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Autore: M i n d    16/04/2012    5 recensioni
La ragazza con l'abito da sposa gli sorrideva.
«Allora, Harry? Ti piace?» gli aveva domandato.
Piacergli? Aveva pensato Harry, trattenendo un sorriso.
«Sei meravigliosa». Lei era arrossita.
Poi l'aveva guardato con espressione seria;
«Dici davvero? Voglio dire.. ti piace davvero?»
Sì, Hermione. Mi piace da impazzire. Mi piaci da impazzire.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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[Questa storia partecipa all'iniziativa "C.I.A. - Chi ha Incastrato l'Auror" - organizzata dal gruppo Facebook "Cercando chi dà la roba alla Rowling [Harry/Hermione]"

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Tua Hermione.






Probabilmente era impazzito;
No, anzi, sicuramente era impazzito.


Non c'era altra spiegazione possibile al fatto che Harry Potter si trovasse di fronte alla vecchia casa dei Dursley, i suoi zii, di domenica pomeriggio.


Chiunque l'avesse conosciuto, anche un minimo, avrebbe pensato che avesse qualche rotella fuori posto a voler tornare nel luogo in cui era stato cresciuto con tutto, fuorché la comprensione e l'amore di cui necessita un bambino.


Nemmeno Harry riusciva a capacitarsi del fatto di essere finito proprio lì. Prima di smaterializzarsi nell'ingresso di Grimmauld Place, dove conviveva con Ginny da tre anni, non si era prefissato una meta precisa; aveva desiderato solamente andare via. Scappare.


Da cosa, forse, non lo sapeva nemmeno lui. O forse sì, ma non voleva ammetterlo a se stesso un'altra volta.


Guardò per un altro momento la facciata familiare della casa degli zii che, negli anni, aveva perso un po' di colore. Dopo la guerra, i Dursley avevano deciso di non tornare nella loro vecchia casa; con immensa sorpresa di Harry. In seguito al loro ritorno dalla Grecia, dove si erano rifugiati per sfuggire a Voldemort, avevano deciso di ricominciare vita e di trasferirsi più a nord di Londra; così, la loro casa era rimasta disabitata per lungo tempo. In realtà, molti residenti in Privet Drive - in seguito a ripetuti attacchi di Mangiamorte durante la guerra - se n'erano andati, e ora, da quel che Harry poteva notare, non erano rimaste che poche famiglie sparse qua e là nel quartiere.


Harry spostò lo sguardo al cielo e chiuse gli occhi un istante, mentre la tiepida brezza pomeridiana gli scompigliava maggiormente i capelli corvini. Ma non poté sottrarsi al ricordo troppo recente e meraviglioso da cui stava scappando: una giovane donna dai capelli bruni gli sorrideva, avvolta in uno stupendo vestito da sposa.


Riaprì immediatamente gli occhi e scosse la testa.
Non doveva pensare.


Rivolse un'ultima occhiata alla casa e decise di entrarvi, comunque, non aveva nulla di meglio da fare.


Era tutto esattamente come lo ricordava: l'intonaco delle pareti, i pavimenti con la moquette che zia Petunia puliva con attenzione ossessiva quasi ogni giorno, la cucina... l'unica differenza era l'assenza della possente e costosa mobilia scelta con cura da zio Vernon, che se n'era andata insieme a loro. Mentre percorreva da parte a parte le enormi stanze, Harry pensò che quella casa dava ormai un senso di desolazione, così com'era adesso; nulla a che vedere con lo splendore semi aristocratico raggiunto ai tempi dei Dursley, ma forse, sembrava meno una prigione adesso di allora.


Salì le scale fino al piano superiore e raggiunse la sua stanza. Quando aprì la porta non fu per nulla sconvolto dello spettacolo raccapricciante che si trovò di fronte: la sua era l'unica stanza della casa ad essere rimasta interamente come prima della partenza dei Dursley, mobili compresi; non fu quindi una sorpresa scoprire che i Mangiamorte vi avevano fatto irruzione buttando oggetti a terra, saccheggiando e scrivendo insulti su tutti i muri. Poco importava ora, pensò Harry, la guerra era finita e lui aveva vinto; quelle scritte non significavano più nulla, non gli procuravano più quell'immane peso sullo stomaco che lo faceva sentire come se soffocasse ad ogni minimo, nuovo rumore.


Harry diede una rapida occhiata al proprio letto: le lenzuola e le coperte erano state squarciate in più punti, il cuscino era una palla di piume gettata da un lato; nemmeno il materasso era stato risparmiato, bucato in più punti anch'esso. La scrivania era stata rigata, i cassetti erano aperti, alcuni fuori posto o a terra, e sulle poche parti visibili di superficie vi erano altre scritte minacciose.


Il pavimento era messo peggio di tutti: il legno del parquet quasi non si vedeva nascosto sotto tutta quella massa informe e appiccicosa di cianfrusaglie; e fu forse nel momento in cui Harry notò un vecchio barattolo di lucido per manici di scopa aperto sopra quel che rimaneva del suo vecchio libro di Trasfigurazione, che si rese conto che quelle erano le sue cose. Pensò istintivamente ai regali degli amici - che in alcuni casi dovevano essere costati una fortuna - ai suoi libri, sui quali aveva fatto con Ron ogni sorta di conversazione non verbale durante le lezioni a Hogwarts; e a tutte quelle piccole cose, all'apparenza insignificanti, che determinano il passato di una persona. E, con il senso di malinconia accentuato a quella vista, si chinò a cercare qualcosa che non avrebbe saputo definire nemmeno lui.. forse, qualcosa che gli ricordasse di sé. Avrebbe potuto ripulire e aggiustare tutto con la magia, certo, non che non ci avesse pensato, ma molte di quelle cose erano così mal ridotte che un incantesimo, probabilmente, avrebbe fatto solo più danni.


Ritrovò alcuni vestiti e un maglione fatto dalla signora Weasley anni prima, tutti squarciati o macchiati di inchiostro, pergamene con appunti di Pozioni e Incantesimi, qualche accessorio del suo Kit di Manutenzione per Manici di Scopa, alcune vecchie piume spezzate e qualche altro libro di scuola. Niente di lei. Pensò, e con lungo sospiro, si mise a sedere sul pavimento.
Alzò lo sguardo al soffitto, e i suoi occhi si fecero umidi a quel ricordo, ma stavolta non lo evitò;


La ragazza con l'abito da sposa gli sorrideva.
Lui conosceva fin troppo bene quel volto, quel sorriso.. l'aveva studiato in ogni minimo particolare in quegli ultimi anni.
«Allora, Harry? Ti piace?» gli aveva domandato.
Piacergli? Aveva pensato Harry, trattenendo un sorriso.
«Sei meravigliosa». Lei era arrossita.
Poi l'aveva guardato con espressione seria;
«Dici davvero? Voglio dire.. ti piace davvero?»
Sì, Hermione. Mi piace da impazzire. Mi piaci da impazzire.

Ripensò Harry, mentre i suoi occhi si inumidivano sempre più.
Ma non sono io quello a cui deve piacere. Non sono io lo sposo.
Una lacrima scivolò solitaria lungo la sua guancia, e lui, prontamente, la levò con un gesto della mano.
Hermione si sarebbe sposata due giorni dopo, e lui non poteva fare niente.
Non avrebbe mai più potuto fare niente da quel momento in poi.
Era giusto così. Aveva continuato, anzi, avevano continuato, a ripetersi per anni.
Ma quanto era veramente giusta quella situazione? Quanto?


Ricacciò indietro l'impeto di rabbia che stava per invaderlo.
Non aveva senso arrabbiarsi; non avrebbe cambiato le cose.


Decise di alzarsi, non c'era nient'altro da fare lì e doveva tornare, ormai era quasi sera...
Fu proprio in quel momento che, spostando lo sguardo per mettersi in ginocchio, notò un pezzo di pergamena dall'aria molto vecchia, spuntare da sotto il letto.
Ebbe una strana sensazione, così lo prese e iniziò a leggere: dopo poche righe spalancò gli occhi per lo stupore: era una vecchia lettera di Hermione!


A giudicare dalla data in alto a destra, doveva averla spedita prima dell'inizio del loro terzo anno a Hogwarts. Continuò la lettura:


Caro Harry,
Ron mi ha scritto raccontandomi della sua telefonata con tuo zio Vernon. Spero che tu stia bene.



Harry ridacchiò; ricordava bene quella telefonata! Zio Vernon era andato su tutte le furie! Era stato uno dei momenti più divertenti della sua vita!


Sono in vacanza in Francia al momento e non sapevo come fare a spedirti questo pacco: e se per caso lo aprivano alla frontiera?



Sorrise teneramente a quelle parole: sempre premurosa e dolce, Hermione. Anche allora.


Ma poi è spuntata Edvige! Credo che volesse essere sicura credo che tu ricevessi qualcosa per il tuo compleanno, tanto per cambiare.



Harry ebbe una fitta al cuore al ricordo della sua candida, e altrettanto premurosa, civetta delle nevi.


Ti ho comprato questo regalo via gufo, c'era la pubblicità sulla Gazzetta del Profeta (me la faccio recapitare qui, è bello tenersi aggiornati sulle novità del mondo della magia).


Le righe successive erano macchiate e poco leggibili; Harry credette di ricordare che Hermione parlasse di Ron, lesse la parola "Egitto", quindi doveva essersi riferita in qualche modo alla vacanza fatta da Ron e dalla sua famiglia in Egitto, anni prima. Poi riprendeva:


Ron dice che sarà a Londra l'ultima settimana di vacanze. Tu ce la farai? Tua zia e tuo zio ti lasceranno venire? Spero proprio di sì. Altrimenti ci vediamo sull'Espresso per Hogwarts il primo settembre!


Tua
Hermione



La lettera proseguiva per un altro paio di righe, ma il cuore e la mente di Harry si bloccarono in quel punto, e lui rimase a fissare la pergamena;
"Tua Hermione" si ripeté, sorpreso.
Sua?
Sorrise; un calore improvviso gli invase il cuore facendolo intenerire davanti all'ingenuità e alla dolcezza di quella Hermione tredicenne, già allora sempre pronta ad aiutarlo, sempre al suo fianco. Una Hermione che, probabilmente, allora nemmeno immaginava quale sarebbe stato diverso il significato di quel "tua", molti anni più tardi.. ah, beata adolescenza! Ma ormai erano grandi, la vita li aveva fatti crescere, li aveva cambiati.. e adesso Hermione stava per sposare Ron..

Il sorriso di Harry si fece nuovamente malinconico. Ricordava benissimo il momento in cui aveva capito di amare Hermione e, forse, di averla sempre amata. Era accaduto nella tenda, durante la ricerca degli Horcrux; l'assenza di Ron aveva reso l'aria fin troppo intima per loro, in quella tenda.. così, una sera, era successo.. si erano quasi baciati. E poco prima si erano guardati in un modo che Harry non avrebbe dimenticato mai. Era stato allora che l'aveva capito; in un momento, tutto nella sua mente era diventato chiaro e aveva avuto senso. E non avrebbe dimenticato mai nemmeno la sensazione di impotenza e la tremenda disperazione che l'aveva colto subito dopo, per l'impossibilità di quell'amore. Sensazione che durava ancora oggi e, probabilmente, sarebbe durata per sempre.


Appallottolò rapidamente la lettera e se la ficcò in tasca, alzandosi: era l'unica cosa che desiderava portarsi via.
Purtroppo non aveva più tempo per i ricordi; doveva andarsene. Doveva tornare indietro e comportarsi da uomo, affrontando qualunque avversità e qualunque scoglio si sarebbe trovato di fronte. Era una promessa che aveva fatto a se stesso e alla sua Hermione: andare avanti, nonostante tutto. Certo che la vita avesse comunque qualcosa da offrirgli, anche al fianco di Ginny.
E, con un ultimo sospiro, si avviò verso la porta, lasciando indietro i ricordi e la sua giovinezza; deciso a gioire per Ron il giorno del suo matrimonio e cercando di essere felice per lui e Hermione, in qualche modo. Avrebbe fatto quello che doveva, ciò che ci si aspetta dall'altruista Harry Potter, e così Hermione. Nulla più, nulla meno. Non aveva certezze per il futuro; l'unica cosa certa era che sarebbe stata comunque, sempre e dovunque, una vita piena di magia; e che, anche se non poteva avere il futuro che desiderava, le persone che amava e aveva amato sarebbero state sempre e comunque al suo fianco.




"Ricordare il passato serve per il futuro, così non ripeterai gli stessi errori: ne inventerai di nuovi."
Groucho Marx








Note




E anche questa è fatta! ^_____^
Beh, che dire? Diciamo che sono soddisfatta a metà di questa storia, è venuta meglio di quanto sperassi in alcuni punti, ma il finale non mi convince del tutto. Voi che dite? Passabile?
Fatemi sapere!

Un bacione a kiki2604 che dovrà farmi da recensore per questa storia! Perdonami, so che non è un granché! Spero che almeno tu sia riuscita ad arrivare alla fine!

Un salutone a tutte le ragazze del gruppo Facebook "Cercando chi dà la roba alla Rowling (Team Harry/Hermione)"!

Alla prossima!



Aggiunte




Vestito da sposa di Hermione: Vestito da sposa

La lettera scritta da Hermione è stata presa da: "Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban - Capitolo 1: Posta via gufo (pagina 14, edizione Salani)" di J.K. Rowling.



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