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Autore: CurlyGirl    20/04/2012    1 recensioni
This could be the end of everything
So why don't we go, somewhere only we know?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati quattro anni da quando me ne ero andata; era stata una decisione molto difficile per me, ma in cuor mio sapevo che avrei dovuto cogliere l'occasione e che se l'avessi persa, molto probabilmente, non sarebbe mai più tornata.

 
*Quattro anni prima*
-Harry ti devo dire una cosa...
-Dimmi!
-Ho ottenuto la borsa di studio per Harvard!- gli dissi.
-Oh mio dio, sono così felice per te!- mi rispose, ma vedevo nei suoi occhi un lieve velo di tristezza.
-Ora sai quello che succederà vero...
-Si.- rispose deciso.
E dopo quei pochi attimi di tensione, una lacrima scese dai suoi occhi e gli rigò la guancia.
Chi lo avrebbe mai detto che lui sarebbe riuscito a innamorarsi di una ragazza, senza filtri, senza paure.


Stavo seduta a un tavolino, bevendo il mio caffè, nero e amaro.
Oramai dopo aver passato questi anni in America, avevo preso anche i gusti americani.
Era un tardo pomeriggio di dicembre, freddissimo, non me lo ricordavo così freddo.
Ero stata via per tanto tempo, ero riuscita a entrare nella migliore università, ero riuscita a realizzare il mio sogno.
Mi stavo laureando in giurisprudenza, ero alla fine del quarto anno, quindi ero ritornata a casa per le vacanze natalizie.
Quanto mi era mancata Londra.
Più che altro, quanto mi era mancato Harry.
Da quando ero partita, mi ero concentrata solo sullo studio, non mi ero quasi mai concessa uno sfizio, un’eccezione.
M’illudevo che se avessi studiato di più, magari avrei colmato quel vuoto.
Finì il caffè, andai a pagare alla cassa e uscì.
Appena fuori la porta un freddo pungente mi avvolse, maledissi il momento in cui decise di non portare una sciarpa più pesante.
M’incamminai lungo la strada principale per poi voltare in una strada secondaria.
Dopo qualche metro, quella stradina mi portò verso uno dei miei posti preferiti, dove avevo passato maggior parte della mia adolescenza, dai momenti brutti a quelli fantastici.
Eccola lì, quella panchina rossa, coperta di neve.


*Cinque anni fa*
-Che ci fa qua una ragazza così bella e tutta sola?-
E ti pareva, una ragazza non poteva uscire e andare nella sua panchina preferita senza essere abbordata da un pedofilo?
Poi mi girai, un ragazzo meraviglioso mi stava fissando con quei suoi profondissimi occhi verdi.
-Da quando è che i pedofili li selezionano da mister Universo?- ma che cavolo gli avevo risposto?!? Adesso penserà che sono un idiota.
Ecco io proprio non ci so stare senza fare una figuraccia, poi di fronte un ragazzo così meraviglioso!
Pensavo che se ne sarebbe andato via dopo quella battutaccia, invece no, si sedette vicino a me ridendo, poi mi disse:- Bel carattere la ragazza! Comunque lo prendo come un complimento. -
Era il primo che avesse capito una mia battuta.
Solo adesso capisco che io, a quella prima battuta, ero già perdutamente innamorata di lui.
Passammo tutto il pomeriggio lì a parlare, intanto tra me e me pensavo: ” Oltre ad essere bello è puro intelligente.”
Passavano i mesi e noi ci incontravamo quasi ogni settimana, sempre sulla stessa panchina rossa.
Lui mi raccontava dei suoi amici, della sua musica, dei suoi problemi con le ragazze...
Per me, era diventato il mio migliore amico.
Ma qualcosa era cambiato, il ragazzo, Harry, non era più venuto al "nostro posto".
Alla fine scoprì attraverso un giornale di gossip che era partito i tour con la sua band.
Un po’ mi sentivo tradita, ma riflettendoci, chi ero io per lui.
Per un po’ di tempo quindi non andai più alla panchina.
Poi, un pomeriggio di settembre, mentre stavo tornando a casa da scuola, mi ricordai del "posto" e dei meravigliosi momenti che avevo passato lì.
M'incamminai ma quando arrivai lì, vidi una persona seduta sulla mia panchina.
La osservai e poi capì.
Mi avvicinai a questa persona e gli dissi:-Cosa ci fa qui un ragazzo così bello e tutto da solo?-.
Era proprio lui, Harry.
Lo sentì ridere poi mi rispose:-Alla fine ci sono riuscito a farti dire che sono bello!-.
Poi mi feci seria:-Perché non mi hai detto che saresti partito?
-Non c'è stato tempo, stavo per venire da te quando mi dissero che dovevamo partire...mi dispiace così tanto. Avevo preparato una cosa per te.-
Tirò fuori dalla tasca una collana con una stella. La allacciò al mio collo.
-Questo è per ricordarti che sei la mia stella e che riuscirai a realizzare ogni tuo sogno.-
C'era una sola definizione per quel ragazzo: perfetto.
Allora presi fuori un pennarello dal mio zaino e scrissi "Quelli della panchina rossa" con un cuoricino vicino.
Neanche il tempo di guardarlo negli occhi che lui mi baciò.


Ripensando a tutti quei momenti, scoppiai a piangere a dirotto, le lacrime si mescolavano alla neve.
Da dietro sentì arrivare alcuni passi.
Mi girai. Una voce mi disse:-Signorina, l'ho sempre saputo che saresti tornata.-
Poi mi baciò.
Il suo sapore dolce non era cambiato.
 Era Come se fossimo tornati all'inizio.
Come se niente fosse cambiato.


And if you have a minute why don't we go
Talk about it somewhere only we know?
This could be the end of everything
So why don't we go
Somewhere only we know?




Salve a tutti! Questa è la mia prima storia, una One-Shot.
Sinceramente non ero sicura di volerla pubblicare, ma ormai il danno è fatto!
Vi saluto, alla prossima!
Baci, Chiara.
  
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