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Autore: frankyfitzgerald    18/04/2012    20 recensioni
Il popolo di tutto il mondo ormai è a conoscenza della loro esistenza, ma, nonostante questo, nessuno è ancora riuscito a farsene una ragione di vita. Una volta marchiati si viene considerati un abominio della natura e l'unico posto in cui ci si può rifugiare per sopravvivere è una delle tanti sedi della 'Casa della Notte'. Jamie, Margaret e Steven sono tre ragazzi completamente diversi, nati e cresciuti in contesti diversi, ma una cosa li accomuna: il loro marchio è completamente diverso da quello di qualsiasi altro vampiro.
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime, OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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NOTE: Welcome alla mia nuova FF! Allora, tanto per iniziare vi voglio dire che per scrivere questa FF mi sono ISPIRATA alla saga 'House of the Night',ma non vi troverete tutti i personaggi al suo interno.

Secondariamente: questa FF è diversa da quelle che scrivo di solito quindi apprezzerei che mi diceste se fa completamente schifo o che ù_ù

Terzo (e ultimo,prometto): Illuminatemi d'immenso sui vostri nickname su Twitter nei commenti,così potrò linkarvi i prossimi capitoli se vorrete!

 

NB. Jamie in questa FF è Josh Hutcherson,quindi dovreste immaginarvelo in tutto e per tutto come lui!

 

 

 

 

JAMIE

 

 

Control is an illusion..

 

Boston, Massachusetts.

 

La pioggia batteva sui vetri dell'aula di chimica creando così un rumore alquanto fastidioso che sembrava disturbare tutti coloro si trovavano seduti al loro fianco, ormai il tempo aveva continuato a comportarsi così da più di una settimana e sembrava non voler cambiare, almeno non per i giorni precedenti alla partita decisiva di football che aveva risollevato gli animi di ogni singolo studente della scuola, persino dei più 'sfigati' se così si possono definire, ma non di Jamie.

Il suono della campanella segnalò la fine delle lezioni e con ciò la piena libertà di Jamie che si catapultò fuori dalla classe alla velocità della luce, non voleva essere messo sotto pressione più di quanto non lo fosse già stato, ormai era quasi un rito: ogni studente o professore lo incontrasse per i corridoi doveva fermarlo per dirgli quanto credevano in lui e nelle sue capacità sul campo e questo, molto probabilmente, avrebbe fatto piacere a chiunque,ma non a lui, non al figlio di uno dei più grandi sostenitori del 'Popolo della Fede' del paese, uno di quegli uomini che erano così convinti della sacralità del corpo che non si era mai permesso di venire a vedere una delle partite del figlio. Chiedere a Jamie di che 'orientamento' fosse il padre sarebbe stato inutile oltre che molto rischioso,quello era uno degli argomenti che potevano essere considerati taboo con lui, soprattutto da quando la televisione locale aveva regalato alla chiesa del padre un intero servizio sulla loro propaganda contro gli 'abomini della natura' o come tutto il resto del paese li conosceva: i vampiri.

Nel corso degli anni Jamie aveva provato a documentarsi a riguardo,a cercare di capire il perché di tutto quell'odio da parte di suo padre e di suo fratello Paul nei confronti di quegli esseri attingendo, persino, a vecchissimi film e telefilm che erano andati in onda quando lui non era ancora nato,ma tutto ciò che aveva visto non era altro che sangue, urla e uomini e donne dalle facce rugose,ma nulla riguardo suo padre,nulla che avrebbe potuto spiegare quel genere di comportamento.

Quel giorno Jamie era talmente preso dai suoi pensieri che nemmeno le solite manate di sostegno che gli venivano propinate sulle spalle dai compagni riuscivano a riportarlo alla realtà, i cartelloni sui quali campeggiava la scritta 'Campionati Nazionali di Football – Finali del 2038' gli passavano sulla testa come se niente fosse e lui non poteva fare altro che proseguire verso la porta d'uscita che l'avrebbe portato al parcheggio.

« Come sta il nostro campione preferito? » la voce acuta e irritante della sua ragazza, Emily, lo riportò alla realtà. Più di una volta, quando si trovava in camera sua da solo, si era trovato a domandarsi perché aveva acconsentito a uscire con lei per la prima volta quella sera d'autunno, ma ogni volta preferiva mollare i suoi ragionamenti a metà per paura di rendersi conto che il motivo per cui stava ancora con lei era solo che in caso contrario avrebbe dovuto affrontare una fiumana di ragazzine con gli ormoni a palla che avvrebbero cercato di tendergli agguati in reggiseno persino negli spogliatoi maschili.

Sbuffando e contando fino a dieci per non tirarle un pugno in pieno viso, Jamie si voltò verso di lei e in men che non si dica si trovò i suoi grandi occhi neri puntati sul viso pronti a cogliere ogni minimo segno di debolezza o di tentennamento, cosa che sapeva non sarebbe mai successa a causa di tutti gli anni di tentata e mancata manipolazione del padre.

« Se tu gli permettessi di andare a casa a riposarsi starebbe molto meglio di quanto non stia attualmente » si guardò in giro per esser sicuro di non esser circondato da troppa gente visto che la risposta che le aveva appena dato avrebbe senza dubbio dato il via a una delle sue reazioni isteriche, ma si accorse, a suo mal grado, che intorno a lui non si trovavano solamente quasi tutti i suoi compagni di squadra, ma anche gran parte del corpo studentesco che, pur non sapendo nulla di loro due, avrebbe dato di tutto per vivere la loro vita anche solo per un giorno.

« Si può sapere cosa ti aspetti da me?! » le sue pupille si dilatarono il doppio del normale e per qualche secondo Jamie temette che gli occhi le fuoriuscissero finendo direttamente sulla sua maglietta bianca. L'intero corpo studentesco nei paraggi si voltò di scatto a causa della voce stridula di Emily e fu come se per qualche secondo il tempo si fosse fermato, quasi come se qualcuno avesse schiacciato il pulsante 'pausa' sul vecchissimo telecomando che aveva ancora suo padre. « Io cerco di essere la fidanzata migliore di questo mondo, cerco di renderti degno di essere al mio fianco, dovresti essermi grato! Non a tutti viene data la possibilità di avere questa fortuna,questo raggio di sole nella vita » le sue parole uscirono con la stessa scioltezza con la quale uscivano le sue quotidiane stronzate dalla sua bocca, l'unica differenza fu che quella volta Jamie non riuscì a trattenere una risata fragorosa; sapeva benissimo che suo padre stravedeva per lei e che molto probabilmente, al solo pensiero che il figlio l'avrebbe potuta mollare, lo avrebbe riempito di botte così come aveva sempre fatto ogni qual volta non si dimostrava all'altezza delle sue aspettative, ma quella volta non gliene poteva fregare di meno.

« Emily, » Jamie allungò le mani verso le guance della ragazza per poi appoggiargliele gentilmente sopra accarezzandole la pelle con entrambi i pollici senza perdere per un secondo il contatto visivo. « Io ti mollo. » le sue parole furono seguite da un “ohhhh” di stupore di tutti coloro che li circondavano, il che fece comparire uno strano sorriso sulle labbra di Jamie: era sempre stato convinto del fatto che tutte le persone di quella scuola fossero delle specie di automi creati in serie e inseriti in massa nello stesso edificio,ma in quel momento ne aveva avuto la riprova. Non tollerava nessuno, nemmeno i suoi compagni di squadra,nemmeno il suo migliore amico (se così lo si poteva definire), l'unico motivo per cui aveva deciso di far parte della squadra di football era perché sapeva che questo avrebbe fatto incazzare a morte suo padre.

Decise di non rimanere li a sorbirsi l'attacco isterico della, ormai ex, fidanzata e aprì la porta d'ingresso/uscita dandole uno spintone con il gomito sinistro. La pioggia nel frattempo non aveva cessato di cadere nemmeno per un secondo, ogni singola buca che si trovava sul terreno che circondava la scuola si era tramutata in un piccolo stagno dove le foglie cadute dagli alberi potevano tranquillamente galleggiare. L'autunno si faceva sentire come ogni anno sempre più in anticipo e questo in qualche modo lo faceva sorridere, era quasi come se quelle giornate tetre e buie lo facessero sentire molto più a casa di quanto non lo facesse una giornata soleggiata dove tutto ciò che si poteva sentire erano gli uccelli cantare e il ronzio delle api.

« Amico,ma che ti prende? » la voce di Tyler, il suo migliore amico, fece tornare in lui lo stesso istinto omicida che era riuscito a placare qualche secondo prima,ma nonostante l'estrema voglia di sbatterlo al muro e finirlo di pugni, si limitò a voltarsi e ad affrontare lo sguardo sconvolto dell'amico che, fin dai tempi della scuola materna, aveva sempre visto in lui una specie di idolo. « Mollare Emily? E' la ragazza più bella di tutta la scuola,amico! Non ne troverai una così figa. » odiava il fatto che dovesse ripetere la parola 'amico' in ogni singola frase e odiava il fatto che per lui fosse necessario tirargli un pugno sulla spalla ogni qual volta gli rivolgesse la parola.

Tutto d'un tratto una folata di vento più potente delle altre alzò un cumulo di foglie delle dimensioni di un cane da caccia e le fece schiantare contro la staccionata dove si trovavano le biciclette degli studenti con una forza impressionante dando vita a una serie di raggi di luce molto simili a quelli che Jamie aveva visto quando aveva provato a prendere una pasticca durante una delle sue serate fuori con la squadra. « Hey Amico,sto parlando con te! » Un insieme di strane sensazioni e sentimenti contrastanti iniziarono ad agitarsi all'interno del suo corpo e nel giro di pochi secondi presero il sopravvento schiacciando completamente ogni suo controllo razionale. Si voltò di scatto scaraventando l'amico contro il muro esterno della scuola. « Non chiamarmi mai più amico » le parole uscirono ben scandite dalla bocca serrata di Jamie mentre gli occhi di Tyler guardavano terrorizzati quelli dell'amico che presentavano una stranissima striscia color oro all'interno di entrambe le iridi. Nessuno dei due si mosse e Jamie, senza nemmeno accorgersene continuò a far pressione sulle spalle di Tyler fino a quando non si udì un sonoro 'crack' che ne segnò la rottura; fino a quel momento nessuno si era reso conto di quanto stesse accadendo,ma i pianti e le urla del migliore amico nonché portiere della squadra di lacrosse, fecero accorrere tutti coloro che non si erano affrettati a tornare a casa.

« Perché? » fu tutto ciò che Tyler riuscì a pronunciare tra un singhiozzo e l'altro mentre il medico della scuola cercava di controllare lo stato delle sue spalle. Jamie indietreggiò,era quasi come se qualcosa o qualcuno avesse preso il controllo della sua mente,come se avesse vissuto tutto quell'avvenimento da spettatore e non fosse stato lui a compiere quelle azioni.

« Guardate la sua spalla! » l'urlo di una ragazzina del primo anno lo riportò nuovamente alla realtà e, una volta voltatosi verso i compagni di scuola si rese conto che tutti lo stavano fissando terrorizzati mentre alcuni di loro scattavano delle foto con i loro cellulari ultra-tecnologici. Gli ci volle qualche secondo per connettere e per metabolizzare la frase della ragazza e solo allora decise di guardare il motivo di così tanto interesse e di così tanto stupore. Era un marchio. Un marchio blu scuro dalla forma di una spirale si trovava sulla sua spalla destra e bruciava quasi quanto quella volta in cui il fratello, forse per errore o forse intenzionalmente, lo aveva buttato sulla superficie da cottura. Gli ci volle qualche secondo per connettere tutto: le urla degli astanti, i professori che gli dicevano che non gli avevano mai fatto nulla di male, persone che scappavano: era stato marchiato.

Non perse nemmeno un attimo e si voltò per iniziare a correre nella direzione di casa sua, non gli interessava di aver lasciato a scuola la sua macchina nuova di zecca o di essere a maniche corte sotto la pioggia scrosciante, lui era stato marchiato ed era quello che contava più di qualsiasi altra cosa al mondo. Correva e cercava in ogni modo di non rendere visibile quell'abominio, cercava di non farlo vedere perché non voleva che qualcuno chiamasse il 'Popolo della Fede' per farlo scomparire chissà dove e fargli fare chissà quale fine. Perché era quella la fine che aveva fatto Madleine,la fine che avevano fatto Rudy e Woody, la fine che aveva fatto la piccola Gemma: erano tutti scomparsi, trascinati fuori dalle proprie case dall'orientamento religioso che ormai aveva conquistato tutto il paese e di cui il padre era il rappresentante a Boston.

Arrivato a casa sbatté la porta d'entrata con tutta la forza possibile e chiuse gli occhi giusto per il tempo che gli ci voleva per metabolizzare il tutto, sapeva che non avrebbe mai potuto rimanere in quella casa, che suo padre avrebbe fatto scomparire anche lui e che suo fratello non lo avrebbe mai aiutato,ma la triste verità era che non aveva nessuno, nessuno a cui fare riferimento e nessuno a cui chiedere aiuto. Corse in camera sua e tirò fuori da sotto il letto il borsone che aveva sempre utilizzato per tutte le trasferte di football che aveva fatto dall'inizio della sua carriera liceale e incominciò a buttarci dentro tutto ciò che gli sarebbe servito una volta fuori di casa, sapeva che doveva anticipare il padre che senza ombra di dubbio era già venuto a conoscenza di quanto era accaduto al figlio. Chiuse la borsa in tutta velocità e fu allora che sentì la voce tonante del padre in fondo alle scale seguita da quella del fratello che cercava di manipolarlo per farlo scendere senza dover ricorrere alla forza. Si guardò intorno e l'unica via di fuga che trovò fu la sua finestra,sapeva che si sarebbe sfregiato quasi completamente saltando fuori da li, ma non aveva altra scelta, quindi l'aprì di scatto e, una volta salito sul tetto a spiovente, saltò giù finendo nel cespuglio di ortiche che era cresciuto indisturbato sul retro della casa; in altre circostanze avrebbe urlato di dolore,avrebbe imprecato contro tutto ciò che lo circondava, ma non se lo poteva permettere: doveva scappare da li il più in fretta possibile. Decise di tagliare per il giardino dei vicini, di sicuro la bimba di 7 anni che veniva lasciata sempre sola dai suoi genitori non avrebbe fatto la spia,quindi iniziò a correre sperando di trovare un luogo dove rifugiarsi per poi riuscire a formulare un piano migliore; le sirene riempivano l'aria dell'intero isolato: il padre doveva aver avvertito le autorità di quanto era accaduto e,dato che ormai non era praticamente più tollerabile avere un futuro vampiro in giro per la città, tutte le forze dell'ordine si erano mobilizzate.

Non aveva mai capito cosa ci fosse di diverso tra i vampiri appena marchiati e quelli che avevano passato la trasformazione, non aveva mai capito tutta quella paura da parte delle persone come lui, o meglio, delle persone come quello che lui era stato fino a qualche ora prima, nei loro confronti.

Continuò a correre nella direzione del bosco appena fuori della città ringraziando il cielo di avergli dato una casa in periferia quando notò una donna dai lunghi capelli neri ferma al ciglio della strada con lo sguardo fisso su di lui; i suoi occhi erano nero corvino,ma qua e la erano visibili alcune strisce d'oro proprio come quella che era comparsa all'interno delle sue iridi. La donna allungò la mano verso di lui e gli fece segno di attraversare la strada per seguirla e lui, senza motivo apparente,decise di farlo, decise di fidarsi di quella donna completamente coperta da una lunga veste nera come la notte che terminava con un leggero strascico per terra. Una volta arrivato al suo fianco la donna sorrise debolmente prima di aprire la bocca e di lasciare uscire il suono più melodico che avesse mai sentito in tutta la sua vita « Non è sicuro qui per te, Jamie. Devi venire con me. La 'Casa della Notte' sarà la tua nuova dimora, li sarai al sicuro. » . Non c'era un motivo preciso per cui avrebbe dovuto prestare attenzione e seguire i consigli di quella donna, non l'aveva mai vista prima di allora e non era il classico ragazzo a cui bastavano un paio di belle gambe per fargli perdere la testa, ma tutto ciò che riuscì a fare fu annuire in modo impercepibile e decidere di seguire quella donna su una macchina parcheggiata a pochi metri di distanza.

Le sirene continuavano a riempire l'aria che li circondava e il cuore di Jamie batteva a una velocità quasi impressionante, era come se gli stesse per venire un attacco di cuore,ma dentro di lui il livello di agitazione era pari a zero. « Non ti preoccupare,è tutto normale. » sussurrò la donna una volta che entrambi furono entrati nella macchina; Jamie guardò dritto davanti a lui e in un secondo sentì il cuore stringersi quasi come se qualcuno lo avesse stritolato tra le sue mani, i suoi occhi si chiusero e in men che non si dica il suo battito del cuore si fermò causandone la morte.

  
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