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Autore: Swindle    20/04/2012    2 recensioni
"Ho imparato presto ad odiare il Natale." Un regalo per credere ancora.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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To believe.

 




Ho imparato presto ad odiare il Natale.

Quand’ero bambino amavo il giorno di Natale perché era l’unico dell’anno in cui mio padre non tornava a casa ubriaco, i miei genitori non litigavano e noi sembravamo una vera famiglia.

Ma quando iniziai ad andare ad Hogwarts le cose peggiorarono.

Le vacanze natalizie erano l’unico periodo in cui tornavo a casa da scuola, mio padre era sempre ubriaco, aveva sempre voglia insultarmi, picchiarmi, umiliarmi. Mia madre sempre zitta.

Almeno quando tornavo ad Hogwarts c’era lei, pronta a consolarmi.

Al quinto anno persi la mia Lily, e poco dopo mia madre morì.

L’ultimo Natale che passai a casa mio padre alzò di nuovo le mani su di me, ma quella volta ero un mago adulto che poteva, sapeva, e soprattutto voleva, difendersi.

Non ho mai più passato un Natale anche solo lontanamente felice, e non ho alcun dubbio nel dire che è sicuramente il giorno dell’anno che odio di più.

Questo Natale è il più brutto che io ricordi.

Sono completamente solo.

Niente mamma, niente Lily, niente Albus.

Mia madre è morta perché mio padre mi odiava, Lily perché ho fatto le scelte sbagliate, Albus l’ho ucciso con le mie stesse mani.

Li ho uccisi tutti io.

Ora non mi restano che i ricordi.

Ricordi che pesano sulla mia anima, perciò almeno oggi, almeno a Natale, concedo alla mia povera mente di liberarsene, riversandoli nel Pensatoio.

Un po’ di pace.

Questo è l’unico regalo che mi concedo.

Bevo lentamente un calice di vino, la mia bacchetta estrae dalla mia tempia i sottili fili argentati, depositandoli nell’antico bacile.

Un viso conosciuto affiora da un mio ricordo.

Lo guardo sovrappensiero, cercando di rammentare di cosa si tratti.

 

***

Bussano alla porta da un buon quarto d’ora.

Credevo che la gente capisse quando non è la ben venuta.

Evidentemente no.

Sospiro, vado ad aprire.

Il viso sorridente di Lupin mi appare davanti.

“Che vuoi?” sbotto.

“Mi fai entrare, Snape?” chiede lui, senza abbandonare il suo sorriso.

Faccio una smorfia ma mi scanso, lasciandolo passare.

Ci scambiamo i soliti convenevoli e due o tre informazioni sull’Ordine.

Alla fine, vedendo come tentenna, capisco che sarà una cosa lunga, e lo invito a sedersi.

Sembra subito essere a suo agio.

“Posso chiederti un consiglio?”

Se proprio devi, penso.

Gli faccio cenno di sì con la testa.

“Mettiamo caso che tu sia innamorato di una ragazza…” comincia, e immediatamente quello a disagio sono io. “Ma che tu sappia che stando insieme a lei le faresti solo male. Cosa faresti?”

Sospiro subito sollevato, cancellando la paura che abbia capito qualcosa di Lily e abbia scoperto il mio segreto.

Sta ovviamente parlando di Tonks.

Ma la cosa mi disturba lo stesso.

“Io non sono il tuo confidente come lo era Black!” esclamo infastidito.

Vedo immediatamente la sua reazione. Ovvio, Black è morto da appena un mese.

Si alza di scatto, scuro in viso, scusandosi per il disturbo.

Il rimorso mi attanaglia immediatamente.

Lo blocco per un braccio, poco prima che infili la porta.

Rifletto un attimo sulla sua situazione e su quello che probabilmente sta passando.

“Se la ami davvero…” gli dico “tienila lontana da te.”

Per un attimo rimane sbalordito, poi sorride.

“Grazie.” mi risponde “Tutti mi dicono che l’amore è la cosa più importante. Mi serviva un consiglio sincero.”

Mi limito ad annuire, mentre lui esce.

Sto per chiudere la porta, quando la sua voce mi ferma.

“Severus.” dice, mentre io sobbalzo sentendomi chiamare per nome “Io credo in Silente, credo in Harry, credo nell’Ordine, credo in te, credo che riusciremo a sconfiggerlo. Ci credo davvero.”

***

 

Riemergo dal ricordo, confuso.

La mia mente aveva sotterrato quest’avvenimento sotto tutto il dolore.

Un leggero picchiettio sul vetro mi riscuote.

Vado ad aprire ad un piccolo gufo nero.

Strano, il Signore Oscuro manda i suoi messaggi in un altro modo e fa filtrare tutti i gufi che arrivano ad Hogwarts, compresi i miei, anche se sono il Preside.

Apro la piccola pergamena: nessun mittente, nessuna firma, solo tre parole vergate in una scrittura limpida e lineare.

Le leggo, e sento il cuore che pensavo troppo gelido per provare alcunché riempirsi di un’emozione che non provavo da quando ero bambino, e aprivo il regalo di mia madre sotto l’albero di Natale.

Il tutto mischiato a gratitudine, fiducia, orgoglio.

È il più bel regalo che io abbia mai ricevuto.

“Ci credo ancora.” Mi ha scritto.

Vorrei rispondergli “grazie”, ma, soprattutto, vorrei potergli dire che ci credo ancora anch’io.











Fine


  
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