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Autore: MoonClaire    18/04/2012    0 recensioni
Conosciamo Anny e Justin? Ora ecco come tutto è nato tra Sara e Chris
Questa fan fic è ispirata al libro Amo una Rockstar di Sara C. Zuccaro, la sua Coadmin della pagina facebook, ha scritto la prima ff, immaginandosi la nascita del film, vista dal personaggio di Anny. Ho deciso di studiare più a fondo cosa, invece, è successo tra Sara e il dolcissimo Chris Evans.
Per leggere la fic e saperne di più sul libro che l'ha ispirata, cercate Amo Una Rockstar su facebook!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Chris Hemsworth, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Inforcando gli occhiali da sole e raccogliendo i capelli in uno spettinato chignon al lato della nuca, guardai soddisfatta le borse che avevo posato con cura sul sedile posteriore. Fare shopping era una cosa che adoravo. Anche se farlo da sola non era altrettanto divertente.
Anny, ancora una volta aveva preferito defilarsela dalle audizioni e così mi ritrovavo ad affrontare uno degli ultimi pomeriggi dedicati ai provini che rimanevano per trovare il restante cast. Alan mi aveva dato la mattinata libera e dopo averla passata per la maggior parte del tempo a cercar di cavar fuori qualcosa per un nuovo libro, alla fine avevo deciso di andare a farmi un giro.
Con un po’ di shopping e un bel panino avrei potuto affrontare meglio il lungo pomeriggio.
Faceva ancora troppo caldo per i miei gusti e così avevo sostituito il paio di jeans con uno alla pinocchietto. Non faceva molto, ma quella poca stoffa mancante aiutava le mie calure a stare al loro posto. Abbandonate le scarpe da ginnastica, avevo indossato un semplice paio di ciabatte infradito e mi ero messa una canotta marrone abbastanza lunga abbinata ad una t shirt extra larga che arrivava appena sotto la vita.
Come ero moderna… beh, certamente non ero lì per fare una sfilata di moda, d’altronde dopo aver cercato di mettermi in ghingheri per i primi giorni, avevo notato che tutta la crew aveva un abbigliamento comodo, probabilmente già preparati alle lunghe giornate.
Prima di scendere dalla macchina per andare a prendere un sandwich nel locale davanti agli studios, frugai nel sacchetto di Sephora più che soddisfatta dei miei acquisti.
Aprendo il profumo di Gucci, Guilty era il mio preferito, indossai qualche goccia sui polsi e poi, volendo evitare di far tardi, mi affrettai verso il ristorante.
Era strano vivere a Los Angeles, a qualsiasi ora del giorno le strade erano piene di persone e spesso mi chiedevo se qualcuno, in una città come questa, lavorasse o meno.
Si vedeva chiaramente che la maggior parte erano ragazze o ragazzi in cerca di fortuna e successo, ma era naturale domandarsi come facessero ad arrivare a fine mese se erano sempre in giro per la strada a spasso.
Ordinando un sandwich al tacchino e un thè freddo alla pesca, tirai fuori dalla borsa l’ultimo libro che stavo leggendo e sedendomi su uno sgabello al bancone, aspettai con pazienza il mio ordine.
Notai che qualcuno occupò il posto accanto al mio e alzando lo sguardo velocemente vidi un ragazzone con la barba incolta, un paio di rayban modello aviatore che gli coprivano gli occhi ed un cappello da baseball blu che sostava fin troppo basso sul suo viso.
La gente a Los Angeles era strana, e non capivo come mai continuavo a stupirmi davanti a certe apparizioni.
Ridendo, il tipo al mio fianco mi distrasse ancora una volta dalla mega storia d’amore e moda che stavo  leggendo. Seriamente? Vuoi rimorchiare una ragazza in un locale conciato così?
“Non mi hai riconosciuto, vero Sara?”, domandò lui divertito.
Un attimo, riavvolgendo il nastro dei miei pensieri, mi voltai velocemente verso di lui. Quella voce così calda e sensuale la conoscevo.
“Chris!”, replicai perplessa, “Sei in missione segreta?”.
Tirai, mentalmente, un sospiro di sollievo, sembravo meno tesa di fronte a lui a questo giro.
Alzandosi lievemente la visiera dagli occhi, e togliendosi gli occhiali, i suoi vivaci occhi azzurri incontrarono i miei.
“Meglio così?”, chiese sorridendo.
Anuii divertita. “Diventi totalmente un’altra persona…”.
Girandosi tra le mani gli occhiali, sorrise e i miei occhi finirono istintivamente sulle sue fossette. Era davvero terribilmente carino. “Lo so, ma almeno non mi riconoscono e mi lasciano stare…”, poi rendendosi conto della gaffe che stava per fare, si corresse, agitando le mani “No, per carità, non mi danno fastidio le persone che vengono da me, ma intendo i paparazzi… non mi seguono… e resto nell’anonimato!”.
“Tranquillo, abbiamo tutti bisogno della nostra privacy!”, lo rassicurai ringraziando la cameriera che mi aveva portato il sacchetto contenente il mio pranzo. Pagandole il pranzo, mi voltai nuovamente verso di lui. “Piuttosto…”, chiesi scendendo dallo sgabello. “Che ci fai nei dintorni?”.
Sorridendo alla ragazza e ordinando un caffè, scese a sua volta dallo sgabello. “Mi hanno richiamato per provinarmi nuovamente…”, spiegò lui, e accettando il bicchiere di carta, lasciò due dollari sul bancone.
Confusa lo guardai in silenzio. “E sarebbe un bene o un male?”, domandai sorseggiando dalla cannuccia il thè freddo.
“Dipende”, ribattè Chris alzando le spalle. Bevendo una sorsata di caffè, si infilò la mano libera in tasca. Gli occhiali infilati sul colletto della maglietta. “Vuol dire che sei a un passo dall’avere la parte, ma c’è qualcun altro che sta per soffiartela…”.
“Ah… punti di vista insomma…”, mormorai avviandomi con lui alla porta. Aprendola e lasciandomi passare, si rimise in incognito e attraversando la strada ci avviammo verso l’entrata degli studios.
“Preferirei un sì o no secco…”, mormorò poi fermandosi nel mezzo del parcheggio. “Odio i provini, mi agito, divento tutto rosso e poi inizio a sudare… anche l’altro giorno… stavo per andare nel panico…”.
Ma era stato davvero magnifico, l’altro giorno mi aveva letteralmente conquistata. “A volte mi capita di dover uscire per riprendermi… provini, convention varie, conferenze stampa…” borbottò arrossendo e abbassando la testa.
“Quando mi intervistano in tv o mi devono piazzare davanti a una folla, mi riempio di calmanti naturali…” e scuotendo la testa poco convinta, aggiunsi, “che probabilmente non fanno nulla, ma è l’autoconvinzione che mi aiuta!”.
“Devi autografarmi il tuo libro!”, cambiò discorso Chris sorseggiando il caffè. “Ieri mia sorella a momenti mi spaccava un timpano quando le ho detto che ti ho lasciato andare senza autografo” e sorridendo, alzò un sopracciglio divertito.
“Che cosa strana…” mormorai fermandomi sulla porta.
Annuendo, Chris allungò una mano sulla maniglia, “E vuole assolutamente vedere la nostra foto, quindi, non so, mandamela, postala da qualche parte!” e si scansò dalla porta per farmi passare.
Scuotendo la testa, mi fermai. Andava nel panico di fronte a tante persone? E io volevo che fosse a suo agio e che interpretasse il mio Caden alla perfezione. “No… ehm…”, cercai di pensare velocemente ad una scusa. “Il mio editore vuole nuovo materiale, sono passata prima giusto per dire a Alan di concludere da solo i provini…”, mentii.
Chris mi osservò in silenzio aggrottando le sopracciglia. Dopo un attimo di silenzio sorrise a allungando la mano, prese la mia e la strinse. “La seconda volta è andata meglio!” e sorridendo scomparve dietro la porta a vetri.
Senza restare a guardarlo, mi voltai su me stessa e mi avviai verso la macchina, prendendo il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans.
‘Arrivo dopo il provino di Chris’.
La risposta arrivò fulminea. Probabilmente, conoscendolo, aveva già in mano il telefono per chiamarmi.
‘Non vieni a vederlo?’. Leggevo lo stupore nelle sue parole. E aveva ragione, tifavo per lui, come potevo non andare ad assistere al provino?
Mi morsicai il labbro, mi ero già pentita della mia scelta e con le spalle pesanti mi avviai verso l’entrata e sedendomi sul muretto di fianco alla porta, aspettai.
Posando il mio pranzo accanto alla mia borsa, cercai nelle app del mio cellulare nella speranza di trovare un giochino che mi avrebbe fatto compagnia fino alla fine del provino.
Un messaggio di Anny, però, mi fermò dall’andare avanti nella mia ricerca.
“E’ appena entrato Evans, come mai non ci sei?”.
Sbattendo le ciglia un pio di volte, mentalmente registrai quello che stava dicendo la mia amica.
Oddio, Anny ai provini… no, al provino di Chris… lo avrebbe messo sicuramente in difficoltà
“Sta sudando come un maiale ed è rosso come un peperone? Altro che Caden…”.
Alzandomi dal muretto e recuperando tutte le mie cose, mi avviai frettolosamente verso l’entrata.
“Esci fuori da quella stanza…”
Fulminea la risposta. “Ma sei scema?”
Corsi verso la stanza delle audizioni e mentre mi fermavo per capire il da farsi, la porta si spalancò e un Chris visibilmente arrossato mi si parò davanti.
“Ho bisogno di un attimo di tempo…”, borbottò respirando e togliendosi il cappello se lo sventolò davanti alla faccia. Mettendo dentro la testa guardai Anny che, divertita, assisteva sogghignando alla scena.
Puntandole contro l’indice, le indicai di seguirmi.
Passando davanti a Chris, che mentalmente stava ripetendosi le battute del copione, allungai una mano verso la sua camicia a quadretti blu e bianchi e gli toccai un braccio.
Volevo davvero essere d’aiuto.
“Sara, ma che…” e vedendo Chris al mio fianco, Anny lo oltrepassò senza degnarlo di un secondo sguardo. “Ti aspetto alle macchinette…”, borbottò scocciata.
Voltandomi verso Chris e alzandomi in punta di piedi, mi avvicinai a lui e bisbigliai, “Vai dentro adesso…” e alzando i pollici in segno di vittoria, andai nella direzione che aveva preso Anny.
Volevo aiutarlo… volevo anche girarmi verso di lui per vedere se la mia uscita era stata ad effetto, ma mi trattenni e continuai dritta per la mia strada.
Arrivai davanti ad Anny tutta affannata.
“Quei cosi sono di marmo!”, esclamai stupita.
Guardandomi confusa, sorseggiò la sua coca cola. “Cosa, per grazia divina?”.
“Quei bicipiti… L’ho a malapena sfiorato e i suoi bicipiti sono una cosa che…”, mi fermai per cercare la parola. Che non arrivò. “Ti rendi conto che sono una scrittrice e non riesco a descrivere due braccia?” e mentalmente ripensai a come la camicia le fasciava alla perfezione.
“Tesoro, hai un rivolo di bava…”, alzò gli occhi al cielo Anny. “E mi hai portato fuori perché sapevi che gli avrei reso tutto più difficile…”.
Abbassai la testa e avvicinandomi ad una sedia, posai il pranzo, ancora immacolato, e la borsa. Il the, ormai bollente, preferii tenerlo in mano per sorseggiarlo.
“Dimmi che non è così…”, domandai retoricamente. “Sia lui che Justin, perché presumo che siano stati chiamati entrambi per rifare il provino, hanno bisogno di essere giudicati equamente, ho adorato il provino di Chris, ma non ho visto quello del nasone, quindi preferire che fosse Alan a scegliere…”.
Socchiudendo leggermente le palpebre, Anny mi guardò male. “Odio quando hai ragione…”.
“Bene, ora, amichetta, siediti qui con me!” e sedendomi con la mano picchiettai il posto accanto al mio.
Con nonchalance, lei azzardò. “Abbiamo una cotta per Chris?”.
Arrossii.
Bhe, non potevo negare che fisicamente mi attraeva molto, era sempre stato così, ma non volevo definirla una cotta. Ci avevo scambiato una ventina di parole al massimo ed erano state quasi tutte inerenti al lavoro.
“Diciamo che se entrerà nel cast, la probabilità che io prenda una bella cotta per lui è molto elevata…”.
“Io continuo a tifare Justin”, borbottò la mia amica sottovoce.
Risi e iniziai a raccontarle di tutte le persone strambe che avevo incontrando quella mattina. Come detto in precedenza, Los Angeles era frequentata da persone in cerca di fame… il modo di trovarla era del tutto indifferente, così le descrissi tutti i tipi strambi e le tipe senza pudore che avevo incontrato.
Bevendo altre bibite fresche, alzai gli occhi quando sentii una porta chiudersi.
Lo vidi passare in fondo al corridoio.
Sperai venisse da me, ma sapevo che non sarebbe successo, però, quando mi vide in lontananza, alzando la mano, mi salutò.
Ricambiando con un gesto della mano, mi voltai verso Anny. “E non influenzare Alan, non provarci nemmeno lontanamente, mi sono trattenuta io, fallo anche tu!”. E prendendola per un braccio me la trascinai verso la stanza dei provini…
“Sarò buona!”, promise Anny.
“Brava!” replicai soddisfatta.
“Ma tifo Justin!”.
   
 
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