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Autore: Little Firestar84    16/04/2012    3 recensioni
Definizione di sorella maggiore: creatura impicciona incapace di non mettere il naso in faccende che non la riguardano. E la stessa definizione vale per Kate Jane, che ha un solo obbiettivo, quello di vedere, di nuovo, il fratellino sposato. Peccato che suddetto fratello non ne possa più di macchinazioni e appuntamenti al buio, obbligandolo a prendere seri provvedimenti quando evitare Kate diventa impossibile... perciò, cosa c'è di meglio che chiedere alla persona che meglio lo conosce, la sua migliore amica, Teresa Lisbon, di fingere per qualche giorno di essere sul punto di sposarlo? Peccato che Teresa sia terrorizzata all'idea di questa messinscena, perchè, per lei, fingere di amare Patrick Jane non sarebbe esattamente una bugia...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per favore, Ricky! Ti prego, ti prego, ti prego! Farò la buona, lo prometto!”

“per l’ennesima volta: ti ho detto di no! E piantala con gli occhi da cerbiatta, funzioneranno con gli idioti che tenti di sedurre, ma temo di doverti dire, sorellina, che io tendo ad essere piuttosto immune al tuo fascino femminile! Non puoi venire al CBI con noi!” comodamente seduta al tavolo della cucina, Teresa stava mangiando una Red Delicious, sperando che nessun boccone le andasse di traverso dal ridere mentre si godeva quell’esilarante scena. Non c’era dai dire: era a dir poco delizioso avere a che fare con un Patrick Jane che tentava, disperatamente, di appellarsi alla professionalità ed era serio. E dire che avrebbe detto che sarebbe stato capace di portarsi dietro Kate al solo scopo di rendere a tutti la vita più complicata al CBI…

Ok, magari non era esattamente scontenta della cosa. Dio solo sapeva con cosa la donna se ne sarebbe uscita se mai avesse visto il team. Le cose erano già abbastanza complicate così com’erano senza che ci si mettesse di mezzo il team con le loro scommesse, Bertram con il suo maschilismo da macho fallito e il moccioso di Wainright (che però, visto come era molto, molto infantile, sarebbe stato capace di scoppiare a piangere come una donnicciola alla menzione di un matrimonio) , con loro che fingevano, a beneficio di Kate,  di essere fidanzati, mentre erano “solo” amici di letto,  anche se in realtà lui era l’unico a crederlo perché in realtà lei era innamorata di lui e…

Come aveva detto: complicato.

“Uffa! Se non vuoi farlo per favore, fallo almeno per rispetto di anzi…” quando Kate si fermò, rabbrividendo, all’idea di cosa avesse detto, o quasi, Lisbon stentò davvero a trattenersi dal ridere. “per rispetto della tua sorella maggiore” si corresse, ricomponendosi.

“Avanti, sorellina, ammettilo, guarda che lo puoi dire, alla tua età: anzianità. Dopo tutto, ormai hai più di 50 anni suonati, e temo di doverti dire che si vedono tutti. Non come Teresa. Lei dimostra molti anni in meno dei suoi 39” sorrise, credendosi tanto furbo, ma capì di aver commesso un grave errore nel momento in cui il silenzio avvolse la cucina. Alzò gli occhi, e le donne lo stavano fulminando, stringendo tra i pugni cosa avevano avuto in mano fino ad un attimo prima. La mela di Teresa stava addirittura perdendo succo, che colava in gocce che le percorrevano lievi il braccio. Jane, in un’altra situazione, avrebbe trovato la cosa stuzzicante, e ne avrebbe approfittato per inventarsi un qualche giochetto erotico (che, aveva visto con la pratica, Teresa apprezzava parecchio) ma aveva la netta intenzione che lo sguardo omicida di Teresa lasciasse sottintendere che il sesso fosse l’ultima cosa che le stesse passando per la testa. Era molto più facile che stesse macchiando per faro fuori e nascondere il suo cadavere…

Teresa e Kate se ne andarono come due furie dalla stanza, ma solo dopo avergli lanciato contro una pentola di rame ciascuna, il loro piccolo ringraziamento per il suoi commentino sulla loro età. E a Teresa non interessava se lui lo aveva fatto per farle un complimento: che gli uomini non dovessero fare alcun commento sull’età delle loro donne era una cosa conosciuta da tutti, una regola elementare di comportamento. E se l’idiota non lo sapeva o non ci arrivava con quel suo dannato cervello machiavellico, peggio per lui. Non gli avrebbe certo reso le cose facili solo perché il sesso era divino! Anzi, adesso che ci pensava… dopo giorni e giorni passati ad amarsi ogni notte, avrebbe iniziato uno sciopero del sesso! O magari no… lo cosa non le avrebbe dato alcun beneficio. Beh, ad ogni modo: un modo per punirlo lo avrebbe trovato. Se lo meritava, l’idiota.

Chissà se sarebbe riuscita a fargli portare via il divano per qualche giorno…

Rick l’aveva fatta grossa. L’aveva, in pratica, chiamata vecchia…solo perché lei era più nella cinquantina di lui! Ok, lei era nella cinquantina, punto, però non era certo che il fratellino glielo ricordasse, né che le ricordasse che la sua vita sentimentale, ultimamente (ok, da parecchi anni a quella parte, se doveva essere onesta) era fatta di notti da una botta e via e poco altro, preferibilmente con idioti o con ricconi che poi erano davvero molto, molto gentili con lei. A proposito di ricconi… Si ricordò che Teresa era stata, brevemente, fidanzata con uno di loro, un pezzo grosso dell’artiglieria e degli armamenti bellici e dell’informatica, e che Patrick, nonostante lo osannasse di continuo, non era stato un granché bravo a nascondere la sua gelosia e la nota di amaro nella voce ogni qual volta le parole Lisbon (O Teresa) e Mashburn venivano messe nella stessa frase. Chissà se il tizio era ancora single. Doveva farsi dare il numero. Chissà che non sarebbe riuscita a farla pagare la fratellino facendosi vedere al braccio del tizio che meno lui sopportava sulla faccia della terra….

Beh, per adesso si sarebbe accontentata di farsi scarrozzare per tutto il CBI. Nonostante lui le avesse detto esplicitamente di no. Così imparava a chiamarla anziana, quell’antipatico.

“Posso aiutarla…?” la voce tentennate di una giovane donna risvegliò Kate dal suo turbamento, e mettendo in mostra la sua migliore interpretazione della perfetta casalinga Bree Van De Kamp, cosa che, unita al luccichio assassino, fece impallidire van Pelt, che decise di mettere qualche passo di distanza tra lei e la bionda. Kate, invece, aveva una mezza voglia di comportarsi nemmeno avesse visto un cucciolo… quella bambolina di porcellana dai capelli rossi aveva pistola e distintivo, eppure era così carina e così tenera!  Uhm. Iniziava a capire perché Rick non avesse mai voluto avere appuntamenti. Se tutte le donne del CBI erano così.. e se lo diceva lei che era etero convinta, doveva essere vero sul serio!

“Oh, sì, vede…” si avvicinò con fare cospiratorio, sghignazzando come un’ochetta. Adesso sì che van Pelt aveva voglia di chiamare la sicurezza… o per lo meno Ron. Lui era grande e grosso, di certo non si sarebbe fatto intimorire da quella bionda, giusto? Anche se… non sapeva perché, ma quegli occhietti diabolici avevano un nonsoché di familiare. “Sto cercando la mia futura cognata.”

“…è forse stata arrestata per omicidio?” chiese Grace, quasi certa che le risposta fosse sì. Non avevano nessun caso al momento, e stavano ancora avendo a che fare con le ripercussioni burocratiche del caso di John il rosso (specialmente lei, che continuava a picchiare e sparare a sospettati e passava più tempo dalla strizzacervelli che alla scrivania, a cui Lisbon l’aveva praticamente legata), ma forse la donna si era sbagliata e doveva solo andare da un altro team. Dio lo volesse. Non aveva voglia di finire con un coltello o un proiettile in corpo…

“ma no, sciocchina! Sto cercando Teresa Lisbon!”  la risposta di Kate uscì fuori accompagnata da un’altra, ennesima, risata da gallina/oca, a cui, però, fece seguito una pacca sulla spalla, questa molto, molto poco femminile. Adesso la tizia non metteva più i brividi a Grace. Le dava sui nervi e basta. E dio solo sapeva se i suoi nervi non ne avevano già viste abbastanza,  tra Craig , Wayne che si metteva con Sara dopo averle detto di smetterla di fare l’amica con lui e Styles che voleva farle da strizzacervelli. Oh, e non era certo da dimenticare il fatto che vedesse pure il sopracitato fidanzato morto e ammazzato da lei…

“Tommy, James o Mattew?” chiese, sperando, per il bene della piccola (e adorabilmente tosta) Annie, che quella non fosse la futura matrigna. Per prima cosa, la tizia aveva almeno 15 anni in più di Tommy,  e per seconda, frammentarie notizie giunte alle sue orecchie indicavano che l’ex moglie di Tommy, e madre della ragazzina, fosse totalmente svitata e senza controllo, e va bene che non c’è due senza tre, però non si diceva anche che sbagliando si imparava?

“Uhm? Oh, i fratelli di Teresa!” il volto di Kate si illuminò a giorno a sentire quei nomi, che nel giro di poche ore dal suo arrivo erano diventati già familiari- soprattutto grazie al suo brillante terzo grado a Teresa. Teresa era stata titubante a raccontare della sua famiglia – e alcune delle sue domande erano state stoppate dal gelido sguardo di Rick -  ma ad un certo punto, erano saltate fuori le foto, e lei non si era più fermate. E Rick aveva sorriso e riso, una cosa che da tanto, troppo tempo non lo vedeva fare, quando erano usciti fuori il nome di Tommy, il “sono un garante per la libertà vigilata e non un cacciatore di taglie come dici tu Teresa” e di sua figlia, la teen-ager Annie, che aveva come idoli personali la zia ed il suo consulente, di cui voleva seguire le orme divenendo una machiavellica poliziotta. “Oh, no, no, io sono Katerine, la sorella di Rick!”

“…Rick?” sussurrò Van Pelt, un sopracciglio alzato verso il cielo. E poi… e poi fece un paio di collegamenti. Quegli occhi e quella sorta di… spensieratezza (come pure la maschera di elegante compostezza) avevano un qualcosa di familiare… e dato che il nome “Rick” non poteva essere l’abbreviazione di “Walter” – altresì detto l’ultima relazione seria di Lisbon (a meno che il tizio non fosse fissato con i giochi di ruolo. Non che lei avesse dei dubbi al riguardo…), allora  il nome Rick non poteva che essere effettivamente l’abbreviazione di… di… “JANE?!”

“Sì! Esatto! Rick è il mio fratellino! Fratellino che, a quanto vedo, non parla di me con nessuno!” Come aveva poi fatto a proposito dei suoi colleghi, aggiunse lei mentalmente. Con la sola eccezione di Lisbon, che era pressoché argomento costante di conversazione. Ad un certo punto l’aveva pure odiata, tanto Rick la esaltava…mise, tuttavia, nonostante l’equità della situazione, il broncio, Kate, però quel broncio da monella. Quello stesso che il fratello le aveva detto essere funzionante solo con gli uomini sessualmente attratti da lei (anche se le sue parole erano state leggermente più offensive); Grace, invece, storse il naso. Non sapeva se roderle perché Rigsby aveva avuto ragione e adesso avrebbe preso tutti i soldi che nel corso degli ultimi mesi avevano messo da parte, o se essere felice che, almeno un pochino, aveva avuto ragione. Perché Jane non avrebbe mai sposato il capo se non l’avesse amata, giusto? Quindi, ok, andavano a letto insieme, ma almeno stavano insieme.

Alla fine, silenziosamente e molto compostamente, la rossa squittì tra se e se, mordendosi le labbra per evitare di squittire sul serio per la gioia; “Oh, io sono Grace Van Pelt, è sempre bello incontrare qualcuno che ha avuto a che fare con Jane prima che… sì, insomma, quando girava con il circo” si corresse all’ultimo minuto, di nuovo mordendosi le labbra ma per tutt’altro motivo. Aveva la netta sensazione che la frase “prima che uscisse fuori di testa perché aveva finto di essere un sensitivo, non che io creda che lui stesse davvero fingendo, e aveva parlato male di John il rosso stuzzicandolo fino a che lo schizzato non gli aveva massacrato la famiglia” non suonasse troppo bene. Non esattamente una cosa da dire all’inizio di una conversazione per rompere il ghiaccio.   

“Fiera. Noi giravamo con la fiera, non con il circo. Io ero un’artista, ok? Sono una ballerina di teatro, non una “ballerina esotica” che si fa chiamare così perché non vuole ammettere di essere una spogliarellista!” Raddrizzandosi la borsetta sulla spalla, l’avvenente bionda (decisamente una Jane) mollò senz’altro aggiungere la rossa, e andò a sedere alla scrivania del giovane moro. Era decisamente carino, si disse. Chissà se era anche single… l’avrebbe chiesto a Patrick.

Grace scrollò le spalle. Certo, era seccante vedere donne che flirtavano con il “suo” Wayne, ma dopotutto aveva di che essere allegra. Presto avrebbe dovuto aiutare Teresa ad organizzare un matrimonio che, ne era certa, avrebbe avuto un budget a 5 cifre… e cosa c’era di meglio di un bel vestitino tutto vezzoso giallo canarino e merletti per la damigella d’onore- lei?

Lisbon se ne stava tutta tranquilla seduta alla sua scrivania a lavorare, e non era giusto, non era per niente giusto, pensò Jane, seduto a gambe incrociate sul divanetto bianco con indosso il suo solito sorriso, la sua maschera di falsa tranquillità. Lui non era per nulla tranquillo, e non era giusto che lei fosse così, così… così tranquilla rispetto a quello che era successo tra di loro, e che ancora stava succedendo.

Non che la volesse vedere agitata, tutt’altro, ma voleva… voleva che Teresa capisse, e lei sembrava essere cieca alle piccole attenzioni in più che negli ultimi giorni le aveva dedicato. Teresa doveva capire. Doveva capire che quello che c’era tra di loro non era solo sesso, e che una cosa alla “amici con benefici” non era quello che andava cercando, né quello che voleva da lei.

Non lo aveva mai voluto, a dire la verità. Desiderato? Assolutamente sì (le aveva detto o no che era impossibile non amarla?), ma non aveva preso seriamente in considerazione l’idea di rendere reali le sue fantasie, nemmeno in un mondo dove John non esisteva più, qual era il loro al momento. C’erano sempre state troppe cose tra di loro - il passato di entrambi con il suo carico di fantasmi, John che minacciava il loro mondo, il fatto che non si sentisse abbastanza degno di stare con lei, e che, di conseguenza, l’avesse spinta più e più volte nelle braccia di altri uomini – e mai e poi mai avrebbe pensato di fare la prima mossa. E difatti, non lo aveva fatto, ma lei aveva preso l’iniziativa, risvegliando una belva in lui al primo tocco. E lui, non era stato in grado di fermarsi, era stato come un fiume in piena, una volta assaporata Teresa, lei, così viva, soffice e consapevole e disinibita e desiderosa di lui tra le braccia, aveva dovuto cedere, dando un calcio alla razionalità, e le aveva ceduto con gioia. Più e più volte.

L’idea di tornare a essere colleghi non gli piaceva per nulla.  Una settimana prima non avrebbe mai preso in considerazione una cosa del genere- anzi, la sua idea era stata quella di tentare di scoprire qualche lato negativo di Lisbon che gliela facesse amare di meno – ma adesso, credere, pensare che sarebbero dovuti tornare a essere solo colleghi lo faceva morire. Non poteva più mentirle. Le avrebbe detto tutto, e poi avrebbe agito a seconda delle conseguenze. I segnali che anche lei provasse c’erano, ma non era del tutto certo, perché Lisbon tendeva ad essere traslucente, a cambiare come un vetro smerigliato con la luce, ma a volte, come lo guardava, come lo toccava…

Doveva dirle la verità. Se lei lo avesse amato, tutto a posto, avrebbero avuto il loro e vissero felici e contenti, e se invece i suoi sentimenti non fossero stati reciprocati, avrebbe fatto le valigie e seguito Kate dovunque fosse che lei stava andando. Ma doveva parlare, doveva tentare, quel limbo non era una condizione che un umano potesse tollerare, e nel limbo era già stato  sepolto una volta, per oltre dieci anni, e di nuovo, non ci sarebbe stato per davvero.  

Ok, adesso glielo avrebbe detto. Basta fare il codardo e nascondersi dietro alla metaforica gonna del suo capo. Era ora di mostrarle chi portasse i pantaloni nella loro relazione. Beh, più o meno…

Senza indugiare oltre, si alzò, e camminò a passo deciso verso Teresa, tentando di avere quello che sperava essere una sguardo suadente e malizioso, ma che però non doveva essere troppo malizioso. Ci mancava ancora che la sua principessa arrabbiata credesse che voleva suggerire porcherie al lavoro… “Senti, Teresa, c’è una cosa di cui vorrei parlarti da un po’ di tempo…” iniziò lui tranquillo, ingoiando la saliva e esitando non appena lei alzò gli occhi dai fogli e lo guardò col sorriso e gli occhi luminosi. Si ricordò quella volta che Teresa, poco prima della morte di John, si era trovata legata ad una bomba, e lui aveva usato quella stessa frase… e aveva quasi ammesso tutto, per poi rimangiarsi ogni cosa addicendo le più incredibili scuse non appena lei era uscita dai guai.

“Cos’è, hai fatto qualche guaio anche standotene seduto qui?” gli chiese col sorriso, arrossendo e mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. E lui sorrise di rimando, colmo di soddisfazione: Teresa stava flirtando con lui come una scolaretta alla prima cotta! Doveva dirle tutto. Perché, davvero, ormai non c’erano dubbi. Lui le piaceva!   

Con nuova risolutezza, Jane si incamminò verso la scrivania, e la raggiunse, e si chinò verso di lei pronto, non lo sapeva ancora, se a baciarla o dirle la verità, quand’ecco che, mentre era chino su di lei e le loro labbra stavano per schiudersi per suggellare un vero primo bacio d’amore…

…la porta d’ingresso dell’ufficio si aprì, sbattendo contro il muro e rivelando una terribilmente agitata Van Pelt. Stava iniziando a odiare quella donna, sul serio. E, doveva ammetterlo, aveva finalmente capito perché Lisbon non sopportasse che lui entrasse senza bussare prima.

“Lisbon! Perché non ce lo hai detto? Oh, sono così felice per voi!” Grace trotterellò verso di loro, che si erano separati di scatto, così veloce che nemmeno avessero preso la scossa, e stava abbracciando alternativamente entrambi squittendo come un topolino. Teresa gli lanciò un’occhiata gelida, segno che riteneva che lui si fosse fatto vedere mentre indugiava – o tentava di indugiarsi – in un qualche bacio rubato, o che si fosse fatto scappare qualcosa… e stava iniziando a pensarlo anche lui, quando però si rese conto di chi era la persona da cui Rigsby tentava di fuggire: Kate. Quella strega! “Posso aiutarti a organizzare il matrimonio? Non preoccuparti, tu non dovrai fare nulla, ci penserò io! Ho già in mente l’abito perfetto per te! E tu, Jane, tira fuori dalla naftalina lo smoking!”

“…lo smoking?” sussurrò Teresa con il sangue che si congelava nelle vene. Oh, no, non stava davvero succedendo…

“hai ragione! Molto meglio il tight!  E abito lungo per le signore!”

“Abito lungo…?”

“Ho, immagino già un matrimonio estivo, la sera, nella cattedrale, con qualche centinaio di invitati….”

“…centinaio?”

Teresa stava impallidendo così tanto che Jane temette che stesse per svenire; decise di andare in soccorso di entrambi, e mentre Grace stava per lanciarsi in un’altra folle idea, presa la “fidanzata” per le spalle e guardò la collega negli occhi con sguardo da cucciolo. “Oh, sì, Grace sono delle idee davvero meravigliose! E se ne parlassimo una di queste sere a cena?”

Grace uscì, un po’ col broncio, e loro due poterono finalmente prendere un sospiro di sollievo in attesa di decidere quale sarebbe stata la prossima mossa. Poi, però, avvenne l’impensabile, nella forma di un urlo di van Pelt.

“Ehi, ragazzi, Jane ed il capo ci hanno invitato a cena a casa loro domani sera per parlare del loro matrimonio!”

Lisbon gli lanciò un’occhiata omicida, e lui si ritrasse nel suo attico. Vivere gli piaceva ancora troppo.
   
 
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