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Autore: Phantom Lady    20/04/2012    3 recensioni
-Inghilterra, verrò al prossimo meeting degli Alleati- disse Peter come se fosse la cosa più normale del mondo.
Arthur fece una faccia scioccata e cercò di liquidare l'idea del fratellino:- Non ci pensare neanche! Lì si parla di cose serie... da grandi! E tu non sei neanche una nazione!- gli rinfacciò l'inglese e il ragazzo, punto sul vivo, replicò:-Non ancora! Ma presto succederà e anche tu mi ubbidirai. Fonderò l'impero di Sealand e...- aveva un'aria sognante, ma i suoi pensieri si conlusero con la ruvida risposta di Arthur:- Ho detto che non verrai e così sarà-

Il piccolo Sealand ha intenzione di partecipare al meeting degli Alleati assieme al fratello Arthur pensando che così, una volta nazione, per lui sarebbe più facile ambientarsi...
Fu così che i suoi poveri occhi vergini non furono più tali. Bel tentativo Francis, ma è stato vano. Per qualche arcano motivo di lì in poi Sealand si rifiutò categoricamente di partecipare ad un meeting degli Alleati.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Inghilterra, verrò al prossimo meeting degli Alleati- disse Peter come se fosse la cosa più normale del mondo.
Arthur fece una faccia scioccata e cercò di liquidare l'idea del fratellino:- Non ci pensare neanche! Lì si parla di cose serie... da grandi! E tu non sei neanche una nazione!- gli rinfacciò l'inglese e il ragazzo, punto sul vivo, replicò:-Non ancora! Ma presto succederà e anche tu mi ubbidirai. Fonderò l'impero di Sealand e...- aveva un'aria sognante, ma i suoi pensieri si conlusero con la ruvida risposta di Arthur:- Ho detto che non verrai e così sarà-
Peter sbuffò e incrociò le braccia:-Non è giusto che mi trattiate male perchè sono un bambino!- si lamentò.
-E non sei nemmeno una nazione, quindi stai zitto- gli rispose secco il fratello.
-Eddai, solo per vedere com'è un meeting- lo implorò con voce lamentosa- E poi, saprò già come comportarmi quando sarò una nazione- e quest'idea non eccitava particolarmente Arthur.
-No. La mia scelta è irrevocabile- rispose frigido e deciso l'inglese.
Peter si rattristò un poco, poi tirò la maglietta del fratello, che si girò verso di lui, guardandolo distrattamente. Fissò la sua attenzione sul fratellino e notò il suo sgardo implorevole. Ed Arthur non  era riuscito a resistere a quell'espressione da cane bastonato.

Fu così, quindi, che anche il piccolo Sealand partecipò al summit degli Alleati.
Saltellava eccitato da una parte all'altra, mentre Arthur lo tirava a sedere per il colletto della divisa da marinaretto. Ad un certo punto, quando gli Alleati e i vari incomodi auto-invitati cominciarono a urlare e creare confusione, Alfred aveva afferrato Arthur per il polso e strattonandolo lo stava trascinando al piano superiore. Questa scena non sfuggì al piccolo Sealand, cha abbandonò la scaramuccia per seguire i due con lo sguardo, ma quando girarono l'angolo e sparirono dal suo campo visivo Peter si alzò e andò a controllare. Ce ne fosse stato bisogno avrebbe difeso il fratello - oppure avrebbe aiutato Alfred a sopprimerlo. Rimase con la schiena incollata al muro, a fissarli con la coda dell'occhio, come fanno le spie nei film.
Dopo poco cominciò a mettere a fuoco e vide le mani di Alfred che si posavano sui fianchi di Arthur, mentre lui cercava di allontanarlo, infastidito. Lentamente le dita dell'americano scivolarono sul petto dell'inglese, slacciando i bottoni della camicia.
Il piccolo Sealand si chiese cosa avesse intenzione di fare, e, indeciso per chi parteggiare, si lasciò da parte ancora per un po'.
Alfred gli diede un bacio sulle labbra mentre l'inglese cercava di respingerlo, ma l'altro lo spinse di più verso il muro, posandogli addosso tutto il suo peso. Petto contro petto Alfred fece scorrere le sue mani sul corpo  di Arthur, fino a farle scivolare verso la schiena. E le infilò tra i pantaloni - cosa difficile, dato che Arthur amava i jeans attillati.
L'inglese assunse un'aria contrariata e gli invieì contro- Che cazz- ma Alfred  lo spalmò contro il muro, spingendolo in un lungo bacio passionale. A Peter il verbo "spalmare" sembrava quello adatto; aveva fatto la stessa fine della marmellata sulle fette biscottate, forse l'americano l'aveva spinto con troppa violenza.
Dal canto suo Sealand si domandava cosa stessero facendo. Avrebbe voluto chiedere ad Arthur di farlo con lui, dopo. Sembrava divertente.
Ah, la dolce innocenza infantile...
Lentamente l'inglese si sciolse e strappò con veemenza i  bottoni dalla camicia dell'altro -uno rotolò ai piedi del fratellino. Capitava che, ogni tanto, in Arthur riaffiorasse quel suo comportamente diretto e scortese dei tempi dei pirati e questo non era mai buon segno. Sealand cercò di guardare meglio per capire la situazione, ma una voce dall'aula principale urlò:- Dov'è Peter?- sentendosi chiamato si mise a correre e alzò una mano:- Sono qui!- disse agitandola, ilare.
-Dov'eri?- chiese premuroso Francis.
-Ero andato in bagno- mentì.
-Beh, la riunione è finita, spero che ti sia divertito- sorrise il francese.
-Sì- rispose Sealand eccitato - e voglio venire anche la prossima volta!- decretò. Magari avrebbe visto qualcosa.
-Sarai il benvenuto!- replicò piegandosi davanti a lui e scompigliandogli i capelli. Poi si alzò e si guardò intorno:- Stanno andando tutti. Ci vediamo alla prossima- lo salutò lui incamminandosi e dandogli le spalle, confondendosi tra gli Alleati. Peter lo seguì e gli tirò la maglietta:- Rimani ancora un po'...?- lo pregò.
Francis parve rifletterci, poi rispose:- Certo, infondo non ho fretta-
Sealand gioì e si sedette con le gambe strette al petto e cominciò a parlare con lui. Quando iniziò a fantasticare sul suo impero Francis sorrise, ma Peter sembrava un po' contraddetto, come se anche lui lo stesse prendendo in giro.
-Al contrario- disse Francia, accorgendosene - E se vuoi una mano contro Inghilterra stai certo che ti aiuterò!- gli fece l'occhiolino.
Parlare con Francis era piuttosto piacevole, aveva la grande dote del saper ascoltare e al contrario di come tutti lo dipingevano, ovvero perverso e superficiale, Francis si era rivelato un uomo molto sensibile, intelligente e colto e parlare con lui lasciava a bocca aperta anche Sealand, che era abituato a non ascoltare gli altri, forse perchè Francis era così raffinato che ogni parole che usciva dalle sua labbra sembravano esser state scelte con cura meticolosa per suscitare ammirazione.
Pochi secondi dopo si ricordò di aver un fratello e con la scusa del bagno tornò a controllare il muro dove prima Alfred e Arthur stavano facendo qualcosa che Sealand  non aveva capito, ma non trovò nulla, oltre a qualche bottone. Preoccupato salì le scale e sentì un grido ansimante provenire da una camera. Attaccato al pomello vi era un cartello con  su scritto " non disturbare" in maniera così incomprensibile che Sealand faticò a decifrare quei geroglifici. Di norma, con un cartello del genere Sealand non ci pensava due volte a far irruzione nella stanza, ma un altro urlo che pareva tratto da  un film horror - o di altro genere che è meglio non  citare- lo destò dall'idea.
Si appoggiò al muro e lentamente scivolò a terra. Incrociò le braccia e sbuffò con sottofondo una serie di gridolini osceni. A Sealand parve di riconoscere la voce di Arthur storpiata dal continuo ansimare -per cosa, poi? si chiedeva Sealand- che diceva frasi sconnesse e , che, miste al tono di voce pareva quasi ubriaco. E soprattutto era preoccupante.
Per un momento i lamenti erano cessati e Francis gli passò vicino.
-Ehi, pensavo che ci fossi morto iin bagno- scherzò -Che fai qui?-
-Aspetto che Arthur esca- rispose guardandolo dal basso.
-E come sai che è lì?- domandò
-L'ho sentito- spiegò.
-Oh, avanti, non penso... Mi pareva che se ne fosse andato via prima con America- ribattè Francis, ma Sealand, rialzandosi lo informò - Là dentro c'è anche Alfred- e indicò la stanza.
- Oh, e che ci farebbero da soli... - ad ogni frase i suoi occhi sgranavano sempre di più- in una camera da letto e... N- no, ti st-tai sbaglian-do- balbettò infine, sperando che la sua ipotesi fosse sbagliata. Senza pensarci due volte aprì la porta. A terra erano sparsi dei vestiti, tra cui una camicia totalmente martoriata - probabilmente il risultato dell'impeto di passione di prima- due cinture ai piedi del letto, ancora legate a dei jeans e, oh santo cielo, dell'intimo. Da dietro di lui Sealand si sporse, inconsapevole che quello "spettacolo" sarebbe stato saggiamente censurato da qualsiasi persona con un pizzico di buon senso in presenza di minorenni.
Dapprima il piccolo Sealand non aveva capito cosa potessero significare delle  gambe avvinghiate. O ripetuti baci sul collo. O morsi. E quelle mani che stringevano le braccia di Arthur e le costringevano accanto al suo viso. Quelle guance arrossate e il continuo ansimare con una strana espressione sul volto.Dopo poco le mani dell’americano scesero sul corpo dell’inglese, accentuando quell’espressione inquietante.  Arthur si rigirò cercando di scrollarsi Alfred di dosso con delicatezza, dando le spalle all'altro. L'americano si sdraiò sull'inglese che sembrava piuttosto entusiasta, i suoi respri erano interrotti e irregolari. L'inglese si mordeva le labbra per non urlare, ma proprio non gli riusciava di reprimere quei gemiti eccitati. Sopra di lui l'americano aveva un'aria piuttosto soddisfatta. Le mani di Alfred scivolarono a sfiorare le braccia di Arthur, accarezzandole. Poi le sue dita si intersecarono a quelle di Arthur che, con le lacrime agli angoli degli occhi scalciò debolmente due volte. La bianca e candida coperta scivolò e come risposta Francis coprì allibito i poveri occhi innocenti di Sealand, con tanta veemenza che pareva uno schiaffo. Richiuse in fretta la porta e una volta fuori gli disse, con gli occhi ridotti a due fessure :-Andiamo a prendere un gelato?- chiese, come  un automa.
Anche gli occhi di Peter, sconvolti, sembravano minuscoli. Fece di sì con la testa, in uno stato catatonico dovuto ad un forte shock.
Francis con il corpo irrigidito lo accompagnò fuori, mentre a passi tremanti e scandalizzati andavano verso la prima gelateria.
Fu così che i suoi poveri occhi vergini non furono più tali. Bel tentativo Francis, ma è stato vano. Per qualche arcano motivo di lì in poi Sealand si rifiutò categoricamente di partecipare ad un meeting degli Alleati.



****Note
Grazia a chi ha letto ^^ Mi scuso in anticipo perchè non sono molto brava a descrivere quei particolari, ma spero comunque che vi sia piaciuta. Bè, è la mia prima Usuk, quindi perdonatemi se non è venuta granchè *occhioni teneri* Comuuunque! Spero che vi abbia divertito e beh, Arthur, ora capisco che intendi per "si parla di cose serie... da grandi". Ora è spiegato anche perchè Sealand non c'è mai ai summit degli Alleati. Ci vediamo alla prossima ;D e grazie a chi lascerà un piccolo commento ^^

  
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