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Autore: Rick_Holden    20/04/2012    0 recensioni
Alle soglie della fine del mondo...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Walk in silence,

don’t walk away in silence”

Atmosphere – Joy Division

 

Sta arrivando. Non c’è falsità nelle voci che scorrono alla televisione, sui giornali, tra le tremolanti labbra della gente. Ormai c’è solo il panico più totale. Li vedo fuggire terrorizzati, dileguarsi con tutto ciò che hanno di più caro, ma non faranno in tempo. Non c’è modo di scappare a ciò che sta per arrivare. Cosa ne sarà di noi?

Il cielo è nero ormai, non credo di averlo mai visto così scuro in tutta la mia vita: la luna, ora debole e impaurita, si è nascosta dietro nuvole avare, incolpata di tanta cattiveria. Nella notte ci ha visto nascere dal buio e nel buio ci vedrà cadere, sparire come voci leggere. Mi chiedo se stia ridendo al di là delle nubi o si stia ritirando di fronte ad una tale violenza senza permetterci un ultimo, triste saluto. Quali dolci parole gli innamorati si scambieranno senza la luce della luna su di loro? Quali finali si annunceranno privi del brillare di quell’astro? E Cosa ne sarà del gallo che canta al sorgere del sole? Per quale luce o spiraglio cederà la propria voce quando non ci sarà più aria a cui cederla? Per quale orecchio o viso intonerà le sue ultime note?

Avevamo contemplato il migliore dei nostri finali e l’avevamo composto con i sogni più belli, l’avevamo annunciato e descritto, ammirato e sorretto con le nostre voci, ma il mondo non ha voluto darci ascolto ed ancora una volta ci ha spiazzato.

I miei occhi sono vispi delle loro ultime energie.

Sopra il tetto di questa casa, per la prima volta, sento le vertigini scomparire: la paura che mi ha accompagnato per tutta la vita improvvisamente ha deciso di lasciarmi all’ultimo per concedermi istanti di libertà e potere.

Vedo i miei amici, in gruppo, accanto a me, pronti anche loro per l’ultimo saluto. Sono coloro che da sempre mi hanno accompagnato e sempre ho avuto vicino. Distinguo le loro labbra muoversi e parlarmi, ma io mi limito ad annuire o scuotere la testa senza capire ciò che mi stanno dicendo: la mia mente è dispersa nel ricordo di ciò che avrei potuto fare. Sento il rimorso consumarmi lentamente come una potente fiamma inestinguibile. Era tutto ciò che avessi mai desiderato, ma non mi sono mosso e non ho agito quando potevo, ora sono distante da quel desiderio che non raggiungerò mai. Ho perso tutto e mai potrò recuperarlo. I titoli di coda si piazzeranno nel punto di maggior tensione annullando ogni mio sforzo.

L’onda arriverà e ci travolgerà tutti, mentre io sarò qui ad ammirare un cielo vuoto accanto ai miei amici, domandandomi se, in un’altra vita, avrei mai potuto avere l’opportunità di raggiungere quello che desideravo, se i miei rimpianti si sarebbero potuti estinguere nel raggiungimento della felicità, se avrei mai potuto toccare quel viso. Come sono arrivato qui? Era forse il futuro che temevo? Temevo forse di perdere il controllo sulla mia vita? Temevo le possibilità infinite che mai avrò? O temevo forse il passato? Pensavo forse di conoscermi così bene? Il futuro è ora il passato impossibile e tutto ciò che mi rimane è un sogno, dolce illusione.

Vedo accanto a me il gruppo stringersi insieme, abbracciarsi, aiutarsi. Le lacrime scendono lente lungo i loro volti mentre si preparano a lasciare tutto ciò che più amano. Si scambiano frasi e parole dolci, si fanno forza, si baciano e si uniscono ancora. Io sono qui. Ero parte di loro un tempo, ora sono solo il fantasma dei miei rimpianti e nessuno di loro riesce più a vedermi. Sono diventato invisibile persino a me stesso. Cosa mi resta da fare ora? Potrei forse alzarmi e stringerli per l’ultima volta? Dovrei, forse? Dovrei unirmi a loro nell’ultimo addio? Lo vorrei, forse, ma sono appesantito e distrutto da tutto ciò che non ho avuto e voglio che il loro ultimo momento sia felice, privo della mia disperazione. Abbattendo i miei voleri e desideri mi allontano da loro e resto seduto sul tetto a fissare l’unico palazzo che ci si pone ad oscurare l’orizzonte.

Sembra tutto così calmo, così lento e morto. Sarà così d’ora in poi? Quante domande rimarranno prive di risposta!

Improvvisamente sentiamo l’acqua muoversi al di là del palazzo di fronte a noi: l’onda sta arrivando. Tutti ci risvegliamo dal nostro sonno nostalgico e disperato per tornare alla realtà e fronteggiare quest’ultimo, imbattibile nemico. Sento i miei amici scossi dalla paura stringersi ancora più forte.

E’ iniziata.

E finirà.

La terra trema sotto i nostri piedi e tutto ciò che possiamo limitarci a fare è osservare ansiosi la cima del palazzo di fronte a noi, pronti a vedere l’acqua sovrastarla da un momento all’altro e travolgerci tutti. Come ci possiamo preparare a questo? Gli istanti passano come lunghe ore di vita vissuta di fronte ai nostri occhi, come il passato di un tempo che non tornerà, come resto di ciò che potevamo avere e ciò che abbiamo avuto. Restano solo le lacrime ed i voleri dei più deboli. Mi rendo conto di essere tra questi, così incompleto, così disperato, così solo.

Ancora un tremito ed un rombo nell’aria. Si avvicina e noi lo sappiamo.

Se solo ora mi girassi e li raggiungessi? Se toccassi un’ultima volta i miei amici? Sarebbe forse così crudele desiderare di spendere un ultimo momento con chi mi è caro? Un ultimo, solo istante di serenità.

Mi alzo e lentamente mi avvicino. Li sfioro e loro mi capiscono: vedono il mio dolore, i miei rimpianti, le mie sofferenze e mi stringono forte come mai ero stato abbracciato prima d’ora. Sono al centro preciso del loro gruppo, tra i grovigli delle loro braccia e unisco a queste le mie. Così distante e così vicino, sono nuovamente qui. I miei occhi si inumidiscono di freddi dolori ed una calda gioia rinnovata. Sono qui con loro, ora, alla fine di tutto. Oh, potessi dirgli quanto tengo a loro! Potessi fargli veramente capire cosa nascondo dentro! Potessi raccontare loro me stesso! Se solo sapessero quanto ancora ho vissuto ed avrei voluto vivere! Vorrei che loro sapessero ogni istante nella mia vita, vorrei conoscessero ogni pensiero che ha sfiorato la mia mente, se solo avessi tempo! Li stringo più forte “Andrà tutto bene” continuo a ripetere, “Ce la faremo” gli dico, “Andrà tutto bene”. Mi aggrappo a parole nel quale non credo neanche io e le tengo in me come un debole pianto. “Andrà tutto bene”.

Un ultimo forte tremito scuote i nostri piedi e allora ci voltiamo a fissare quel palazzo che, come ostacolo, ci separa dalla nostra fine. Siamo forse pronti. Le nostre mani sono strette nella migliore delle catene ed ogni dito è affiancato da un altro. Pelle alla pelle, calore al calore. Un ultimo sprazzo di coraggio nei nostri cuori, un’ultima impresa che ci segnerà, un ultimo salto.

L’acqua sorge improvvisamente da sopra al palazzo e con una lenta rapidità sfreccia verso di noi. L’immensa onda si muove con il suo inquietante andare. Ci guardiamo un’ultima volta e, tutti insieme, ci lanciamo in aria, più alto di ogni altra cosa al mondo. Che ci veda brillare l’intero mondo, sul finire di ogni tempo, di ogni speranza. Che ci ammirino affrontare e perire nella conclusione. Vedranno ancora il nostro coraggio bruciare ed illuminare ogni cosa, vedranno ancora i nostri volti come ricordi di vita e gioia, le uniche che brilleranno, le uniche che resteranno.

 

Un dolce canto ed una luce improvvisa. Apro gli occhi ed è mattino, l’alba è sorta sui nostri volti. Sento i miei vestiti fradici ancora aderenti alla pelle lentamente asciugarsi e prendere forma. Le mie mani sono ancora strette in quelle dei miei amici e, allora, mi alzo: il cielo si è aperto sopra di noi ed il sole ci illumina come mai prima d’ora, l’aria è leggera e profumata. Il miglior profumo che abbia mai sentito in vita mia.

Sbagliavano quelle voci alla televisione, sui giornali, sulle labbra della gente. L’onda è arrivata, l’onda ci ha colpito, l’onda se ne è andata. Siamo ancora qui, siamo ancora vivi, siamo ancora svegli. Mi volto verso i miei amici e scorro gli occhi sui loro sguardi: l’incredulità nei loro volti mostra i miei stessi pensieri. Annuisco con la testa con una gioia che non ho mai conosciuto prima.

Il gallo ha cantato a questo sole ora nuovo. Ancora infinite, dolci parole gli innamorati potranno scambiarsi sopra al sorgere di ogni nuovo giorno, nel ricordo del loro momento più buio, nel ricordo del momento in cui il loro amore ha vinto anche la fine. Neanche i titoli di coda potevano sopraffare quel lieto fine. Nulla poteva permettere ai nostri sogni di morire invano.

La luce abbaglia la mia mente e ogni cosa mi appare più chiara: il passato torna come futuro vivibile, ogni rimorso è possibilità ed ogni rimpianto è sfida. Ho vinto la battaglia contro me stesso ed ora andrò a prendermi il premio che mi spetta. Sento l’infinito porsi di fronte a me e incalzarmi a rincorrerlo, ma non c’è infinito che cerco se non il mio cammino nel passato. Mi volto verso i miei amici. Loro mi guardano e capiscono: “Corri!”

  
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