Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Apple90    20/04/2012    2 recensioni
>
>
>
Sì, lo era. Nonostante quella fosse la cosa più stupida, idiota e deplorevole che avesse mai fatto; ad eccezione di affrontare un Troll di Montagna al primo anno, forse, o di preparare illegalmente una Pozione Polisucco nei bagni dismessi della scuola al secondo o, ancor più di tutto, sfidare il Platano Picchiatore, i Dissennatori, i Mangiamorte e… Voldemort.
Per Hermione Granger, nulla era peggio di imparare a volare.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ti fidi di me?-1

 

Ti fidi di me?

 

Vivere nel rischio significa saltare da uno strapiombo

 e costruirsi le ali mentre si precipita.

[ Ray Douglas Bradbury ]

 

 

<< Ti fidi di me?>>

<< Certo che mi fido.>>

<< Ne sei sicura, Hermione?>>

Sì, lo era. Nonostante quella fosse la cosa più stupida, idiota e deplorevole che avesse mai fatto; ad eccezione di affrontare un Troll di Montagna al primo anno, forse, o di preparare illegalmente una Pozione Polisucco nei bagni dismessi della scuola al secondo o, ancor più di tutto, sfidare il Platano Picchiatore, i Dissennatori, i Mangiamorte e… Voldemort.

In effetti, c’erano davvero una serie infinita di cose stupide, coraggiose o quantomeno fuori dall’ordinario sepolte nel bagaglio dei suoi ricordi.

Ma gettarsi dalla Torre di Astronomia a bordo di una scopa volante… quella no, era la peggior cosa in assoluto. Senza ombra di dubbio.

<< Ti fidi di me?>> le ripeté Harry, con un gran sorriso.

Hermione annuì sommessamente. Lo guardò mentre agguantava la sua Firebolt con un tocco delicato, ma allo stesso tempo sicuro, come se quel manico di scopa fosse un prolungamento naturale del suo braccio.

<< Se vuoi imparare davvero a volare, devi farlo.>> le disse.

<< Ma io so volare!>> replicò gelidamente Hermione, che incrociò le braccia. << Madama Bumb mi ha assegnato un Oltre Ogni Previsione durante le lezioni avanzate di Atterraggio, e mi ha anche detto che…>>

<< Oh, andiamo.>> Harry la interruppe con una risatina di scherno. << Sei una strega straordinaria, sul serio, ma a volare sei un disastro. Lo sanno anche i Troll. Se Madama Bumb ti ha dato quel voto, bé… credo fosse un modo gentile per preservare la tua media.>>

A quel punto, Hermione era sul punto di esplodere. Una creatura misteriosa prese posto del suo stomaco ed iniziò a ringhiare, stringendole le viscere in una morsa.

<< Io so volare!>> ripeté, senza accorgersi di aver urlato con tono stridulo. << E ora te lo dimostrerò.>>

Non gli diede il tempo di replicare. Sferrò a Harry una gomitata, gli strappò via la Firebolt dalle mani e, prima che Harry potesse fare qualcosa per impedirglielo, si mise cavalcioni sul manico di scopa e si diede una poderosa spinta con i piedi.

La Firebolt si staccò da terra con una velocità disarmante. Hermione avvertì uno spiacevole strappo dietro l’ombelico. I suoi piedi non tastarono nient’altro che il vuoto, ed in quell’istante percepì di aver compiuto un’altra cosa stupida. Incredibilmente stupida, per la migliore studentessa del Sesto Anno, Prefetto, Primo Premio del Club di Trasfigurazione.

Hermione, le orecchie ovattate dai fischi del vento, avvertì le urla di Harry dietro di sé. Quella che prima, in quegli occhi verde smeraldo, le era parsa un’espressione serena, adesso pareva essersi tramutata in una smorfia terrorizzata.

<< Hermione!>> lo udì strepitare. << Scendi da quella maledetta scopa! Subito.>>

Maledetta scopa? Harry Potter aveva detto… maledetta scopa?

Un altro vuoto allo stomaco. Hermione si artigliò al manico della Firebolt e tentò di direzionarla a destra, oltre l’enorme tettoia che sovrastava il corridoio del quinto piano, e per poco non urtò un camino sbilenco dal quale trapelava una coltre di fumo, che la accecò.

Per evitare di cadere, Hermione spostò il peso del corpo in avanti. Fu un pessimo errore: la scopa schizzò fulminea oltre il tetto, proiettandola nel cielo ovattato di nubi. Non servì a nulla orientare il manico in altre direzioni, scalciare come una forsennata o cercare a tastoni eventuali pulsanti lungo il manico; a quanto pareva le scope volanti non seguivano gli stessi principi delle automobili.

Hermione continuò ad agitarsi in precario equilibrio sulla scopa, finché essa non s’arrestò con una frenata brusca a mezz’aria. Il manico prese a vibrare, scivolò in retromarcia per una decina di metri, per poi ricominciare la sua folle scorsa, violento e ribelle come un cavallo selvaggio.

Hermione superò gli alti torrioni del castello, le nocche bianche per lo sforzo di artigliarsi alla Firebolt. Procedette spedita con il vento gelido che le sferzava i capelli, volò al di sopra delle mura perimetrali del castello e poi giù verso il lago nero. Da quell’altezza il paesaggio sottostante era meraviglioso ed era accompagnato ad un’innata sensazione di libertà.

Niente e nessuno avrebbe potuto disturbarla, in quel momento. Non c’erano compiti, interrogazioni o Draco Malfoy. Non c’era Voldemort. Non c’era Ron. Solo lei e quell’arnese, che d’improvviso le sembrò meno inutile.

Lentamente, la paura venne sostituita dalla speranza; Hermione prese confidenza con i controlli della Firebolt e riuscì a virare al di sopra della Foresta Proibita. La scopa le obbedì. In men che non si dica, l’altezza che la separava dal suolo diminuì dolcemente. Circumnavigò il parco della scuola e le serre di Erbologia, facendo abbassare la Firebolt di quota finché non arrivò quasi a sfiorare l’erba con la punta delle scarpe.

Quando accadde, l’atterraggio non fu altrettanto dolce. Hermione rovinò precipitosamente al suolo strisciando i palmi nelle mani nell’erba umida. Avvertì un dolore cieco alla nuca, mentre la Firebolt rimbalzava da qualche parte alle sue spalle. Ma non le importò niente.

Era viva.

Fece leva sui gomiti tremolanti e cercò di rialzarsi, avvertendo ogni parte del corpo indolenzita e scossa dall’adrenalina.

Era viva. Era viva.

Un pop attutito. Dei passi echeggiarono nel silenzio irreale del parco.

<< Hermione!>> urlò una voce familiare. Ma la sua vista annebbiata non vide nient’altro che un ombra sfocata che si accucciava accanto a lei, facendole scorrere un braccio attorno alle spalle per sorreggerla. La mente divenne leggera. Troppo leggera. Come se fosse avvolta in un morbido strato di nebbia che le impediva di formulare pensieri concreti.

<< Hermione! Stai bene?>>

Prima di perdere i sensi, Hermione riconobbe quella voce.

Era Harry. Era corso ad aiutarla.

Non ricordò altro. Nemmeno della Firebolt. Né, tantomeno, della numerosa serie di cose stupide che aveva combinato insieme al suo migliore amico.

Ma non in fondo non le importava un bel niente.

Era insieme a Harry.

Se la sarebbero cavata ancora una volta. Insieme.

 

*

 

I miei migliori e sinceri auguri di compleanno alla mia carissima amica Argentlam.

 Non so se proseguire questa breve “storiella” Auror, ma in ogni caso spero possa piacervi. L’ho scritta di fretta, tutta presa dai miei impegni lavorativi (ahimè, sono all’inizio!); quindi spero possiate perdonarmi per la presenza di eventuali errori di battitura.

 

Non dimenticate…Auror Power!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Apple90