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Autore: Phantom Lady    17/04/2012    2 recensioni
Fanfiction dedicate ad alcune vicende storiche riviste in chiave hetaliana.
Capitoli presenti:
~La guerra civile spagnola
Genere: Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Noticina: Inizialmente questa era una one-shot,  ma siccome mi è presa la fissa del fare cose storiche ho deciso di riunire le varie FF in una unica raccolta, spero vi piaccia!


Piccola introduzione: Questa storia si ambienta in Spagna nel 1936, quando si consumò la logorante e sanguinosa guerra civile, che durò fino al 1939, anno in cui la dittatura di Francisco Franco si impone sulla Spagna, schiacciandola sotto un governo feroce. La Spagna era, all’epoca, il Paese europeo più arretrato, fortemente cattolico e con un sistema agricolo ancora fondato sui latifondi. E saranno proprio questi elementi a scatenare la guerra civile spagnola, una terribile guerra di idee disputata tra cittadini dello stesso popolo.


La mia popolazione ed io eravamo considerati arretrati dalle più grandi, come le più piccole, potenze europee. Ci criticavano per la nostra agricoltura. Non si capacitavano come, ancora nel 1900, esistesse un paese, europeo, per di più, che ancora basasse il proprio sistema agricolo sul latifondo, senza contare che parlavano anche di una certa arretratezza nei sistemi. Le uniche zone industrializzate erano nella Catalogna e nel Nord, e non bastavano per compensare tutto il resto della popolazione, costretta a sfiancanti lavori nei campi che non gli appartenevano. I ricchi, si era sempre saputo, vivevano a discapito dei poveri. E la popolazione che viveva nella miseria (ovvero la maggiorparte) era stufa di dover servire dei ricchi latifondisti che erano tali solo per fortuna. Così, nella mia popolazione, cominciò a nascere una certa tensione, che mano mano si accentuava e si spandeva sulla Chiesa. Sono sempre stato fortemente cattolico, ma la religione cominciava a deludermi. Per la prima volta cominciò a parlarsi di ateismo.  La Chiesa aveva sempre appogiato i latifondisti, facendo anch’essa parte del circolo privilegiato dellla popolazione, e ora, per questo, molti guardavano con diffidenza il proprio credo, e io ero tra loro. Mi accorsi dell’ingiustizia che gravava sulla mia popolazione. I ricchi guardavano lavorare i contadini quando tutti sapevano che sarebbe stato meglio lasciar loro quelle terre, per farle fruttere davvero.
E qui la repubblica incontrò un cammino tortuoso. Era costantemente divisa. La classe dirigente spagnola (proprietari terrieri, vescovi, ufficiali dell’esercito...) voleva tornare alla monarchia, essendo terrorizzata dalla possibilità che la democrazia si rivelasse debole e lasciasse il sentiero spianato per una rivoluzione di stampo sovietico. Tutti avevano imparato a temerla. Dall’altra, però,  le masse operaie volevano riforme radicali.
Le piazze erano un putiferio. Si susseguivano manifestazione e attentati violenti e ogni giorno sempre di più quella che era stata  una semplice rivolta cominciò a trasformarsi in una guerra civile.  Addirittura da me il fascismo italiano aveva abbindolato la popolazione, tanto che un movimento di estrema destra, detto Falange, vi era apertamente ispirato. Dal canto loro, però, anche gli anarchici di estrema sinistra commisero atti terrificanti.
L’ago della bilancia fu presentato da Francisco Franco che nell’estate del 1936 si insediò nel governo, cercando, tra i suoi obiettivi, di distruggere qualsiasi tipo di rivolta popolare e di manipolarmi come una pedina.Sfortunatamente, buona parte dell’esercito si schierò dalla parte di quell’uomo che odiava me e la mia popolazione, perchè, invece di aiutarli, voleva sopprimerli.
Io e le mie idee repubblicane tenemmo una strenua resistenza contro le forze nazionaliste e riuscimmo a proteggere le aree più industrializzate, grazie all’aiuto di chi credeva ancora nella democrazia e degli operai che diedero un valido appoggio, seppur armati di fretta, senza contare l’aiuto dei reparti fedeli dell’esercito, che ancora volevano la Spagna, quella vera.
Per la prima volta, buona parte della mia popolazione divenne atea. Questo perchè le sommosse popolari erano alimentate dall’odio per i ricchi, appoggiati dalla Chiesa. Nelle zone repubblicane si continuava a vivere con il governo leggittimamente eletto, anche se tutti sapevamo che prima o poi questa pace e questo velo di finta serenità sarebbe finito. A nostro favore o meno. Nonostante la nostra vita sembrasse uguale, nel cuore di ogni repubblicano si annidava la paura di morire e di perdere quei valori che avevamo conquistato.
Dall’altra parte c’erano i nazionalisti, che volevano una dittatura, rappresentata da Francisco Franco, che avrebbe “riportato l’ordine”, sedando nel sangue quelle rivolte scomode per i ricchi. Rimasi molto deluso quando scoprì che anche la Chiesa, la quale rappresentava per me e la mia popolazione non solo uno stile di vita, ma la vita stessa, si alleò contro di me, decisi a malincuore di infrangere la mia religione per portare avanti quell’ideale di libertà che era più forte della morte.
A peggiorare ulteriormente le cose furono Italia e Germania. Mussolini e Hitler sostennero Francisco Franco, spendendo aiuti economici e militari, vedendo quel nostro conflitto interiore ed ideologico come il momento buono per imporre le proprie idee e spanderle a macchia d’olio. Mi sentii tradito dall’Italia e la cosa che mi portò più dolore fu non averlo accanto in guerra, perchè alla fine, uno dei due, il vincitore, avrebbe dovuto uccidere l’altro.
Germania bombardò Guernica, uccidendo la popolazione locale. Fu un atto orrendamente crudele. In quel pasino si stava svolgendo il mercato, una cosa abituale. E forse proprio per questo fu davvero sconcertante. Centinaia di persone innocenti distrutte da un’esplosione, senza dignità nè processo. Questo evento ispirò un noto pittore spagnolo, Pablo Picasso. Il Guernica è uno dei quadri per la quale viene ricordato ancora oggi. Sconvolto da questo fatto decise di imprimere nella storia questo avvenimento, riportandolo su tela. Il quadro è dai colori scuri, dalle linee interrotte e deformate. Tuttavia, Picasso non avrebbe potuto consegnare questo quadro direttamente da me, dove Francisco Franco lo avrebbe distrutto. Decise perciò di darlo agli americani. Quando, nel 1975, la dittatura feroce di quell’uomo finì, il quadro fu ridonato a me e alla mia popolazione. Non lo amo particolarmente perchè mi ricorda i momenti struggenti di quell’epoca, ma ogni volta che lo guardo una parte di me muore.
Gli italiani, però, non fecero gran bella figura. Persero la più importante battaglia cui fecero parte, quella di Guadalajara.
Tutti i paesi democratici cominciarono a propagandare l’aiuto verso la mia popolazione repubblicana che opponeva strenua resistenza spingendosi sempre con più forza, nonostante le ferite sferzassero il nostro corpo. Per questo nacquero le Brigate Internazionali, dove, volontari da tutto il mondo partivano per aiutarci. Ogni volta che ricevevo un sostegno, anche il più piccolo, il mio cuore si riempiva di lacrime. La gioventù antifascista e antinazista nacque proprio in questa epoca, dove le persone avevano imparato a capire e diffidare da quei movimenti così sbagliati, basati sull’odio e l’incomprensione.
Purtroppo, i grandi Paesi democratici, come Inghilterra e Francia, non dettero un aiuto poi così sostanzioso. Se ne stavano in un angolo, a braccia conserte, guardandomi mentre difendevo le regioni più industrializzate sputando sangue. Qualche volta si alzavano e prendevano a lottare, per poi tornarsene indietro, nascosti nell’ombra. Perchè non mi aiutavano? Non volevano difendere la democrazia? Forse perchè erano appena usciti dalla prima guerra mondiale, logorante anche per i vincitori.
In mio soccorso venne Russia, dall’altra parte dell’Europa. Decise di aiutarmi a patto che diventassi comunista e che nella nuova Spagna regnasse quest’idea. Ero disposto a tutto, pur di salvare la mia popolazione. Russia sembrava non crollare mai sotto i colpi incessanti di pistola, nonostante potessero lacerargli la carne e ridurlo in un bagno di sangue. Credeva alla vittoria quando ormai anche noi stavamo abbandonando le speranze. Gli aiuti insistenti a Francisco Franco da parte degli italiani e tedeschi, però, annientarono le nostre difese. Continuavano a fornire sussidi per promuovere quella dittatura disumana, che voleva distruggere il proprio popolo.
I nazionalisti fucilavano chiunque fosse anche solo accusato di simpatia per i repubblicani, senza  neanche un processo, e io avevo paura di essere scoperto, per questo mi nascondevo e avevo sempre il cuore che batteva all’impazzata per il timore che dietro di me ci fosse un nazionalista.
Tuttavia vidi anche dei rapubblicani esasperati che massacravano latifndisti e la milizia che fucilava preti e suore. Nella guerra nessuno era innocente, che lo facesse per scopi nobili o meno, uccidere era levare la vita a qualcuno e non poterla restituire.
La guerra durò tre anni di sangue. E  fu terrificante. Vedere cittadini dello stesso sangue che, invece di abbracciarsi come fratelli si puntano le armi contro... per cosa, poi? Un’idea diversa? Allora io sarei autorizzato a uccidere chiunque non ami la musica spagnola! Perchè non possiamo prenderci tutti per mano e far sì che ad unirci non sia la morte ma la vita? Perchè non possiamo dirci che è stato solo un brutto sogno e gettare le armi? Le persone avevano paura di parlarsi perchè temevano di avere davanti qualcuno di altro pensiero. Era ridicolo! Le idee non possono dividere le persone. Ormai sono passate le epoche medievali e nell’attuale modernità è inaccettabile e barbarico permetere che si formi una dittatura. Siamo tutti fratelli e combatterci è da sciocchi. Stiamo distruggendo la Spagna senza neanche rendercene conto!
L’ultimo anno io e Russia, che aveva combattuto con zelo e convinzione, eravamo stremati. Ormai le ferite, sia dell’animo che del corpo, erano troppo sanguinose e gridavano di dolore solo ad essere sfiorate dalla brezza.
Italia e Germania erano ricoperti di sangue purpureo, le mani rossastre e gli occhi fiammanti. Dietro di loro, Lovino si nascondeva, lanciando giusto qualche grido o pallottola.
Russia alzò tremanante la canna del fucile, il corpo che si reggeva a stento. Germania gli sparò ad un braccio e l’altro se lo tenne tra le mani, mentre il sangue gli colava indistintro tra le dita. Lo finì con un’altro colpo, e cadde riverso a terra, sul suo stesso sangue, con le lacrime agli occhi: -Ho... fallito- fece in tempo a dire prima di chiudere le palpebre. Il suo corpo martoriato aveva trovato la pace. Lo benedì e sperai che Dio lo accogliesse a braccia aperte. Ma ero diventato ateo e non ebbi più nulla da sperare per lui.
Mi chinai su di lui e cercai di risvegliarlo, i suoi capelli grigi si erano fatti rossastri, del colore del tramonto. Avevo perso il mio unico e ultimo alleato. Francia e Inghilterra non si sarebbero mai uniti a me, oramai. Se solo mi avessero aiutato di più.
-Chiudi gli occhi- mi disse Lovino ed eseguii, una lacrima si confuse col sangue.
Sentì solo un forte sparo e un dolore lancinante al petto, mentre un proiettile si faceva strada tra il mio corpo.
Dio, ti prego, non farmi morire finchè la Spagna sarà salva! La mia preghiera fu vana, perchè nel momento in cui la formulai il mio cuore fu trapassato da un proiettile. La Spagna era morta.
Adesso, la Spagna era morta, senza gloria,  nel suo stesso sangue.

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Purtroppo tutti sappiamo che la guerra civile spagnola fu vinta dai nazionalisti e Franco ebbe anche il titolo di “Caudillo”, l’equivalente di Duce, appellativo per Mussolini o Führer per Hitler. La sconfitta del 1939 apparve a tutti come una vittoria del nazifascismo sulla repubblica, il che deve aver sconvolto Francia e Inghilterra. La Russia fu l’unico Paese che si impegnò davvero nella protezione della Spagna repubblicana, soprattutto per far insediare nel popolo un’idea comunista.
La dittatura di Franco durò fino al 1975, anno della sua morte. Viene ricordata, quest’epoca di dittatura, come una delle più feroci; gli avversari politici venivano eliminati con meri mezzi, le rivolte contadine e operaie rase al suolo, ricacciando nella miseria quei poveri lavoratori che continuavano a essere sottomesi.


-------------- commenti precedenti----------------
-Piange.-

Purtroppo, ahimé, queste cose devono esser per forza lette/sapute per non commettere lo stesso o peggiore errore.
La verità è fredda, ma va saputa.
Questa tua storia mi ha fatto commuovere tantissimo; io che amo la storia ti dico che è bella, si.
I pensieri di 'Tonio sono stupendi, l'hai caratterizzato forse anche meglio di alcuni player che incontro ruolando su Facebook. Dopo tutto è così il vero 'Tonio, no? In ritorno dalla sua pirateria, ridotto a chiedere aiuto anche a coloro che un tempo erano i suoi nemici, per poi esser aiutato da Russia con un patto freddo quanto il comunismo.

Mi piace, la metto nei preferiti!
Però si sono cancellati gli ultimi due dialoghi, mettili e fammi sapere per messaggio privato! E' bellissima, poi io che sono mezza spagnola l'ho gradita di buon gusto. <3

Hasta luego, mi querida!

With love,
Ai Liang.
  
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