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Autore: Darma    21/04/2012    2 recensioni
Quando il sole cala all'orizzonte e le ombre, lentamente, si impossessano di ogni cosa, quello è il momento in cui il guardiano notturno si prepara a ricoprire il suo fondamentale ruolo.
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nata da un'idea, o meglio uno svarione, del padre di un'amica , questa è una breve fic che all'inizio avevo pensato come una drabble, ma che poi è risultata abbastanza lunga da diventare una flash fic. Non è un'inedita, ma l'ho ritrovata recentemente e mi sono resa conto di non averla mai pubblicata su EFP, quindi... Va be', io ci ho provato.



 

 

Quando il sole cala all'orizzonte e le ombre, lentamente, si impossessano di ogni cosa, ammantando il mondo di vellutato nero, quello è il mio momento, il momento in cui il guardiano notturno si prepara a ricoprire il suo fondamentale ruolo.

Ruolo molto riconosciuto e apprezzato, sapete? Parecchie persone, quando mi passano vicino, mi salutano e perfino mi ringraziano, perché la mia presenza le fa sentire al sicuro.

Questo mi da molta soddisfazione, perché il mio compito non è esattamente dei più facili, né dei meno pericolosi; ma, ogni volta che la gente mi sorride con gratitudine, mi rendo conto dell'importanza di ciò che faccio.

Con tutti i malintenzionati che ci sono in giro, qualcuno che vegli di notte, pronto ad intervenire contro le aggressioni e le prepotenze, è indispensabile. Una volta, per esempio, una fanciulla che camminava per la strada è stata assalita da un brutto ceffo, che le ha puntato un coltello alla gola con l'intenzione di derubarla, o peggio. Attratto dalle grida, sono sopraggiunto di corsa sul luogo e l'uomo, vedendomi arrivare, è fuggito a gambe levate. La ragazza non la finiva più di ringraziarmi, ma in fondo, come ho detto anche a lei, “è a questo che serve un guardiano notturno.”

Ieri sera, invece, le cose hanno rischiato di farsi molto più serie: udendo dei suoni poco rassicuranti, mi sono avvicinato verso il luogo da cui provenivano, e ho potuto vedere con i miei occhi Robin che faceva a pugni con due figure vestite di nero: per quanto lottasse come un leone, Robin stava per avere la peggio, e se non fossi intervenuto io, arrivando di corsa e gridando: “Ehi, voi!” probabilmente alla fine sarebbe stato lui a soccombere. Appena hanno visto apparire me, invece, i due se la sono squagliata.

A quel punto, Robin si è raddrizzato lentamente, poi, senza dire una parola, mi ha fatto l'occhiolino ed è corso via anche lui, dileguandosi nella notte. Senza parole, sono tornato al mio posto di guardia, pensando: “Che ragazzaccio, quel Robin Stanford!”

E che faticaccia il turno di notte in portineria!

 

 

Ehm... Fine. Che ve ne pare?

*Si ripara dietro uno scudo per parare eventuali pomodori lanciati dai lettori*

   
 
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