19/04/2012
1 recensioni
CAPITOLO 1
Tonight I'm loving you.
Questa è la situazione, sono stato in tutte le nazioni
Nessuna mi ha mai fatto sentire come mi fai sentire tu
Conosci le mie motivazioni, consegno la mia reputazione
Ti prego scusami, non intendevo essere rude
Ma stanotte ti amerò
(Tonight I'm loving you - E. Iglesias)
«Potete darvi una calmata, mi state facendo venire il mal di testa.» Dissi osservandole nel loro momento di pazzia più totale. Dopo aver scoperto che i One Direction sarebbero rimasti a Londra per ben un mese intero avevano iniziato a sclerare di brutto e a sognare ad occhi aperti. Proprio non le capivo.
«Come possiamo stare calme, è la notizia più bella che potessimo ricevere!» Disse Chloe saltando letteralmente dalla sedia per poi fare una giravolta e mostrare il suo nuovo abitino nero, fasciato perfettamente sul suo fisico slanciato. Quella sera saremmo andate in discoteca, e le mie due migliori amiche -beh, in realtà avevo solo loro due- avevano sognato pure di incontrali lì. Dovevano assolutamente trovare una cura a questa malattia, o avrei rischiato di impazzire io a furia di sentire i loro discorsi.
«Wow Chloe, tu vuoi proprio fare strage stasera» Dissi guardandola dalla testa ai piedi con un sorriso accennato. Sinceramente non ero proprio dell'umore di uscire, ma non potevo deprimermi in casa ascoltando le liti dei miei genitori al piano di sotto, quella sera, non avrei resistito a scappare di casa quella volta. Così mi ero fatta convincere da quelle due "possedute" ad uscire con loro.
«Che ne dite?» Disse Dana sfoggiando il suo abito a sua volta. In confronto a loro, io sembravo un mostro. Quella sera avrei indossato semplicemente una maglietta dei pantaloncini e le solite scarpe col tacco riservate per il sabato sera. Nulla di appariscente, ma infondo io ero così. Preferivo mimetizzarmi.
«Se vi vedessero i vostri.. cosi, cadrebbero ai vostri piedi.» Nonostante avessi sentito pronunciare i loro nomi miliardi di volte ancora non me li ricordavo. Per me i One Direction erano i "cosi". Non avevo niente contro di loro, sia chiaro, solo non impazzivo come le mie care amiche.
Chloe e Dana mi guardarono storto, per poi alzarmi di peso dal davanzale. «Forza cosa, è meglio che andiamo se voglio prendermi i ragazzi migliori.» Disse Chloe, mentre uscivamo dalla perfetta casa stile barbie di Dana, che nel frattempo alzò gli occhi al cielo. Tra tutte e tre sicuramente era quella più matura. Certo, aveva due anni in più di me e Chloe, ma infondo l'età è solo un numero.
Salimmo in macchina, e dopo neanche un quarto d'ora di strada, arrivammo davanti al locale. La festa poteva cominciare. Ci precipitammo dentro e subito Chloe iniziò a guardarsi ingiro in cerca di qualche ragazzo carino da poter rimorchiare. A volte mi faceva fin paura. Così, dopo un giro di perlustrazione, ci dirigemmo al bar per prendere un paio di drink, che alla fine si triplicarono, almeno per me e Chloe, Dana non era il genere di ragazza che si scomponeva tanto facilmente, e da una parte la invidiavo. A me basta poco per perdere la testa, così cercando di dimenticare le grida dei miei genitori, bevvi altri drink assieme a Chloe per poi finire in pista a ballare come due pazze, lasciando che Dana ci assistesse per l'ennesima volta. Mi ero sempre chiesta come facesse a sopportarci. In meno di due minuti, la bionda trovò un ragazzo con cui appartarsi, così insieme a Dana, iniziai a ballare sulle note di Tonight di Enrique Iglesias. Amavo quella canzone, ogni volta che la ballavo riuscivo a liberare la mente riuscivo a non pensare. I minuti nel frattempo passarono e di Chloe non c'era ancora traccia, così Dana preoccupata, si fidò di me e mi lasciò sola in mezzo alla pista per iniziare la ricerca della "disgraziata", come la chiamava lei. Non riuscii nemmeno a capire le sue parole, l'acool aveva iniziato a fare effetto. Iniziai a ballare, o meglio a strusciarmi contro un ragazzo riccio, che sembrava essere solo. Non riuscii a riconoscerlo, l'acool e le luci facevano sì che non riuscissi a capire più niente, volevo solo ballare, ballare e ancora ballare. Che stessi bene o male non mi importava granchè. Infatti dopo neanche qualche secondo sentii le gambe cedermi e la vista offuscarsi e dopo di che, il buio totale. Mi lasciai così cadere tra le braccia di quel ragazzo, quel riccio con cui stavo ballando. Il disastro era stato fatto ormai.
Vicky's dress
