LA RONDA: III
PARTE.
Erano
le ventuno in punto e Draco Malfoy con un ghigno
sul volto aspettava la sua compagna per la ronda.
Stava
poggiato a un pilastro, semi nascosto
dall’oscurità
della notte che era già calata sul magico castello.
Sentì
dei passi affrettati, provenire dalle scale,
non si girò nemmeno, diede le spalle a quella stupida e
impertinente rossa e si
diresse verso le segrete da lì avrebbero iniziato la
perlustrazione.
-Buona
sera Malfoy- disse con tono di sfida Ginny. Guardando
con astio la figura che camminava davanti a lei senza nemmeno degnarla
di un
minimo saluto.
Stronzo, pensò
tra se la rossa. Bastardo e stronzo figlio di un mangiamorte si
ripeteva.
Il
biondo non rispose, continuando a far finta che
la giovane Grifondoro non fosse mai arrivata.
-Bene
hai deciso di stare zitto tutta la sera ?-
chiese infine spazientita la giovane Weasley.
-Non
abbiamo nulla da dirci- rispose secco.
-Nulla
da spartire- aggiunse Draco.
-Sai,
scoparti il mio migliore amico non cambia la natura
di quello che sei Piattola. Una sudicia traditrice del suo sangue-
aggiunse con
astio.
Ginny
si bloccò di colpo.
-Si,
lo so che sei venuta meno ai patti Weasley, per
questo pagherai. Non si viene meno ai patti, soprattutto con un Malfoy-
disse
Draco, girando l’angolo e proseguendo verso il suo dormitorio.
-La
ronda è finita- disse scomparendo nell’andito
buio che portava alla casa comune dei Serpeverde.
***
Hermione
si trovava davanti alla torre di Astronomia
lì, le aveva dato appuntamento il moro Blaise Zabini, una
sorta d’inquietudine
l’avvolse in quel momento. ricordò che
lì non meno di due anni prima era morto
il suo amato preside e socchiuse gli occhi al ricordo delle morti della
battaglia cruenta che avevano avvolto il castello mentre una lacrima le
scorreva lungo il viso.
-Piangi
Granger- disse Zabini arrivando in quell’istante.
Hermione si asciugò in fretta le lacrime con la manica del
maglione e senza rispondere
raggiunse il moro.
-Io
vado a destra e tu a sinistra- disse.
-Perché?
Chiese lui. Possiamo farlo insieme non ho
alcun problema a camminarti affianco disse ancora Blaise.
-Non
ti fa schifo camminare con una sudicia
mezzosangue- lo rimbrottò Hermione.
-Dovresti
saperlo, Granger- disto che il tuo amico
ormai è dentro la sezione auror che io non ho nulla da
spartire con i
mangiamorte e lord Voldemort.
-Già
se non fosse che sei amico di Malfoy-
-Già,
se lo conoscessi un poco, non ti starebbe così
antipatico disse Blaise e Hermione spalancò la bocca per lo
stupore.
-Chiudi
la bocca. Potrebbero entrare le mosche-
disse ancora.
I
due dopo quello scambio di battute, non parlarono
più fino a quando davanti alle scale che conducevano ai
dormitori dei Serpeverde,
non si separarono.
Hermione
prese nuovamente le scale, diretta alla
torre e Blaise scese verso le segrete.
Una,
due rampe e poi venne come avvolto dalle
tenebre, non se ne curò continuando a camminare avrebbe
raggiuto le segrete
anche bendato, ma all’improvviso qualcosa lo fece fermare.
-Blaise-
qualcuno con la voce rotta dal pianto lo
chiamava. Lei lo chiamava. Il moro si girò
all’improvviso verso la statua che
ora stava al suo fianco e da lì spuntò Ginevra
Weasley con i capelli sconvolti
e le lacrime agli occhi.
-Cosa
è successo? Cosa ti ha fatto?- disse con
rabbia il giovane Zabini.
La
ragazza non riuscì a parlare, li corse incontro e
si buttò tra le braccia del moro.
Pianse,
pianse tantissimo e Blaise non riusciva a
calmarla.
-Sa
di noi- disse tra un singhiozzo e un altro.
-Sa
tutto e vuole rivelarlo- aggiunse la rossa mostrando
tutta la sua disperazione.
Il
pianto di Ginny, irrefrenabile nascose tutti i
rumori della notte, soprattutto nascose i passi di un’altra
persona .
-Ginny!-
Hermione Granger urlò il nome dell’amica. Quello
che si mostrò ai suoi occhi la sconvolse. Ginny, la ragazza
del suo caro e
fraterno amico Harry piangeva disperata tra le braccia di Blaise Zabini.
Piangeva
per quale motivo?
-Bene
ci siamo tutti- disse con tono divertito Draco
Malfoy uscendo dall’oscurità che fino a un attimo
prima celava il suo volto.
-cosa
sta succedendo-
-Oh,
non dirmi che La –so –tutto- Granger, non sa
cosa sta succedendo.
La
canzonò Malfoy.
-Vediamo
di illuminarla, chi vuole cominciare.
Piattola, vuoi farlo tu?- chiese duro Draco.
-Malfoy,
smettila- Disse Blaise Zabini con astio.
-Bene
, il mio migliore amico mi chiama per cognome.
Pare che non ho più nulla da perdere- aggiunse con tono
freddo.
-Granger.-
disse ancora Draco.
-Hermione
non credergli- disse Ginny interrompendo
Draco e Blaise sentendola affermare questo si stacco da lei.
Il
biondo serpeverde rise e poi continuò a parlare
guardando la Granger che con occhio vigile lo osservava.
-volevo
informarti che la qui presente Ginevra
Weasley, tradisce da tre anni l’eroe magico con il signor
Blaise Zabini- disse
Draco con tono mellifluo.
Hermione
Granger aprì la bocca sconvolta e guardò
Ginny che abbassò il capo, sconfitta.
-Visto
che la piattola viene meno ai patti e che la
situazione divine giorno dopo giorno più sgradevole. Ho
pensato che informarti
sarebbe stata la cosa giusta. Se non erro Potter è il tuo
migliore amico,
giusto?-chiese Malfoy, ma questi non indugiò oltre e
continuò a parlare.
-Quindi
lascio a te la patata bollente :dirgli la
verità o tacere.
So’
che farai la scelta migliore, i Grifondoro sono
coraggiosi-.
Blaise
guardò Hermione penetrandola con lo sguardo,
cercando di capire cosa la grifondoro avrebbe fatto.
-Cosa
ci guadagni ?-.disse all’improvviso Hermione.
Malfoy
rimase spiazzato da quell’affermazione ma non
si scomporre era pronto a ribattere ma fu interrotto.
-Nulla,
lui è felice se le persone soffrono. E poiché
per Malfoy si prospetta, una vita d’inferno vuole che anche
gli altri soffrano.
-La
piattola ti ha rincitrullito Blaise?- chiese
spazientito Draco.
-No,
Draco. Ginny mi ha solo regalato attimi di
felicità. Quelli che tu non vivrai mai perché hai
troppa paura di dire a
Hermione quanto la desideri- concluse Zabini, girando le spalle e
scomparendo nel
corridoio tetro. Ginny si alzò di scatto e raggiunse Zabini,
lasciando così una
sconvolta Hermione davanti ad un silenzioso Draco Malfoy.
La serpe in
un attimo aveva perso la voglia di ridere e il suo proverbiale sangue
freddo
era scomparso.