In carne ed
ossa
Seduta sul suo letto a gambe incrociate, Kagome
Higurashi non riusciva a distogliere lo sguardo dallo schermo della
televisione. Il canale da lei scelto era il numero otto, quello su cui aveva
sintonizzato un’ emittente musicale televisiva - famosa in tutta il mondo
- che proprio in quel momento stava trasmettendo il nuovo video della sua band
preferita: i The Blood.
Trattenendo a stento un gemito che le stava per
partire dalla gola, Kagome si sporse col busto verso la piccola televisione
posta sulla scrivania e per poco non perse l’equilibrio. Portando
repentinamente una mano al pavimento di legno e l’altra alla spalliera
del letto il suo minuto corpo evitò un brutta caduta e alcune ciocche di
capelli corvini le ricaddero sul volto.
Sorrise al pensiero di quello che le poteva
capitare e per l’ennesima volta si
domandò in quale bel giorno il suo animo era cambiato a tal punto da
farla diventare dipendente da cinque semplici ragazzi.
No, cancellò immediatamente la penultima
parola: loro erano tutto, ma non semplici. Erano speciali, gli unici capaci a
farle tornare il buon umore quando era triste o dopo una litigata con sua madre,
gli unici a farle desiderare una vita diversa da quella che conduceva. E lei
avrebbe dato qualunque cosa in suo possesso pur di incontrarli almeno una
volta.
Sospirando si sistemò meglio sulle coperte
del letto, ma il suo cuore perse un battito quando vennero inquadrati due pozze
ambrate, gli occhi più belli che Kagome avesse mai visto in tutta la sua
vita.
Appartenevano al frontman del gruppo, Inuyasha No
Taisho, un baldo giovane dai lunghi capelli argentati, simili al colore della
luna, e un sorriso beffardo che sapeva mandare la giovane Higurashi su tutt’altro
pianeta.
Più e più volte Kagome aveva
fantasticato su loro due, su un possibile futuro iniziato con un incontro
fortuito durante uno dei concerti del gruppo. Ma finiva sempre col tornare coi
piedi per terra e darsi della stupida. Nulla di tutto ciò sarebbe
accaduto, anche perché abitavano lontani, molto lontani. Lei in un
piccolo paesino non lontano da Seattle, nello stato di Washington, e lui nella
grande e caotica New York City.
Sospirò e spense la televisione quando il
video fu terminato con un’immagine che riprendeva i The Blood al
completo.
Oltre a Inuyasha c’erano Miroku Summers, Koga
Yoro e i gemelli Al e Don Smith, gli unici due ad avere origini americane al
cento per cento.
Kagome di loro sapeva tutto: Inuyasha e Miroku
erano cresciuti insieme in un quartiere chic di New York City. Il padre del
primo ricopriva una carica importante e prestigiosa presso l’ambasciata
giapponese della grande mela, mentre la madre del secondo era emigrata negli
Stati Uniti in cerca di fortuna e lì aveva incontrato il padre di
Miroku, Peter Summers, un famoso uomo d’affari proprietario di uno degli
alberghi più eleganti della città.
Koga invece, natio del Connecticut, era un
discendente da parte di padre dell’antica tribù indiana degli
Yoro, estinta un secolo prima. La sua famiglia, ora composta per lo più
da commercianti, era almeno riuscita a mantenere come cognome la denominazione
della tribù, portando avanti più tangibilmente le radici a cui
erano indissolubilmente legati.
Al e Don erano forse quelli che Kagome riteneva i
più “insignificanti”, poiché con loro non avvertiva
nulla da spartire. Infatti come Inuyasha, Miroku e Koga anche lei si sentiva
una mezzosangue, in quanto figlia di
un avvocato giapponese - i cui nonni erano emigrati da Kyoto un anno dopo l’esplosione
della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki - e un’americana originaria
del Minnesota.
Sì, loro tre erano indubbio i suoi
preferiti, tanto da schioccare - sia al mattino che alla sera - loro un bacio
sui vari poster che aveva appeso per la stanza. All’inizio si sentiva un
po’ stupida nel farlo, soprattutto perché a Inuyasha il bacio lo
donava sulle labbra e non su una guancia come per Miroku e Koga, ma quei gesti erano
ormai diventati un rituale. Non le interessava più neanche essere derisa
dal suo fratellino più piccolo o beccarsi occhiate stralunate da sua
madre.
Voleva solo immaginare per qualche minuto che quelle
tre facce non si trovassero sulla carta, ma davanti a lei… in
carne ed ossa.
Princess Judith’s space.
Salve a tutti da Princess Judith!
Questa è una piccola one-shot concepita per
caso e nata durante la mia visualizzazione delle ultime puntate di Inuyasha –
The final act. Ho provato ad immaginare una Kagome fan sfegata di un gruppo
rock il cui frontman è il nostro bel mezzo demone (sì, ce lo vedo
proprio Inuyasha con una chitarra fra le mani!)
Se andrà bene, credo che si possa
considerare un preludio per una long che avrei intenzione di scrivere. Ovviamente
si accettano commenti, critiche e quant’altro (purché nulla di
offensivo) ^-^!
Saluti!
Princess
Judith