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Autore: Gulminar    17/04/2012    5 recensioni
Tanya Cindy Larsson, nata a Londra da madre russa e padre scandinavo. Diplomata a Hogwarts con ottimi voti. Fra le più promettenti reclute dell’Accademia Auror londinese. Entrata giovanissima nella Squadra Phoenix, il corpo scelto del comandante Harry James Potter. Medaglia del Ministero della Magia per servizi resi alla comunità magica. Trasferitasi a Liverpool in seguito allo scioglimento della Phoenix. Incaricata ufficiale per il caso della Cacciatrice.
Sembrava proprio un angelo, stesa in quel letto d’ospedale. I boccoli biondi come un velo che copriva il cuscino, il volto sereno, lontano dalle preoccupazioni, nel sonno indotto dalla magia.

Liverpool, anno 2021. L'Auror Tanya Larsson si dibatte fra un passato che non riesce a dimenticare e un presente da incubo, può darsi che i vecchi amici ed ex colleghi di Londra siano i soli in grado di aiutarla.
Delirio post Doni della morte, escludendo l'Epilogo "19 anni dopo".
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
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L’urlo di Golconda

La mente è un contenitore per i pensieri.
Quella di Tanya era libera in maniera bizzarra.
La magia può aiutarti a svuotarla.
Non si contavano le volte in cui aveva atteso l’attacco della Cacciatrice sul campo di battaglia, mai le era capitato di avvertire una tale calma. Non era nemmeno questo, la calma è qualcosa di piacevole, lei sentiva un vuoto innaturale quasi in grado di spaventarla.
Magia Superiore.
Golconda.
Non sarà come le altre volte.

Lo capì fissando le anonime fessure sulla maschera della Cacciatrice. Immaginò il volto di Hermione e sentì il vuoto riempirsi di potere. Come aveva presagito, era la consapevolezza di lottare per salvarla a dover fare la differenza. Le spade non le erano mai parse tanto leggere, non aveva mai sentito la magia scorrere con tale facilità.
La Cacciatrice sollevò le Tonfa Blade in una posizione di guardia, come a salutare quella di Tanya. Sarebbe stato l’ultimo scontro, ne erano coscienti entrambe, i loro cammini conducevano a quel momento. Paradossalmente, Hermione aveva continuato a istruire Tanya anche da Cacciatrice.
Magia Superiore.
Quattro lame brillarono.
Golconda.
Il primo impatto fece tremare l’arena ed entrambe furono sbalzate indietro dal contraccolpo. Atterrarono in piedi per studiarsi nuovamente. Il volto di Tanya si colorò di un sorriso, quando capì. In passato, il primo attacco della Cacciatrice era spesso bastato a decidere i loro scontri.


Harry era dimentico dei compagni prigionieri, sparita l’arena, Juggler sulla tribuna d’onore. Non c’era più il mondo, la grottesca vicenda che li aveva condotti fin lì non aveva più importanza. Esistevano solo la Cacciatrice e Tanya, maestra e allieva, madre e figlia adottiva. Due virtuose della spada, streghe con poteri fuori categoria. Tante e tali capacità si dipanavano di fronte ai suoi occhi ipnotizzati. Non si poteva quasi cogliere la rapidità dei movimenti, le lame impattavano con esplosioni di fiamme, la perfezione tecnica delle schermitrici toglieva il fiato. La Cacciatrice aveva forse più forza, di certo più esperienza, ma qualcosa era cambiato sul volto arrossato di Tanya, inspiegabilmente riusciva a eguagliare il livello dell’avversaria.
Harry pensò che persino Tom, se fosse stato presente, si sarebbe seduto a osservare. Non si voltò nemmeno a controllare se gli altri fossero colti dal suo stesso rapimento, certo che fosse così. Cos’era successo a Tanya? Da dove prendeva tutta quella forza?
“Harry!”
Una voce si inserì nel frastuono dello scontro. Tentò di ignorarla, niente doveva disturbare lo spettacolo, ma la voce prese a ripetere il suo nome, mani lo scossero. Tornò sulla terra con un lungo brivido, rendendosi conto che Ron e Lionel si stavano adoperando per liberarlo dalle catene. Non seppe cosa dire ma scattò in piedi non appena poté.
“Liberate gli altri.” Ordinò Ron. “Io prendo Juggler!”
Senza attendere obiezioni, diede loro le spalle e corse a balzelloni attraverso la tribuna, la spada lanciava dardeggi violacei, pregustando lo scontro.
“Non è complicato!” Gridò Lionel.
Harry si diede da fare per aiutarlo, le catene non erano incantate e si spezzavano facilmente. Juggler non aveva tolto loro le bacchette, li considerava insignificanti fino a tal punto?
L’ultimo a essere liberato fu Jack. Nello stesso istante, i cadaveri che gremivano l’arena si alzarono e protesero mani scheletriche verso di loro. Il gruppo si compattò, fece testuggine. I nemici apparivano lenti e goffi, la New Phoenix smaniava per sfogare la rabbia per le umiliazioni subite.
“Signori, buon divertimento!” Tuonò Harry, scagliando una fattura che ridusse a brandelli l'avversario più vicino e diede il via a una gazzarra furibonda di vivi contro morti.


Hermione le aveva parlato di quelle sensazioni. I pensieri erano leggeri, le decisioni rapide e facili da prendere. C’era solo il fuoco che le scorreva nelle vene, le sembrava di liquefarsi, di essere potere puro, mentre danzava con la sua avversaria. Respingeva gli attacchi della Cacciatrice, ci riusciva davvero. Quei colpi micidiali, quelle tecniche ineguagliabili che tante volte l’avevano ridotta in fin di vita, sembravano non aver più segreti. Riusciva a intuire il movimento delle Tonfa Blade e a tenerle a distanza. Però non poteva attaccare, la difesa della Cacciatrice rasentava la perfezione. Non se ne preoccupò, pervasa com’era dall’estasi del duello.


“JUGGLER!”
Ron Weasley correva attraverso le stanze dell’antica magione.
“FERMATI, MALEDETTO!”
Juggler era un’ombra piroettante che manteneva qualche metro di vantaggio, irridendo i suoi sforzi per raggiungerlo. Il bastone magico tintinnava ad ogni svolta e l’oscurità prendeva vita.
“JUGGLER!”
La spada roteava emanando fiamme. Non vi era nulla di aggraziato o tecnicamente apprezzabile nei terribili fendenti che Ron menava, ma qualsiasi cosa gli bloccasse il passo finiva in pezzi carbonizzati alle sue spalle. Cadaveri vaganti, mutanti, colossali orsetti gommosi o qualsiasi altra creatura la fantasia di Juggler mettesse in campo.
Pozione fortificante ad alto potenziale.
O qualcosa del genere, il nome esatto non riusciva quasi mai a ricordarlo. Hermione, dopo averla inventata, l’aveva scherzosamente definita doping magico, nel gergo degli Auror era presto divenuta l’Onnipotenza Liquida. Un’altra idea risalente agli anni d’oro della Phoenix, più efficace di un’iniezione di steroidi anabolizzanti.
Datela al più comune dei maghi e creerete un semidio.
Aveva detto Hermione, dopo averla sperimentata. La sua preoccupazione, negli anni seguenti, era stata che gli Auror si erano abituati a usarla troppo spesso, quindi ne aveva diminuito la produzione e posto diverse restrizioni sull’utilizzo. Tali misure le erano valse definizioni poco lusinghiere come schiavista, tiranna, despota, dittatrice e via dicendo, da parte dell’intero Dipartimento di Londra. Tutti nomi che la divertivano un sacco.
Irruppe in una stanza circolare, Juggler pareva attenderlo dalla parte opposta. La sala era vuota, neanche un granello di polvere. Non erano visibili altre uscite, possibile che si fosse messo in trappola da solo? Ron scartò subito l’idea.
“Mi hai portato via tutto, bastardo!” Ringhiò.
“Non io, signor Weasley.” Ribatté Juggler in tono grave. “Io sono solo una pedina, come la povera Cacciatrice. Non possiamo evitare di fare ciò che facciamo.”
“Che vuoi dire?”
“Che ci sono ben altri.”
“Sia come sia, tu adesso muori!”
Se non fosse stato sotto l’effetto della pozione fortificante, forse avrebbe ragionato di più su quelle parole. Scattò in avanti falciando orizzontalmente, colpo di decapitazione. La maschera da clown saltò via, mentre il costume da arlecchino cadde afflosciandosi, non contenendo più nulla.
Smaterializzato!
La maschera finì di ruzzolare e rimase in bilico contro una parete, continuando a rivolgergli il suo sorriso ingannevole. Il silenzio, improvviso e mortificante, piombò su Ron. Si era fatto prendere dalla rabbia come quando era ragazzo. Avrebbe dovuto catturare Juggler, invece aveva tentato di ucciderlo, lasciandoselo sfuggire come un pivello qualsiasi.
Che idiota da competizione!
Juggler aveva parlato di altri, la setta dei Tulipani di Cristallo esisteva davvero? Se così era, aveva appena fatto l'idiozia del secolo, lasciandosi sfuggire il testimone chiave. Forse avrebbe addirittura aggiunto particolari sui suoi capi, se l’avesse lasciato parlare. La leggenda vivente Ronald Weasley era proprio il più grosso imbecille che il mondo magico avesse mai conosciuto. Sentì di meritare quel titolo più di ogni altro.
Rovistò con la punta della spada nell’abito rimasto a terra, ma non vi era più nulla. La maschera, staccata dal corpo e con le orbite vuote, era anche più inquietante. La ribaltò un paio di volte, concludendo che non c’era proprio niente da scoprire.
Harry e gli altri non ne sarebbero stati contenti.


La battaglia infuriava sugli spalti come sul campo. Harry, pur aspramente impegnato dai morti viventi, si era reso conto che la Cacciatrice stava riguadagnando la supremazia. Tanya cominciava ad accusare la stanchezza e perdeva terreno. Mentre intorno a lui volevano cadaveri sbrindellati, la mente cercava di capire se c’era un modo per aiutarla.
“Possiamo intervenire?”
Lionel, dimentico delle parole di Ron, diede voce ai suoi pensieri.
“Temo di no.” Rispose. “Niente può avvicinarsi senza finire a fette.”
Lionel puntò la bacchetta alla schiena della Cacciatrice.
“Stupeficium!”
La Cacciatrice si volse di scatto, falciò con la Tonfa scatenando una fiammata d’oro che si protese verso l’insulso disturbatore.
“Protego!” Gridò Harry, ma il fuoco non rallentò nemmeno.
Lionel si sentì perduto, poi ci fu un’esplosione e lo spostamento d’aria lo gettò a terra. Si rese conto di essere ancora vivo.
“Stupeficium?” Tuonò Ron fra il furioso e l’incredulo.
Il comandante era in ginocchio davanti a loro, la lama della spada puntata a terra aveva assorbito la potenza dell’attacco.
“Non pensavi davvero che funzionasse! Lo hai sentito Juggler, la Cacciatrice non ama chi si intromette. Lasciatele in pace, siamo nelle mani di Tanya adesso!”
“Lui dov’è?” Volle sapere Harry.
“Mi è scappato.” Ringhiò Ron.
Harry decise di non indagare.


Un paio di colpi della Cacciatrice erano andati a bersaglio, ferite superficiali ma facevano un gran male. L’ebbrezza era finita, Tanya sapeva di dover trovare una soluzione in fretta, o sarebbe finita come le altre volte. I ragazzi sugli spalti si stavano liberando dei morti viventi, sembravano quasi divertirsi. Uccisa lei, la Cacciatrice si sarebbe dedicata a loro.
Un colpo tremendo sulla sinistra, vide con orrore la spada corta volarle via di mano. Non si era resa conto di aver speso così tante energie. La Cacciatrice incrociò le Tonfa sulla lama rimasta, con un movimento di torsione la strappò dalla sua presa ormai incerta. Tanya balzò all’indietro per evitare i colpi successivi, cercò di capire se poteva recuperare almeno una spada, ma erano entrambe lontane. Una ginocchiata la colpì al ventre e le parve di essere investita da un treno. Picchiò con la schiena contro la parete e cadde.
Si era fatta prendere e aveva dosato male le energie, un errore da principiante. Immaginò lo sguardo severo di Hermione oltre la maschera.
La Cacciatrice parve sul punto di darle il colpo di grazia, ne aveva piena facoltà ormai, l’aveva sconfitta di nuovo. Invece lasciò cadere a terra le Tonfa Blade, il fuoco magico si spense. Afferrò Tanya per il collo e la sollevò, caricando il destro.
Il pugno fece volare la giovane Auror fin quasi al centro dell’arena, si schiantò a terra con un labbro sanguinante. La Cacciatrice la incalzò appena si rimise in piedi. Destro, sinistro, pareva avere incudini al posto delle mani e la tecnica era sopraffina come con le Tonfa.
Fino a che punto mi vuole umiliare?
Presa a pugni no!

Qualcosa scattò dentro Tanya.
Una serie di rimembranze, come un vecchio film in bianco e nero la cui pellicola scorra con difficoltà. Il volto paziente di Hermione, intenta a spiegarle misteri che a poche streghe potevano essere svelati. Lunghe ore trascorse insieme nell’intimità del giardino di casa, a discutere di sortilegi straordinari. Al ricordo di tanta complicità le venne voglia di piangere.
Hai forse dimenticato chi sei?
La voce di Hermione, da qualche parte.
Hai lottato tanto per cadere così?
La mano destra si illuminò, colmandosi di potere.
Ricorda.
Magia Superiore.
Senza bacchetta!
Golconda!
Sai benissimo come funziona!

Schivò un altro attacco con un movimento di corpo e caricò la risposta, accompagnandola con un urlo belluino. La Cacciatrice fu colpita sulla maschera e fu il suo turno di volare, di schiantarsi e rotolare malamente a terra.
Il silenzio calò sull’arena.
La New Phoenix aveva avuto la meglio, osservava sbigottita le contendenti e il mutamento avvenuto in Tanya. Le mani brillavano simili a stelle, come le lame pochi momenti prima.
La Cacciatrice si rimise in piedi, parve aver perso l’eleganza nei movimenti che fino a quel punto l’aveva contraddistinta. La maschera si spezzò in varie parti e cadde a terra.
La squadra si strinse intorno a Ron e Harry. Tanya incontrò, dopo anni, lo sguardo di Hermione. Parve che il tempo si fosse congelato. La maestra era come la ricordava, solo quegli occhi dorati, pieni di rabbia non erano i suoi. L’aria intorno vibrava di potere. Senza maschera, era la Cacciatrice di Liverpool all’apice della potenza. Sollevò le mani lentamente, le portò sopra la testa, palmi fronteggianti, le braccia si tesero.
Il cuore di Tanya sprofondò, riconoscendo quella posizione.


“No!”
Gli sguardi si spostarono su Ron.
“Questo no!”
Harry gli afferrò una spalla, chiedendo spiegazioni con lo sguardo.
“L’Urlo di Golconda!”
“Il cosa?”
“Dobbiamo andarcene!”
Harry fu quasi certo di sentire una nota di terrore colorare la voce di Ron. Senza dare spiegazioni, il rosso si lanciò giù dagli spalti, atterrando sul campo di battaglia.
“Tanya!”
La raggiunse ma lei aveva occhi solo per Hermione.
“Dobbiamo andarcene!” Ripeté.
“No.” La voce di Tanya sferzò come una frusta. “Voi dovete andarvene! Porta via gli altri, io devo porre fine a tutto questo!”
Si liberò di lui con una brusca scrollata di spalle e avanzò.
“Pensi di poter usare quella tecnica contro di me?” Gridò in faccia all’avversaria. “Credi di non avermi insegnato niente?”
Ron non capì cosa lo sconvolse di più, se le lacrime negli occhi di Tanya, il suo sguardo terribile, o la posizione che assunse dopo aver gridato, speculare a quella di Hermione.
Di colpo fu tutto chiaro e si sentì ancora più idiota. Ecco spiegato cosa c’era di speciale in Tanya Larsson, perché il legame con la Cacciatrice era stato tanto forte. Anche da maestro e padre adottivo, non era stato in grado di accorgersene. Hermione no, lei doveva averlo intuito subito. Esisteva davvero una quinta cultrice di Golconda non registrata, Hermione l’aveva scoperta e cresciuta di persona. La Magia Superiore era il vero legame, ciò che le rendeva avversarie ideali.
“NO! TANYA NON FARLO!”
Ron fu buttato indietro e cadde sulla schiena, intorno alle combattenti si era riformato lo scudo magico. L’aria era rovente e scariche di energia la percorrevano.
Se due incantesimi di quella potenza si scontrano…
“È una follia!”
“Vattene, Ron!” Urlò Tanya senza guardarlo. “Non puoi fare più niente, tocca a me ora!”
Come aveva detto a Lionel, era tutto nelle mani di Tanya, potevano solo fidarsi di lei.
“VIA!” Gridò, rimontando sulle tribune. “VIA!”
“Cosa sta succedendo?” Scandì Harry esasperato, pretendendo spiegazioni.
“L’Urlo di Golconda, non c’è niente di più devastante!”
“Allora dobbiamo fermarle!”
“Non c’è modo! Golconda pensava a tutto! Quella posizione permette di accumulare energia e crea uno scudo impenetrabile, niente può avvicinarsi!”
In effetti l’aria intorno alle combattenti fremeva come fosse stata incandescente.
“Spazzeranno via tutto nel raggio di chilometri. Dobbiamo andarcene! Materializzatevi il più lontano possibile da qui!”
Prima di fuggire, si concesse un istante per contemplare Hermione all’apice della potenza. La verità che gli era sbattuta in faccia con tanta recrudescenza rischiava di travolgerlo.
L’urlo di Golconda.
Hermione aveva insegnato a Tanya l’Urlo di Golconda.
Il sortilegio estremo.
A lui non aveva nemmeno confidato di essere in grado di usarlo. Entrambe gli avevano tenuto nascosto che anche Tanya era una seguace del grande mago.
Tutta una colossale farsa fin dall’inizio.
Troppe implicazioni nel momento sbagliato. Fermò quella nociva catena di pensieri, lasciando che la mente si perdesse nel vortice della smaterializzazione.

 

*

L'Urlo di Golconda si ispira (in parte) alla tecnica detta "Esplosione Galattica" del cavaliere d'oro dei Gemelli, considerato da molti il colpo più pericoloso dell'intera saga dei Cavalieri dello Zodiaco.


 

Next time: Seguaci del grande mago
   
 
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