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Autore: LoveChild    20/04/2012    2 recensioni
Lui, lei, il fantasma del cugino che manda tutto a rotoli.
La fine di una storia mai iniziata.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A un amore mai iniziato

 

 

La frenata brusca fa sì che Valentina apra gli occhi di scatto.

-Che è?- chiede guardando Filippo senza capire.

Lui sta contratto al volante. Ha fermato la macchina sul ciglio della stradina che stavano percorrendo e ha un’espressione strana.

Scendi.le dice nervoso.

Valentina esegue l’ordine, attonita. Contemporaneamente Filippo scende dalla macchina e sbatte la portiera.

L’ipod collegato allo stereo continua ad andare imperterrito, mentre il ragazzo fa il giro della macchina e comincia a scalciare le pietre del selciato.

È l’inizio di settembre, ma nonostante il caldo ogni tanto si alza qualche raffica di vento freddo.

Che c’è Filippo? chiede di nuovo Valentina, sempre più perplessa. È diventato nervoso all’improvviso e lei non capisce il perché.

Sei troppo allegra! le risponde risentito.

Come sarebbe a dire? lo guarda come se parlasse ostrogoto.

Canticchi canzoni d’amore francesi ad occhi chiusi con espressione deliziata. Non lo sopporto!

Bastava dirlo, Filì… gli fa notare Valentina con tono ovvio.

Il problema non è, in sé e per sé, che canti canzoni d’amore francesi con aria deliziata… mormora lui È solo che così complichi le cose… sei troppo allegra.

Non sono allegra, Filippo! Valentina si spazientisce Anzi, sono piuttosto giù, ma che vuoi che faccia? Che mi metta con il muso sotto e rovini il pomeriggio?

Scusa… È che complichi le cose…

Cosa complico? lei lo interrompe stizzita È la seconda volta che lo dici. Cosa complico?

Beh… tutto. Filippo la guarda dubbioso, come se neanche lui sapesse bene cosa dire.

Ok, questo è l’inizio dell’Alzheimer, Filì, ti porterei da un medico ma non so guidare… quindi portatici tu. Valentina la butta sul ridere e fa per aprire la portiera ma Filippo le poggia una mano sul braccio.

Non è una stretta forte o uno scossone, soltanto uno sfiorare indeciso ma Valentina si ferma.

Filippo si poggia alla portiera e la guarda incerto negli occhi.

Valentina è più alta di lui però adesso, nella sua insicurezza, gli sembra piccola piccola.

Io ci sto male, Vale… le dice a voce bassa.

Fa rima… Valentina non riesce a trattenere le parole, il nervosismo la fa sragionare. Non sapere cosa sta succedendo la fa sragionare.

Stupida. Filippo tenta di farle uno dei suoi sorrisi sbilenchi, ma non ci riesce davvero Senti Vale, non va bene così… Io lo sapevo che diventarti amico mi avrebbe creato problemi, però questo non l’avevo messo in conto… Insomma, lo sai… Tu e mio cugino…

Avevamo deciso di non ritornare più sulla questione “me e tuo cugino”.

Lo so ma tu mi piaci, Valentina, e quindi sull’argomento dobbiamo tornarci per forza.

Valentina guarda Filippo intristita:Anche tu mi piaci, ma non mi piace quello che stai per dirmi.

Non piace neppure a me.

È calato il silenzio. C’è così tanto da dire ma nessuno dei due ne ha voglia.

Allora Filippo e Valentina se ne stanno a guardare un punto qualsiasi davanti a loro per un po’, sanno entrambi che una volta dette certe cose fra di loro non ci saranno più chiacchiere e neppure silenzi. Fra loro non ci sarà più nulla.

È Filippo a rompere il silenzio con uno sbuffo che somiglia tanto ad un gemito.

Per me è come un fratello, lo sai...

Lo so. assente Valentina.

... e i fratelli si proteggono fra loro.

Lo so.

Fra di loro si scannano pure, ma agli occhi del mondo si difendono sempre. Qualunque cosa accada.

Lo so. ripete Valentina osservando ostinatamente lo sterno di Filippo per non guardarlo negli occhi.

Vale, non ripeterlo come una canzoncina... la implora lui.

Ma lo è. È una canzoncina triste, come quella di Édith Piaf che cantavo prima. Valentina mormora triste alcune parole della canzone Et je crispe mes poings, maudissant la foule qui me vole l'homme qu'elle m'avait donné, et que je n'ai jamais retrouvé...¹

– Vale guardami, per favore.

– Non mi va.

– Sono cose che già sapevamo...

È vero, già le sapevamo, Valentina alza la testa di scatto facendo sobbalzare Filippo ma così è diverso. Sentirle, è diverso. Ferisce le orecchie. Quando aleggiano sono incerte, così invece piombano come la grandine, fanno male.

Cade di nuovo il silenzio.

– Me lo daresti un bacio?– chiede Valentina con voce tremante – Uno solo... Tanto non ci rivedremo più.

– No, Vale. Non ti darò neanche un bacio perché poi non penseresti più a me e non mi va.

– Sei uno stronzo.– gli dice lei irritata, quell'irritazione stanca delle persone rassegnate.

– Solo un egoista.– mormora Filippo – Sali in macchina che ti accompagno a casa.

– Filippo...

– Sì?

– Sei appoggiato alla portiera.– lei lo guarda e sorride triste.

Ah, scusa. lui fa il giro dell'auto, si siede e allaccia la cintura, poco dopo Valentina fa lo stesso.

Filippo fa inversione di marcia. Per tutto il tragitto non spiccicano parola.

Filippo vorrebbe che lei insistesse, che gli dicesse che in fondo non conta ciò che è stato, che l'amore non dovrebbe guardare in faccia nessuno e tutte le stupidaggini di questo genere, ma sa che Valentina non le direbbe mai. È anche per quello che lei gli piace: è diretta e senza infiorature di sorta.

Valentina vorrebbe che lui cambiasse idea, che le dicesse che il cugino può andarsene a quel paese, che per lei manderebbe tutto all'aria, anche la famiglia, e tutte queste promesse da commedia romantica da quattro soldi, ma sa che Filippo non lo farebbe mai. È anche per quello che lui le piace: è leale e fedele a se stesso.

Si ritrovano sotto casa di Valentina prima di quanto si aspettassero.

Lei si decide finalmente a guardarlo negli occhi:– Allora, ciao.– mormora, con le lacrime che le pizzicano gli occhi.

– Ciao.– mormora a sua volta Filippo.

Valentina gli dà un bacio sulla guancia e sguscia fuori dalla macchina.

Filippo rimane a guardarla mentre lotta con le chiavi per aprire il portone, aspetterebbe ancora ma il clacson della macchina dietro di lui lo costringe a procedere.

È triste quell'addio lasciato sospeso.

È doloroso quell'amore a cui non è stato dato di sbocciare.

 

 

Fine

 

¹ Édith Piaf La Foule

   
 
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