Ti fidi di me?
Vivere nel rischio significa saltare da uno
strapiombo
e
costruirsi le ali mentre si precipita.
[ Ray Douglas Bradbury ]
<<
Ti fidi di me?>>
<<
Certo che mi fido.>>
<<
Ne sei sicura, Hermione?>>
Sì,
lo era. Nonostante quella fosse la cosa più stupida, idiota e deplorevole che
avesse mai fatto; ad eccezione di affrontare un Troll di Montagna al primo
anno, forse, o di preparare illegalmente una Pozione Polisucco nei bagni
dismessi della scuola al secondo o, ancor più di tutto, sfidare il Platano
Picchiatore, i Dissennatori, i Mangiamorte e… Voldemort.
In
effetti, c’erano davvero una serie infinita di cose stupide, coraggiose o
quantomeno fuori dall’ordinario sepolte nel bagaglio dei suoi ricordi.
Ma
gettarsi dalla Torre di Astronomia a bordo di una scopa volante… quella no, era
la peggior cosa in assoluto. Senza ombra di dubbio.
<<
Ti fidi di me?>> le ripeté Harry, con un gran sorriso.
Hermione
annuì sommessamente. Lo guardò mentre agguantava la sua Firebolt con un tocco
delicato, ma allo stesso tempo sicuro, come se quel manico di scopa fosse un
prolungamento naturale del suo braccio.
<<
Se vuoi imparare davvero a volare,
devi farlo.>> le disse.
<<
Ma io so volare!>> replicò gelidamente Hermione, che incrociò le braccia.
<< Madama Bumb mi ha assegnato un Oltre Ogni Previsione durante le
lezioni avanzate di Atterraggio, e mi ha anche detto che…>>
<<
Oh, andiamo.>> Harry la interruppe con una risatina di scherno. <<
Sei una strega straordinaria, sul serio, ma a volare sei un disastro. Lo sanno
anche i Troll. Se Madama Bumb ti ha dato quel voto, bé… credo fosse un modo
gentile per preservare la tua
media.>>
A
quel punto, Hermione era sul punto di esplodere. Una creatura misteriosa prese
posto del suo stomaco ed iniziò a ringhiare, stringendole le viscere in una
morsa.
<<
Io so volare!>> ripeté, senza accorgersi di aver urlato con tono
stridulo. << E ora te lo dimostrerò.>>
Non
gli diede il tempo di replicare. Sferrò a Harry una gomitata, gli strappò via
la Firebolt dalle mani e, prima che Harry potesse fare qualcosa per
impedirglielo, si mise cavalcioni sul manico di scopa e si diede una poderosa
spinta con i piedi.
La
Firebolt si staccò da terra con una velocità disarmante. Hermione avvertì uno
spiacevole strappo dietro l’ombelico. I suoi piedi non tastarono nient’altro
che il vuoto, ed in quell’istante percepì di aver compiuto un’altra cosa
stupida. Incredibilmente stupida, per
la migliore studentessa del Sesto Anno, Prefetto, Primo Premio del Club di
Trasfigurazione.
Hermione,
le orecchie ovattate dai fischi del vento, avvertì le urla di Harry dietro di
sé. Quella che prima, in quegli occhi verde smeraldo, le era parsa un’espressione
serena, adesso pareva essersi tramutata in una smorfia terrorizzata.
<<
Hermione!>> lo udì strepitare. << Scendi da quella maledetta scopa! Subito.>>
Maledetta scopa?
Harry Potter aveva detto… maledetta
scopa?
Un
altro vuoto allo stomaco. Hermione si artigliò al manico della Firebolt e tentò
di direzionarla a destra, oltre l’enorme tettoia che sovrastava il corridoio del
quinto piano, e per poco non urtò un camino sbilenco dal quale trapelava una
coltre di fumo, che la accecò.
Per
evitare di cadere, Hermione spostò il peso del corpo in avanti. Fu un pessimo
errore: la scopa schizzò fulminea oltre il tetto, proiettandola nel cielo
ovattato di nubi. Non servì a nulla orientare il manico in altre direzioni,
scalciare come una forsennata o cercare a tastoni eventuali pulsanti lungo il
manico; a quanto pareva le scope volanti non seguivano gli stessi principi delle
automobili.
Hermione
continuò ad agitarsi in precario equilibrio sulla scopa, finché essa non s’arrestò
con una frenata brusca a mezz’aria. Il manico prese a vibrare, scivolò in
retromarcia per una decina di metri, per poi ricominciare la sua folle scorsa,
violento e ribelle come un cavallo selvaggio.
Hermione
superò gli alti torrioni del castello, le nocche bianche per lo sforzo di
artigliarsi alla Firebolt. Procedette spedita con il vento gelido che le
sferzava i capelli, volò al di sopra delle mura perimetrali del castello e poi
giù verso il lago nero. Da quell’altezza il paesaggio sottostante era
meraviglioso ed era accompagnato ad un’innata sensazione di libertà.
Niente
e nessuno avrebbe potuto disturbarla, in quel momento. Non c’erano compiti,
interrogazioni o Draco Malfoy. Non c’era Voldemort. Non c’era Ron. Solo lei e
quell’arnese, che d’improvviso le sembrò meno inutile.
Lentamente,
la paura venne sostituita dalla speranza; Hermione prese confidenza con i
controlli della Firebolt e riuscì a virare al di sopra della Foresta Proibita. La
scopa le obbedì. In men che non si dica, l’altezza che la separava dal suolo
diminuì dolcemente. Circumnavigò il parco della scuola e le serre di Erbologia,
facendo abbassare la Firebolt di quota finché non arrivò quasi a sfiorare l’erba
con la punta delle scarpe.
Quando
accadde, l’atterraggio non fu altrettanto dolce. Hermione rovinò
precipitosamente al suolo strisciando i palmi nelle mani nell’erba umida. Avvertì
un dolore cieco alla nuca, mentre la Firebolt rimbalzava da qualche parte alle
sue spalle. Ma non le importò niente.
Era
viva.
Fece
leva sui gomiti tremolanti e cercò di rialzarsi, avvertendo ogni parte del
corpo indolenzita e scossa dall’adrenalina.
Era
viva. Era viva.
Un
pop attutito. Dei passi echeggiarono
nel silenzio irreale del parco.
<<
Hermione!>> urlò una voce familiare. Ma la sua vista annebbiata non vide
nient’altro che un ombra sfocata che si accucciava accanto a lei, facendole
scorrere un braccio attorno alle spalle per sorreggerla. La mente divenne
leggera. Troppo leggera. Come se
fosse avvolta in un morbido strato di nebbia che le impediva di formulare
pensieri concreti.
<<
Hermione! Stai bene?>>
Prima
di perdere i sensi, Hermione riconobbe quella voce.
Era
Harry. Era corso ad aiutarla.
Non
ricordò altro. Nemmeno della Firebolt. Né, tantomeno, della numerosa serie di
cose stupide che aveva combinato insieme al suo migliore amico.
Ma
non in fondo non le importava un bel niente.
Era
insieme a Harry.
Se
la sarebbero cavata ancora una volta. Insieme.
*
I
miei migliori e sinceri auguri di compleanno alla mia carissima amica Argentlam.
Non dimenticate…Auror Power!