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Autore: Il Saggio Trentstiel    20/04/2012    11 recensioni
La sua terapia auto imposta cominciava col cantare al mondo la sua delusione, dunque doveva assolutamente concentrarsi!
Attese che sullo schermo comparisse il testo della nuova strofa e, non appena intravide le parole, si accinse a cantare.

Tutto parte da una canzone, da qualche sospetto e da una rabbia trattenuta per troppo tempo: come andrà a finire con "qualcuno che un tempo conoscevo"?
[Festeggiamo, questa è la mia cinquantesima storia nel fandom *w*]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: DJ, Geoff, Trent , Tyler | Coppie: Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo schermo era completamente nero ma, lo sapeva, a breve si sarebbe riempito di parole.
Stringeva il microfono nella mano destra, tranquillo e rilassato, mentre il suono allegro di uno xilofono riecheggiava grazie ai potenti amplificatori del locale.
Alzò appena lo sguardo, schiarendosi un paio di volte la voce ed avvicinando infine il microfono alla bocca.

"Now and then I think of when we were together..."

Dovette ammetterlo, perlomeno a se stesso: quel “
di tanto in tanto” non rendeva affatto giustizia alla realtà!
Ci pensava e ripensava quotidianamente, senza riuscirsi a fermare.

"Told myself that you were right for me..."

Quante volte se lo era ripetuto? Per convincersi, per convincere gli altri, per giustificare la sua disperazione.
E se invece avesse sbagliato tutto?

"But that was love and it's an ache I still remember..."

Come dimenticarsi di quel dolore, sempre presente e lacerante?
Sarebbe stato come dimenticarsi di loro due, della loro storia, di tutto quello che avevano condiviso.
Prese un profondo respiro e si preparò ad attaccare il ritornello: alzò la voce e rafforzò la presa sul microfono, lanciando un'occhiata distratta alle persone sedute ai tavoli.

"But you didn't have to cut me off!
Make out like it never happened, 
and that we were nothing...
"

Lo aveva fatto, lo aveva completamente escluso dalla sua vita: se solo avesse provato a negarlo, lui sarebbe stato pronto a rinfacciarglielo.
Sì, certo, come se lei avesse il coraggio di farsi rivedere...

"You didn't have to stoop so low!
Have your friends collect your records, 
and then change your number...
"

Qual'era stato il momento più tragicomico? Quando l'aveva chiamata sul cellulare ed era stato costretto a sorbirsi le battutine di Duncan, oppure quando Cadaveronzola lo aveva incrociato per strada e lo aveva additato come un povero sfigato sentimentale?
Difficile decidere, ma forse... Forse lo aveva ferito maggiormente il fatto che fosse voluta sparire, che si fosse resa introvabile per lui.

"I guess that I don't need that though!
Now you're just somebody that I used to know!
"

Ormai lei faceva parte del passato.
Sarebbe stato difficile convincersene (ci lavorava invano da mesi, ormai!), ma doveva tentare.
Non voleva più pensare a lei, perché alla fine si era reso conto che non era quella che pensava di conoscere.
Sentì gli applausi sparsi degli avventori del locale ma non se ne curò.
La sua terapia auto imposta cominciava col cantare al mondo la sua delusione, dunque doveva assolutamente concentrarsi!
Attese che sullo schermo comparisse il testo della nuova strofa e, non appena intravide le parole, si accinse a cantare.

"Now and then I think of all the times you screwed me over...
But had me believing it was always something that I'd done...
"

Rimase immobile con la bocca semiaperta.
Le parole erano quelle giuste, ma la voce no.
Non era la sua voce.
Si voltò lentamente verso sinistra, notando una ragazza che stringeva un microfono e cantava, lanciandogli occhiate in tralice di tanto in tanto.

"And I don't wanna live that way...
Reading into every word you say...
You said that you could let it go,
and I wouldn't catch you hung up on somebody that you used to know!
"

Era brava, aveva una voce discreta.
Purtroppo era troppo... Troppo...
Troppo Gwen.
Effettivamente aveva la voce simile a quella della Gotica, e anche fisicamente le assomigliava...
Quando la ragazza si voltò completamente, Trent rischiò l'infarto.
Si riprese giusto in tempo per ricominciare a cantare, improvvisando un duetto niente male con...
Gwen.
Trent stava gridando la sua frustrazione dritta in faccia alla sua causa.
La cosa lo esaltava e lo faceva vergognare in egual misura.
Finalmente, come Dio volle, la canzone terminò.
Si levarono altri applausi, cui Trent rispose con un sorriso tirato ed un rapido cenno della testa.
Fu rapidissimo a consegnare il microfono al responsabile del karaoke e, rifiutandosi di voltarsi verso Gwen, raggiunse il suo tavolo col fiato corto.
Geoff lo accolse con una pacca sulla spalla.
-Cavoli amico, sei stato forte!-
Dj annuì convinto, sorridendo nervosamente, imitato da Tyler: Trent li fulminò tutti e tre con lo sguardo.
-Se scopro che uno solo di voi tre c'entra qualcosa con tutto questo...- borbottò con tono minaccioso, riappropriandosi del suo cocktail.
Dj deglutì a vuoto, spaventato dal tono inusualmente irritato di Trent.
-No, fratello, ti pare?-
-Già!- intervenne Geoff, gioviale come sempre nonostante l'evidente disagio dell'amico -Pensi che qualcuno di noi abbia mantenuto i contatti con Gwen?-
Trent sbuffò e bevve qualche sorso dal suo bicchiere.
Mentre il sapore forte dell'alcool, misto a quello acidulo del lime, invadeva la sua bocca, azzardò un'occhiata alle sue spalle: davanti alla consolle c'erano adesso altre due ragazze, intente ad esibirsi nella scadente imitazione di Madonna, ma di lei nessuna traccia.
Sbuffò, indeciso se sentirsi deluso o sollevato da quella sparizione: per evitare di indugiare troppo a lungo tra quei pensieri tornò a puntare gli occhi sui suoi amici.
Dj sorseggiava il suo drink in silenzio, Geoff stava lanciando in aria delle noccioline, recuperandole al volo con la bocca, e Tyler tentava di imitarlo: fino a quel momento era però solo riuscito a farsene cadere due in ogni occhio.
Trent cercò di rimanere aggrappato a quelle tre figure strambe e, tutto sommato, di grande sostegno per lui.
Inutile.
Il suo sguardo saettò ancora una volta verso il punto dove aveva cantato assieme a Gwen poco prima, e stavolta la vide.
Stava indossando un lungo cappotto nero e, a passo lento, stava recandosi all'uscita.
Trent agì senza riflettere, cosa che da sempre accadeva solo quando Gwen era in qualche modo coinvolta.
Peccato che, ripensando al passato, quell'inusitata impulsività non avesse mai portato a qualcosa di positivo...
Il ragazzo si alzò, abbandonando il bicchiere sul tavolo e borbottando agli amici un frettoloso “Devo andare in bagno...”.
I tre lo osservarono allontanarsi in un silenzio confuso; fu Tyler il primo a recuperare la parola.
-Ma il bagno non è dall'altra parte?-
Geoff diede una sonora risata.
-Amico, come sei ingenuo! È ovvio che il nostro Trent stia andando dalla parte opposta perché ha adocchiato una cameriera!-
Il volto di Tyler si illuminò di comprensione, mentre Dj scuoteva la testa con aria affranta.
E quei due erano anche fidanzati: quanta ingiustizia poteva esserci nel mondo?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La temperatura all'esterno del locale era decisamente inclemente.
Trent, nonostante il pesante pastrano, si ritrovò a rabbrividire dopo pochi istanti: infilò le mani nelle tasche, cominciò a guardarsi attorno e, finalmente, riprese a ragionare con più lucidità.
Perché la stava cercando? Cosa avrebbe voluto dirle? In che modo le si sarebbe dovuto rivolgere?
Sbuffò irritato, producendo istantaneamente una nuvoletta di vapore gelido.
La parte razionale di lui, quella che tentava invano di fargli dimenticare Gwen da fin troppo tempo, stava già spingendolo a rientrare nel locale; peccato però che la sua parte impulsiva fosse riuscita a scacciare la prima con prepotenza, facendo poi avanzare Trent di qualche metro e facendogli scovare proprio la fonte dei suoi mille interrogativi.
Gwen se ne stava lì, davanti a lui, seduta su una panchina ricoperta di graffiti; tra le mani stringeva una sigaretta e aveva lo sguardo apparentemente perso nel vuoto.
-Trent?-
Appunto: apparentemente.
Il ragazzo non rispose, continuando a fissarla con un'aria che, sperava, fosse almeno un po' inquisitoria.
Passarono diversi secondi di silenzio quasi totale, rotto soltanto dalle voci ovattate provenienti dal locale e dai rumori di qualche sporadica autovettura di passaggio: fu ancora la Gotica a parlare.
-Trent?-
Stavolta lo aveva guardato dritto negli occhi e lui, nonostante la rabbia che gli cresceva lentamente dentro, fu costretto a distogliere lo sguardo.
Era sempre stato così, anche durante i primi tempi della loro relazione.
Gwen aveva uno sguardo magnetico, quasi ipnotico, cosa che più volte aveva spinto Trent a chiedersi se per caso la ragazza non fosse una vampira: in effetti gli indizi c'erano tutti... Sguardo magnetico, colorito cereo, personalità scostante...
Si costrinse a smetterla con quei pensieri puerili e tornò alla realtà: una realtà fredda, colma di risentimento e disagio.
-Cosa vuoi?- domandò con voce atona, fissando un punto qualche centimetro sopra la testa di Gwen.
La Gotica non rispose subito, limitandosi a fissare l'ex fidanzato: Trent non poteva vederla in volto -il suo sguardo era ostinatamente fisso sulla facciata del palazzo davanti a lui-, ma in qualche modo sentiva che lei lo stesse guardando.
Azzardò un'occhiata verso la ragazza, scoprendo di essere nel giusto: Gwen lo stava scrutando con espressione indecifrabile, come se fosse priva di emozioni.
Quell'imbarazzante situazione di stallo si sarebbe protratta per chissà quanto tempo ancora se Trent, ritrovato il coraggio e la voce, non avesse parlato.
-Perché lo hai fatto?-
Dietro quella domanda si celava un mondo intero.
A cosa si riferiva Trent?
Forse all'improvvisazione musicale messa in atto da Gwen poco prima?
Forse alla sua storia con Duncan?
Forse alla rottura con lui?
Forse...
-Non lo so esattamente...- ammise lei, strappando Trent alle sue riflessioni e riuscendo a farsi guardare negli occhi: il chitarrista stavolta non distolse lo sguardo.
I suoi occhi verdi erano carichi di rimproveri inespressi e, cosa strana per lui, di malizioso divertimento.
-Non lo sai esattamente?- ripeté, cercando di intridere le sue parole del più profondo sarcasmo -Hai ragione, è normale che una persona si ritrovi a cantare una canzone accanto al proprio ex senza sapere perché. Come ho fatto a non pensarci prima?-
Per la prima volta Gwen parve sorpresa: da quando Trent, il dolce, pacifico e comprensivo Trent si era trasformato nel mix malriuscito tra Noah e Heather?
Dei due quella ad avere torto -o, a voler essere generosi, più torto- era indubbiamente lei: Gwen non lo avrebbe però mai ammesso.
Gettò a terra la sigaretta, ormai ridotta ad un mozzicone fumante a stento, ed incrociò le braccia: la sua espressione determinata non prometteva niente di buono, ma Trent non si fece intimorire.
-“Qualcuno che un tempo conoscevo”.- enunciò la ragazza -Un'ottima scelta. Ti riferivi a me, o a te stesso?-
Fu il turno di Trent di mostrarsi sorpreso: con quale faccia di bronzo gli si stava rivolgendo in quel modo?
-Ce ne vuole di coraggio per dire certe cose.- osservò freddamente, scambiandosi un'occhiata irritata con la sua interlocutrice -Sarei io ad essere cambiato? Sarei stato io a rompere con te senza motivo, a pugnalare alle spalle Cour...-
-Cosa?- esclamò Gwen, alzatasi in piedi di scatto -Senza motivo? Ti ricordo che tu e quella tua dannata fissazione mi avete reso la vita impossibile!-
L'accenno alla sua ossessione per il numero nove non fece che accrescere l'ira di Trent.
-Sì, certo, come no! In realtà non vedevi l'ora di correre da Duncan, ammettilo!-
-Vedi?- strillò la ragazza, puntandogli un dito contro -Sei cambiato anche tu! Certe osservazioni non sono da te!-
Il volto di Trent si fece paonazzo.
-Vorrei vedere te al posto mio, mesi e mesi a disperarmi e a sperare che tornassi sui tuoi passi!-
Le parole gli erano uscite di getto, senza che potesse controllarle in alcun modo.
La canzone aveva soltanto dato il via ad uno sfogo per troppo tempo trattenuto, e quella frase sputata con veemenza racchiudeva in sé tutta la frustrazione del ragazzo.
Trent abbassò lo sguardo e il tono di voce.
-Ho fatto di tutto... Mi sono dedicato anima e corpo alla musica, sono uscito con altre ragazze... Ma niente, non è servito assolutamente a niente...-
Si passò una mano sulla nuca, a disagio.
-Sono un debole.-
Gwen sembrava appena turbata da quanto le era stato appena rivelato: d'altronde conosceva Trent, e si era resa conto che non si sarebbe dato pace tanto facilmente.
Questo la faceva sentire un mostro.
-Trent...-
-E stasera, quando ti ho vista... Ho sperato che fossi qui per chiedermi scusa, o almeno per parlare! Invece sei venuta per girare il coltello nella piaga!-
La Gotica da turbata che era tornò ad irritarsi: va bene, era sempre lei quella dalla parte del torto, ma adesso Trent stava esagerando!
-Sono venuta in questo locale per puro caso!- sibilò, avvicinandosi di un passo al ragazzo che rimase fermo dov'era.
-Il caso non esiste, Gwen! Sei qui con Duncan o con qualcuno dei tuoi amici fuori di testa? State facendo un video per poi divertirvi alle mie spalle?-
Aveva di nuovo alzato la voce e sembrava un invasato.
-Vi darò qualcosa di cui ridere, allora!-
Si sfilò il cappotto e lo gettò al suolo, guardandosi attorno con aria folle.
-Chi c'è dietro l'obiettivo? Cadaveronzola? Allora fammi un bel primo piano, dolcezza!-
Trent si tolse il maglione, sotto lo sguardo orripilato di Gwen.
Stava già per sfilarsi anche la maglietta, quando la ragazza riuscì ad uscire dalla paralisi e lo afferrò per un braccio, bloccandolo.
-Lasciami, rischi di far ingelosire Dunky!-
La mano libera di Gwen si mosse quasi autonomamente e due secondi dopo il suono di uno schiaffo riecheggiò per la via silenziosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

All'interno del locale Geoff stava scambiandosi sms sdolcinati con Bridgette, commentandoli ad alta voce.
-Oh, quanto è dolce la mia gattina!-
Tyler roteò gli occhi e si guardò attorno.
-Trent sta ancora cercando il bagno, per caso?-
Dj quasi si soffocò con l'ultimo sorso del suo cocktail: tossicchiando si rivolse all'amico, sperando che stesse scherzando.
-Tyler... Non stai parlando sul serio, vero?-
Il ragazzo batté gli occhi, confuso.
-Perché dovrei scherzare?-
Geoff sghignazzò compiaciuto.
-Avanti, il nostro Trent è andato a cercare Gwen!-
Questa frase sorprese notevolmente Dj, facendogli ben sperare che il biondo non fosse completamente idiota.
-Questo vuol dire che il mio piano ha funzionato alla grande!- riprese con un'espressione astuta.
-Piano?- ripeté interdetto Tyler, ancora intento a cercare di capire perché mai Dj fosse convinto che lui stesse scherzando.
Geoff annuì solennemente, spiegandosi mentre scriveva l'ennesimo messaggino per la sua Bridgette.
-Sì, oggi pomeriggio ho contattato Gwen e le ho chiesto se le andasse di uscire con me stasera, come amici ovviamente!- aggiunse rapidamente -Trent aveva bisogno di rivederla e di chiarire, una volta per tutte!-
Dj si abbandonò affranto sullo schienale della sedia: no, era inutile, Geoff era un completo imbecille.
-Staranno uccidendosi a vicenda, lì fuori...- esalò preoccupato.
Il biondo ammiccò.
-Sono certo che invece ci sia stato un bel ritorno di fiamma, e magari adesso stanno recuperando il tempo perso! Fidatevi del vecchio Geoff!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Mi hai dato uno schiaffo!-
-Mi è venuto spontaneo! Ti stavi comportando come un pazzo!-
-Ma tu mi hai dato uno schiaffo!-
I due erano ancora in piedi uno di fronte all'altra, irritati e sconvolti in egual misura.
Trent non si aspettava che la ragazza potesse arrivare a picchiarlo; Gwen, dal canto suo, era stupita dal suo gesto impulsivo, ma ancor più dalla scena pietosa messa in atto da Trent qualche istante prima.
Abbassò la mano, ancora sollevata come a volerlo colpire nuovamente, ed indicò gli abiti abbandonati sul marciapiede.
-Rimettiteli, ci manca solo che ti prenda una polmonite.- osservò con tono acido, tornando poi a sedersi sulla panchina.
In completo silenzio Trent si rivestì, mentre Gwen si frugava nervosamente nelle tasche ed estraeva un ammaccato pacchetto di sigarette: stava già per accendersene una quando, inaspettatamente, Trent si sedette al suo fianco.
Sulla sua guancia sinistra risaltava ancora l'impronta perfetta della mano di Gwen, e su quel segno il ragazzo passò la sua mano.
-Tu sei pazza...- borbottò.
Gwen fece un versetto sarcastico ma non aggiunse altro: avvicinò nuovamente l'accendino alla sigaretta ma venne bloccata ancora una volta.
-Perché la mia scenata ti ha dato così fastidio?-
La Gotica esitò, poi rispose cercando di rendere la sua voce il più velenosa possibile.
-Perché vorrei evitare di dovermi vergognare a causa delle tue follie...-
Trent stava per interromperla, ma lei lo prevenne.
-... E perché hai toccato un tasto dolente.-
Ecco, lo aveva ammesso.
In quel momento sentì forte l'impulso di alzarsi ed andarsene da lì, di allontanarsi da Trent e non vederlo mai più: probabilmente lo avrebbe anche fatto, se le parole che premevano per uscire dalle sue labbra non avessero avuto la meglio.
-Ho litigato con Duncan dopo che, quel giorno in cui mi hai telefonato, ha cominciato a fare battutine stupide... E ho quasi schiaffeggiato Cadaveronzola quando mi ha raccontato del vostro incontro...-
Trent era sommamente stupito.
Avrebbe voluto domandarle mille altre cose, ma dalle sue labbra fuoriuscì nuovamente la stessa domanda di prima.
-Perché?-
Gwen si strinse nelle spalle.
-Non mi è piaciuto il loro comportamento, e...- esitò nuovamente -... Non è vero che sei uno sfigato sentimentale, o una femminuccia...-
Scosse il capo e appoggiò il capo sullo schienale della panchina.
-Dio, sono una debole.-
Troppo tardi si rese conto che quella era stata la medesima osservazione fatta da Trent riguardo se stesso.
Il chitarrista inclinò la testa da un lato e smise di massaggiarsi la guancia offesa.
-Non è vero...- sussurrò, inudibile.
-Come?-
-Non è vero.- ripeté a voce più alta -Tu non sei debole.-
Quell'ultima frase, per quanto banale e dettata dalla stramba situazione in cui si trovavano, ebbe l'effetto immediato di scaldarle il cuore.
Col cavolo che l'avrebbe ammesso, però!
Sospirò e giocherellò con la zip del suo giaccone.
-Ci siamo lasciati, io e Duncan.- comunicò senza alcuna inflessione particolare nella voce; né, dal volto di Trent, trasparirono emozioni.
Non vedendosi interrotta proseguì.
-Tra noi c'era soltanto attrazione fisica... Gli voglio bene, davvero, ma... Come se ne vuole ad un amico...-
Entrambi avvertirono distintamente il cuore martellargli furiosamente in petto: stava per accadere qualcosa, qualcosa di indefinibile.
Trent annuì appena.
-Non ho mai smesso di pensarti, lo sai?-
Dopo aver pronunciato quelle parole si sarebbe voluto uccidere.
Lui era arrabbiato -arrabbiato!- con lei, non poteva permettersi scivoloni sentimentali di quel genere!
Alzò lo sguardo, imbarazzato, accorgendosi che Gwen non lo stava guardando: era lievemente arrossita, ma probabilmente era colpa del freddo...
Sospirò e riprese a parlare: tanto ormai il danno era stato fatto!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dj stava discutendo animatamente con Geoff.
-E se cade in depressione e si suicida, eh? Non sopporterei di perderlo per colpa di una tua idea stupida!-
Punto sul vivo Geoff ignorò addirittura l'ennesimo -era il venticinquesimo, quella sera- sms di Bridgette.
-Chi ha deciso che si tratta di un'idea stupida? Il tempo mi darà ragione!-
Il Giamaicano alzò gli occhi al cielo, esasperato.
-Il tempo... Ti rendi conto di quello che dici?-
-Uh, scusate... Non vorrei interrompervi, ma ho sentito Lindsay e mi ha dato un consiglio per...-
Tyler venne bellamente ignorato dai due litiganti.
Mentre Dj e Geoff riprendevano a discutere, il terzo incomodo sospirò e rilesse il messaggio della sua ragazza.

Se Trent non torna dal bagno entro dieci minuti, cercalo in un armadio: potrebbe aver trovato l'ingresso per Narnia! <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-... E alla fine ho cercato di farmene una ragione, ecco tutto.-
Gwen si limitò ad annuire, ancora ben intenzionata a non incrociare il suo sguardo: prima o poi avrebbe dovuto rendere conto delle sue azioni, lo sapeva, ma sperava che fosse il più tardi possibile.
-Adesso... Beh, adesso sei tu che dovresti darmi delle spiegazioni...-
Come non detto.
La ragazza imprecò mentalmente contro il suo karma avverso ma, non potendo fuggire per sempre, accettò la piega presa da quella conversazione.
-D'accordo, mi sembra giusto. Cosa vuoi sapere?-
-Perché mi hai lasciato?- domandò immediatamente Trent.
Il cuore di Gwen mancò un paio di battiti, ma la ragazza si stupì di avere pronta una risposta.
Era come se stesse preparandosi a quel momento da molto tempo.
-Vedi... Ero sinceramente preoccupata che stare con me potesse far peggiorare quel tuo... Problemino con il numero nove... E poi...- si trovò costretta ad ammettere -... Provavo un po' di attrazione per Duncan... Ma non volevo tradirti, o ferirti, così...-
Il silenzio si dilatò nuovamente tra i due.
Quanto era stato appena confessato da Gwen non giungeva nuovo alle loro orecchie, ma la Gotica non aveva terminato.
-Infine, avevo paura...-
Prese un profondo respiro e cercò di trattenere il tremito della voce.
-Avevo paura di deluderti, di farti male, perché ero innamorata di te...-
Si mise le mani nei capelli.
-Alla fine sono riuscita a peggiorare la situazione, con te, con Courtney, con Duncan...-
Come sempre, riuscì a controllare le emozioni; come sempre, Trent non ci riuscì affatto.
-Avresti potuto dirmelo...- esalò con voce rotta -... Avremmo potuto risolvere tutto, insieme...-
Gwen alzò finalmente lo sguardo, sentendosi nuovamente un mostro quando vide il lieve velo di lacrime che copriva le iridi verdi di Trent.
-Sarebbe stato difficile... È stato più semplice lasciarti, allontanarmi...-
Non una lacrima sfuggì dagli occhi scuri di Gwen, ma tutto in lei esprimeva dolore e rimpianto.
Trent tirò su col naso e, quando fu certo che la voce non gli avrebbe tremato, si avvicinò a lei e la abbracciò.
-C'è un confine molto labile tra le frasi “I leave you” e “I love you”, soprattutto... Soprattutto se vengono enunciate da te...-
Gwen ricambiò l'abbraccio, aggrappandosi con tutte le sue forze a Trent, la sua ancora di salvezza.
-Sapevo che non mi avresti mai lasciato del tutto...-
La ragazza nascose il volto nel petto del ragazzo e bofonchiò qualcosa.
-Cosa?-
Mostrò il suo volto e Trent fu lieto di trovarlo esattamente come lo ricordava: pallido, delicato, con quelle labbra sottili e che, al momento, erano incurvate all'ingiù.
Il ragazzo passò delicatamente un dito attorno alle labbra di Gwen che arrossì: stavolta però non era per il freddo, Trent ne era certo.
-Sorridi, ti prego...-
Gwen prese un profondo respiro ed allietò Trent con uno dei suoi rari, lievi sorrisi.
-Sto bene, adesso...-
I loro volti si avvicinarono lentamente, impossibili da fermare, spinti da una forza potente e misteriosa...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Sei stato avventato!-
-E tu sei un guastafeste!-
Tyler seguiva con aria intimorita lo scambio di battute sempre più violento tra Geoff e Dj: avrebbe volentieri evitato che i due venissero alle mani, ma conoscendosi se si fosse arrischiato a dire o a fare qualcosa avrebbe solo peggiorato la situazione.
Geoff si alzò in piedi di scatto, attirando gli sguardi di qualche avventore.
-Allora usciamo, Mister Malfidato, e vedrai con i tuoi occhi!-
Dj si levò in piedi a sua volta, squadrando minacciosamente l'amico.
-D'accordo, fratello! Tanto so già come li troveremo!-
Si allontanarono verso l'uscita, sordi ai richiami di Tyler, rimasto solo al tavolo.
-Ma che cavolo!- protestò il ragazzo, immusonendosi ed incrociando le braccia.
-Scusami...- intervenne una cameriera -... Posso lasciare a te il conto?-
Tyler sospirò affranto ed estrasse il portafoglio: quei due avrebbero fatto meglio a fuggire a Narnia con Trent!
Pagò e, recuperata la giacca, si diresse a passo di carica verso l'uscita: purtroppo prese male le misure e sbatté una spalla contro lo stipite della porta e, imprecando per il dolore, uscì finalmente dal locale e quasi urtò anche contro Geoff e Dj.
-Ragazzi! Mi avete...-
-Zitto!- lo interruppe Geoff, un sorrisetto soddisfatto sul volto -Vieni ad assistere alla mia vittoria!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Trent e Gwen non si erano accorti dei tre impiccioni appena usciti dal locale.
In quel momento c'erano solo i loro occhi, i respiri che si infrangevano sulle loro labbra e la consapevolezza che qualcosa stava per accadere...
-Woo-hoo! Geoff vince ancora!-
I due si separarono di scatto, guardandosi attorno ed individuando all'istante i tre ragazzi che stavano, di fatto, spiandoli.
-Ops...- mormorò il biondo, mentre Tyler tentava di nascondersi dietro Dj.
Gwen li osservò basita, Trent aveva una domanda inespressa sulle labbra: di quale vittoria parlava Geoff?
Fu colpito dall'improvvisa consapevolezza che forse i suoi sospetti sul coinvolgimento di quei tre non erano poi così infondati.
-Trent, amico, io non c'entro niente!-
Dj aveva giunto le mani in una muta preghiera, strappando un sorrisetto a Gwen.
-Guarda un po', dei veri maestri del mistero...- commentò.
Trent fulminò il terzetto con lo sguardo, voltandosi poi verso Gwen.
-Giuro, non ne sapevo nulla!-
La Gotica gli diede un colpetto sulla spalla e sorrise con più convinzione.
-Neanche io. Però, a volte, non tutto il male viene per nuocere...-
Prima che Trent avesse il tempo di replicare alcunché, Gwen lo abbrancò per il bavero del pastrano e lo tirò a sé, baciandolo con trasporto.
In quel bacio c'era tutto: le scuse, il tempo che avevano perso stando lontani, la felicità per essersi ritrovati.
Quella sensazione di appartenersi che non aveva mai abbandonato nessuno dei due.
Dj dovette asciugarsi gli occhi per la commozione, mentre Geoff continuava a gongolare.
-Ho sempre ragione, woo-hoo!-
Tyler, apparentemente insensibile a quella scenetta, si avvicinò ai due amici.
-Sappiate che rivoglio i miei soldi!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Trent! Trent!-
Il ragazzo arrivò di corsa nella piccola cucina, frenando di botto di fronte a colei che l'aveva chiamato.
-Cosa... C'è?- domandò ansante -Ti senti bene?-
Gwen alzò gli occhi al cielo, senza però trattenere un sorriso.
-La febbre mi è passata da due giorni, sono viva, smettila di preoccuparti!-
Diede un buffetto a Trent ed indicò il televisore.
-Guarda un po' cosa stanno trasmettendo adesso.-
Il chitarrista guardò lo schermo, notando immediatamente il logo di MTV in alto a destra e, subito dopo...
-Cody? Justin? Harold? Io?-
Gwen annuì entusiasta.
-Sì! Ce l'avete fatta, hanno selezionato il vostro video e lo manderanno in onda come miglior canzone di una band emergente!-
Trent rimase stordito per qualche secondo, fissando con aria assente lo schermo del televisore sul quale scorrevano in sequenza i fotogrammi del loro primo videoclip: su MTV!
Si lanciò verso Gwen e la strinse, lasciando che le loro labbra si incontrassero.
-Lo devo a te, tutto a te...- sussurrò non appena ebbero terminato le effusioni.
Gwen sorrise.
-Scemo, lo devi al tuo talento e alla tua perseveranza! Ma anche a me, va detto!-
Trent rise e la baciò ancora, perso nella gioia di aver realizzato i suoi due più grandi sogni: diventare famoso grazie alla musica e stare con Gwen.
Alle spalle dei due, ancora intenti a scambiarsi baci passionali, sullo schermo del televisore era apparsa una scritta: “Drama Brothers – Leave me, love me”.











La canzone cantata da Trent e Gwen al karaoke è la meravigliosa "Somebody that I used to know", di Gotye e Kimbra, canzone con cui sono completamente andato in fissa!

CINQUANTESIMA MIA STORIA NEL FANDOM! CHI VUOLE FESTEGGIARE CON ME? *w*

   
 
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