Per
favore, Ricky! Ti prego, ti
prego, ti prego! Farò la buona, lo prometto!”
“per
l’ennesima volta: ti ho
detto di no! E piantala con gli occhi da cerbiatta, funzioneranno con
gli
idioti che tenti di sedurre, ma temo di doverti dire, sorellina, che io
tendo
ad essere piuttosto immune al tuo fascino femminile! Non puoi venire al
CBI con
noi!” comodamente seduta al tavolo della cucina, Teresa stava
mangiando una Red
Delicious, sperando che nessun boccone le andasse di traverso dal
ridere mentre
si godeva quell’esilarante scena. Non c’era dai
dire: era a dir poco delizioso
avere a che fare con un Patrick Jane che tentava, disperatamente, di
appellarsi
alla professionalità ed era serio. E dire che avrebbe detto
che sarebbe stato
capace di portarsi dietro Kate al solo scopo di rendere a tutti la vita
più
complicata al CBI…
Ok,
magari non era esattamente
scontenta della cosa. Dio solo sapeva con cosa la donna se ne sarebbe
uscita se
mai avesse visto il team. Le cose erano già abbastanza
complicate così
com’erano senza che ci si mettesse di mezzo il team con le
loro scommesse,
Bertram con il suo maschilismo da macho fallito e il moccioso di
Wainright (che
però, visto come era molto, molto infantile, sarebbe stato
capace di scoppiare
a piangere come una donnicciola alla menzione di un matrimonio) , con
loro che
fingevano, a beneficio di Kate, di
essere fidanzati, mentre erano “solo” amici di
letto, anche se in
realtà lui era l’unico a crederlo
perché in realtà lei era innamorata di lui
e…
Come
aveva detto: complicato.
“Uffa!
Se non vuoi farlo per
favore, fallo almeno per rispetto di anzi…” quando
Kate si fermò,
rabbrividendo, all’idea di cosa avesse detto, o quasi, Lisbon
stentò davvero a
trattenersi dal ridere. “per rispetto della tua sorella
maggiore” si corresse,
ricomponendosi.
“Avanti,
sorellina, ammettilo,
guarda che lo puoi dire, alla tua età: anzianità.
Dopo tutto, ormai hai più di
50 anni suonati, e temo di doverti dire che si vedono tutti. Non come
Teresa.
Lei dimostra molti anni in meno dei suoi 39” sorrise,
credendosi tanto furbo,
ma capì di aver commesso un grave errore nel momento in cui
il silenzio avvolse
la cucina. Alzò gli occhi, e le donne lo stavano fulminando,
stringendo tra i
pugni cosa avevano avuto in mano fino ad un attimo prima. La mela di
Teresa
stava addirittura perdendo succo, che colava in gocce che le
percorrevano lievi
il braccio. Jane, in un’altra situazione, avrebbe trovato la
cosa stuzzicante,
e ne avrebbe approfittato per inventarsi un qualche giochetto erotico
(che,
aveva visto con la pratica, Teresa apprezzava parecchio) ma aveva la
netta
intenzione che lo sguardo omicida di Teresa lasciasse sottintendere che
il
sesso fosse l’ultima cosa che le stesse passando per la
testa. Era molto più
facile che stesse macchiando per faro fuori e nascondere il suo
cadavere…
Teresa
e Kate se ne andarono come
due furie dalla stanza, ma solo dopo avergli lanciato contro una
pentola di
rame ciascuna, il loro piccolo ringraziamento per il suoi commentino
sulla loro
età. E a Teresa non interessava se lui lo aveva fatto per
farle un complimento:
che gli uomini non dovessero fare alcun commento
sull’età delle loro donne era
una cosa conosciuta da tutti, una regola elementare di comportamento. E
se
l’idiota non lo sapeva o non ci arrivava con quel suo dannato
cervello
machiavellico, peggio per lui. Non gli avrebbe certo reso le cose
facili solo
perché il sesso era divino! Anzi, adesso che ci
pensava… dopo giorni e giorni
passati ad amarsi ogni notte, avrebbe iniziato uno sciopero del sesso!
O magari
no… lo cosa non le avrebbe dato alcun beneficio. Beh, ad
ogni modo: un modo per
punirlo lo avrebbe trovato. Se lo meritava, l’idiota.
Chissà
se
sarebbe riuscita a fargli portare via il divano per qualche
giorno…
Rick
l’aveva fatta grossa.
L’aveva, in pratica, chiamata vecchia…solo
perché lei era più nella cinquantina
di lui! Ok, lei era nella cinquantina, punto, però non era
certo che il
fratellino glielo ricordasse, né che le ricordasse che la
sua vita
sentimentale, ultimamente (ok, da parecchi anni a quella parte, se
doveva
essere onesta) era fatta di notti da una botta e via e poco altro,
preferibilmente con idioti o con ricconi che poi erano davvero molto,
molto gentili
con lei. A proposito di ricconi… Si ricordò che
Teresa era stata, brevemente,
fidanzata con uno di loro, un pezzo grosso dell’artiglieria e
degli armamenti
bellici e dell’informatica, e che Patrick, nonostante lo
osannasse di continuo,
non era stato un granché bravo a nascondere la sua gelosia e
la nota di amaro
nella voce ogni qual volta le parole Lisbon (O Teresa) e Mashburn
venivano
messe nella stessa frase. Chissà se il tizio era ancora
single. Doveva farsi
dare il numero. Chissà che non sarebbe riuscita a farla
pagare la fratellino
facendosi vedere al braccio del tizio che meno lui sopportava sulla
faccia
della terra….
Beh,
per adesso si sarebbe
accontentata di farsi scarrozzare per tutto il CBI. Nonostante lui le
avesse
detto esplicitamente di no. Così imparava a chiamarla
anziana,
quell’antipatico.
“Posso
aiutarla…?” la voce
tentennate di una giovane donna risvegliò Kate dal suo
turbamento, e mettendo
in mostra la sua migliore interpretazione della perfetta casalinga Bree
Van De
Kamp, cosa che, unita al luccichio assassino, fece impallidire van
Pelt, che
decise di mettere qualche passo di distanza tra lei e la bionda. Kate,
invece,
aveva una mezza voglia di comportarsi nemmeno avesse visto un
cucciolo… quella
bambolina di porcellana dai capelli rossi aveva pistola e distintivo,
eppure
era così carina e così tenera!
Uhm.
Iniziava a capire perché Rick non avesse mai voluto avere
appuntamenti. Se
tutte le donne del CBI erano così.. e se lo diceva lei che
era etero convinta, doveva essere
vero sul serio!
“Oh,
sì, vede…” si avvicinò con
fare cospiratorio, sghignazzando come un’ochetta. Adesso
sì che van Pelt aveva
voglia di chiamare la sicurezza… o per lo meno Ron. Lui era
grande e grosso, di
certo non si sarebbe fatto intimorire da quella bionda, giusto? Anche
se… non
sapeva perché, ma quegli occhietti diabolici avevano un
nonsoché di familiare.
“Sto cercando la mia futura cognata.”
“…è
forse stata arrestata per
omicidio?” chiese Grace, quasi certa che le risposta fosse
sì. Non avevano
nessun caso al momento, e stavano ancora avendo a che fare con le
ripercussioni
burocratiche del caso di John il rosso (specialmente lei, che
continuava a
picchiare e sparare a sospettati e passava più tempo dalla
strizzacervelli che
alla scrivania, a cui Lisbon l’aveva praticamente legata), ma
forse la donna si
era sbagliata e doveva solo andare da un altro team. Dio lo volesse.
Non aveva
voglia di finire con un coltello o un proiettile in corpo…
“ma
no, sciocchina! Sto cercando
Teresa Lisbon!” la
risposta di Kate uscì
fuori accompagnata da un’altra, ennesima, risata da
gallina/oca, a cui, però,
fece seguito una pacca sulla spalla, questa molto, molto poco
femminile. Adesso
la tizia non metteva più i brividi a Grace. Le dava sui
nervi e basta. E dio
solo sapeva se i suoi nervi non ne avevano già viste
abbastanza, tra
Craig , Wayne che si metteva con Sara
dopo averle detto di smetterla di fare l’amica con lui e
Styles che voleva
farle da strizzacervelli. Oh, e non era certo da dimenticare il fatto
che
vedesse pure il sopracitato fidanzato morto e ammazzato da
lei…
“Tommy,
James o Mattew?” chiese,
sperando, per il bene della piccola (e adorabilmente tosta) Annie, che
quella
non fosse la futura matrigna. Per prima cosa, la tizia aveva almeno 15
anni in
più di Tommy, e
per seconda,
frammentarie notizie giunte alle sue orecchie indicavano che
l’ex moglie di
Tommy, e madre della ragazzina, fosse totalmente svitata e senza
controllo, e
va bene che non c’è due senza tre, però
non si diceva anche che sbagliando si
imparava?
“Uhm?
Oh, i fratelli di Teresa!” il
volto di Kate si illuminò a giorno a sentire quei nomi, che
nel giro di poche
ore dal suo arrivo erano diventati già familiari-
soprattutto grazie al suo
brillante terzo grado a Teresa. Teresa era stata titubante a raccontare
della
sua famiglia – e alcune delle sue domande erano state
stoppate dal gelido
sguardo di Rick - ma
ad un certo punto,
erano saltate fuori le foto, e lei non si era più fermate. E
Rick aveva sorriso
e riso, una cosa che da tanto, troppo tempo non lo vedeva fare, quando
erano
usciti fuori il nome di Tommy, il “sono un garante per la
libertà vigilata e
non un cacciatore di taglie come dici tu Teresa” e di sua
figlia, la teen-ager
Annie, che aveva come idoli personali la zia ed il suo consulente, di
cui voleva
seguire le orme divenendo una machiavellica poliziotta. “Oh,
no, no, io sono
Katerine, la sorella di Rick!”
“…Rick?”
sussurrò Van Pelt, un
sopracciglio alzato verso il cielo. E poi… e poi fece un
paio di collegamenti.
Quegli occhi e quella sorta di… spensieratezza (come pure la
maschera di
elegante compostezza) avevano un qualcosa di familiare… e
dato che il nome
“Rick” non poteva essere l’abbreviazione
di “Walter” – altresì detto
l’ultima
relazione seria di Lisbon (a meno che il tizio non fosse fissato con i
giochi
di ruolo. Non che lei avesse dei dubbi al riguardo…), allora
il nome Rick non
poteva che essere effettivamente
l’abbreviazione di… di…
“JANE?!”
“Sì!
Esatto! Rick è il mio
fratellino! Fratellino che, a quanto vedo, non parla di me con
nessuno!” Come
aveva poi fatto a proposito dei suoi colleghi, aggiunse lei
mentalmente. Con la
sola eccezione di Lisbon, che era pressoché argomento
costante di
conversazione. Ad un certo punto l’aveva pure odiata, tanto
Rick la esaltava…mise,
tuttavia, nonostante l’equità della situazione, il
broncio, Kate, però quel
broncio da monella. Quello stesso che il fratello le aveva detto essere
funzionante solo con gli uomini sessualmente attratti da lei (anche se
le sue
parole erano state leggermente più offensive); Grace,
invece, storse il naso.
Non sapeva se roderle perché Rigsby aveva avuto ragione e
adesso avrebbe preso
tutti i soldi che nel corso degli ultimi mesi avevano messo da parte, o
se
essere felice che, almeno un pochino, aveva avuto ragione.
Perché Jane non
avrebbe mai sposato il capo se non l’avesse amata, giusto?
Quindi, ok, andavano
a letto insieme, ma almeno stavano insieme.
Alla
fine, silenziosamente e
molto compostamente, la rossa squittì tra se e se,
mordendosi le labbra per
evitare di squittire sul serio per la gioia; “Oh, io sono
Grace Van Pelt, è
sempre bello incontrare qualcuno che ha avuto a che fare con Jane prima
che…
sì, insomma, quando girava con il circo” si
corresse all’ultimo minuto, di
nuovo mordendosi le labbra ma per tutt’altro motivo. Aveva la
netta sensazione
che la frase “prima che uscisse fuori di testa
perché aveva finto di essere un
sensitivo, non che io creda che lui stesse davvero fingendo, e aveva
parlato
male di John il rosso stuzzicandolo fino a che lo schizzato non gli
aveva
massacrato la famiglia” non suonasse troppo bene. Non
esattamente una cosa da
dire all’inizio di una conversazione per rompere il ghiaccio.
“Fiera.
Noi giravamo con la
fiera, non con il circo. Io ero un’artista, ok? Sono una
ballerina di teatro,
non una “ballerina esotica” che si fa chiamare
così perché non vuole ammettere
di essere una spogliarellista!” Raddrizzandosi la borsetta
sulla spalla,
l’avvenente bionda (decisamente una Jane) mollò
senz’altro aggiungere la rossa,
e andò a sedere alla scrivania del giovane moro. Era
decisamente carino, si
disse. Chissà se era anche single…
l’avrebbe chiesto a Patrick.
Grace
scrollò le spalle. Certo, era seccante vedere donne che
flirtavano con il “suo”
Wayne, ma dopotutto aveva di che essere allegra. Presto avrebbe dovuto
aiutare
Teresa ad organizzare un matrimonio che, ne era certa, avrebbe avuto un
budget
a 5 cifre… e cosa c’era di meglio di un bel
vestitino tutto vezzoso giallo
canarino e merletti per la damigella d’onore- lei?
Lisbon
se ne stava tutta
tranquilla seduta alla sua scrivania a lavorare, e non era giusto, non
era per
niente giusto, pensò Jane, seduto a gambe incrociate sul
divanetto bianco con
indosso il suo solito sorriso, la sua maschera di falsa
tranquillità. Lui non
era per nulla tranquillo, e non era giusto che lei fosse
così, così… così
tranquilla rispetto a quello che era successo tra di loro, e che ancora
stava
succedendo.
Non
che la volesse vedere
agitata, tutt’altro, ma voleva… voleva che Teresa
capisse, e lei sembrava
essere cieca alle piccole attenzioni in più che negli ultimi
giorni le aveva
dedicato. Teresa doveva capire. Doveva capire che quello che
c’era tra di loro
non era solo sesso, e che una cosa alla “amici con
benefici” non era quello che
andava cercando, né quello che voleva da lei.
Non
lo aveva mai voluto, a dire
la verità. Desiderato? Assolutamente sì (le aveva
detto o no che era
impossibile non amarla?), ma non aveva preso seriamente in
considerazione
l’idea di rendere reali le sue fantasie, nemmeno in un mondo
dove John non esisteva
più, qual era il loro al momento. C’erano sempre
state troppe cose tra di loro
- il passato di entrambi con il suo carico di fantasmi, John che
minacciava il
loro mondo, il fatto che non si sentisse abbastanza degno di stare con
lei, e
che, di conseguenza, l’avesse spinta più e
più volte nelle braccia di altri
uomini – e mai e poi mai avrebbe pensato di fare la prima
mossa. E difatti, non
lo aveva fatto, ma lei aveva preso l’iniziativa, risvegliando
una belva in lui
al primo tocco. E lui, non era stato in grado di fermarsi, era stato
come un
fiume in piena, una volta assaporata Teresa, lei, così viva,
soffice e
consapevole e disinibita e desiderosa di lui tra le braccia, aveva
dovuto
cedere, dando un calcio alla razionalità, e le aveva ceduto
con gioia. Più e
più volte.
L’idea
di tornare a essere
colleghi non gli piaceva per nulla.
Una
settimana prima non avrebbe mai preso in considerazione una cosa del
genere-
anzi, la sua idea era stata quella di tentare di scoprire qualche lato
negativo
di Lisbon che gliela facesse amare di meno – ma adesso,
credere, pensare che
sarebbero dovuti tornare a essere solo colleghi lo faceva morire. Non
poteva
più mentirle. Le avrebbe detto tutto, e poi avrebbe agito a
seconda delle
conseguenze. I segnali che anche lei provasse c’erano, ma non
era del tutto
certo, perché Lisbon tendeva ad essere traslucente, a
cambiare come un vetro
smerigliato con la luce, ma a volte, come lo guardava, come lo
toccava…
Doveva
dirle la verità. Se lei lo
avesse amato, tutto a posto, avrebbero avuto il loro e vissero felici e
contenti, e se invece i suoi sentimenti non fossero stati reciprocati,
avrebbe
fatto le valigie e seguito Kate dovunque fosse che lei stava andando.
Ma doveva
parlare, doveva tentare, quel limbo non era una condizione che un umano
potesse
tollerare, e nel limbo era già stato
sepolto una volta, per oltre dieci anni, e di nuovo, non
ci sarebbe
stato per davvero.
Ok,
adesso glielo avrebbe detto.
Basta fare il codardo e nascondersi dietro alla metaforica gonna del
suo capo. Era
ora di mostrarle chi portasse i pantaloni nella loro relazione. Beh,
più o
meno…
Senza
indugiare oltre, si alzò, e
camminò a passo deciso verso Teresa, tentando di avere
quello che sperava
essere una sguardo suadente e malizioso, ma che però non
doveva essere troppo
malizioso. Ci mancava ancora che la sua principessa arrabbiata credesse
che
voleva suggerire porcherie al lavoro… “Senti,
Teresa, c’è una cosa di cui
vorrei parlarti da un po’ di tempo…”
iniziò lui tranquillo, ingoiando la saliva
e esitando non appena lei alzò gli occhi dai fogli e lo
guardò col sorriso e
gli occhi luminosi. Si ricordò quella volta che Teresa, poco
prima della morte
di John, si era trovata legata ad una bomba, e lui aveva usato quella
stessa
frase… e aveva quasi ammesso tutto, per poi rimangiarsi ogni
cosa addicendo le
più incredibili scuse non appena lei era uscita dai guai.
“Cos’è,
hai fatto qualche guaio
anche standotene seduto qui?” gli chiese col sorriso,
arrossendo e mettendosi
una ciocca di capelli dietro l’orecchio. E lui sorrise di
rimando, colmo di
soddisfazione: Teresa stava flirtando con lui come una scolaretta alla
prima
cotta! Doveva dirle tutto. Perché, davvero, ormai non
c’erano dubbi. Lui le
piaceva!
Con
nuova risolutezza, Jane si
incamminò verso la scrivania, e la raggiunse, e si
chinò verso di lei pronto,
non lo sapeva ancora, se a baciarla o dirle la verità,
quand’ecco che, mentre
era chino su di lei e le loro labbra stavano per schiudersi per
suggellare un
vero primo bacio d’amore…
…la
porta d’ingresso dell’ufficio
si aprì, sbattendo contro il muro e rivelando una
terribilmente agitata Van
Pelt. Stava iniziando a odiare quella donna, sul serio. E, doveva
ammetterlo,
aveva finalmente capito perché Lisbon non sopportasse che
lui entrasse senza
bussare prima.
“Lisbon!
Perché non ce lo hai
detto? Oh, sono così felice per voi!” Grace
trotterellò verso di loro, che si
erano separati di scatto, così veloce che nemmeno avessero
preso la scossa, e
stava abbracciando alternativamente entrambi squittendo come un
topolino.
Teresa gli lanciò un’occhiata gelida, segno che
riteneva che lui si fosse fatto
vedere mentre indugiava – o tentava di indugiarsi –
in un qualche bacio rubato,
o che si fosse fatto scappare qualcosa… e stava iniziando a
pensarlo anche lui,
quando però si rese conto di chi era la persona da cui
Rigsby tentava di
fuggire: Kate. Quella strega! “Posso aiutarti a organizzare
il matrimonio? Non
preoccuparti, tu non dovrai fare nulla, ci penserò io! Ho
già in mente l’abito
perfetto per te! E tu, Jane, tira fuori dalla naftalina lo
smoking!”
“…lo
smoking?” sussurrò Teresa
con il sangue che si congelava nelle vene. Oh, no, non stava davvero
succedendo…
“hai
ragione! Molto meglio il
tight! E abito
lungo per le signore!”
“Abito
lungo…?”
“Ho,
immagino già un matrimonio
estivo, la sera, nella cattedrale, con qualche centinaio di
invitati….”
“…centinaio?”
Teresa
stava impallidendo così
tanto che Jane temette che stesse per svenire; decise di andare in
soccorso di
entrambi, e mentre Grace stava per lanciarsi in un’altra
folle idea, presa la
“fidanzata” per le spalle e guardò la
collega negli occhi con sguardo da
cucciolo. “Oh, sì, Grace sono delle idee davvero
meravigliose! E se ne
parlassimo una di queste sere a cena?”
Grace
uscì, un po’ col broncio, e
loro due poterono finalmente prendere un sospiro di sollievo in attesa
di
decidere quale sarebbe stata la prossima mossa. Poi, però,
avvenne
l’impensabile, nella forma di un urlo di van Pelt.
“Ehi,
ragazzi, Jane ed il capo ci
hanno invitato a cena a casa loro domani sera per parlare del loro
matrimonio!”