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Autore: IaminlovewithPayne    16/04/2012    2 recensioni
«Ma che ho fatto?» domandò
«Che cosa hai fatto?» urlai «Hai distrutto la nostra amicizia per un fottuto sentimento del cazzo!»
[...]
«Non è un fottuto sentimento del cazzo!» sbottò lui «Sei tu che non dai la possibilità alle persone di esprimere i propri pensieri, come se tu potessi leggerli nella mente»
«Non sono Edward Cullen!» replicai «E allora spiegati! Illuminami! Ricordati che hai soltanto cinque minuti prima che il mio aereo parta!»
Lui mi guardò con quel suo sguardo triste che per un istante mi fece venire voglia di abbracciarlo e poi disse «Io ti amo cazzo! E' abbastanza?»
No, non era abbastanza. Avrebbe dovuto dimostrarmelo, avrebbe dovuto riconquistare la mia amicizia.
«Il mio volo sta partendo» dissi e con le lacrime agli occhi mi avviai per imbarcarmi nell'aereo per Londra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Liam Payne, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi ritrovai seduta, accovacciata su un gradino della scala che portava alla porta di ingresso di casa mia. Pioveva, ma ero coperta dalla tettoia sopra di me. La mia spalla poggiava sullo spigolo e le mie gambe erano tese, fino a poggiare il palmo dei piedi all'altro spigolo. Mi stringevo nel giubbotto e nascondevo le mie mani tra le cosce. Il freddo pungente mi rimbalzava in faccia, rendendo le mie guance rosse e gelide. Pensai che non sarei potuta arrivare in orario al mio appuntamento, lui si sarebbe spazientito, e io avrei perso la migliore occasione della mia vita per incontrarlo. Lui, Jaymes, il mio amico di penna, diciamo virtuale, dato che lo avevo conosciuto su Facebook. Avevamo chattato per interi mesi, se non erro un anno, e infine avevamo deciso di incontrarci per poter essere amici di persona. La foto non mostrava granchè, ma sapevo che dietro quel profilo si nascondeva qualcuno degno di essere incontrato. Amavo il suo modo di pensare, di esprimersi e scherzare. Quei modi usati con una tale naturalezza di espressione che mi avevano conquistata e convinta ad incontrarlo. Avevo deciso che non mi importava che fosse bello o brutto, ma DOVEVA essere mio amico ad ogni costo. Ci eravamo dati appuntamento in una delle strade più affollate di Londra e avremmo dovuto portare un biglietto con scritto il nostro nome per riconoscerci. Il mio era pronto. Su di un cartoncino avevo scritto accuratamente il mio nome, ELENA, e ora lo tenevo sulle gambe, con la paura di perderlo. Come se fosse stata la cosa più preziosa che mi avrebbe permesso di incontrare la persona più preziosa. Una leggera vibrazione nella mia tasca destra dei Jeans mi risvegliò dai miei pensieri. Il mio telefono. Lo presi e notai che mi era arrivato un messaggio da un numero che non conoscevo. Restai a fissare la scritta "1 Nuovo Messaggio" per due minuti, come una stupida. Poi mi decisi ad aprirlo e lessi
SONO ARRIVATO AL PUNTO DI INCONTRO. TI ASPETTO, JAYMES xx.
Spalancai gli occhi per la sorpresa. E lui come cavolo aveva avuto il mio numero? «Ma che..?» esclamai.
Mi alzai di scatto e decisi di avventurarmi sotto la pioggia, con il passo più svelto che potessi avere. La pioggia mi bagnava i pantaloni, le scarpe, la giacca e i capelli, ma quello che riuscii a farmi calmare furono gli auricolari del mio telefono che mi trasmettevano le canzoni degli One Direction. Tirai su il cappuccio e infilai le mani in tasca camminando a testa bassa sul ritmo di 'What Makes You Beautiful'. Provai a canticchiarla mentalmente, e cosi feci per le altre cinque canzoni che la seguirono. Alla sesta canzone della mia playlist degli One Direction arrivai al punto in cui Jaymes avrebbe dovuto aspettarmi. Il cuore iniziò a battermi a mille, e girandomi attorno curiosa di vederlo mi levai le cuffiette e le infilai in tasca. Poi mi guardai le mani e mi accorsi di avere dimenticato o perso il biglietto con il mio nome. Protestai con un «VAFFANCULO» quasi gridato, tanto che un passante con l'ombrello si voltò per guardarmi. Rimasi immobile sotto la pioggia, decisa a punirmi inzuppandomi. «E ora?»
Mi sentivo una stupida a parlare da sola. E se era andato via seccato dal mio ritardo? E se ci aveva ripensato? Mi odiavo! Ero capace di rovinare sempre tutto per il mio tempismo ad arrivare in ritardo!
«Signorina ha bisogno di un ombrello?»
Mi voltai di scatto rispondendo acida alla voce che mi aveva interpellata
«NO GRAZIE! Non ho bisogno di niente!»
«Ma almeno si lasci accompagnare all'asciutto!»
Il ragazzo che mi parlava era alto, ma aveva un cappuccio e un paio di occhiali da sole -con la pioggia- e mi teneva sotto il suo ombrello. Lo osservai per bene, e a quanto potevo notare aveva una leggera aria di esitazione, ma era bello da far paura. Continuava ad osservarmi in attesa di una mia rezione, e vedendo che lo fissavo imbambolata mi prese per un braccio e mi trascinò sotto un balcone chiudendo il suo ombrello.
«Non le ho chiesto di aiutarmi» dissi
«E io non posso tollerare di vederla bagnarsi e poi ammalarsi»
Da sotto il cappuccio spuntavano dei riccioli castani che donavano molto con la carnagione chiara del ragazzo.
«E comunque se sono le dispiace vorrei usarla per parlare con qualcuno mentre aspetto l'arrivo di una ragazza»
Lo fissai incredula «Beh anche io starei aspettando un ragazzo!» e nel frattempo diedi una rapida occhiata per cercarlo «Solo che non lo trovo»
«Sembri delusa» poi si corresse «Sembra delusa»
«Se vuole possiamo darci del tu» commentai «Si, sono delusa di non vederlo perchè è tutta colpa mia! Ecco! Sono una ritardataria cronica e inoltre ho perso il biglietto con il mio nome. Non mi sorprendo di non trovarlo. Si sarà stancato di aspettarmi»
«Perdona l'invadenza, ma come ti chiami?» mi chiese
«Perchè dovrei dirti come..» sbottai «Oh vabbè mi chiamo Elena. E dato che siamo in tema di conoscenze posso sapere il tuo nome?»
Il ragazzo bello e misterioso scoppiò a ridere.
«Cosa c'è di tanto divertente?» chiesi, mentre lo fissavo incredula con le sopracciglia alzate.
«Beh forse il ragazzo che stai aspettando non è andato via. E' ancora qui! Oddio non ci credo!» disse e mi abbracciò.
«Potrei avere l'onore di sapere con chi parlo e con chi mi sto abbracciando?» chiesi
«Dio Elena! Possibile che non l'hai ancora capito?»
Mi fermai un istante e poi dissi «J..Jaymes?»
«In persona»
«Oh mio Dio ciao!» esclamai e ricambiai il suo abbraccio. Il cuore iniziò a martellarmi nel petto e l'adrenalina di liberò nelle vene. Impossibile, il ragazzo bello e alto che mi stava abbracciando era Jaymes.




Heilà gente. Sono Elena e questa è la mia prima FF. Spero che vi piaccia ee niente aspetto le vostre recensioni.
  
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