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Autore: musicaddict    14/11/2006    0 recensioni
Derek è un protettore, ma non un protettore comune: lui è un protettore di demoni. Psyche invece è una ninfa infernale, che sente qualcosa cambiare dentro di lei, qualcosa che la spinge a tradire il suo signore. [NB: Questa storia non è ispirata all'omonima canzone degli Helloween, il titolo è stato scelto per attinenza di elementi]
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 17

 

«Un’altra volta?? Quel cacciatore ha svanito altri due cacciatori??». Lucifero era adirato, si muoveva per la sala del trono con nervosismo misto a ira. Quell’umano lo stava facendo imbestialire con la sua sfacciataggine, e in più non era ancora riuscito a riprendersi Psyche, il che lo minava nell’orgoglio poiché la ninfa era una sua stessa emanazione.

«Mi dispiace, mio signore, ma le loro aure demoniache sono svanite poco fa…» disse il piccolo demone con voce strascicata e tremante.

«E’ colpa tua che non hai scelto i migliori!» replicò Lucifero scagliando un dardo contro il piccolo demone che svanì all’istante, colpito. Ora si sentiva meglio, aveva sfogato parte della sua rabbia.

«Ora toccherà a noi, e noi non ti deluderemo, Lucifero! Troveremo Psyche e te la riporteremo, dopo aver ucciso l’umano…» esclamò Sophia alzandosi dal suo giaciglio insieme alla sorella.

«Siete le ultime a cui posso rivolgermi, ma comincio a pensare che quel protettore sappia il fatto suo e che abbia il potere di distruggervi…se ciò dovesse accadere avrà il piacere di incontrarmi di persona. Chissà se i suoi druidi l’hanno addestrato anche ad affrontare i demonio…».

«Non ce ne sarà bisogno, vedrai.» intervenne Subconscio avvicinandosi a Lucifero.

«Trovatela e portatemela…il piacere di vedere suoi occhi diventare neri per la paura sarà la gioia più grande che potrò provare.» disse lui accarezzando il mento della ninfa.

«Considerala già prostrata ai tuoi piedi.» rispose Sophia infilandosi il mantello e uscendo dalla stanza.

 

CAPITOLO 18

 

«Cos’è successo questa volta??? Perché i cacciatori sono riusciti a trovarla? Come hanno fatto?!» sbottò Morgan rivolto a Derek che ascoltava passivo le accuse del druido, evitando di guardarlo negli occhi. Sapeva benissimo che Morgan era già a conoscenza dei particolari dell’accaduto e delle cause, che le sue erano tutte domande retoriche: le faceva per dare modo all’animo di Derek di vergognarsi di se stesso.

«Rispondimi!».

«Che vuoi che risponda?! Sai già tutto senza che io ti stia a raccontare i particolari! Anche perché credo che tu conosca anche quelli…» esclamò Derek lanciandogli uno sguardo carico di rancore. Un brivido gli percorse il corpo. Sperava che almeno un particolare di quello che era successo quel giorno gli fosse sfuggito: quel piccolo particolare avvenuto sullo scoglio.

«Voglio che tu ammetta di avere commesso un secondo errore grave, Derek! Che le parole “ho fatto una gran cavolata” escano dalla TUA bocca!» replicò Morgan.

«Ho fatto una gran cazzata, contento?!» disse Derek scattando in avanti per l’impeto con cui aveva pronunciato quella frase. L’occlumanzia non era il suo forte, ma sperava che la magia di Morgan non andasse a indagare nella sua testa.

«Che mi stai cercando di nascondere, Derek?» chiese il druido con una calma che lasciava intravedere il rimprovero.

«Niente.» rispose il ragazzo cercando di autoconvincersi, cercando di chiudere le porte della sua mente a quella del vecchio.

«Cos’è successo ieri di così vergognoso da nascondermi?» continuò Morgan.

«Ho detto niente.».

«Derek, ti conosco abbastanza da sapere che non sei un buon bugiardo né un bravo occlumante.».

Non ci riusciva. Aprì le porte alla magia di Morgan che spalancò piano piano gli occhi e la bocca preannunciando le parole che avrebbe pronunciate in seguito.

«COS’HAI FATTO? Derek, per amor del cielo, è una tua protetta! Le conosci le regole!».

«Non so che mi è preso, va bene?! Un momento prima parlavamo e un momento dopo…non lo so che cos’è successo, ok? Non mi è mai capitato con nessuna mia protetta!» sbottò Derek sentendo crescere in sé la rabbia.

«Mi stai deludendo, Derek. E sai quanto mi costa dirlo…Non hai mai fatto errori e adesso ne fai uno dietro l’altro! Ti ho consegnato Psyche perché ti ritenevo il migliore, e invece mi sembri il quindicenne ignorante che aveva appena scoperto il suo destino!» esclamò Morgan, deluso.

«Già, destino…gran bel destino! Rischiare di farsi uccidere per dei traditori, in fondo non sono che questo!». Non avrebbe dovuto dirlo. Un rumore proveniente da vicino la porta della cucina gli fece capire che Psyche aveva sentito tutto il discorso e di sicuro quell’ultima battuta non le era piaciuta.

«Credo che ora sarai contento…» disse rivolto a Morgan.

«Non scaricare su di me le tue colpe: hai 23 anni ormai, è ora che cresci, ragazzo mio.» rispose questo prima di sparire.

«Bravo…sparisci! E’ l’unica cosa che sai fare!» urlò al vuoto. “Sei uno stronzo, Derek, lo sai?” gli disse la sua coscienza. Lo sapeva…si sentiva attaccato da tutte le parti, fisiche e mentali. Avrebbe voluto spaccare tutto per la rabbia, ma si accorse che la prima cosa da fare era andarsi a scusare con Psyche.

«Eilà…senti…» sussurrò piano entrando nella sua camera da letto, dove Psyche stava piangendo silenziosamente, accarezzando Devil che faceva le fusa.

«Vattene.».

«Senti…lo so che ho detto una cosa pesante, ma è così che reagisco quando mi sento in trappola o ho i coglioni girati. E’ sbagliato, ma perdo il controllo di me e dico cose che normalmente non direi mai…» continuò Derek andandosi a sedere vicino a lei.

«Credi che l’abbia scelto io?! Ti ho già detto come è successo tutto: sono stati i druidi a entrarmi nella mente! Non sarei in questo casino se non fosse per loro!» esclamò lei voltandosi a guardarlo, gli occhi gialli di rabbia.

«Lo so…è per questo che mi sento uno stronzo ad aver detto quello che ho detto, ma ti chiedo di metterci una pietra sopra, ok? Basta Morgan a dirmi che l’ho deluso come protettore.».

«Tu sei un buon protettore…» sentenziò Psyche in quello che fu un inaspettato complimento. Devil alzò uno sguardo curioso verso di loro.

«Grazie, ma Morgan ha ragione: non posso portarti in giro come se niente fosse, o almeno non così lontano e non per così tanto tempo. Ho messo a rischio la tua esistenza.» commentò Derek sentendosi un po’ in imbarazzo.

«Se non mi avessi portata in quel posto avrei continuato a pensare ai cacciatori ancora a lungo…hai fatto bene a portarmi via.» disse Psyche.

«Bella forza! Ci hanno attaccati due ore dopo!» disse amaro Derek.

«Ma non avevo più tutta quella paura che avevo prima.».

Derek la guardò riconoscente. Non avrebbe mai pensato che l’unico sostegno sarebbe arrivato proprio da lei, quella ninfa che all’inizio era così scontrosa e snob. Qualcosa dentro di lui cominciò a godere.

   
 
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