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Autore: SmallTownGirl    20/04/2012    2 recensioni
Inizialmente questo testo doveva essere il mio addio alla terza media, poi per troppa pigrizia decisi di non renderlo pubblico se non altro perché i miei "menosi" ( scusate il basso registro stilistico) compagni se la sarebbero legati al dito...
ps: gli errori ortografici fanno parte del mio corredo cromosomico ( sto studiando scienze mentre scrivo l'introspettiva) quindi chiedo perdono!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La classe non si sceglie...

...come la famiglia,solo che con la famiglia ci passi i sabati,le domeniche e quelle 3 o 4 ore giornaliere che fai per volontariato; invece con i compagni di classe ci passi le restanti ore settimanali che, vi assicuro non sono poche!
 

Devo ammetere che nella mia classe non ci si annoia mai ma il problema é che a volte ho la sensazione di trovarmi in una gabbia di matti....di cui pero’ sono parte integrante!
Maschi e femmine, tutti nella mia classe sono un po’ strani,anzi no, direi originali.
Per rendervi partecipi della mia vita scolastica vi descrivero’ a grandi linee un’ora qualsiasi scelta a caso tra le miriadi di lezioni...
Il pacchetto include anche un’interrogazione momento in cui in classe si scatena la baraonda.
Seduta al terzo banco,fila sinistra vicino alla finestra posso ammirare come allo zoo il comportamento dei miei compagni.
La prof entra, e con scatto felino chi non si trova al suo posto,solitamente i quattro quarti della classe,torna a sedersi pensando ingenuamente che la prof non gli abbia notati.
Una volta che tutti sono ai banchi incomincia come da prassi il via vai alla cattedra che comprende la studiosa che chiede conferme sapendo di aver fatto giusto,gli incontinenti che hanno bisogno del bagno come dell’ossigeno e chi contro voglia deve far vedere una nota firmata.
Dopo la via crucis, tutti sono in silenzio e aspettano,come fanno gli imputati in tribunale,”il verdetto” della prof.
 
Interrogazione:l’incubo di chi non ha studiato ma anche di chi pur avendo studiato si sente mancare quando vede il dito della prof che scorre quasi compiaciuto il registro scegliendo,come fa il leone con la gazzella,la persona più indifesa ,quella che 11 volte su 10 non ha studiato.
Ma a volte affidandosi ai santi qualcuno si salva grazie alla mano di un compagno che impavido del pericolo si lancia nella folle impresa che é l’interrogazione.
Allora in quel caso tutta la classe incomincia a bisbigliare:”parla lentamente” frase che ovviamente viene recepita ma non messa in pratica perché come si fa a parlare lentamente quando hai l’adrenalina in corpo che fa fluire,come un torrente in piena, le parole dalla tua bocca?!
L’interrogato incomincia a parlare e allora tutto in classe cambia,la prof dice:”ascoltate ragazzi,state attenti” ma sa già che nessuno lo farà,a mio parere dice quella frase quasi meccanicamente ma ormai da molto non ci crede più neanche lei.
La prof ascolta interressanta il nostro compagno che sembra stia dicendo cose giuste anche se pochi lo capiscono,colpa del brusio di sottofondo.
Infatti l’interrogazione ricorda vagamente la scena dello schiaccianoci in cui tutto si anima.
Di solito ci sono una serie di comportamenti che i miei compagni adottano.
La studiosa,che non puo’ far capire alla prof che di quello che dice il compagno non gliene importa neanche a lei,fissa un punto vicino alla cattedra e incomincia a sognare annuendo ogni volta che una parola le sfiora l’orecchio,cosi’ da dare l’idea di ascoltare.
C’é chi ne approfitta per fare i compiti e si nasconde dietro a una collinetta di astucci che rendono invisibile la miriade di fogli che ricoprono il banco.
Poi c’é l’immancabile “ io russo,tu parli” che non prova neanche a fingersi interessato in quanto dovrebbe impegnarsi troppo anche per quello.
Dopo l’iterrogazione si passa solitamente alla correzzione dei compiti e in quel caso parte un’altra via crucis.
Facce da cane bastonato sfilano davanti alla cattedra inventando alibi a prova di giudice per scusarsi della mancanza di un compito.
Di solito chi é stato assente incolpa il più sbadato della classe di non avergli dato i compiti e quest’ultimo ormai abituato non prova neanche a difendersi.
Infine la prof corregge i compiti e poi spiega...o almeno ci prova. La spiegazione é infatti relegata agli ultimi 10 minuti di lezione in cui solitamente non si é mai attenti perché incomincia il contdown per la campanella.
La sensazione quasi paradisiaca che produce quel DRIN alla fine della lezione risveglia gli animi dei miei compagni che dopo un:”arrivederci” collettivo alla prof e un:”meno male”sussurrato,si alzano in piedi.
I maschi che impiegano qualche attimo a capire cosa sta succendendo si stiracchiano e poi con un passo poco felpato si dirigono da un compagno,solitamente quello,che per dirla come la direbbero loro,la spara più grossa.
Mentre le femmine prima incominciano a commentare con la vicina di banco poi allargano la conversazione alle nostre compagne dall’altra parte della classe,fino a quando stufe di ripetere le cose per farsi capire si alzano a gruppi e si riunisco per raccontarsi le cose.
C’é chi si alza per stiracchiarsi e come se ci trovassimo in palestra comincia a riscaldarsi facendo piegamenti sulle gambe.
Chi gioca con gli astucci della studiosa,che é sempre presa di mira perché il suo modo di arrrabbiarsi fa ridere i maschi e chi saltella per la classe senza un vero scopo.
Ovviamente tutto questo avviene in 2 o 3 minuti il tempo che impiega l’altra prof ad arrivare.
 Poi ricomincia tutto da capo...
 
Ci vorrebbero ore per descrivere tutti i comportamenti dei miei compagni quindi scelgo quelli più “significativi”.
Dopo il “io russo, tu parli” di cui ho già illustrato il comportamento passiamo alle “io rumino,tu parli”.
Solitamente questo comportamento lo adottano le ragazze,i maschi non riescono a dissimulare tanto bene il fatto di avere una cicca in bocca.
Le prof odiano chi mastica in classe,quindi le ruminanti hanno affinato l’arte del masticare riducendo al minimo le possibilità di essere beccate,quando pero’ vengono scoperte i comportamenti che adottano sono esilaranti:

1. c’é quella che finge di non capire e si guarda indietro pensando che cosi’ la prof pensi di essersi sbagliata.

2. c’é chi adotta,invece,la scusa della caramella per la gola e solitamente usa questo stratagemma indifferentemente dalla stagione.

3. c’é chi invece sbuffa e poi dice:”prof ma parla con me?” e per eliminare le prove inghiotte la cicca.
 

Nella mia classe c’é un altro personaggio di riguardo che é il cosiddetto:”non mi faccio mai i cavoli miei”.
Non é una femmina,no é un maschio anzi più maschi che spettegolano più di tutte noi messe insieme ma che sopratutto correggono ogni singolo errore che commetti.
Ad esempio se tu sei alla lavagna dei sperare,pregare e implorare che quel giorno quei maschi non siano in classe.
Al tuo minimo errore infatti loro non alzeranno neanche la mano ma urleranno alla prof:”guardi che ha sbagliato!”
E tu in quel momento verresti picchiarli e tagliarli la lingua,ma non puoi e quindi devi subirli in silenzio mentre la prof abbassa il tuo voto avendo visto l’errore.
Sempre nella stessa categoria troviamo pero’ una specie di diramazione che é affine anche le ragazze,sto parlando di quelli che non coreggono i compagni ma salendo di livello correggono le prof.
Nella mia classe ne é presente qualche esemplare ma questo attenggiamento é in via di estinzione infatti,hanno capito che correggere le prof continuamente non porta poi a buoni risultati...
 
Per ultima,ma non meno importante,in classe abbiamo la” voce della giustizia ”.
Nel nostro caso una ragazza,ma sovente puo’ trattarsi di un maschio che si fa carico dell’enorme peso della giustizia scolastica ed ogni volta che viene commessa una “inflazione al codice” interviene indipendentemente dal rischio che corre.
La “voce della giustizia” é l’avvocato di classe ma molto spesso tende a cacciarsi in guai molto grossi perché dice tutto quello che ritiene giusto non solo ai compagni ma anche alle prof, questo personaggio é comunque un tassello fondamentale della classe..

Un pezzo del puzzle che fortunatamente manca é il bullo, comunque esiste  chi si finge bullo ma alla resa dei conti farebbe fatica a fare male ad una mosca...e di questo sono felice!Infatti per quanto io possa sentirmi sbigottita e spaesata nel mio “manicomio” personale ci si capisce e se c’é un problema lo si risolve non come accade altrove.
Era a questo che volevo arrivare con questa buffa parodia della mia classe,ovvero a dire che io sono fortunata ma non tutti lo sono.
I cosiddetti bulli sono persone che per insicurezza possono rovinarti la vita,renderla infernale e molto spesso si nascondono dietro ai volti più insospettabili.
Per esempio chi ti crederebbe se tu dicessi che la più brava della classe,quella ricca a cui tutti vogliono bene e che addiruttura si prodiga per gli altri in realtà é un bullo e ti maltratta a ogni pié sospinto?!Probabilmente in pochi ma basta quell’uno per fare la differenza...perché ai bulli bisogna rispondere con le parole e con i fatti!
Ovviamente non sempre questo é possibile e io per superare anche chi solo ti schernisce ho trovato il mio metodo:fare autoironia.Ridere di te,non dare a vedere quello che senti e il disagio che quello che dicono ti provoca puo’ essere utile perché per me l’ironia é l’unica arma contro l’incomprensione e schernirsi é a mio parere il modo migliore per evitare di essere scherniti.
 

- qui ci sarebbe stato il toccante discorso che avrebbe fatto commuovere tutti, ma ho deciso di risparmiarvi! -

  
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