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Autore: Jo Scrive    20/04/2012    5 recensioni
Vi siete mai chiesti come gli Dèi vivono la loro gioventù?
Come noi, anche loro hanno i loro problemi con la famiglia e gli amici, così, ho deciso di immedesimarmi in Artemide e di provare a immaginare come poteva essere la vita di una dea sedicenne.
Buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gli Dèi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un pomeriggio di mezza estate, mio fratello stava accovacciato sul prato a contemplare il cielo azzurro. I suoi capelli biondi si muovevano dolcemente nella direzione che il vento dava loro.

– Fratello! – lo chiamai

– Sorellina! – rispose divertito

 – Nostro padre desidera vederti. Desidera colloquiare con te di una questione... –

– Papà? Di che questione si tratta? Non sarà mica... – i suoi occhi si illuminarono

– Di cosa stai... – ma non feci in tempo a terminare la frase che mio fratello era corso via. Allora mi sedetti all'ombra di un grande albero, dove stetti per interminabile tempo. Di soppiatto mio fratello arrivò alle mie spalle

 – Sveglia dormigliona! –  urlò.

Mi svegliai di soprassalto.

– Ma sei pazzo? ­ – gli urlai di risposta

– Come sei aggressiva oggi Artemide – disse quasi come se mi volesse rimproverare << Comunque, non dovresti essere ancora qui... >>

– Perché no? –

– Perché... – fece una pausa  – Si va dai mortali! – urlò infine facendo un salto.

Ero impietrita. Dai mortali? Non ci credevo. Non ci potevo credere. Che stesse scherzando?

– Mi stai prendendo in giro? – sbottai

– Perché dovrei? – disse mettendo le mani sui fianchi in segno di sfida

– Perché lo fai sempre, caro il mio Apollo –

– Eh, lo so... – disse abbassando lo sguardo  –Ma stavolta è vero, lo giuro! – disse quasi urlando

Mi sentii felice come non mai. Era vero allora!

– Quindi è di questo quello che nostro padre ti ha detto? –

– Si! Finalmente! – i suoi occhi brillavano  – Dobbiamo andare da lui nella sala dei troni –

–Va bene, ti seguo –

Ci avviammo verso la sala dei troni, dove si trovava nostro padre. Giunti all'entrata della sala, ci scambiammo un'occhiata di incoraggiamento ed entrammo.

– Figli miei! – ci chiamò Zeus  – Il momento è giunto per voi, giovani dèi. Oggi, io e il consiglio abbiamo deciso che andrete dai nostri cari mortali per cercare di intuire i vostri poteri, come previsto dalle Antiche  

Io e mio fratello ci scambiammo un sorriso.

– Ma sappiate una cosa! – continuò  – il mondo dei mortali è pieno di insidie, tentazioni, perfidie e tranelli, non è come qui sull'Olimpo. –

– Di cosa state parlando padre? – intervenni io.

– Mi fa piacere che tu voglia sapere, figlia mia  – disse sorridendomi  –Sto parlando dei mortali, è di loro e del loro mondo che vi sto parlando. Non sono come ve li aspettate, fidati cara  

– Ma cosa potranno essere mai? –

– Cara, tu non li conosci –

­ – Perché, padre, voi si? Passate tutto il vostro tempo qua, a non fare nulla. Io vado spesso sui monti, con il mio arco, e non mi sembrano cattivi, e come li descrivete voi. – Dopo una pausa di riflessione dissi  – Li giudicate male! –

­ – Ora basta! – tuonò Zeus  – Hai parlato troppo figlia mia. Andate! E siate prudenti ! – disse con un tono infuriato

Uscì arrabbiata dalla sala. Una volta fuori, mio fratello mi mise una mano sulla spalla, ma io mi scostai

– Sono stata troppo avventata  – ammisi – Scusami. Ho rischiato grosso. E per colpa mia hai rischiato anche tu... Perdonami  

Una lacrima mi stava attraversando la guancia. Un'altra. Un'altra ancora. Mi buttai tra le braccia di Apollo, piangendo

– Ehi! – Rise lui  – non è così grave  – disse afferrandomi

– S-si che lo è! – balbettai io

– Tranquilla. Domani andiamo via da qui per un po'  – cercò di consolarmi lui. Evidentemente non sapeva cosa dire, ma poi trovò le parole adatte  – abbiamo solo sedici anni, tutti i mortali a quest'età sono ribelli, stai tranquilla. –

– Secondo me i mortali non sono così... Come li ha descritti Papà. Io li vedo… Non sono maligni! –

– Forse hai ragione… L'ha messa giù troppo pesantemente. –

Mio fratello, dopo un’attenta analisi del cielo esclamò  – Oh, dèi! Il coprifuoco è passato! Corriamo! –  mi prese per mano e iniziammo a correre per i prati verso la nostra abitazione in stile tempio greco. Entrammo e ci coricammo di corsa. Il coprifuoco era passato da un bel po'.

– Buonanotte  – dissi

– Buonanotte  – rispose mio fratello.

La mattina seguente quando mi svegliai, vidi il letto di mio fratello vuoto. Corsi fuori e lo vidi seduto di fronte l'abitazione. Non appena si accorse di me, si girò.

– Sorella! – mi salutò  – Buongiorno! –

– Buongiorno a te – ricambiai il saluto  – Come mai qui fuori? –

– Non lo saprei spiegare… E’ come se mi svegliassi col Sole... – disse abbassando lo sguardo – non so il perché.  

– Molto strano... – dissi  –Vieni a preparare le cose! E' già tardi! –

– Oh, già! Arrivo! – mi disse

– Subito  – lo rimproverai

– Arrivo! Arrivo! – disse alzandosi in piedi e stiracchiandosi.

Ci avviammo parlando all'abitazione, ma di fronte c'era il caro zio Ermes col suo Caduceo in mano

– Ermes! – esclamai sorpresa  – Come mai da queste parti? –

– Calma piccola – disse Ermes  – nessuna consegna. Solo un messaggio, da parte di vostro padre, Zeus. –

– E chi mai potrebbe essere! – sbottai

– Calma, dovresti trattarlo con più rispetto… –

– Si, va bene...Non voglio subirmi un’altra ramanzina… Il messaggio? –

– Dice che dovete portare solo le dracme, il resto non vi servirà  

– Come no? Nemmeno un vestito di cambio? – intervenne Apollo

– Niente di niente  – rispose Ermes  – solo le dracme  

– Non sarà per colpa mia? – Chiesi, sentendomi colpevole

 – No, Artemide tranquilla – disse Ermes – non è colpa tua, tu non c’entri –

Mi limitai ad abbassare lo sguardo. Eppure quelle parole non mi convincevano… Mi sentivo in colpa, stavo mettendo a repentaglio l’esperienza che sarebbe appartenuta anche a mio fratello.

– Bene, non vedo altro motivo di rimanere – esclamò Ermes – ci vediamo alla sala dei troni tra… cinque minuti – e detto questo volò via.

Io e mio fratello ci guardammo – dieci minuti? – esclamammo – Corriamo! –

Corremmo più veloce che potemmo in casa, prendemmo circa mille e duecento dracme a testa e più veloci della luce corremmo verso la sala dei troni. Arrivammo in tempo. Tutti gli dèi erano seduti ognuno sul proprio trono e ci squadrarono lentamente. Uno ad uno.

– E’ giunto il momento! – ci chiamò Zeus. Non osavo guardarlo negli occhi – oggi sarete trasportati nel mondo dei mortali! io e mio fratello ci scambiammo un’occhiata – E’ ora! Andate! –

Con un gesto della mano salutammo tutti quanti, e fummo salutati a nostra volta da loro. Quando fummo fuori dalla sala, non eravamo sull’Olimpo… Eravamo da un’altra parte…

 Che sia… –  disse Apollo

 Atene! –  esclamai

Apollo mi prese per mano e iniziammo a correre per le vie dell’ Acropoli. Ci fermammo davanti a una casa enorme, con della musica provenire dall’interno. Ero convinta che mio fratello avesse una specie di sesto senso tutto dedicato a “fiutare” le feste.

 Entriamo! –  esclamò infatti. Io mi limitai ad annuire. Entrammo. Non era come me l’aspettavo. Come ce l’aspettavamo. Sull’Olimpo le feste erano molto più fantasmagoriche.

 Va bene, allo… –  ma mio fratello era già sparito nella folla. Iniziai a cercarlo, ma era proprio sparito. Allora uscii e mi sedetti sul prato con la testa tra le mani.

 Incominciamo bene– pensai tra me e me –  ora chissà dove si trova… Devo cercarlo! –  decisi. Mi alzai in piedi, mi stiracchiai velocemente e mi diressi verso l’interno, quando mi trovai una figura losca davanti che mi afferrò il polso

­–  Mi lasci –  gridai

 E farmi sfuggire un bocconcino giovane come te? –  disse l’uomo – Non ci rifletto nemmeno. E adesso dimmi, piccola, sei sola? –

– Stavo andando da mio fratello– dissi. Penso che assunsi un’aria paurosa, perché l’uomo cambiò espressione, ma per poi ritornare alla brutta faccia di prima –  Quindi, per favore, mi lasci immediatamente –

Ma l’uomo non mollava il mio fragile polso. Era molto forte. Iniziai ad avere paura. Che cosa mi avrebbe fatto? La luna era alta nel cielo, piena e splendente. Sentii una fitta alla bocca dello stomaco, e ricordo solamente un forte vento, e la luna… Rossa. Poi non vidi più nulla. Svenni.

Quando mi svegliai, ero tra le braccia di mio fratello, la luna era normalissima, bianca e splendente, come sempre. Che fosse stato un sogno? O un incubo? Al pensiero iniziai a piangere, e mio fratello mi abbracciò.

– Come hai… –  disse –  la Luna… il vento… –

 Non ne ho idea… –  risposi. Mi resi conto che non era un sogno… Era accaduto davvero!   Quell’uomo… –  Mi guardai in giro

 E’ scappato. Non appena ho sentito il vento, sono uscito e l’ho visto fuggire. –

Mi sentivo un mostro… Io avevo scatenato quel vento? Io avevo scatenato quel fenomeno? D’istinto mi alzai e scappai.

 Sorellina! – urlò Apollo, ma io ero già troppo lontana per sentirlo. Mi fermai –  perdonami fratello –  dissi, per poi rincominciare a correre verso una foresta.

  
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