luce quel cremisi dei suoi occhi. Li vidi iniettarsi di sangue mentre mi guardava, sembrò volermi divorare, ma forse non è questa la sensazione più giusta per dire cosa provasse e cosa volesse realmente fare in quel momento Beyond .
Continuò a fissarmi e io non abbassai lo sguardo, non avrei mai perso nemmeno un attimo di quegli occhi.
Tornò poi a parlare piano e con sofferenza, tentava di trattenere un impulso irrefrenabile che lo voleva spingere a fare qualcosa, ma non capivo bene cosa. Disse sotto voce solo poche parole “Povera cappuccetto rosso è finita dritta, dritta nella bocca del lupo.”






Ciaoo!! ^_^
Come state? Piove anche da voi? Spero che questo tempo ci abbandoni presto e che torni il caldo, anche se questo tipo di tempo mi ispira molto a scrivere e disegnare.
Parto subito dicendo che presto allegherò al chappy le tavole che avevo disegnato apposta per la pubblicazione, ma avendo lo scanner fuori uso dovrò aspettare per pubblicarle XD.
Poi chiedo perdono se il capitolo non ha niente di esaltante, ma sto elaborando il mio BB ed è dura, ma spero che la mia visione di lui vi piaccia. In più in questo periodo sono in una fase molto 'depressive', vado a rilento. Chiedo umilmente perdono.
Ora vi saluto e vi ringrazio sempre con tutto il mio cuore.
Al prossimo capitolo

Baci baci KiaraAma ;3

   
 
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