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Autore: Bale    21/04/2012    3 recensioni
Episodio 4x09
Emily tenta un approccio con un uomo soltanto ai fini dell'indagine, ma la conclusione della serata sarà del tutto inaspettata
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Hotchner, Emily Prentiss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non aveva mai indossato degli abiti simili. Si sentiva decisamente a disagio.

Le sue gambe erano completamente scoperte, così come le spalle e le braccia.

Si trattava di un semplice tubino a fascia, talmente corto da coprirle a malapena il sedere.

Le scarpe, poi, avevano dei tacchi vertiginosi.

Per fortuna, quella sera, non avrebbe dovuto camminare troppo.

Era seduta al tavolo di un pub e sorseggiava un Martini.

Poco lontani da lei c’erano Hotch e Rossi, seduti al bancone a scrutarla.

La loro presenza la rassicurava.

Quella sera avrebbe dovuto rimorchiare Viper, una creatura orrenda che pretendeva di insegnare agli uomini come conquistare una donna.

Si erano già incontrati il giorno prima. Lei e Morgan erano andati ad interrogarlo nella sua “scuola”.

Erano convinti che l’SI avesse frequentato il suo corso e stesse mettendo in pratica le fandonie insegnategli.

Fin dal primo incontro quell’uomo le aveva suscitato disgusto e disprezzo.

“E’ solo lavoro”, tentò di rassicurarsi.

 

Hotch e Rossi, seduti più in là, non la perdevano di vista neanche per un attimo.

-E’ uno schianto, non è vero?-   chiese Rossi al suo collega, senza voltarsi a guardarlo.

-Beh…lei…-   balbettò Hotch in tutta risposta.

-Oh, avanti! Ti ho chiesto solo un parere. Non devi mica sposarla!-   scherzò Rossi.

-Beh sì, è davvero uno schianto-   confessò.

 

Dall’altro lato del locale, Viper istruiva i suoi studenti.

Stava facendo loro uno dei suoi disgustosi discorsi.

All’improvviso, quasi distrattamente, posò lo sguardo su Emily.

Si era accorto della sua presenza.

-Bene, bene, bene. State un po’ a guardare-   disse ai suoi ragazzi, avviandosi verso il tavolo della sua preda.

 

-Buonasera- esordì.

Emily si limitò a rivolgergli un sorriso decisamente forzato.

Era più forte di lei, quell’uomo le faceva schifo.

Non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi.

-Vedi, il contatto visivo è un indicatore molto potente. E’ per questo che distogli lo sguardo dalla persona che ti attrae, perché sai che lo sguardo potrebbe tradirti. Il cervello, però, continua a lavorare. Fantasie…-

A quel punto Emily trovò la forza di sollevare la testa.

-Non ero io la profiler?-

Viper rise, poi le si avvicinò ancora.

-Credo sia meglio che non ti monti troppo la testa-

-Gli occhi non mentono. Le pupille si dilatano-

Questa volta fu Emily a ridere di gusto.

-E’ una reazione chimica incontrollabile-   concluse Viper.

-Beh, allora guardami bene negli occhi. Ho le pupille dilatate forse?-

Viper si avvicinò ancora. Puzzava di birra. Emily dovette sforzarsi molto per non allontanarsi da quel viso insulso.

-Direi di no. Potrebbe essere perché…-

-Perché?- 

-Magari hai qualcun altro in mente-

-Bella scusa!-

-Non è una scusa-  si difese Viper.

-Sai, non riesco proprio ad immaginare cosa abbia potuto imparare da te l’assassino-

-Cosa? Ha copiato il mio look, il mio modo per avere successo con le donne-   Viper alzò la voce.

 

Poco più in là, Hotch e Rossi non si erano persi neanche un movimento. Osservavano la scena pronti ad intervenire se ce ne fosse stato lontanamente bisogno.

-Credo sia il momento di salvarla-   sentenziò David.

-E come?-   chiese Hotch confuso.

-Oh, Aaron. Da quanto tempo non rimorchi una ragazza?-

 

Emily era sempre più disgustata.

All’improvviso la cameriera si avvicinò al loro tavolo con un cocktail.

-Signorina? Questo lo offre il signore al bancone, quello con la camicia chiara-   disse indicando Hotch.

Emily si sentì decisamente sollevata.

Sorrise al suo capo, alzando il bicchiere nella sua direzione.

Bevve pochi sorsi, poi ritornò al suo deprimente interlocutore.

-Successo? Hai parlato di successo con le donne?-

Viper annuì fiero.

-Davvero? Beh, intanto io stasera me ne andrò via con quell’uomo laggiù, e tu? Tornerai a casa da solo?-

Detto questo, raccolse la sua minuscola borsetta e, barcollando un po’ sui tacchi, andò verso il bancone.

Prese la mano di Hotch e lo trascinò via con sé.

 

Arrivarono nel parcheggio sotterraneo.

Emily si fermò accanto ad una berlina rossa per riposare i piedi.

-Oh mio Dio-   esclamò.

Si appoggiò al bagagliaio dell’auto e portò il capo all’indietro.

Hotch non aveva detto neanche una parola.

Continuava a fissarla in modo molto intenso.

Rimasero immobili e in silenzio per diversi istanti, poi Hotch agì.

Si avvicinò ad Emily e la baciò con foga.

Senza perdere troppo tempo, le sollevò la gonna e le sfilò delicatamente le mutandine.

Emily non oppose resistenza.

Rimase lì, come ad attendere ciò che sarebbe accaduto dopo.

Lui si slacciò i pantaloni. Gli tremavano le mani.

Afferrò la coscia destra di Emily e se la passò intorno alla vita.

Per un istante si fermò a guardarla negli occhi.

Era bellissima.

Entrò dentro di lei senza neanche chiedere il permesso. Lo fece con forza, con decisione, quasi con violenza.

Con la mano sinistra le abbassò il vestito scoprendo i suoi grossi seni bianchi.

Stavano facendo l’amore nel modo più anticonvenzionale che potesse esistere.

Prese ad accarezzarle il seno con delicatezza.

Quelle carezze furono l’unica cosa delicata dell’amplesso.

Il suo bacino continuava a spingere con violenza contro quello di lei.

Emily avrebbe voluto urlare di continuare, di essere ancora più violento, di spingere ancora; ma in un istante di razionalità, si rese conto che avrebbe attirato un po’ troppo l’attenzione.

Optò per il silenzio e, chiudendo gli occhi, si abbandonò a quel meraviglioso momento.

Hotch le baciò il seno, poi tornò alla sua bocca.

Si baciarono ancora, con passione e sentimento, mentre Hotch continuava a spingere sempre più forte.

Quei momenti parvero eterni.

All’improvviso Emily sentì il corpo del suo uomo fremere, poi fremette anche il suo.

Riaprì gli occhi e guardò Aaron Hotchner.

Sorrisero entrambi.

Nonostante lo squallore del luogo e la precarietà della posizione, avevano appena avuto il rapporto sessuale più bello della loro vita.
   
 
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