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Autore: shescris_    21/04/2012    1 recensioni
Una storia diversa, inaspettata per gli stessi protagonisti.
Situazioni e sentimenti cambiano, ma il destino riserve sorprese di ogni tipo.
April e Nick, i due epici migliori amici, travolti da una storia che lascia senza fiato persino loro.
Spesso nella vita le nostre certezze crollano, e scopriamo nuove sfaccettature del nostro carattere e delle nostre emozioni. Ma la vita ci dà sempre una possibilità, o ce la toglie con un soffio di vento?
Leggete, emozionatevi, recensite.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono Cris, salve a tutte.
Ho 17 anni e sono fan dei jonas brothers da 5 anni.
Ho scritto tanto, questa è la mia ultima creazione.
Adesso m ettetevi comodi, mettete la vostra canzone preferita come sottofondo e cominciate a leggere.
E' una storia piuttosto lunga ma interessante e piena di colpi di scena.
Vorrei che vi immedesimaste nei personaggi, che mi scriveste un'opinione e che l'aprezzaste.
Ci ho messo l'anima, voglio sconvolgervi emotivamente.
Viglio lasciarvi senza fiato, come lo sono stata io quando ho avuto quest'idea.
E ora bando all ciance, fatevi coinvolgere.





Nicholas era disteso sul divano di pelle del suo appartamento, con in telecomando in mano, intento a cercare qualche programma intelligente da guardare.

Documentario sulle balene, no.

Reality show, no.

Titanic, no.

Era stranamente nervoso, c'era qualcosa che lo assillava in modo nascosto ma spietato.

Non sapeva cosa fosse, sapeva solo che non riusciva a stare fermo.

Tic tac tic tac, cambiava canale seguendo il ticchettio delle lancette.

Un suo video su MTV, può andare.

 

Din don.

Nicholas si sedette immediatamente e drizzò le orecchie come un cane da guardia quando sente un rumore forte e inaspettato.

-Chi è?- urlò.

Una voce tremante rispose aldilà della porta -Nick,sono io.-

Nicholas sobbalzò e non esitò ad aprire immediatamente la porta scattando fulmineo al suono della sua voce.

Non appena aprì la porta si ritrovò la vita circondata dalle sue braccia.

Sentì la maglia diventare sempre più umida.

Sentì le orecchie tremare sentendola piangere.

Non potè fare a meno di stringerla forte, davvero forte.

-Cosa è successo?- osò dire poco dopo, titubante, per paura di turbarla ancora di più.

La sentì calmarsi, il respiro si fece meno affannoso -E' finita.-

Il cuore di Nicholas sobbalzò per la seconda volta in pochi minuti.

April sciolse l'abbraccio, cominciò a contenersi e andò a sedersi su una sedia della cucina. Conosceva bene la strada, vi andò spedita senza aggiungere altro, seguita a ruota da Nicholas.

-Come è successo?- chiese il ragazzo, dopo essersi seduto di fronte a lei.

-Ha un'altra.- risposta secca, sguardo perso nel vuoto.

Il cuore di Nick sobbalzò per la terza volta, e lui diede un pugno sul tavolo, preso da un istinto nervoso che gli stava pervadendo il sangue.

-Lo prendo a pugni, bastard*.-

April non si mosse -Non servirebbe. Tornerebbe comunque da lei.-

-Da quanto va avanti?- Nicholas fece un respiro profondo per contenere la rabbia.

Nessuna risposta, April si morse il labbro.

-O forse dovrei chiedere, da quanto lo sai?- si corresse Nicholas.

-Possiamo smettere di parlare? Voglio ubriacarmi.-

La ragazza smise definitivamente di piangere, asciugò gli occhi e si alzò per aprire il frigo.

Prese una bottiglia di vodka e tornò al suo posto.

-Posso?-

Nicholas gliela strappò di mano.

-Sei pazza se credi che ti faccia bere questa roba adesso.-

-Ti prego Nick,ho bisogno di non pensare.-

-Non è bevendo che le cose cambieranno.-

April si alzò e andò da lui, aveva gli occhi lucidi e la matita sbavata.

Nicholas la guardò negli occhi e vide la luce de suoi occhi nascosta da un velo di sofferenza. Sembrava stanca, trascurata, ma lui vedeva in lei la dolce, allegra e forte April di sempre, la sua amica di sempre, il pezzo mancante del puzzle della sua vita.

-Nick perfavore, dammi la bottiglia.- disse lei, ricambiando lo sguardo.

Nicholas agì d'istinto, si alzò e la abbraccio stretta.

April ricominciò a piangere -Lo so da due mesi, ma non ti ho mai detto nulla perchè speravo che smettesse, speravo che capisse quanto lo amavo e che ero io quella giusta per lui. Scusa se te l'ho tenuto nascosto,sapevo che ti saresti arrabbiato, ma io volevo riportarlo da me, volevo provare a passarci sopra e a rimettere le cose a posto così che tutto potesse tornare come prima. Non ce l'ho fatta, ho fallito. Per la prima volta nella mia vita mi sento davvero una merd*.-

Nicholas voleva solo stringerla, voleva solo prendere a pugni quel maledetto.

-Non posso credere che ti abbia fatto una cosa simile. Ma ci sono io April, ricordati che ci sarò sempre quando avrai bisogno di me, ce lo siamo promessi da bambini.-

April sorrise per un attimo -E tu mantieni sempre le promesse.-

Nicholas sorrise a sua volta -Sorridi di nuovo, smetti di versare lacrime per chi non ti merita. Se non ha capito quanto vali, allora non merita nemmeno la tua considerazione.-

-Mi sento rifiutata Nick, sento di non essere compresa e accettata.-

Nicholas la strinse ancora più forte.

-A parte te ovviamente- riprese -se lascio perdere l'alcol stiamo un po' assieme?-

-Vuoi uscire?-

-No, voglio restare qui, posso mettermi comoda?-

-Vai in camera mia e fai quello che vuoi.-

April gli pizzicò il naso e lo lasciò in cucina.

Nicholas posò la bottiglia e andò in salotto.

Nonostante tutto non gli dispiaceva, si pentì di pensarlo, ma nonostante la sua migliore amica stesse così male lui non era dispiaciuto che il ragazzo si fosse tolto di mezzo. Non gli era mai piaciuto.

Lo conosceva da quando si erano messi insieme un anno prima, e sin da subito aveva notato il suo ego sconfinato e aveva giurato a se stesso che se l'avesse fatta soffrire gli avrebbe spaccato il naso. L'avrebbe fatto, lo avrebbe rovinato.

Non poteva sopportare di vederla piangere per un ragazzo, non poteva starsene a guardare mentre quel Mister Muscolo la feriva tradendola magari con una di quelle soubrette che non portano nemmeno le mutande.

April valeva più di questo, meritava molto di più.

April lo amava, glielo diceva sempre.

“John di qua, John di là, e quanto è bravo John”. Cazzat*, era uno stronz* come tutti gli altri.

Se Nicholas l'avesse visto, non gliel'avrebbe fatta passare liscia.

Quella sensazione si fece più forte, adesso non riusciva a tener ferma nemmeno la gamba.

 

-Cosa fai?- la voce di April lo riportò sul pianeta Terra.

Nicholas si voltò e la vide in una sua tuta di qualche taglia più grande.

Scoppiò a ridere.

-Noto con piacere che ridi alla vista dei regali che ti faccio!-

-Guarda che l'ho apprezzato ed usato eh!-

-Scemo.- rispose lei tirando un pugno simbolico sulla sua testa.

Si sedette accanto a lui.

-Ti va di raccontarmi i segreti come quando eravamo bambini?- disse lei incrociando le ginocchia.

-Cosa vuoi sapere?-

-Mmh, magari se hai un flirt.-

-Che cavolo di domande, te l'ho già detto.-

-Nick ne cambi una a settimana quando va bene, come faccio a ricordarmi quale sia l'ultima?-

April si stava riprendendo, solo Nicholas poteva strapparle il sorriso in una situazione come questa.

-Non ricordo quale sia l'ultima.-

-Sei pessimo, davvero pessimo. Sai una cosa?-

-Cosa?-

-Dovrei iniziare a fare come te, dovrei smettere di farmi coinvolgere sentimentalmente, starei certamente meglio.-

-Non è affatto bello, non farlo April. Se lo faccio è perchè sono una persona indecisa e insicura, non perchè sono forte. Sento che per nessuna ragazza valga la pena provare sentimenti troppo forti. Però a parte il divertimento la mia vita è vuota, a volte sento la mancanza di qualcosa di più stabile.-

-Che discorso serio. Secondo me invece fare così è molto facile e spassoso. E' bello non accorgersi nemmeno quando ci si lascia.-

-Sarà, ma è anche bello sapere che c'è una persona che ti aspetta, che ti pensa e che è solo tua da qualche parte nell'universo.- Nicholas si stava facendo prendere dal discorso, forse lo stava facendo nel modo sbagliato. -Ovviamente in un'altra vita!- salvato in calcio d'angolo.

-Nick posso fumare?-

-Solo una.-

April accese una sigaretta.

-La tua ultima si chiamava tipo..Tracy?-

-Probabile, quella che mi ha quasi vomitato sul divano.-

April spalancò gli occhi -Che schifo!-

Nicholas scoppiò a ridere -Scherzavo!-

-Jonas sei un buffone.-

-E tu ci caschi sempre.-

Nicholas le si avvicinò al viso e le diede un bacino sul naso, come quando erano piccoli, per far vedere che essendo più grande aveva più esperienza e poteva prendersi facilmente gioco di lei.

Lei fece il broncio come sempre.

-Nick- disse April soffiando il fumo -secondo te faccio così pena da meritare di essere mollata?-

Il discorso di fece improvvisamente serio.

Nicholas la guardò senza parlare.

-Cioè, come mi vedi? Cosa pensi di me?-

Oh merd*.

Quell'angoscia tornò, più forte.

Il cuore di Nicholas prese a battere.

Il cervello s'infuoco.

Pausa, silenzio, Nick cercava di mettere a posto i pensieri per non dire cavolate.

-Penso che..- sospirò, controllo, autocontrollo. Ecco cos'era quella sensazione.

Adesso aveva capito.

-Che?-

-Che sei fantastica.-

-Cosa mi sta a significare?-

-Che sei intelligente, bella..-

-Senti perfavore non dire cazzat*, mi fai innervosire.-

-Cosa devo dirti?-

-Non lo so, quello che pensi.-

Sudori freddi.

Pum pum.

-Che ti amo per esempio?-

April fece cadere la sigaretta sul tappeto, che cominciò a bruciare lentamente.

Spalancò gli occhi, il suo cervello smise di collegare, il fumo le annebbiò la mente.

Nella sua testa due parole, pronunciate dal migliore amico di una vita.

Nick, dopo almeno 10 minuti, raccolse la sigaretta dal tappeto che stava per andare a fuoco.

April non si muoveva, non collegava, non parlava e lui non sapeva realmente cosa dire.

Il ragazzo avrebbe voluto prendersi a pugni, battere la testa contro il muro, urlare, picchiarsi per la cavolata che aveva commesso.

Si pentì di non aver ragionato, di aver agito d'impulso.

Ma si rese conto che non si era controllato, le parole gli erano uscite da sole non appena aveva compreso cosa fosse quella sensazione che lo tediava da giorni.

-Penso che berrò qualcosa.- Nick fece per alzarsi, ora sì che c'era bisogno d'alcol.

April lo prese per il bracciò e lo ributto sul divano, senza smettere di guardarlo con sguardo incredulo -Che cazz* vuol dire?-

-Quello che ho detto.-

-Nick,ti rendi conto di cosa hai detto?-

-Senti non sono riuscito a trattenermi, se ti lascia così di stucco fai finta che non te l'abbia mai detto.-

April s'inumidì le labbra.

-Ridimmelo.-

-Ti amo April.-

-E la nostra amicizia?-

-Quella ci sarà sempre, lo sai, ce lo siamo promesso. Non l'ho deciso io April è successo e basta, ecco perchè non riesco ad avere una relazione stabile con nessun'altra ragazza.-

-Perchè me lo dici solo ora?-

-Perchè non volevo rovinare tutto, non volevo perderti, non volevo ammetterlo. Ma adesso le parole sono uscite da sole, non me ne sono reso conto.-

-Nick questo cambia tutto.-

-Cosa?-

-Se provi questo allora è meglio che me ne vada.-

April fece per alzarsi.

Nicholas la prese per la vita.

-Ti supplico, no.-

-Nick lasciami, non si può.-

Lo strattonò via e andò verso la porta, seguita da Nicholas che la riacchiappò subito.

-Non mi hai detto se provi lo stesso.- disse lui, con voce rotta.

April non capiva più nulla, solo fumo, seguito da altro fumo nel suo petto, nella sua testa, nei suoi occhi.

-Non capisco nulla Nick, avevo bisogno di un amico.-

-Lo sono, lo sono come lo sono sempre stato, ti prego stai qui con me, ti prego dimmi che non ho rovinato tutto.-

-Sei un coglion*.-

-Sì, perchè mi sono innamorato di te.-

-Si può sapere come ti è saltato in mente?-

-Tu non sai quanto ho odiato John, quanto ho sognato di averti sempre qui vicino a me, quanto ho desiderato di svegliarmi accanto a te, di stare con te, di amarti davvero. Quanto ho invidiato quel maledetto ragazzo che prendeva tutte le tue attenzioni.-

April ricominciò a lacrimare.

-Perchè lo dici proprio adesso?-

-Non volevo farlo, ho vomitato parole che non avrei voluto pronunciare. Perdonami. Ma ti amo davvero.-

-Smettila!-

-Non la smetto, ti amo da morire. Non pensavo che l'avrei mai detto, a lo sto facendo. Amo ogni cosa di te, ti penso continuamente, quando scrivo, quando canto, quando suono, quando sono in casa da solo, quando sono con le altre. All'inizio vedo i tuoi occhi nei loro, ma dopo la notte mi rendo conto che non sono te e le lascio, affranto.-

-Tu non puoi amarmi.-

-Posso invece, posso. E se penso a quello che ti ha fatto quel bastard* vorrei prenderlo a badilate ti giuro. Ammazzerei anche me stesso se ti avessi fatto una cosa del genere.-

April piangeva in silenzio.

Piangeva perchè ripensava a John.

Perchè capiva che Nicholas parlava sul serio.

Piangeva ripensando al tradimento e alla sua dignità calpestata.

Piangeva perchè non comprendeva cosa provasse per Nicholas.

-Amo quando ridi, la luce nei tuoi occhi, il tuo profumo, il broncio che metti su ogni volta che ti bacio il nasino, amo quando fumi una sigaretta così, dal nulla, solo perchè sei nervosa, amo quando metti i miei vestiti larghi, quando mi regali pigiami orrendi, quando sei in casa mia e fai come fosse la tua, amo tutto di te, ecco cosa penso.-

Nicholas tirò April vicino a sé, la cinse e la guardò negli occhi.

-Amo quando piangi, quando la mia stella polare nei tuoi occhi viene nascosta da un velo di lacrime, quando mi bagni la maglia e me la sporchi di mascara, quando pensi a me lo sento sai?-

-Anch'io sento quando mi pensi tu.- sussurrò April, primo barlume di luce, forse cominciava a capire qualcosa.

-Io e te siamo legati da un legame a doppio filo indescrivibile, siamo complici, telepatici, pensiamo le stesse cose, amiamo le stesse cose. Se io amo te, come è possibile che tu non ami me?-

April si morse il labbro inferiore.

-Ho una voglia matta di baciarti.- sussurrò Nicholas.

April lo guardò intensamente, non glielo vietò.

Nicholas si tuffò nelle sue labbra, vivendo un sogno che era sempre stato oggetto dei suoi desideri. Gli sembrò di essere in paradiso.

Non fu solo un'unione di bocche, complici ed affettuose, ma fu anche un'unione di anime, di sentimenti, di amicizia, amore e sofferenza.

April si lasciò andare. Lo baciò intensamente senza pensare più a nulla.

Questo bacio fu meglio dell'alcol, non pensò a John, al tradimento, alle lacrime.

Ripensò alle parole di Nicholas, pensò che nessuno le aveva mai detto cose simili.

Pensò che baciarlo era l'unica cosa che ci voleva per sfogarsi e per capire.

Era il primo incontro dopo 15 anni di amicizia, due ragazzi adulti che per la prima volta permisero alle loro anime di entrare fisicamente in comunicazione.

I cuori battevano all'unisono, ad una velocità incalcolabile.

Nicholas la accarezzava dolcemente sulla schiena, sul collo e sui capelli, mentre lei lo stringeva a sè come se non volesse più lasciarlo andare.

Si staccarono per un momento, ma Nicholas non riuscì a resistere e la strinse ancora a sé in un secondo bacio.

Si lasciarono andare ad una seconda esperienza paradisiaca,ad un secondo brivido d'amore e piacere.

Nicholas non riusciva a staccarsi, avrebbe voluto continuare per sempre, avrebbe voluto che quel desiderio rimanesse realizzato per sempre.

Ma April si staccò.

-Posso restare a dormire?-

-Cer.- non lo lasciò finire, non aggiunse altro, e corse nella camera degli ospiti.

Nicholas rimase di sasso.

Dopo un baciò così intenso nemmeno una parola dolce, nemmeno un cenno gentile.

Ma April era fatta così, sapeva essere crudele, sapeva ignorare le situazioni, sapeva lasciarlo senza fiato e senza una spiegazione.

Forse voleva riflettere, o molto probabilmente il giorno dopo avrebbe dimenticato tutto e lo avrebbe abbandonato per sempre.

Un senso di sofferenza profonda lo pervase da un momento all'altro.

Se l'avesse persa non ce l'avrebbe fatta, si vedevano quasi tutti i giorni da 15 anni, perderla avrebbe significato morire, ma se fosse stata quella la sua scelta, avrebbe dovuto rispettarla.

 

Fuori pioveva a dirotto,Nicholas era nel suo letto, rannicchiato, incapace di chiudere occhio.

Avrebbe voluto irrompere nella sua stanza e abbracciarla, avrebbe voluto starle vicino in quella notte di sofferenza.

Sapeva che April stava male, la conosceva, sapeva che era andata a dormire perchè non voleva essere vista in lacrime, di nuovo.

Si sentiva tremendamente in colpa, anche a causa sua le cose erano peggiorate.

Avrebbe dovuto tacere, o comunque rimandare una confessione simile.

Si rese conto di averle rovesciato addosso un peso immenso, pensando solo a se stesso piuttosto che a lei e al suo dolore.

Non aveva mantenuto la promessa, non le era stato accanto ma l'aveva tradita anche lui, l'aveva fatta stare peggio.

Voleva morire. Che amico era?

Si faceva ribrezzo e pena, si vergognava della sua superficialità e del suo egoismo.

Pianse. Per la prima volta dopo anni, pianse davvero.

Non si era mai disprezzato tanto.

Che squallore. Baciare la propria migliore amica in una situazione come quella invece di starle vicino.

Pianse lacrime amare.

A dirotto.

Bagnò il cuscino come una ragazzina, pur essendo grande e vaccinato.

All'improvviso sentì qualcosa sulla schiena.

 

Scattò di colpo e la vide, dietro di sé, coricata accanto a lui alle 3 del mattino.

La guardò, con gli occhi ancora pieni di lacrime.

-Scusami.- disse April.

Non era la prima volta che si trovavano a letto assieme, ma questa volta era diverso ed entrambi lo sapevano.

Il cuore di Nicholas prese a battere davvero forte.

-No scusa tu, sono stato una merd*, mi vergogno terribilmente, non avrei dovuto.-

-Sshh.- lo zittì -Scusa se stai piangendo a causa mia, non lo meriti. Riesco solo a combinare casini, ho rovinato tutto, mi dispiace.-

-No, dispiace a me, sono stato io a rovinare tutto, ascolta fingiamo che non sia mai successo, non posso vederti star male, ti prego, non ce la faccio.-

-Nemmeno io riesco a vederti così- disse April avvicinandosi a lui e baciando via le lacrime.

Un brivido percorse la schiena di Nicholas.

Bacio dopo bacio la tentazione si fece sentire forte e chiara, andando a mescolarsi al tremendo senso di colpa.

-Potrai mai perdonarmi?- disse Nicholas, balbettando.

-L'ho già fatto, e scusa per il tappeto.-

-Mi pento di quello che ho fatto.-

-Ti penti di amarmi?-

-No quello mai. Mi pento di avertelo detto in maniera così indelicata.-

-Effettivamente sei stato davvero egoista, ti avrei preso a pedate.-

-Ho infranto la promessa vero?- Nick le accarezzò il volto con delicatezza.

-No, anzi l'hai intensificata. Adesso il nostro legame è più forte.-

-Vuoi dire..?-

-Voglio dire che anche io ti penso continuamente, che sei la persona di cui mi fidi di più al mondo, un fratello maggiore,un amico, un dongiovanni con i fiocchi. Voglio dire che starei qui in questo letto per sempre, voglio dire che ho bisogno di te.-

Nicholas, s'illuminò e con lui illuminò tutta la stanza.

-Non immagini nemmeno quanto ti amo.- disse lui, ormai senza riserve.

-Ti prego Nick, non lasciarmi mai più.-

-Ne morirei.- sussurrò Nicholas, stringendola a sé il più forte possibile.

La testa di April andò ad appoggiarsi a quella di Nicholas,i loro cuori ritmavano assieme, la loro pelle combaciava perfettamente, si strinsero in un legame così indissolubile e non si sarebbero mai più lasciati andare.

Nick la baciò intensamente e April on riuscì a trattenersi, rispose con ancora più passione.

Appiccarono un fuoco tra i loro corpi.

Nicholas la strinse fra le sue braccia, le accarezzò accuratamente ogni parte del corpo mentre la baciava sempre più profondamente.

April gli mise una mano sotto la maglietta, aspettando che l'altro facesse lo stesso.

Entrambi rabbrividirono sentendo le mani fredde dell'altro sui loro corpi roventi.

L'eccitazione di entrambi salì alle stelle, volevano annullare ogni distanza, desideravano ardentemente diventare una cosa sola.

Nicholas andò sopra April, le tolse la canottiera con movimenti sensuali, mentre lei gli sfilo violentemente la maglia.

Le mani viaggiarono, superando ogni limite, visitando luoghi inesplorati e immensamente caldi.

Nicholas la voleva per sé, voleva prenderla e non lasciarla mai più.

April sentiva il bisogno di protezione, non credeva che avesse mai potuto provare un sentimento di trasporto così forte verso qualcuno.

Sorridevano, ma non smettevano di fa danzare le loro lingue unite da un legame indistruttibile e si accarezzavano senza sosta, togliendo un indumento alla volta.

La pelle di Nicholas s'imperlò di sudore, che April sfiorò con le labbra umide.

-Mi stai facendo impazzire.-

April continuò a provocarlo.

-Ti amo Nick. Non pensavo che l'avrei mai detto, voglio superare ogni confine con te.-

L'eccitazione salì ancora.

Nick senti di non avere più freni, la amava e la desiderava.

April lo stuzzicava, si sarebbe fatta fare qualsiasi cosa, sapeva che non le avrebbe fatto del male.

Ormai in biancheria intima i loro corpi aderirono quasi perfettamente.

Eliminata anche quella il sudore di uno andò a fondersi con quello dell'altra.

I movimenti divennero sempre più frenetici.

La loro pelle rovente entrò realmente in contatto.

Brividi su tutto il corpo, eccitazione incontenibile.

Nel modo più dolce del mondo si unirono l'un all'altra, passione e dolcezza diventarono una cosa sola, proprio come i loro colpi.

April voleva gridare, Nicholas voleva sentirla.

I loro cuori si muovevano insieme, sembrava che fossero diventati il fulcro di un incendio.

La ragazza esclamò un grido, l'ultimo.

Nicholas la baciò, prima di mettersi accanto a lei ed abbracciarla.

Adesso era sua.

Nessuno gliel'avrebbe più portata via.

Avevano fatto l'amore per la prima volta insieme, entrambi si guardarono negli occhi.

Via ogni tristezza, ogni dubbio, ora si appartenevano definitivamente.

Non c'era bisogno di parole, si erano sempre capiti con un solo sguardo.

Si guardarono intensamente, stavano attaccati, per paura che staccandosi la magia si sarebbe interrotta.

-D'ora in poi tra noi non ci saranno più confini.- sussurrò Nicholas al suo orecchio.

April lo baciò ancora.

Fecero l'amore di nuovo, e poi ancora, lo fecero per tutta la notte, sempre più dolcemente.

Lo fecero sul tappeto, in cucina, sul divano e nella doccia.

Non riuscivano a smettere di amarsi, non riuscivano a dividersi.

Dovevano restare insieme, dovevano appartenersi dovevano annullare definitivamente ogni distanza fisica e spirituale. Alla fine di quella notte non esistevano più due anime o due corpi; erano diventati una cosa sola.

April non si sentì mai così amata.

Nicholas non ebbe mai così paura di perdere qualcuno, ma era così felice che avrebbe voluto tenerla sempre vicino a lui.

Dopo anni di amicizia, ora facevano l'amore, dolcemente.

Di desideravano, si cercavano con ogni parte del corpo in eccitazione.

Il cuore batteva così forte che nemmeno lo sentirono più.

Volevano solo appartenersi.

Baci, carezze, movimenti lenti e poi sempre più veloci, sembrava che producessero fiamme roventi.

 

Il mattino dopo April si svegliò sul letto, senza nulla addosso, non appena vide la brillante luce del sole entrare dalle persiane. Allungò il braccio, aggiustando il lenzuolo in modo che la coprisse maggiormente.

Voleva sentirlo, voleva toccarlo, voleva guardarlo e dirgli quanto era stato fantastico.

Voleva piangere dalla felicità, voleva rifarlo sotto i raggi del sole, di prima mattina.

Ma non lo trovò.

Colpo al cuore.

-Nick?-

Nessuna riposta.

Si mise qualcosa addosso e si alzò, cercandolo per tutta la casa.

Niente, non c'era, non rispondeva nessuno.

Si sentì morire.

Tornò in camera e mise a posto le lenzuola, quando agitando il cuscino vide un biglietto: “Amore mio, è stata la notte più bella di tutta la mia vita. Ti prego chiamami appena ti svegli, son dovuto uscire per fare una cosa. Ti amo.”

Il loro primo biglietto d'amore.

Le prime parole scritte, i primi segni indelebili del sentimento.

April si sentì mancare appena lesse le prime e le ultime parole, era successo davvero.

Era il suo uomo, oltre che il suo migliore amico.

Improvvisamente gli mancò, provò quella sensazione di angoscia che fa stare male, che tormenta.

Doveva vederlo, accarezzarlo, baciare quella bocca che ormai le apparteneva.

Pensò che fosse vero che erano legati da un legame infinitamente forte.

Non se ne era mai resa conto, ma si accorse che si trattava di un rapporto di dipendenza, non poteva smettere di pensarlo.

Si chiese se gli arrivasse il suo pensiero, si domandò se lui l'amasse davvero quanto lo amava lei.

Non pensò più a John, questo sentimento era diverso, inaspettato, scoppiettante, totalizzante.

Corse al telefono e digitò il suo numero che, ovviamente, sapeva a memoria, e si accomodò sul divano.

 

-Pronto? Chi è che chiama da casa mia?- disse Nicholas in tono scherzoso dall'altra parte del telefono.

-Un fantasma. La tua casa ne è invasa.- rispose April sorridendo.

-Me ne sono accorto stanotte.-

-Nick è stato-

-Meraviglioso. Lo so, e ti amo anche per questo.-

-Perchè sono brava a letto?-

-Soprattutto.- Nicholas rise -Ovviamente sto scherzando. Mi manchi piccola.-

-Svegliarsi senza di te è stato terribile.-

-Perdonami, dovevo sbrigare una cosa urgente. Ti sono mancato?-

-Mi dispiace ammetterlo, ma sì accidenti.-

-Non sai che strazio uscire di casa lasciandoti lì. Non riuscivo ad andarmene.-

Silenzio.

La prima vera telefonata da innamorati.

Era come se fosse la prima volta per entrambi.

Ci pensarono un momento: fu il primo bacio, la prima notte, il primo biglietto, la prima telefonata.

Come se fossero ragazzini che fanno tutto per la prima volta.

-Ti amo Nick.- se lo erano detto troppe volte quella notte, eppure non era bastato.

-Ho bisogno di te, ci vediamo subito?-

-Dove?-

-In spiaggia, corri, devo dirti una cosa importante, e soprattutto ti voglio stringere.-

-Arrivo immediatamente.-

-Ti amo.-

April riattaccò e corse a vestirsi, truccarsi, profumarsi e aggiustare il suo aspetto terrificante.

Si guardò allo specchio, vide che nei suoi occhi non c'era più tristezza.

Vide una luce nuova, forse era la luce di cui le aveva parlato Nick.

Si sentiva una persona nuova, non si sentiva più sfigata e sbagliata, finalmente la sua autostima crebbe un po'.

Ora qualcuno la amava davvero e non l'avrebbe mai tradita.

Ora qualcuno le apparteneva, ed era solo suo e lo sarebbe stato per molto ancora.

Il cuore le batteva forte, avrebbe voluto passare l'intera giornata con lui.

 

Driiin Driiiin.

Il suo cellulare la riportò alla realtà.

Corse a prenderlo nella borsa.

Sul display c'era scritto “Nick”.

Sorrise e rispose.

-Sono quasi pronta.-

-Amore, sei davanti allo specchio?-

April si guardò intorno senza capire.

-Sì, perchè?-

-Alita sullo specchio.-

Spalancò gli occhi.

-Ma perchè dovrei? Sei impazzito?-

-Fallo e basta.-

April non parlò ed ubbidì. Posò il cellulare sul comò e soffiò sul vetro dello specchio.

Il vetro si appannò.

Colpo al cuore.

Le gambe stavano per cedere.

Pum pum pum.

Il cuore fece mille salti, mille capriole.

La sua testa si annebbiò completamente.

Passarono diversi minuti che le sembrarono un'identità, mentre Nick aspettava dall'altra parte del telefono.

-April?-

L'urlo di Nick dal cellulare le ridonò coscienza.

Riprese il telefono senza staccare gli occhi dalla scritta sullo specchio.

“Mi vuoi sposare?”

-April stai bene?-

-Sì.- rispose secca.

-Sei scioccata.-

-Per un attimo ho creduto di morire.-

-Di dispiacere?-

-No, di gioia.-

Nicholas sorrise, April immaginò di vederlo.

-Non rispondermi subito, vieni in spiaggia, ti aspetto.-

-Corro!-

Dopo l'esitazione iniziale per la domanda inaspettata e per il tenero modo in cui lui le aveva chiesto di sposarla, dopo aver pensato di fuggire per la paura, April decise.

Dopo quella notte, le parole di Nicholas, non poteva desiderare altro.

Voleva essere davvero una cosa sola davanti al Dio in cui aveva fede.

Sapeva che Nicholas era quello giusto, sapeva che l'avrebbe amata davvero, sapeva che quella scritta sullo specchio veniva dal cuore.

E come capita spesso ad una donna le vennero in mente flash sul futuro, vide sé e Nicholas all'ospedale con in braccio un bambino, si vide in abito bianco, si vide tra le braccia di Nicholas con i capelli bianchi.

Era tutto quello che voleva.

La sua vita fino ad allora, senza Nicholas, era stata improducente, inutile e senza senso.

Voleva alzarsi al mattino realizzata e felice accanto al suo migliore amico di sempre, al marito pieno d'amore e attenzioni, davanti al padre affettuoso dei suoi figli.

Voleva far l'amore con lui tutte le notti per sempre, voleva attraversare la navata della chiesa e dire a Dio quanto lo amasse.

Sapeva che per lui era lo stesso.

Ricordò le dolci parole che le aveva sussurrato quella notte, sapeva di essere per lui la prima vera gioia della vita.

 

Prese le ultime cose, riguardò lo specchio, afferrò le chiavi della macchina e corse alla velocità della luce.

Voleva urlare il suo sì a squarciagola.

Voleva dare un senso definitivo alla sua vita e ai suoi sentimenti.

Schiacciò l'acceleratore a tavoletta, voleva abbracciarlo.

Aveva in mente il suo volto, il suo splendido sorriso, i riccioli che amava sin da quando erano bambini, il nasino che aveva sempre mordicchiato, il petto che aveva premuto dolcemente su di lei quella notte, le braccia che l'avevano stretta tutti i giorni per 15 anni, le spalle su cui si era appoggiata ogni volta che era affranta e stanca.

Aveva gli occhi e la mente pieni di lui.

Voleva sentire la sua voce.

Dopo dieci minuti si trovo nei pressi della spiaggia.

Lo vide da lontano, voleva solo abbracciarlo.

Nicholas la salutò da lontano con un sorriso angelico. Era agitato, tremante, ma di lì a poco sarebbe stato fidanzato ufficialmente.

Amava lei come non aveva mai amato nessuno. Voleva starle vicino tutta la vita, toccarla e baciarla per il resto della sua vita, voleva ascoltare la sua voce fino alla morte, voleva consacrare quell'amore perchè lei non doveva essere una delle tante, doveva essere la prima e unica.

Sentì di essere cambiato profondamente.

April non cercò nemmeno parcheggio, spense la macchina sul ciglio della strada ed aprì lo sportello per correre incontro alla metà del suo cuore.

Nick prese a corre verso di lei, li distanziavano poche centinaia di metri.

Sorridevano, fu come se fossero colpiti entrambi da una scossa che tendeva ad unirli.

Entrambi lessero sulle labbra dell'altro “ti amo”.

 

PUM.

Un camion di dimensioni enormi.

Una catastrofe.

Una curva presa malissimo.

Devastazione.

Il cuore che prima batteva fortissimo perchè stava per ricongiungersi al gemello, smise di battere.

La mente che prima era colma di un solo pensiero, smise di elaborare, fermando l'ultima immagine da cui fu attraversata: due sposi di fronte all'altare.

Nicholas perse un battito e fece cadere la scatolina blu.

Al diavolo il diamante, al diavolo tutto.

Le lacrime cominciarono ad uscire da sole.

Un urlo straziante, cominciò a correre per cercarla tra le macerie.

Si sporcò, si ferì, ma non importava.

Non gli importava più di nulla, della sua vita, della catastrofe, del camionista che doveva essere morto, dell'incendio che stava per scoppiare di lì a poco.

Doveva trovarla, riprenderla.

Piangeva e con gli occhi pieni di lacrime e le braccia ustionate la cercò.

Non sentiva il dolore fisico, l'unico dolore che sentiva era al cuore, come se una parte fosse stata trafitta, con mille lame taglienti. Una parte di lui non c'era più.

Si sentì come se avesse perso un braccio, un occhio, un piede.

Una parte di lui era stata amputata e schiacciata.

E la stava cercando, April era tra le macerie.

Quando la vide urlo ancora, e la prese in braccio.

Il suo corpo devastato, fu portato fuori dalla catastrofe poco prima che scoppiasse un incendio per l'urto violento tra la macchina di April e il camion.

BUM

BUM

BUM

 

Nicholas non lo sentì, non chiamò aiuto, non sentiva nulla intorno a lui.

La guardava, piangeva.

Voleva morire.

Era colpa sua, se non le avesse chiesto di venire lì non sarebbe successo nulla.

Dopo quella notte, quell'amore, quelle carezze, quella complicità, ora la sua amica giaceva inerme tra le sue braccia, sanguinante ed ustionata.

Eppure gli parve bellissima.

Urlava, gridava, le chiedeva di rialzarsi ma sapeva benissimo che il suo cuore non batteva più.

Lo sentiva.

Lui stava bene solo quando percepiva il cuore di April battere, riusciva a sentirlo anche a distanza.

Ed ora che quel cuore, parte del suo, si era fermato, sentì che anche il suo rallentò.

Avevo sempre battuto all'unisono.

Il ritmo era stato interrotto.

L'amore era stato interrotto.

La vita era stata interrotta.

Nulla aveva più senso.

Gridò, straziato, aggrappandosi ai suoi vestiti e baciandola sperando che si riprendesse.

Nulla.

Non avrebbe mai saputo se aveva intenzione di rispondere sì o no.

Ma a questo punto cosa importava?

Lei non c'era più.

Nick lo ripetè tra sé e sé.

Poi i suoi occhi umidi s'illuminarono.

-Non ti lascerò mai più andare, nessuno ci separerà mai più te lo giuro amore mio.-

Nicholas la baciò ancora, non curante del sangue, prese il corpo di April e andò verso il mare aperto, mosso un vento potente.

 

Nessuno li vide mai più da quel giorno.







The end.

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