Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Woland in Moskau    18/04/2012    2 recensioni
-You were so great.-
-Shh, Arthur. N’est pas important… Maintenant.-
[…]
Forse era stata la ciclicità della storia a ridurlo progressivamente da conquistatore, da imperialista, da dominatore a succube dei sentimenti. Da Impero a Nazione e da Nazione a Uomo.
(FrUK/USUK)
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Ciò che sono stato, ciò che sono, ciò che tornerò ad essere
 
 



Autore: PoisonedWhore
Personaggi: Arthur Kirkland (UK), Alfred F. Jones (USA), Francis Bonnefoy (Francia)
Genere: Yaoi, Introspettivo, Angst, Malinconico
Pairings: USUK/ FrUK
Introduzione:
-You were so great.-
-Shh, Arthur. N’est pas important… Maintenant.-
[…]
Forse era stata la ciclicità della storia a ridurlo progressivamente da conquistatore, da imperialista, da dominatore a succube dei sentimenti. Da Impero a Nazione e da Nazione a Uomo.
Avvertenze: come ben potrete notare il punto di vista cambia facilmente ed è volutamente lasciato ambiguo. Spesso e volentieri sono poco chiara e me ne dispiaccio, ma è importante che teniate ben presente come i personaggi visti come Nazioni e uomini siano ben distinti e se ne rendono conto pian piano, anche per giustificare certe azioni compiute. Alcune in realtà possono avere un duplice significato, a seconda dell’interpretazione che ognuno preferisce dare. È importante ricordare come, sia da Nazione che da uomini, i personaggi siano succubi della ciclicità della storia e degli eventi, che li trascinano in modo quasi passivo. Temo che l’eccessivo sentimento sdolcinato che ritroverete sia a causa di Goethe e del suo tanto passionale Werther, che mi ha dilettato in questi pomeriggi di studio. Spero che i caratteri dei personaggi non siano troppo OOC, la serietà e la profondità di fondo sono volute ai fini della storia (e della mia malsana tentazione di essere Angst sempre e comunque…). A livello temporale è chiaro che con Francis il periodo è subito successivo alla Dichiarazione di Indipendenza Americana, mentre con Alfred siamo molto dopo. Ciò non implica che una storia prevalga sull'altra, o una coppia sull'altra, l'ambiguità lasciata è da interpretare come meglio preferite. E i clichè hetaliani rimangono tali, me ne dispiaccio; ho cercato di essere originale in ogni caso.
 
 
 
 
 

*

 
 
 
 
 
Distanziavano circa un paio di metri dalla fonte di luce principale della stanza. Il tramonto inoltrato conferiva quel colore aranciato così suggestivo e malinconico, che con mestizia inesorabile lambiva i contorni delle membra avvolte nel loro insieme confusionario tra le lenzuola scombinate e sfumate dal solleone morente.
I gemiti sommessi della figura rannicchiata in posizione fetale sembravano come concepite in un limbo di dolore misto a piacere, il dandy dai lunghi capelli scarmigliati del colore della stanza lo accarezzava piano, intimamente, lenendogli quella sofferenza attraverso un orgasmo che non avrebbe impiegato molto a giungere.



Le mani, calde e avvolgenti, quasi con foga, ripresero il loro percorso lungo il corpo bramato, tastandone e raggiungendone ogni lido più estremo, modellandolo sotto la potenza delle dita ruvide e avare[1].  Assolutamente contrastanti con il limpido livore dell’azzurro che sovrastava il viso di colui che riceveva, involontariamente ma gradendole, quelle attenzioni che da fraterne si erano trasformate in incestuose[2] e poi passionali, quando il presunto legame di sangue era stato spazzato via da una bandiera a stelle e strisce.


Gli sembrava quasi di tastare il mellifluo veleno dolceamaro, un sidro letale, un’ambrosia venefica, che scorgeva nella tradizione decadentista del nemico. Con un colpo di fianchi deciso, si girò con foga, mostrando il pulsare doloroso del proprio sesso, che portò sul suo volto quell’antico ghigno da corsaro, che era solito accompagnare da una sciabola e una bottiglia di rhum.


Non se lo fece ripetere due volte, quel cowboy spaziale, e gli prese con ingordigia le natiche, lasciando il suo pene libero di tendersi verso gli addominali del più giovane, contrastando con quella carnagione così abbronzata e scabra di cicatrici, che invece ricoprivano il corpo antico dell’imperialista. Buffamente i ruoli si erano invertiti, da fratello maggiore, da protettore, era passato ad essere il piccolo, indifeso e spaurito ragazzino, era diventato succube del proprio amore nei confronti del Nuovo Mondo.


Da pirata, da dominatore incallito, da cinico e potente portatore di nuovi pensieri e rivoluzioni, era diventato l’impero decaduto che si rifugiava tra le braccia melliflue e maliziose del nemico prediletto.
-You were so great.-[3]
Quelle singole sillabe, ripetute nella sua mente almeno tante volte quante erano le gocce di pioggia che lo ferirono come spilli a Yorktown, il quattro di Luglio, le reiterava spesso nei momenti di intimità col francese. Era inevitabile che dovunque andasse portasse la pioggia.
-Shh, Arthur. N’est pas important… Maintenant.-[4]
 


-Dovessi lasciarti, ti faresti consolare da quel francese?-
La famelica esplorazione, probabilmente ereditata da chi prima di lui era stato conquistatore di nuove terre, si fermò bruscamente nel momento in cui quel dolce turchese fu turbato da nuvole lontane, passate, ma probabilmente ancora foriere di tempesta.
-Ancora?-
-Quindi lo faresti?-
-No, intendo che mi abbandoneresti ancora?-
Il cielo limpido americano, ancora stravolto da nubi provenienti da chissà dove, non sembrò mai così lontano e terso, profondo in un certo senso. Quella superficialità, ostentata dall’acuto tono della risata dell’ex fratello, spesso gli celava gli aspetti più tormentati e introspettivi del giovane di fronte a lui.
 

Una dolce melodia aveva preso ad accompagnare le loro ore passionali, lo sconfitto veniva razziato, mentre il vincitore si prendeva ciò che gli spettava.[5] Eppure colui che subiva la mancanza maggiormente, era quello che avrebbe dovuto colmarla.
-Arthur, amour, fingi almeno di non voler che ci sia lui al mio posto.-
L’inglese, abbandonato l’orgoglio sul campo di battaglia, sciacquato via il cinismo insieme a un sentimento malsano dalla pioggia, lasciò un singhiozzo uscire dalle proprie labbra. Fu talmente alto e talmente tetro, da suscitare nel biondo romantico che gli si accostava sensualmente un senso di pena infinita. Per la prima volta in vita sua, colui che approfittava della mancanza altrui per avere affetto dalla Nazione che mai gli avrebbe concesso ciò altrimenti, recuperò quel sentimento così puro e intoccabile, ma anche lieve e sfuggente, che una volta sola aveva provato. Con una fanciulla graziata da Dio[6] che, per ironia della sorte, aveva subito la peggiore delle condanne, a causa di quell’inerme folletto dai capelli scompigliati e dagli occhi umidi rannicchiato nel suo letto.
 


Non poteva sopportare ulteriormente un uomo nelle vesti di un ragazzo, eppure le spalle forti, la muscolatura robusta e il mento marcato, nonché la sicurezza ostentata dalle espressioni del volto dell’americano, gli piacevano di più del piccolo bambino etereo, che correva per le distese praterie verdeggianti  così lontane dalle tetre foreste britanniche, invocando il suo nome come nessun’altro prima d’allora aveva fatto.
Forse era stata la ciclicità della storia a ridurlo progressivamente da conquistatore, da imperialista, da dominatore a succube dei sentimenti. Da Impero a Nazione e da Nazione a Uomo.
 

-Io non posso nulla contro un sentimento del genere, sai? Ma sappi che ti conosco meglio di quel nuovo continente, che è stato l’unico in grado di ridurti in uno stato simile. Pazienza, avrò anche io nuovamente i miei momenti di gloria, Angleterre.-
 


Lo lasciò nel letto, sdraiato come un bambino sonnolento, mentre una mano prima viziosa diventava dolce, nell’atto di accarezzargli il capo spettinato.
Il silenzio seguente fu più significativo di mille parole, la nuova Nazione non voleva ferire ulteriormente ciò di cui aveva più bisogno egoisticamente, e che forse si era ritrovato ad amare biunivocamente. Sapeva per quanti secoli il suo istruttore fosse stato assennatamente invaghito e rapito dalla sua persona, quanto poi si fosse follemente innamorato di lui.
Era sicuro di provare un sentimento analogo, davvero.
Ma non era certo di ciò che la storia gli avrebbe fatto intraprendere, con i suoi continui moti. Per quanto ne sapeva avrebbe potuto schiacciare al suolo l’Inghilterra altre mille volte e altre mille volte si sarebbe ributtato nelle sue braccia, ma quelle di Arthur, come per consolare quel dolore che sapeva solo lui poteva procurargli.
 

Ma d’altronde la storia di una Nazione è sempre ben separata da quella di un Uomo.
 
 
 
 
 

*

 
 
 
 
 
Note:
[1] Il riferimento è chiaramente alla potenza degli Stati Uniti d’America, che sono conseguentemente da me visti "avari" (chiaramente dipende dai punti di vista e nemmeno io lo penso sempre, ma è importante in questa storia per comprendere il rapporto tra Arthur e Alfred), sotto certi punti di vista, è un po’ ciò che sembra nascondere la risata di Alfred.
[2] Non ho mai visto Arthur e Alfred come fratelli biologici o comunque come parenti. In ogni caso, personalmente, credo che inizialmente l’intento dell’inglese fosse quello di “adottare” America. Poi, successivamente, se ne è innamorato (sempre secondo la mia idea, che non è assolutamente quella di Himaruya). In questa storia Arthur e Alfred iniziano ad avere sentimenti ambigui, quando formalmente sono ancora fratelli. Quando l’America dichiarerà l’Indipendenza il cordone ombelicale fraterno si spezzerà definitivamente.
[3] Anche se penso lo sappiate bene, sono le parole di Alfred durante la battaglia di Yorktown.
[4] “Non è più importante… Ormai.”
[5] Durante la guerra d’Indipendenza Americana, alcuni francesi si allearono con i coloni ribelli e combatterono su suolo americano contro l’esercito inglese. Quindi Francis è formalmente vincitore della guerra contro l’inglese, seppure non abbia partecipato in prima linea.
[6] Giovanna d’Arco che, in modo antitetico, è relazionata al suo carnefice nella mente di Francis. Il francese inizia a provare un sentimento più profondo e meno passionale per il nemico, il tutto è stemperato dalla connessione lontana con l’unica persona che aveva amato in modo così puro. Chiaramente è simile il sentimento di pena, per Arthur Francis prova sempre una passione prettamente carnale, semplicemente ingentilita, condita, da un po’ più di comprensione.
 
 

In conclusione spero vi sia piaciuta e sia stata relativamente interessante! Ringrazio in anticipo chiunque leggerà e/o altro, un bacione :)
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Woland in Moskau