Sono qui appoggiata al muro di fronte a quel palazzo che conobbi qualche mese fa: voltandomi  alla mia destra, vedo come materializzarsi un altro tempo, un altro giorno, un'altra, ormai lontana, me. Ancora con i lunghi capelli ad accarezzarmi  le spalle mentre osservo quell'edificio dove c'è Lei.
Lo vedo chiaramente, anzi lo sento, quel mio cuore che batte ansioso per Lei e mi vedo trepidante aspettando che lei esca da scuola.
Lo osservo come mi sento strana, ma non perché  stavo amando una ragazza, ma perché mi sembrava di vivere un sogno, agognato, atteso e supplicato.
Ed eccomi lì, la osservo quella me stessa così lontana da me di ora, la vedo osservare il cellulare in attesa del suo messaggio: ecco. L'ha vista dice Lei, mentre quella Me cerca fra le finestre il suo sguardo contando i secondi che ancora le separano.
So perfettamente che cosa sto vedendo...quell'ultimo giorno con Lei prima del grande freddo.
Poi si sente quel suono che la vecchia me stessa attende con trepidazione: la campanella conclude quella giornata di scuola e la Me la cerca, fra gli studenti che escono dalla scuola, con gioia e con un lieve senso amaro in bocca  perché  non sa come fermare il tempo a quell'istante, perché  sa che da lì a qualche ora dovranno separarsi.
"Povera stupida" mi viene da dire a quella Me stessa così innamorata.
"Abbracciala ancora finché puoi, imprimiti  quella felicità e non trasformarla in dolore un domani, baciala  ancora ed ancora, bacia ancora una volta le sue morbide labbra perché  non ci sarà un'altra volta" vorrei dirle, ma appartengo ad un altro tempo come anche quella Me.
E così le vedo  andare via, verso quella strada illuminata dal caldo sole: so dove andranno, per l'ultima volta staranno ancora insieme, ancora per un pomeriggio.
Ma mentre loro vanno in quella luce che esprime quella che era la mia anima prima, io arretro. Il sole brucia la mia pelle, quella luce è  troppo intensa per i miei occhi leggermente rossi.
La via dietro di me, che conduce alla stazione della città, è  coperta dall'ombra di un palazzo grande. Mi allontano sempre di più da quel caldo lasciando che il freddo mi abbracci caloroso.
Credevo di esserne scampata e invece no, ma la cosa strana è  che è  sempre lì a coglierti  e a farti sua quando vuole.
Sembra quasi un matrimonio che ho con lui: ma almeno lui so che ci sarà sempre a coccolarmi  per quanto possa fare battere i denti.
Così lascio che si prenda il mio cuore e la mia mente: una parte di me vorrebbe diventare come lui ma per come sono mi è  difficile diventarlo.
Ma mi tiene stretta a sé ed io incapace e senza ancora la forza necessaria non posso liberarmi, non riesco e una parte di me non vuole.
Continuo in quella via sempre più buia fino a quando non mi risveglio nel mio letto: è  ancora  buio per mia fortuna.
La Notte è  la mia unica amante  che sa davvero tutto, che mi aiuta a celare i miei segreti  e che mi vede senza quella maschera che la società vuole che indossi.
Così affido il mio cuore e la mia mente alla mia più cara sorella, la Musica, affinché le porti via da questo dolore, almeno per quest'altro giorno, finché riesce.



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Note Autore:
Dicono che il miglior metodo per incominciare a superare certe difficoltà sia proprio quello di scrive, anche qualcosa che ci fa male.
Bhe.. che dire, così ho fatto: non è un gran bel momento e per quanto appaia agli altri sempre contenta ed allegra non vuol dire che lo sia veramente. Questa one-shot è un mio piccolo sfogo del periodo nero che sto passando( in pratica sono stata lasciata dalla mia prima ragazza qualche mese fa e ci sto ancora male..).
Però.. voi che l'avete letta, spero vi sia piaciuta, in un certo senso.
Se volete lasciarmi un qualsiasi commento, ve ne sarei grata anche perchè sono mesi se non anni che non mettevo qualche storia.

Avviso: Per coloro che seguono "Amando la Luna", annuncio che presto o tardi ritornerò ad aggiornarla e forse apporterò qualche modifica/miglioramento anche ai capitoli che già ci sono^^


 

Baci                     
By            
Kia yuki